interventi nel presbiterio nel '900

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il presbiterio
[presbiterio, zona absidale attuale - elaborazione digitale su foto di Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]

Il presbiterio e le sue tre absidi

Dagli interventi di restauro di metà Novecento (ing. Giovanni Fuzio)
a quelli richiesti dal Concilio Vaticano II tra gli anni "60 e "80 (su proposta di mons. Lanave)

     presbiterio, nel 1964
[l'acquasantiera presso l'ingresso al transetto ed il presbiterio; foto  durante i restauri di metà Novecento - (elaborazione elettronica del colore)]

Poco dopo la metà del Novecento la Chiesa dell'Annunziata subì un rilevante pesante restauro, che comportò lo smantellamento (a mio avviso artisticamente inopportuno) di molte infrastrutture ritenute mascheranti l'originaria conformazione dell'edificio.
Furono così eliminati tutti gli stucchi settecenteschi, e chiuse le finestre allora esistenti nel presbiterio, le quali, non ostante la loro efficenza e (a mio avviso) eleganza di alcune, erano considerate posticce, non originarie, da occludere, come poi avvenne.

      
[Fota di un matrimonio, dopo i restauri di metà Novecento, prima delle modifiche volute dal Concilio Vat.II - (elaborazione elettronica del colore)]

Dopo i suddetti restauri la Chiesa appariva così come può osservarsi nelle foto di un elegante matrimonio, qui sopra riprodotte.
Erano ancora presenti parte degli stucchi nella navata, dove era ancora funzionante il pulpito, tra la cappella di sinistra e l'altare della Madonna della Pietà. Nella cona di detto altare, sopra il suo dossale, era affisso un quadro: nel 1780 mons. Palica vide una tela raffigurante Sant'Andrea Avellino.
Sulla parete che sormonta le absidi non erano state ancora eliminate le due grandi finestre.
Esisteva ancora l'altare maggiore in marmi policromi e vi si celebrava la messa col rito precedente il Concilio Vaticano II.
A dossale dell'altare maggiore non c'era più l'antica annunciazione cinquecentesca, ma era affissa una tela della stesso soggetto appositamente realizzata in quegli anni dal bravo pittore andriese Carmine Conversano. Sembra inoltre che fosse stato già eliminato il retrostante vecchio coro.
Nell'absidiola destra la nicchia, chiusa da vetrinetta, sembra contenesse una statua o una tela della Vergine e fosse dotata di altarino, mentre l'absidiola di sinistra, anch'essa dotata di altarino, ospitava il Crocifisso.
Nella volta del presbiterio era ancora presente una tela, anch'essa raffigurante l'Annunciazione, oggi non più esistente e vista ad inizio Novecento dall'Agresti e, ancor prima, a metà Ottocento dal Borsella, che scriveva:

Sul presbitero osservasi altro dipinto della Vergine in atto di orare, cui presentasi il celeste messaggiere con le parole. Spiritus Sanctus superveniet in te. Cui la pia umilmente risponde. Ecce ancilla Domini fiat mihi secundum Verbum tuum.

[tratto da "Chiesa dell'Annunziata", in "Andria Sacra" di G. Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pp. 257-270]


Gli interventi attuati in ottemperanza alle norme del Concilio Vat. II
su proposta di mons. Lanave

Quando nel 1988 mons. Giuseppe Lanave, per raggiunti limiti di età cede l’incarico di vescovo a mons. Raffaele Calabro, lascia l’episcopio e va ad abitare nell’antica canonica della SS. Annunziata. Qui si dedica a far restaurare quanto lo circonda: sia elementi della vicina chiesetta di Madonna delle Grazie, che, soprattutto, S. Maria dei Miracoli e diverse strutture della Chiesa presso la quale ha preso dimora: detta SS. Annunziata. Egli ne parla diffusamente nel volume pubblicato poco dopo la sua morte e di seguito in questa pagina più volte citato; analizziamone gli interventi più rilevanti, da egli stesso così indicizzati:

... ... ...

L'Annunziata del '500 distrutta nel tempo, restaurata per quello che si è potuto salvare.

Il Battistero su cui si è innalzato il bellissimo S. Giovanni del Bramante che si profila sulla figura trasfigurata di Cristo.

L'acquasantiera del '400 trasformata in Tabernacolo intorno al quale panchette di pietra invitano afermarsi ed a comunicare silenziosamente con Cristo.

