Lib. II, Cap. XVIII

Contenuto

copertina del libro

Di Santa Maria de’ Miracoli d’Andria

del M.R.S. Don Giovanni di Franco da Catania
Dottor, Theologo, Canonico, Primario Capitolare della Chiesa Metropolitana di detta Città, & protonotario Apostolico

LIBRO SECONDO

Della qualità, e del numero delle gratie,
che’l Signor Iddio hà fatto
per intercessione della Reina del Cielo
Santa Maria de’ miracoli d’Andria,
nell’anno 1592.


CAPITOLO XVIII.


Gratia 1.

Il Reverendissimo D. Luca Antonio Resta, Monsign. lo Vescovo della Città d’Andria, essendo stato in una grave infermità, con dolore di reni, e febre ardentissima, il martedì à 14. di Gennaro, & il sabbato poi 18. cessando la febre intorno ad un’hora di notte, s’intopparono cinque pietre grossissime dentro il collo della vescica, e lo impedivano, che urinasse, & havendovi fatti infìniti rimedij, e non ricevendone giovamento alcuno, anzi che non si potevano rimuovere con siringhe, e candele, essendo acute, lunghe, e triangolari, continouando con gravissimi, & eccessivi dolori per cinque continoui giorni, che piangeva, e gridava dì, e notte, otto, e diece volte per hora con tutte le forze, pigliando l’orinale non uscia se non quanto poteva capire dentro un detale,
finalmente intorno à cinque hore di notte de’ 22. di detto stando in tante angoscie, ricordandosi de’ miracoli della gloriosa Madre di Dio, che facea in detta sua Città, e Chiesa, invocando spessissime volte il suo Santissimo nome con lagrime à gli occhi, e devotione dicendo, Madre di Dio aiutami, piacque à lei essaudire tal devota invocatione, e l’orationi, che per tutta la Città si faceano à sua instãza da’ Religiosi:
ma un mercordì sul far del giorno sedendo nella seggetta più morto, che vivo, tra que’ lai, & gridi, di botto uscettero cinque pietre à somiglianza di grossi ceci, lunghe, acute, & angolari, con gran quantità d’urina senza dolore alcuno, & senza sangue, e così tutto attonito, e stupito co’ circostanti di si stupendo, & evidente miracolo postosi in letto, riposandosi con le stanche membra, all’alba del dì seguente non si tosto si svegliò, che diede ordine di mostrarsi segno di gra-titudine:
imperciò che fare una tavola d’argento, ove fè attaccare le dette cinque pietre, & fù ciò il dì 9. del mese, che seguì poi di Febraro, & vi venne à ringratiar la Madonna Santissima, con una solenne processione, & cioè con tutte le Confraternite, con tutte le Religioni, con tutti i Preti della sua Chiesa, e della Città, con tutto il popolo quanto egli in numero era; & portavasi la sopradetta piastra, con una inscrittione in pergameno, col suo soggello pendente in forma di breve, registrata nella sua Corte, e scritta di sua propria mano, dove si narra il miracolo, & hora li vede appesfa nelle mura della detta cappella: vi cantò la messa in Pontificale all’Altare di detta grotta, avanti la gloriosa effigie di N. Signora, con musiche di voce, e di stromento le migliori, che state fossero nel paese.
Appare in detta corte, à 9. di Feb, 1592, & nel reg. fol. 100. l.A.

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[dall’opera di
G. di Franco, “Di Santa Maria de’ Miracoli libri tre”, stamperia Tarquinio Longo, Napoli, 1606, pp. 214-224]