Metamorfosi dell’Amore

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Metamorfosi dell’Amore
(dalle “Χάριτες” alla “Caritas”)

[con l'enfasi della canzone lirica]

Elio (Febo, il sole) guida il suo carro, preceduto dall’Aurora (Palazzo ducale, salone delle feste – Andria [copia fine ‘800 da G. Reni])

Parola demmo un tempo
e corpo ad ogni passione
allor che, si credeva, all’uom pensante
nei cieli dell’Olimpo
Egle ninfa in unione
d’amor con Elio, fulgido e smagliante, [1]
per dono esuberante
le CÀRITI elargissero,
in un sol verbo belle.
Le ammalianti sorelle
gli avi letterati par avvertissero
aggirarsi tra loro
e di tali virtù traesser tesoro.

Le Grazie, di Antonio Canova, inizi ‘800 ;part. (Museo dell’Ermitage a San Pietroburgo)

Immagini poetiche
descrissero le Grazie
vestite sol di fascino e sorrisi;
sublimi doti fisiche,
muliebri e non marzie,
corollano quei seducenti visi.
I pregi che più avvisi
li trovi nella Splendida,
voluttà d’ornamenti,
in Gioia, pei gaudenti,
in Talia, ubertà di stirpe florida:
triade prestigiosa,
di fatua beltà sintesi armoniosa.

Orfeo, mosaico romano, a Cagliari (da "ComuneCagliariNews.it")

D’Orfeo l’alto genio [2]
specchiò poi l’uomo in vita:
del corpo le prestanze dionisiache
armonizzò con pregio
in ogni azione ardita,
e della psiche le prestigiose etiche
le abilità melodiche
l’eloquio convincente
egli affinò d’ingegno,
così che nel contegno
espresse in un crescendo incontinente
il clou di sua natura
e in odi e conte eccelsa una cultura.

Discorso della montagna, di Cosimo Rosselli, fine ‘400 Cappella Sistina - Vaticano

  

Orfici o delle Grazie,
valori primavera,
furon laica soglia alle BEATITUDINI [3]
di vero Amor mai sazie
e soavità sincera,
da Gesù porte alle moltitudini,
esemplari attitudini
per conseguire il Cielo.
I poveri di spirito …
avran l’eterno merito …
i Beati ch’attueranno l’evangelo.
Allegri ecco esultate,
— esorta — son per voi l’Aure desiate!

San Paolo apostolo, di Onofrio Bramante, del 1985 Chiesa S. Paolo Apostolo - Andria

Uno stile di vita
l’Apostol delle Genti
esser dedusse vera CARITÀ: [4]
paziente — egli l’addita —
benigna nei frangenti,
sempre gioisce della verità;
rifugge vanità,
alcuno mai invidia,
non manca di rispetto,
dimentica il mal detto.
Accetta, crede e spera senza accidia, …
l’Amore ognora espande:
delle immote virtù è la più grande
.

Natività di Gesù, di Alessio D’Elia del 1755 Santuario S. Maria dei Miracoli di Andria

Dettati antologia
d’Amore condiviso
e del Cristo intriso;
per tanto Iddio s’umiliò in Maria
in suprema CARITÀ
e MISERICORDIA, due millenni fa.

Metamorfosi dell’Amore
all’avvento del mio Signore.

In memoria della Natività di Gesù,
nel dicembre del 2018.

Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt

 

Nota sui miti e i testi sacri richiamati nei versi

[1] Secondo alcuni autori greci (Antimaco e Pausania) le Χάριτες, le Grazie, furono generate dalla fulgida ninfa oceanica Αἴγλη, Egle, con il radioso dio Ἠλιός, il Sole (scrive infatti Pausania nel libro IX sulla Beozia: Ἀντίμαχος δὲ οὔτε ἀριθμὸν Χαρίτων οὔτε ὀνόματα εἰπὼν Αἴγλης εἶναι θυγατέρας καὶ Ἡλίου φησὶν αὐτάς).
Le tre Grazie, dispensatrici di Felicità, Ευδαιμονία, esprimono la Bellezza, Καλλείς, in tre modi:
- Splendida, Αγλαΐα, nella magnificenza del portamento,
- Gioia, Εὐφροσύνη, nella serena letizia del vivere,
- Talia, Θάλεια, nell’elargizione doviziosa di piaceri sia materiali (approcci amorosi, prosperità ...) che spirituali (espressioni artistiche).
[2] Orfeo (Ὀρϕεύς), secondo gli antichi Greci figlio di Apollo, dio delle belle arti, [per altri figlio del re Eagro] e di una musa, Calliope, qui viene visto essenzialmente come espressione alta delle capacità umane, sia fisiche che spirituali, mitico personaggio che ogni sua abilità pose in essere onde riottenere dagli inferi la sua Euridice: azioni coraggiose, melodioso canto, musica armoniosa, pensiero filosofico e poesia.
[3] Per completezza d'informazione e comprensione trascrivo il testo delle BEATITUDINI, o "Discorso della montagna", dal vangelo di Matteo (5,1-12)

