affresco della lunetta absidale

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Affresco del semicatino impostato sui tre fornici tra il presbiterio e la navata

Nel passaggio fra la navata e l'abside si osserva una esedra divisa in tre fornici. Nella lunetta superiore che raccorda gli archi alla volta è affrescato, al centro il miracolo avvenuto nella pentecoste del 1598 [nel martedì successivo la festività, il 12 maggio 1598]. Il dipinto fu realizzato nel terzo centenario (1898) dal pittore foggiano Raffaele Affaitato.
Si noti nella parte destra lo sfondo della città di Andria con i quattro campanili più alti: da sinistra, San Domenico, San Francesco, Trinità (demolito con la chiesa nel 1937) e Cattedrale; a sinistra la gente che accorre da ogni luogo per attingere l'acqua miracolosa.

il popolo accorre al prodigio la scena del miracolo il clero si reca sul luogo del prodigio

L'affresco centrale mostra il particolare della bimba che, appena estratta miracolosamente illesa dalla cisterna ove era caduta, racconta ai soccorritori, accorsi dopo tre giorni alle sue invocazioni d'aiuto finalmente udite, come la Signora raffigurata nel dipinto l'avesse amabilmente tenuta con sé sino al loro arrivo.
" ... circa cento passi dalla Città d’Andria distante, cadde inavvedutamente in una cisterna, allora piena d’acqua, una tal fanciulla, senza che da altri fosse veduta, e soccorsa. I suoi Genitori non vedendola tornare a casa, nè sapendo la disgrazia accadutale, la cercarono tre giorni continui, nè trovarono chi loro ne dasse novella alcuna. Finalmente passando à caso per di là vicino alcuni del paese, udirono con loro meraviglia una voce languente, che uscendo dalla detta cisterna, lor fè dubbitare, che ivi fosse per sua disgrazia caduta qualche persona, e stasse in pericolo di affogarsi. Avvicinatisi dunque per osservare chi fosse, viddero con loro stupore la detta fanciulla andare à galla sù l’acqua, e conosciutala per quella che era, presto avvisarono i suoi Genitori, li quali accorsi piagnenti al soccorso della pericolante figliuola, proccurarono con scale, e funi cavarla da quella cisterna. Uscita fuora di pericolo la fanciullina, fù interrogata come avesse potuto stare tre giorni nell’acqua, e non affogarsi? e non sommersa, vivere senza cibo? Rispose ella, che la Madre di Dio di Altomare, la di cui Immagine era dipinta nel muro di quella cisterna, l’aveva per sua pietà liberata da quel pericolo."

[tratto dal libro "Zodiaco di Maria..." di Serafino Montorio, edito nel 1715 a Napoli, pagg. 570-572]

L'affresco di sinistra mostra invece il particolare del popolo accorso sul luogo del prodigio per attingere l'acqua..
"Rimenata fuori [la bimba] sana, e salva, senz’affatto tener bagnato un capello, o le piante de’ piedi; e domandata chi l’avesse sostenuta pel corso di tre giorni, mentre stava colorita, e ben pasciuta; rispose che quella Signora ch’era in faccia alla parete l’aveva governata.
A questa seconda notizia, degli Andriesi non rimase un solo in Città; ma tutta la popolazione da tutti i lati precipitandosi, sorpresa dal prodigio s’incoacerva in quel luogo. Ivi in breve tempo fu tutta l’acqua della cisterna esaurita, della quale, porzione passò anche nei paesi vicini, e rimoti rinchiusa ne’ barili, ed ampolle per devozione.
"

[tratto da "Miracolo, ed invenzione della Immagine della Santissima Vergine dell’Alto Mare" in "Storia della Città di Andria, dalla sua origine sino al corrente anno 1841" di Riccardo D'Urso, edito nel 1842 a Napoli dalla tipografia Varana, pagg. 141-142]

Infine l'affresco di destra mostra il particolare del vescovo che  con la curia si reca sul luogo del prodigio.

"Tale stupendo prodigio avveniva il Martedì di Pentecoste dell’anno del Signore 1598. Tutti portaronsi alle loro case l’acqua benedetta dalla celeste Signora apparsa in quelle acque: dalle vicine e lontane città ne venivano a prendere anche con barili: in breve tempo la Cisterna rimase vuota. Allora Monsignore D. Vincenzo Bassi, Vescovo di Andria, fece aprire a fianco della Cisterna, nel masso, una grande scala, che è quella tuttora esistente a un lato della Chiesa, per la quale scesi nella Cisterna, fu trovata realmente l’Immagine veneranda di Maria SS., la quale, come scorgevasi dalla segnatura lasciata dall'acqua sul muro, perché era a fior d’acqua, sembrava come fosse in alto mare, donde il suo speciale titolo di Maria SS. di Altomare".

[tratto dall'opuscolo "Maria SS. dell'Altomare" di Mons. Di Gioia Riccardo, edito nel 1938 a Molfetta per i tipi della Scuola Tip. per sordomuti "Apicella"]