La Valle del XX e XXI secolo

Contenuto

Andria

Escursione nella valle di S. Margherita in lamis
e la Grotta delle Rose

dell’Ing. Riccardo Ruotolo


- B -
La “Grotta delle Rose”

L’iniziativa del diacono Michele Melillo e l’equipe di lavoro

Nel mese di settembre del 2011, in occasione della presentazione del libro “Il 10 marzo 1576 e le vicende del Santuario di Andria” del diacono Michele Melillo, l’autore sollecitò i presenti a costituire un gruppo di lavoro che doveva occuparsi della formulazione di proposte concrete per la salvaguardia della Lama di Santa Margherita, della sua vegetazione e delle sue grotte, in particolar modo della cosiddetta “Grotta delle rose” le cui pitture ormai erano giunte ad un tale stato di degrado che se non si interveniva si rischiava di perdere un bene, anche se piccolo, unico nel suo genere.

In breve tempo si formò un gruppo di persone intenzionate fermamente a portare a compimento l’iniziativa e, nel successivo mese di ottobre, preso atto dell’interesse mostrato da altri cittadini, il gruppo fece conoscere all’Amministrazione del Comune di Andria la volontà di realizzare un progetto di recupero della Lama di S. Margherita e della Grotta delle rose.

Poiché il terreno subito a ridosso del Santuario nel catasto terreni di Andria risulta intestato al Comune di Andria, il gruppo invitò la stessa Amministrazione ad un incontro informale; l’invito fu rivolto anche al Presidente della Provincia dott. Francesco Vendola, dato che l’orto botanico, che si trova subito a ridosso dell’area di proprietà comunale, appartiene all’Ente Provincia, come innanzi riferito.

Il giorno 9 novembre 2011, presso lo Studio Tecnico dell’arch. Rosangela Laera, si svolse l’incontro con le autorità; il Presidente della Provincia dott. Vendola aveva demandato l’incarico di rappresentarlo al Sindaco del Comune di Andria avv. Nicola Giorgino. Per il Comune erano presenti il Sindaco, l’assessore Luigi Di Noia e l’avv. Vincenzo Scarpa. Si riporta qui di seguito il resoconto della riunione da me redatto, come è stato pubblicato dal sito web Andrialive.

_____”.

«Mercoledì 9 novembre 2011 si è svolta una riunione del gruppo di persone che di recente si è posto come obiettivo la salvaguardia del sito naturalistico della “Lama di Santa Margherita” per cominciare a porre dei punti fermi, in modo da poter iniziare una incisiva azione. Erano presenti, il Diacono Michele Melillo, gli architetti Rosangela Laera, Maria Grazia Roberto e Vincenzo Zito, gli ingegneri Cesare Cristiani responsabile della Pro Loco e Riccardo Ruotolo, Nicola Montepulciano presidente del WWF, i dottori Francesco Inchingolo medico, il giornalista Vincenzo Cassano, la laureanda in lettere con indirizzo archeologico Annateresa Giurano, il sig. Giuseppe De Nigris operatore socio-sanitario; non hanno potuto partecipare alla riunione per impegni professionali il Rev. P. Giuseppe Tesse rettore del Santuario della Madonna dei Miracoli, il Rev. Padre Antonino Giovanetti, Savino Calvano di Italianostra, i giornalisti Nunzia Saccotelli e Sebastiano Inchingolo ed il geologo Riccardo Losito.

Il primo argomento affrontato è stato l’identificazione del gruppo ed è stato deciso di chiamarlo “Gruppo di studio per la salvaguardia della Lama di Santa Margherita”, o più semplicemente “Gruppo”, proprio perché unitariamente tutti i componenti sono convinti che il sito della Lama di Santa Margherita, insieme ai complessi architettonici della Basilica della Madonna dei Miracoli e dell’ex Convento dei Benedettini (ora sede del Consiglio della nuova Provincia BAT), essendo senza alcun dubbio il bene culturale più importante che la Città di Andria possiede dopo quello di “Castel del Monte”, va salvaguardato.