Anche le panchette nel presbiterio, intorno all'altyare, pezzi dei gradini che si estendevano ai lati del tabernacolo sono disposte per il silenzio dei chierichetti.

La Pietà, disfatta dal tempo e dalla imperizia degli uomini, recuperata per quanto sopravvive, ci è ridata.
... ... ...

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.15-16.]

L'Annunziata

Annunciazione, probabilmente del '500       l'abside col quadro dell'Annunciazione
Annunciazione, probabilmente del '500, dopo il recupero ed un primo restauro fatto eseguire da mons. Lanave; l'abside col quadro - elab. digitale su foto di Michele Monterisi - 2008]

Di questa tela ecco il racconto di mons. Lanave inerente il recupero ed il restauro [Restaurata - scrive mons. Lanave - da De Corato Vincenza e da Valerio Iaccarini.].

All’Annunziata ho sistemato, sull’altare, ad un lato, all’altezza dei piedi del Crocifisso, un quadro dell’Annunziata.

Lo trovai fra i rottami, che i ragazzi dell’Associazione si passavano, giocando, spingendoli con i piedi, per farli finire nei cassettoni, tra le immondizie.
Un ragazzo che aveva capito, che io cercavo tra le cose vecchie, prima di gettarlo mi propose: “Lo vuoi?”
Lo presi.

La Madonna era quasi tutta cancellata. Rimaneva, di originale, se riscoperta, la guancia di sinistra.
Dell’angelo era in luce un braccio dall’aria raffaellesca. Ma eran tali anche la testa e la splendida nuca.

Quel quadro è quasi certamente del cinquecento. È forse il pezzo avanzante del grande dipinto, che, rifatti l’arco e le absidi, doveva stare nello sfondo absidale dell’altare.
Il tempo, gli abbandoni, la muffa lo avevano ridotto a rottame, che, mutilato delle parti disfatte, recuperato nella parte restaurabile, oggi richiama l’interezza del quadro che fu.

Ancora una volta questa tela è la faccia ritrovata di un gioiello perduto, che tenta di imporsi alla nostra attenzione ed alla nostra stima.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.51-53.]


Cappella del SS. Sacramento accanto all’Altare Maggiore

panchetta - ex arredo antica chiesa   l'absidiola di destra, a fine '900 cappella del Santissimo  acquasantiera quattrocentesca, a fine '900 tabernacolo del Santissimo
[l'absidiola di destra, a fine '900 cappella del Santissimo, con la panchetta, ex arredo dell'antica chiesa e l'acquasantiera quattrocentesca come tabernacolo - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommasao - 2022]

Per gli arredi tutt'oggi (2022) presenti nell'absidiola di destra tanto scrive mons. Lanave:

L’ho sistemata partendo da mie esperienze di parrocchia e di associazione.
Ogni settimana, in un pomeriggio di solito o anche verso sera. avevo un incontro con i giovani o con gli uomini o le donne. Sviluppavo un capitolo o una lezione sul tema annuale. Presentavo la verità. Seguiva la reazione dci partecipanti: commenti, richieste di più ampie spiegazioni, contributi di esperienze personali.
Si chiudeva l’incontro davanti a Cristo Eucaristico. Si faceva il riassunto di quanto era stato detto e dibattuto, in un dialogo piano con Cristo. Si diceva la gioia per la luce entrata nell’anima, la preghiera di gratitudine e di implorazione.
Si formulavano impegni, richieste di aiuti, di illuminazione, di forza, di spinte, perché quanto eletto e rivissuto nel clima della affettuosità e del volere, passasse decisamente nei tentativi del vivere quotidiano.
Questo incontro era vivo e valido, ma aveva la sua forte efficacia dal fatto che si svolgeva davanti a Cristo e in dialogo con Lui. mentre eravamo raccolti intorno a Lui.

Parte da questa esperienza l’impostazione della Cappella del Santissimo accanto all’altare maggiore. Su in alto, in una nicchia centrale c'è il tronetto per l’esposizione, che richiama la presenza del Cristo. Al centro della cappella, dominante il Tabernacolo. È la vecchia acquasantiera. (In origine era forse un vaso, in seguito sostenuto da una colonnina di pietra e trasformato in acquasantiera).
È la vecchia acquasantiera, forte e ricca di ricordi storici di uomini dal cuore grande, dalla vita impegnata a fondo, che vi intingevano le dita per segnarsi. È la vecchia acquasantiera ottagonale, di pietra scolpita e densa di umanità redenta, chiusa da un coperchio di rame. che raccoglie Cristo. Pare quasi che lo fermi, perché ascolti quel gruppo di giovani, di uomini, di donne, che con Lui discutono per capire; e con lui si impegnano a portare il suo Spirito d’amore nella fattività esistenziale della vita.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.55-56.]


