La Chiesa delle Croci

Contenuto

da "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi"

capitolo IV "Chiese figliali della Cattedrale di Andria"

di Michele Agresti (1852-1916)

La Chiesa delle Croci

La Chiesa delle Croci fu costruita dal Canonico D. Francesco Paolo Antolini della Cattedrale, il quale la dotò pure di una casa a Porta la Barra, il di cui fitto doveva impiegarsi alla manutenzione di questa Chiesa [1]. Il Canonico D. Raffaele Tota di molto l’abbellì, corredandola pure di arredi sacri, e facendo dipingere, a lato di essa (sulla parte esterna, che mette sulla Via di S. Maria dei miracoli), alcuni misteri della passione. Al Tota successe il Canonico D. Emmanuele Merra, il quale tenne per molti anni la direzione di questa Chiesa, e ne mantenne con zelo il culto alla Vergine dei dolori, protettrice di questa Chiesa, coadiuvato dal generoso concorso dei devoti, e specialmente del Sig. Giuseppe Ieva e sua Signora Chiara Doria, che vi contribuivano alle spese pel culto.
Al Merra successe il Canonico D. Nicola Sinisi, il quale, con egual zelo, ne curò il culto, per parecchi anni.
Ritiratosi il Sinisi, la Chiesa delle Croci, dal Capitolo, venne affidata allo zelo, veramente ammirabile, del Mansionario D. Giuseppe Suriano, il quale, ricco di famiglia, si dette tuttuomo a riedificarla ed arricchirla. Egli fece completamente abbattere la primitiva Chiesa, ed, in meno di due anni, fece risorgerne una nuova, molto più ampia della prima, per quanto lo consentisse il suolo disponibile. Vi fece costruire anche un grazioso campanile (contenente tre modeste campane), una sacrestia ed altri accessorii. Il Suriano viene coadiuvato dal Sacerdote D. Riccardo Sgarangelli, il quale, a sue spese, fece costruire l’altare maggiore di marmo ed altri arredi sacri. Un bellissimo organo liturgico, di piccole proporzioni, della rinomata ditta Insoli, fu fatto costruire in questa Chiesa dal benemerito Canonico D. Riccardo Onesti della Collegiata insigne di S. Nicola.
Il Mansionario Suriano nulla tralascia per rendere questa Chiesa ben accorsata, non risparmiando a spesa e fatica nell’esercizio delle sacre funzioni, che quivi si celebrano con ogni decoro.
Fra l’altro, ha istituito una Congregazione di giovanetti, detti Luigini, dei quali prende gran cura, per educarli nelle prattiche della Religione e della pietà, mettendo a loro modello di virtù, l’angelico S. Luigi Consaga.
NOTE    (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva)
[1] Ora nulla esiste, dopo la conversione dei beni, fatta dal Fisco.
[tratto da “Il Capitolo Cattedrale di Andria e i suoi tempi” di M. Agresti, tipi Rosignoli, Andria, 1912, Vol.II pag.71-72]