Successivamente il Gruppo ha deciso che, considerati i vari significativi aspetti che sono individuabili nel complesso ambientale-architettonico della Lama di Santa Margherita, quali: quello naturalistico, quello archeologico collegato principalmente alla civiltà delle grotte utilizzate come case, chiese e rifugi, quello geologico, quello architettonico che fa capo ai due grandi complessi della Basilica e dell’ex Convento, nel suo ambito saranno individuati dei sottogruppi ognuno con la propria competenza specifica.
Questo ora è già possibile, con opportuni successivi perfezionamenti, perché fanno già parte del Gruppo diversi profili professionali inerenti le specificità del sito: quello storico, quello giornalistico-divulgativo, quello archeologico, quello naturalistico, quello religioso, e poi ci sono gli architetti, gli ingegneri e gli andriesi semplicemente innamorati del nostro territorio.

Al signor Sindaco e all’Assessore l’ing. Ruotolo ha brevemente illustrato gli obiettivi che il Gruppo intende perseguire: “considerata l’importanza del sito e la sua notevole valenza culturale, considerato che, eccettuati i complessi architettonici della Basilica di Santa Maria dei Miracoli e dell’ex Convento dei Benedettini, tutto il resto è in uno stato di degrado inaccettabile, il Gruppo è fortemente motivato a mettere in essere tutti i mezzi idonei per perseguire la salvaguardia del sito finalizzata al suo recupero a beneficio dell’intera collettività. Per ottenere questo risultato è essenziale la condivisione e l’intervento delle Autorità Istituzionali. Appena il Gruppo entrerà in possesso di tutte le emergenze del sito, redigerà un progetto di massima che sarà suddiviso in progetti- stralcio, per dare poi attuazione a quello che avrà più possibilità di essere realizzato e che il Gruppo già vede individuato nel tratto di Lama i cui terreni appartengono alla Provincia ed al Comune di Andria”.
I rappresentanti delle Istituzioni, apprezzando l’impegno del Gruppo che ha sottolineato il suo “carattere di volontariato”, hanno convenuto sulla forte valenza culturale dell’iniziativa.

Il Gruppo ha puntualizzato che per poter cominciare a pensare ad un progetto di fattibilità è necessario conoscere a fondo lo stato dei luoghi. A tal proposito è stato chiesto all’avvocato Giorgino nella sua qualità di Sindaco e di vice Presidente della Provincia BAT, di poter ottenere autorizzazione a visitare, oltre che l’ex Convento dei Monaci Benedettini, anche la parte della Lama i cui terreni appartengono al Comune ed alla Provincia, ed inoltre la possibilità di poter visitare e studiare la maggior parte delle grotte dei privati.
Sia il Sindaco Giorgino che l’assessore Di Noia hanno assicurato il loro impegno a soddisfare le richieste del Gruppo che, a sua volta, si è impegnato a inoltrare formale richiesta.

In ultimo, tutti hanno auspicato che chiunque abbia elementi utili al raggiungimento degli obiettivi che il Gruppo persegue, può fornire il suo contributo mettendosi in contatto con il Diacono Michele Melillo : il Gruppo è aperto ad ogni collaborazione.
Il giornale on line “Andria Live” ha dato la sua disponibilità a pubblicare i comunicati del Gruppo e i risultati che saranno raggiunti, unitamente alle immagini più significative».

*
*     *

Il 16 novembre 2011 ufficialmente è stata inoltrata, sia al Presidente della Provincia dott. Francesco Vendola sia al Sindaco Giorgino, formale richiesta di autorizzazione ad effettuare sopralluoghi presso la Lama di Santa Margherita.

Ottenute le autorizzazioni, si è potuto effettuare il 16 gennaio 2012 un primo sopralluogo sia nella Lama sia nell’orto botanico; insieme al diacono Melillo, al naturalista Nicola Montepulciano, agli operatori del sito web Andrialive, del giornale Primapagina e altri quatt ro giovani aggregati si al gruppo, abbiamo potuto visitare parte della Lama.