Cappella – Battistero

l'absidiola di sinistra nel 2008     Fonte battesimale del 1857 e quadro del Bramante del 1976     aquadro di Onofrio Bramante del 1976
[l'absidiola di sinistra con il fonte battesimale del 1857 e il quadro di Onofrio Bramante del 1976 - elab. elettr. su foto di M. Monterisi 2008 e Sabino Di Tommasao 2022]

Ancora mons. Lanave descrive l'arredo della cappella - battistero.

Accanto all’abside, sulla sinistra, guardando l’altare, vi è la Cappella del Battistero.
È la Cappella del grande Sacramento, che introduce nel mistero dell’Eucarestia, della Redenzione. Con il peccato si perde il modo di vedere e di fare le cose con l’occhio e la sensibilità di Dio, nel quadro dell’amore ineffabile e misterioso che si dona senza interessi. Con il Battesimo si abbandona la solitudine, ci si innalza alla visione e alla comunione con Dio, si vede e si opera come Colui che ama infinitamente e si dona senza misura.

Al centro della Cappella su di un basamento di marmo ben tornito si apre la vaschetta del Battistero.
Sul muro di fondo in alto s’innalza uno splendido quadro di Onofrio Bramante, che rappresenta S. Giovanni. Nella mano sinistra il Battista ha il bastone del pellegrino e con la destra ferma le folle per annunciare che il Cristo è venuto. E il Cristo si profila dietro di lui con la testa che emerge sul suo capo nella compostezza dignitosa di un grande silenzio che lo avvolge e lo rende penetrante nell’animo di chi lo guarda specialmente perché indirizzato dall'atteggiamento energico e risoluto di Giovanni.

Bramante Onofrio è un pittore milanese, che ama la Puglia, che lo ha molto apprezzato. Ha lasciato tanti quadri nelle varie zone della regione; quadri suggestivi e belli, d otati di grande tecnica, pervasi da buona ispirazione e fortemente capaci di ispirare e sostenere sentimenti religiosi e impegni dì volontà.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.57-59.]


Le balaustrate del presbiterio

Frammenti lapidei dell'antica chiesa
[Frammenti lapidei dell'antica chiesa posti come balaustra al presbiterio - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommasao - 2022]

Tra presbiterio e navata, a protezione di un dislivello di oltre ottanta centimetri è posta una balaustrata, così motivata e descritta da mons. Lanave:

Il presbiterio. all’Annunziata, sul davanti, nel centro. scende nella navata per mezzo di quattro gradini. Ai lati non ci sono scalini, ma un dislivello di ottanta centimetri.

Si è dovuto provvedere a qualcosa per impedire ai ragazzi. capitati sul presbiterio, di precipitare.
Allora si sono valorizzati tre pezzi (o forse tre fianchi di sarcofaghi) da me trovati in muri come pie1re di riempimento: una nel cortile, accanto all’ufficio parrocchiale, due nelle stanze dove giocano a sera gli uomini.
Li ho staccati dal muro, (chi sa che nello spessore non ci siano altri pezzi). Li ho inquadrati in abili balaustrate, chiuse da un leggero vetro opaco.

Anche queste sono facce nuove, ripulite, che rendono presente un passato di decoro, di culto umano, che si inserisce dando un tono di fondo al clima in cui si incontra Cristo nell’Eucarestia.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.61-62.]


I Mensoloni e le panchette laterali

la mensola di sx realizzata con un  mensolone del '600 depositati in Cattedrale             l'ambone realizzato con due mensoloni dell'antico altare maggiore demolito
[una delle due mensole realizzate con mensoloni del '600 depositati in Cattedrale; l'ambone realizzato con i due capialtare superiori reggi-vaso dell'antico altare maggiore demolito - foto di Sabino Di Tommasao - 2022]

Nel presbiterio altri arredi per il servizio liturgico sono l'ambone, le mensole-credenza e le panchette collocate contro i muri laterali.
Mons. Lanaveracconta la loro sistemazione:

Ai due angoli posteriori del presbiterio ho sistemato due mensoloni. Sono molto belli.
Provengono da un deposito che è sotto la Cattedrale, nella cripta. Appartengono a quel materiale mobile che camminava e spariva, portato via a volte da passione per le cose belle del passato, ma più spesso da mascherati motivi di interesse.
Per fermarlo, lo chiudevo o lo impiegavo nella ricostruzione di nuove strutture liturgiche.

