Il restauro della Grotta delle rose

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Andria

Escursione nella valle di S. Margherita in lamis
e la Grotta delle Rose

dell’Ing. Riccardo Ruotolo


- B -
La “Grotta delle Rose”

La Grotta delle rose oggi

Dopo oltre sei anni dal completamento del restauro dei dipinti, nel gennaio 2022 ho nuovamente visitato la Lama Santa Margherita e, in particolare, la “Grotta delle rose”.

Quando dalla Chiesa inferiore sono uscito sul terreno retrostante, ho avuto la sensazione di “un completo abbandono”; pensavo di trovare un giardino, oppure un orto, invece ho trovato solo un fitto campo di erbe spontanee. La natura stava riappropriandosi dei suoi spazi, e questo poteva anche starci, però, quando sono entrato nella Grotta sono stato preso da una spiacevole sensazione: la grotta aveva tutte le caratteristiche di un luogo da tempo in completo abbandono.

Il pavimento in terra battuta era cosparso di calcinacci ed erba secca; l’impianto elettrico steso sul pavimento era senza alcuna protezione e i faretti per l’illuminazione notturna completamente annegati nella polvere; dalle pareti e dal soffitto pendevano grappoli di ragnatela soprattutto nelle zone d’angolo, zone d’intonaco su diversi tralci dipinti di melograno erano come esplose: ho avuto la sensazione di essere entrato in una soffitta di una casa abbandonata da tempo, in cui però, era ancora presente la bellezza e il fascino degli antichi affreschi, che pur nell’abbandono, suscitano meraviglia.

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l’impianto elettrico steso sul pavimento e senza alcuna protezione.

Come mai un bene culturale così unico era stato abbandonato? Eppure il progetto era stato attuato al completo, senza intoppi, senza varianti, senza fermi. Che cosa non era stato previsto per cui si era giunti all’abbandono?

Sono tornato a rileggere tutta la documentazione che avevo raccolto per cercare una spiegazione a quanto constatato.

Ho iniziato, come era logico, dalla prima Deliberazione di Giunta Comunale, la n. 46 del 23 febbraio 2013 che aveva per oggetto l’approvazione del Progetto preliminare per poter accedere al finanziamento di cui alla Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” del PSR Puglia 2007-2013.

Ai punti sette e otto del dispositivo si legge che, ad unanimità di voti per alzata di mano, la Giunta Comunale “DELIBERA….di impegnarsi ad affidare la gestione della grotta a soggetto privato da individuarsi attraverso evidenza pubblica…. di concedere, pertanto, in comodato d’uso a soggetto privato da individuarsi attraverso evidenza pubblica, i seguenti immobili: area ricadente nella zona prospiciente la Chiesa inferiore della Basilica Santa Maria dei Miracoli, il tutto all’interno della Lama Santa Margherita, censita al Catasto Terreni al foglio 35 particella n. 16 come meglio descritta nella planimetria allegata…La concessione in comodato d’uso gratuito avrà una durata di dieci anni a decorrere dalla data della domanda e la fruizione deve essere garantita per almeno cinquanta giorni nell’arco dell’anno solare, secondo un calendario da concordare tra le parti …… .

Quindi, era stata prevista in modo dettagliato la fruizione del bene una volta completato il restauro.

Perché e dove la macchina burocratica si era inceppata? E’ ancora possibile recuperare il tempo perso e garantire “la fruizione” pubblica del bene recuperato?

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Ritengo che l’ostacolo alla mancata attuazione del “comodato d’uso a soggetto privato da individuarsi attraverso evidenza pubblica” , come parla il dispositivo della Delibera n. 46/2013, sta nel fatto che non si è tenuto conto che, se è vero che la particella n. 16 del foglio di mappa n. 35 dove si trova la Grotta delle rose è in testa al Comune di Andria, è vero anche che per potervi accedere bisogna necessariamente passare attraverso il Santuario della Madonna dei Miracoli, e precisamente: entrare nel Santuario da Piazza Pio X, percorrere tutta la Chiesa superiore, scendere in basso tramite lo scalone di sinistra fino alla Chiesa inferiore dove, proprio di fronte allo scalone vi è un accesso alla particella n. 16, munito di portone e cancellata.

Pertanto, era necessario in primo luogo siglare un accordo con i Padri Agostiniani custodi del Santuario e individuare insieme il soggetto cui concedere “in comodato d’uso gratuito” la possibilità di organizzare visite alla Grotta delle rose, abbinando anche una visita all’orto botanico.