Si riporta qui di seguito il resoconto del sopralluogo, come pubblicato dal sito web Andrialive in data 19-01-2012.

_____.

In una nota, realizzata dall’ing. Riccardo Ruotolo, con il contributo dell’architett o Vincenzo Zito e del naturalista Nicola Montepulciano, ecco il resoconto del sopralluogo nella Lama “Santa Margherita” nelle zone appartenenti alla nuova Provincia BAT ed al Comune di Andria. Alla visita erano presenti il diacono Michele Melillo, l’ing. Riccardo Ruotolo, il Presidente del WWF Andria Nicola Montepulciano, la dr. ssa Annateresa Giurano e i giornalisti Nunzia Saccotelli, Sebastiano Inchingolo e Francesco Conversano.
Avendo ottenuto l’autorizzazione, nei giorni scorsi è stato effettuato un primo sopralluogo conoscitivo completo a quella parte della Lama “Santa Margherita” che trovasi subito a ridosso dell’antico convento benedettino ora sede del Consiglio della nuova Provincia di Barletta-Andria-Trani e alla zona retrostante il Santuario che catastalmente appartiene al Comune di Andria. Oggi la Lama la possiamo suddividere in due parti distinte: - la prima, quella più a monte, dove oggi si può porre l’inizio della Lama, ha perduto da tempo la sua caratteristica flora spontanea perché la stessa fu asportata e il letto fu colmato e sistemato a campo di calcio; in questa parte, però, sono ancora presenti delle grotte scavate nella roccia calcarea con evidenti segni di utilizzo da parte dell’uomo come ricovero di animali (ovini e bovini) e/o deposito di foraggi per animali (foto allegata); - la seconda parte, invece, conserva ancora la vegetazione spontanea, a volte molto rigogliosa, però, il tutto è in uno stato di completo abbandono e sulla sponda destra ci sono anche rifiuti di ogni genere.

Le due parti sono separate da opere di sbarramento, molto evidenti perché realizzate in calcestruzzo armato; tuttavia, anche questa parte della Lama conserva ancora il fascino proprio dei luoghi naturalistici di natura carsica in cui l’acqua è stata la principale forza che ha modellato la superficie ed i fianchi. Sul fianco destro si notano alcuni palmizi, piante di origine nord-africana e, quindi, non autoctone. Nella seconda parte, accessibile solo per poche decine di metri perché il resto ha una natura molto rigogliosa ed è quasi inaccessibile per mancanza di manutenzione, ci sono dei brevi percorsi e diverse cavità carsiche. La sua sponda sinistra fu terrazzata e sulle terrazze furono piantati dei pini che mal si amalgamano con il resto delle piante presenti in Lama perché anche i pini non sono piante autoctone e, per la loro vicinanza, crescono malaticci e non permettono alla vegetazione di sottobosco di attecchire; comunque, lo stato di abbandono sta consentendo alla natura di riprendere il suo corso.

Si registrano piante boschive quali la calla aurum e l’edera, oltre alla presenza di piccoli lecci. Più interessante è la parte superiore della sponda sinistra della Lama, un tempo adibita ad “orto botanico”. Questa zona, recintata ma completamente abbandonata, conserva ancora un bel gruppo di “carrubi” rigogliosi e, lungo la recinzione, molte piante di agrumi. Infine occorre notare che tutta la parte sud della lama è invasa dall’ailanto, pianta fortemente invasiva di provenienza cinese.

Dalla sommità della sponda sinistra della Lama è possibile ammirare tutta parte posteriore del Santuario della Madonna dei Miracoli (foto allegata) e dell’ex convento benedettino ed apprezzare il campanile tutto realizzato in pietra, nella parte basamentale, ed in tufo nei livelli superiori, molto snello, come quelli del centro storico della Città di Andria.

