Aria di Primavera

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[sul ritmo cantabile di una Aria su Minuetto]

Aria di Primavera

Tra i pampini Zefiro spira,
le gemme dischiude agli albori
del dì che si avvia ed ammira
in abito diafano Clori,
l’insegue tra i fiori del prato,
corteggia ed in Flora l’amata
trasforma: or a Venere è grato,
ché l’ebbe baciata.
Sull’onde del vento
nei cieli schiariti
d’augelli un concento;
con tocchi più arditi,
riemerge l’ardore,
l’amore.

 

Trascorsi del verno son gli echi
la stasi dei campi dormienti
il rombo dei nembi più biechi
dei geli i tremori insistenti.
Mi avvolge una tepida brezza
si stende ai miei piedi verzura
fiorente e riaffiora l’ebbrezza
d’amar la natura.
Da anemoni e viole
intense fragranze,
dorate dal sole
attese pregnanze,
e nel cuore un fervore,
l’amore.

  

 

Nell’intime fibre s’apprezza
l’influsso alle Grazie assegnato,
terreno desio di bellezza
di gaudio sensuale impregnato;
rimiro la scena nel bosco
che Sandro su tavola pinse
e scema il pensiero più losco
sui fiori che accinse.
Concerto di tinte
euritmia di bocche
e sguardi, che avvinte
rattiene le ciocche
d’impulsi, il furore
d’amore.

 

Arrossa il suo carro a ponente
con le ore più tarde la sera
Fetonte, ed il caldo incipiente
mi annuncia ch’è già primavera.
Rimembro la mia giovinezza:
trascorsi di vita ferace
di spirto creativo freschezza
di mente procace.
Non piango il passato
m’aggetto al futuro
se pur attempato;
non scorgo alcun muro
che adombri il fulgore
d’amore.

Addì, 14 maggio, primavera del 2020

Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt

Botticelli, “la primavera” (Uffizi di Firenze)

 

Nota

Il clima di questi giorni (primi di maggio 2020) ha reso evidente che la primavera è più che inoltrata.
Mi è venuto spontaneo tornare ad ammirare il relativo dipinto di Sandro Botticelli (esposto nella Galleria degli Uffizi di Firenze) e contemporaneamente ad accorparlo al mio vissuto.

Tale meditazione mi ha suggerito questo canto - pensieri che ho inteso esprimere nel modulo melodico proprio di un minuetto che supporti le strofe di una “aria” ritornellata: è sotteso un movimento andante che, partendo in levare, in un simulato ritmo di terzine cromatiche, inviti a dolcemente danzare, quasi in un valzer, che induca a eterei voli e terreni abbracci. E come in un minuetto musicale il tema, divenuto più vivace (o furente) nel ritornello, riprende nuovamente andante con una parafrasi di volta in volta diversa.

Questo testo è comunque solo uno dei miei soliti divertimenti, e nient’altro.