C’è da precisare che prima i Monaci Benedettini, poi i Padri Agostiniani, hanno posseduto e avuto l’uso del terreno della particella n. 16 da sempre, fin da quando fu costruita la Chiesa inferiore nell’ultimo ventennio del Cinquecento con la venuta in Andria dei Benedettini e che l’intestazione catastale al Comune di Andria della particella n. 16 ha le origini legate all’attuazione del Decreto del 13 febbraio 1807, quando Giuseppe Napoleone Bonaparte sedutosi sul trono dei Borboni, soppresse tutti i monasteri del Regno, compreso il patrimonio dei religiosi che fu venduto e/o concesso alle Università locali (Comuni). Inoltre c’è da ricordare che nell’anno 1872 il Comune di Andria aveva offerto alla Provincia di Bari i terreni confiscati ai Benedettini, terreni che ancora oggi appartengono alla Provincia di Bari, su alcuni dei quali la Provincia realizzò l’orto botanico, mantenendo però la particella n. 16 proprio perché ad essa si può accedere solo dal Santuario.

Pertanto, il Comune di Andria dovrà trovare un’intesa con i Padri Agostiniani, e insieme individuare il soggetto affidabile e idoneo cui assegnare la possibilità di effettuare visite alla Grotta delle rose, salvaguardando il Santuario da ogni possibile danno o intralcio al normale suo funzionamento religioso. Il soggetto cui affidare il compito di organizzare le visite alla Grotta, potrebbe e/o dovrebbe anche provvedere alla manutenzione del terreno che costituisce la particella n. 16.

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Dopo alcuni giorni sono tornato a rivisitare la Grotta per documentare con delle immagini fotografiche lo stato dei luoghi, dopo oltre sei anni di abbandono.

Dal confronto con le foto che ho scattato nel febbraio 2016 mi sembra che il degrado subito sia recuperabile con un piccolo ma attento e puntuale intervento. Però, è necessario non perdere più tempo e mettere in atto un’intesa con i Padri Agostiniani per giungere ad una soluzione che permetta al bene restaurato di essere fruibile da tutti.

Foto -92- Maggio 2020: Particella n. 16, stato dei luoghi antistanti la Grotta delle rose.
Foto -92- Maggio 2020: Particella n. 16, stato dei luoghi antistanti la Grotta delle rose.

Riguardo al terreno esterno alla Grotta (l’intera particella n. 16), la Foto 92 che ho scattato il 23 maggio 2020 evidenzia lo stato di abbandono dell’area antistante la parete del Ninfeo e della Grotta delle rose, però, basta poco per farlo diventare un giardino o un orto come era in origine.

Foto -93- Maggio 2020: Grotta delle rose: condizioni di degrado sulla parete di fondo.
Foto -93- Maggio 2020: Grotta delle rose: condizioni di degrado sulla parete di fondo.

La Foto 93 della parete di fondo della Grotta e le Foto 94 e 95, scattate nel 2021, vanno confrontate con le Foto 74 - 76 - 77; le Foto 96 - 97 - 98 - 99 vanno confrontate con quelle dal n. 79 al n. 84 del 2016: ragnatele ed efflorescenze e si può notare che le singole rose dipinte sul soffitto della grotta, sembrano avere perduto in luminosità.

Foto -94- Marzo 2022: particolare della parete.   Foto -95- Marzo 2022: Degrado delle pitture parietali.
Foto -94- Marzo 2022: particolare della parete. - Foto -95- Marzo 2022: Degrado delle pitture parietali

Il problema che quasi sempre si verifica dopo la realizzazione di un’opera con i soldi degli organismi pubblici riaffiora anche in questo caso: è la mancanza programmata di manutenzione. Eppure, ci sono tante organizzazioni giovanili che se sapientemente coinvolte e attivate, possono assolvere egregiamente tale compito quando si tratta di un bene culturale unico.

Foto -96- Maggio 2020: Le rose del soffitto.   Foto -97- Maggio 2020: Le rose del soffitto.   Foto -98- Maggio 2020: Le rose del soffitto.   Foto -99- Maggio 2020: Le rose del soffitto.
Foto -96-97-98-99- Maggio 2020: Le rose del soffitto.

Rivolgo un appello accorato alle competenti autorità cittadine: non lasciate in abbandono i pochi ma significativi “episodi d’arte”, di qualunque tipo, che il nostro territorio ancora possiede.

La mancanza di manutenzione offusca la memoria e finisce con il perderla definitivamente.

Mi piace concludere questa escursione immaginando i Monaci Benedettini quando, nei pomeriggi di fine Settecento, si riunivano nella Grotta delle rose e intonavano canti gregoriani accompagnati dalle voci degli alberi della Valle; oppure, stando in silenzio, contemplavano il roseto del giardino celeste che era sulle loro teste e, nello stesso tempo, la Grotta della Madonna nella Chiesa inferiore (Foto 100 - 101).

Foto -100-panoramica dall'interno della grotta delle rose.
Foto -100-panoramica osservata dall'interno della grotta delle rose.

Foto -101-panoramica dall'interno della grotta delle rose.
Foto -101-panoramica osservata dall'interno della grotta delle rose.