[trascrizione del testo greco di Matteo]

Ἰδὼν δὲ τοὺς ὄχλους ἀνέβη εἰς τὸ ὄρος· καὶ καθίσαντος αὐτοῦ προσῆλθαν αὐτῷ οἱ μαθηταὶ αὐτοῦ· καὶ ἀνοίξας τὸ στόμα αὐτοῦ ἐδίδασκεν αὐτοὺς λέγων·
- Μακάριοι οἱ πτωχοὶ τῷ πνεύματι, ὅτι αὐτῶν ἐστιν ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν.
- μακάριοι οἱ πενθοῦντες, ὅτι αὐτοὶ παρακληθήσονται.
- μακάριοι οἱ πραεῖς, ὅτι αὐτοὶ κληρονομήσουσι τὴν γῆν.
- μακάριοι οἱ πεινῶντες καὶ διψῶντες τὴν δικαιοσύνην, ὅτι αὐτοὶ χορτασθήσονται.
- μακάριοι οἱ ἐλεήμονες, ὅτι αὐτοὶ ἐλεηθήσονται.
- μακάριοι οἱ καθαροὶ τῇ καρδίᾳ, ὅτι αὐτοὶ τὸν θεὸν ὄψονται.
- μακάριοι οἱ εἰρηνοποιοί, ὅτι αὐτοὶ υἱοὶ θεοῦ κληθήσονται.
- μακάριοι οἱ δεδιωγμένοι ἕνεκεν δικαιοσύνης, ὅτι αὐτῶν ἐστιν ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν.
- μακάριοί ἐστε ὅταν ὀνειδίσωσιν ὑμᾶς καὶ διώξωσιν καὶ εἴπωσιν πᾶν πονηρὸν καθ’ ὑμῶν ψευδόμενοι ἕνεκεν ἐμοῦ.
χαίρετε καὶ ἀγαλλιᾶσθε, ὅτι ὁ μισθὸς ὑμῶν πολὺς ἐν τοῖς οὐρανοῖς· οὕτως γὰρ ἐδίωξαν τοὺς προφήτας τοὺς πρὸ ὑμῶν.

[da “ Bibbia Edu”]

 

[traduzione CEI]

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.»

[da “ La Sacra Bibbia CEI”]

[4] Anche per questa citazione trascrivo il documento originale di San Paolo, il capitolo 13 della 1ª lettera ai Corinti, sia per dar completezza all'informazione che per facilitare la comprensione dei versi.

[trascrizione del testo latino di Paolo di Tarso]

1 Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens.
2 Et si habuero prophetiam et noverim mysteria omnia et omnem scientiam, et si habuero omnem fidem, ita ut montes transferam, caritatem autem non habuero, nihil sum.
3 Et si distribuero in cibos omnes facultates meas et si tradidero corpus meum, ut glorier, caritatem autem non habuero, nihil mihi prodest.
4 Caritas patiens est, benigna est caritas, non aemulatur, non agit superbe, non inflatur,
5 non est ambitiosa, non quaerit, quae sua sunt, non irritatur, non cogitat malum,
6 non gaudet super iniquitatem, congaudet autem veritati;
7 omnia suffert, omnia credit, omnia sperat, omnia sustinet.
8 Caritas numquam excidit. Sive prophetiae, evacuabuntur; sive linguae, cessabunt; sive scientia, destruetur.
9 Ex parte enim cognoscimus et ex parte prophetamus;
10 cum autem venerit, quod perfectum est, evacuabitur, quod ex parte est.
11 Cum essem parvulus, loquebar ut parvulus, sapiebam ut parvulus, cogitabam ut parvulus; quando factus sum vir, evacuavi, quae erant parvuli.
12 Videmus enim nunc per speculum in aenigmate, tunc autem facie ad faciem; nunc cognosco ex parte, tunc autem cognoscam, sicut et cognitus sum.
13 Nunc autem manet fides, spes, caritas, tria haec; maior autem ex his est caritas.

 

[traduzione CEI 2008]

[1] Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
[2] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
[3] E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
[4] La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
[5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,
[6] non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
[7] Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
[8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
[9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.
[10] Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
[11] Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.
[12] Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
[13] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

[da “ La Sacra Bibbia CEI”]