Anche se è stato solo un primo sopralluogo, pur avendo riscontrato una forte presenza di antropizzazione piuttosto negativa, tuttavia è rimasta nel nostro gruppo la convinzione di essere sempre in presenza di un complesso architettonico-naturalistico-archeologico-geologico unico, per le valenze delle sue componenti, esistente nel territorio andriese e, quindi, da salvaguardare, valorizzare, per poterlo usufruire da parte di tutta la comunità. Dovranno seguire altri sopralluoghi prima di poter elaborare un valido progetto di salvaguardia e recupero da sottoporre alle competenti autorità. Si confida nella collaborazione di tutti”.

*
*     *

Dopo sei anni ero tornato a scattare delle foto alla Lama ed alle sue Grotte: il confronto con le immagini del 2005 mi aveva rattristato non poco. E’ vero che ho trovato la vegetazione sempre rigogliosa nella zona tra il campo sportivo dell’Istituto Tecnico Agrario e la zona retrostante il Santuario, però ho preso atto anche di un accentuato degrado proprio dietro l’ex Monastero benedettino e ad Ovest del Santuario dove erano stati scaricati nella Valle materiali di risulta provenienti probabilmente dalle demolizioni e dallo svellimento dei pavimenti in marmette di graniglia decorata dei primi decenni del novecento (Foto 42); inoltre, dietro le abitazioni che si trovano lungo la strada che costeggia la Lama, il versante destro della Valle è diventato ricettacolo di attrezzature dismesse da privati ed anche discarica di materiali eterogenei (Foto 43).

Foto -42- Detriti di pavimentazioni scaricati dietro l’ex Monastero benedettino.    Foto -43- Degrado sulla sponda destra della Lama, dopo il Santuario.
Foto -42- Detriti di pavimentazioni scaricati dietro l’ex Monastero benedettino;    Foto -43- Degrado sulla sponda destra della Lama, dopo il Santuario”.

Durante il sopralluogo si è presa attenta visione del piccolo appezzamento di terreno retrostante il Santuario, spesso utilizzato dai Padri Agostiniani come orto, anch’esso quasi in abbandono. Sulla parete di fondo di questo terreno si trova l’apertura della “Grotta delle rose” ma non è stato possibile effettuare un sopralluogo perché folti cespugli di arbusti selvatici ne impedivano l’accesso, per cui si decise di provvedere ad una pulizia dell’area dietro al Santuario in modo da poter visitare la Grotta e documentare il suo stato.

Furono anche visitate altre grotte sulla sponda destra della Lama e in una di esse, da una stretta apertura, il diacono Melillo riuscì a scendere, ma trovò solo macerie provenienti da demolizioni (Foto 44).

Foto -44- Il diacono Melillo esplora una grotta.
Foto -44- Il diacono Melillo esplora una grotta”.

Insieme a Padre Giovannetti e al Melillo ho esplorato la cisterna che si trova in aderenza alla facciata di retro prospetto del soccorpo del Santuario: è una costruzione molto grande, composta da tre vani coperti da volte a botte con arcatoni, realizzata per essere al servizio della moltitudine di pellegrini che in ogni stagione affluiva alla Grotta della Madonna dei Miracoli (Foto 45; Foto-46). Su quest’argomento come riportato e documentato nella prima parte di questo libro, Padre Antonino è di diverso avviso perché ritiene che la grande cisterna sia forse più antica della data dello scoprimento dell’immagine della Madonna e la sua primitiva funzione non doveva essere quello di cisterna ma di Chiesa.

Foto -45- Ingresso alla grande cisterna costruita nella Lama.    Foto -46- Interno della grande cisterna con volte a botte.
Foto -45- Ingresso alla grande cisterna costruita nella Lama;    Foto -46- Interno della grande cisterna con volte a botte”.

In quell’occasione ho verificato come le acque piovane della zona del campo sportivo dell’Istituto Agrario raggiungevano la parte della Valle dietro il Santuario tramite un cunicolo interrato di cui si è detto prima e che ho percorso per intero (Foto 47).

Foto -47- Cunicolo di collegamento.
Foto -47- Cunicolo di collegamento”.