Due di essi impiegai per rifare l’altare rivolto verso il popolo a Porta Santa; due li adoperai per rifare l'altare rivolto verso il popolo nel cappellone feriale dell’Annunziata. Stavano male, nascosti. In contrasto con il vecchio altare di pietra marmorizzato a colori.

Rifatto qui un altro altare in maggiore armonia con il vecchio, i due mensoloni li posi agli angoli del presbiterio come sostegno di mensole per le esigenze dell’altare. Ora sono in luce, in armonia con la pietra intagliata che domina il presbiterio. l mensoloni sono stupendi capolavori del ‘600.

L’ambone è formato da altri due mensoloni. Questi però provengono dal vecchio altare del presbiterio [foto qui sotto].
Smontato, parte di esso è servito per creare l’altare-mensa dell’Eucarestia, parte per comporre l’ambone, parte ancora per fare una panchetta al servizio dei chierichetti.


[L'antico altare maggiore demolito (con alle spalle la tela dell'Annunziata), i cui pezzi sono serviti per realizzare il nuovo altare, l'ambone e la panchetta di sinsitra]

Sul lato destro del presbiterio, stando di spalle all’altare, vi è una panchetta, lunga due metri e cinquanta. alta quarantasette centimetri.
Il lato facciale è composto da tre pannelli con bassorilievi. Quello centrale è lungo centimetri centocinque, i due laterali quaranta. Sono alti centimetri trentacinque.

la panchetta di sinistra realizzata con parti del gradino superiore del postergale dell'antico altare maggiore demolito
[la panchetta di sinistra realizzata con parti del gradino superiore del postergale dell'antico altare maggiore demolito - foto di Sabino Di Tommasao - 2022]

I tre pannelli provengono dal vecchio altare [foto qui, più sopra]. Rivestivano il gradino più alto che correva ai lati del tabernacolo e reggeva i grandi candelieri e i vasi di fiori.
Nei locali dell’Annunziata dei due grandi pannelli, trovai uno solo. Evidentemente l’altro era ... scappato. Per non fare la stessa fine coi rimanenti composi la panchetta ed offrii ai chierichetti la possibilità di partecipare comodamente al servizio dell’altare.

Dirimpetto, all’altro lato, feci un’altra panchetta della stessa misura e del tutto nuova.

[tratto da Giuseppe Lanave, "Facce nuove di tesori antichi", Centro stampa litografica di Scardigno F. & Pansini V., Terlizzi, 1997, pp.63-68.]


[I lati della nuova mensa dell'Eucarestia, realizzata con alcune parti dello smontato antico altare maggiore - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommasao - 2022]

La nuova mensa eucaristica si compone:
- anteriormente, lato verso i fedeli, dalla pietra paliotto del vecchio altare;
- posteriormente, lato celebrante, da un antico stemma dell'Annunziata con la sigla A.G.P. (=Ave Gratia Plena);
- lateralmente, dai 4 mensoloni e dai due piedritti (2 mensoloni ed un piedritto per ciascun fianco), già elementi della parte inferiore dell'antico altare che fiancheggianti il paliotto.


Infine si notino nello scanno del celebrante recuperati e collocati altri due antichi manufatti:
- incassato nella spalliera c'è lo stemma dell'Università di Andria, tra i più antichi conociuti, forse del periodo dei Del Balzo, ma che potrebbe anche risalire al 1179, quando Francesco Romondizio con testamento in cambio di un lascito obbliga l'Università di Andria a tener accesa perennemente una lampada all'altare del SS. Sacramento presente nell'Annunziata;
- il sedile dello scanno è poggiato su un pezzo dell'antico altare maggiore: è il blocco marmoreo porta crocifisso che stava sul tabernacolo (si confronti tale parte dello scanno con detta parte dell'antico altare maggiore, nella foto più sopra riprodotta).

Antico stella dell'Università    Stallo del celebrante    blocco marmoreo porta-crocifisso dell'antico altare maggiore
[Lo stallo del celebrante con lo stemma di Andria ed il blocco marmoreo porta-crocifisso dell'antico altare amaggiore - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommasao - 2022]