Monumenti sacri di Andria

Contenuto

da “Ricordo di Andria Sacra”

di Giuseppe Ruotolo (1898-1970)
trascrizione in ebook

Parte seconda
Monumenti sacri di Andria


Preziose Antichità

Affresco di S. Leonardo in Santa Croce
Affresco di S. Leonardo in Santa Croce

Andria è uno dei più popolosi centri delle Puglie. Non si sa a quale epoca rimonti la sua fondazione. Forse fu un pago romano; il suo nome fa suppore un’origine greca. La tradizione afferma che questa città è antichissima e che fu evangelizzata da S. Pietro e nel secolo V dal primo Vescovo S. Riccardo, anglo-sassone, mentre era Sommo Pontefice S. Gelasio I (492-496). Le Chiese più antiche sono le seguenti:

I. Cripta della Cattedrale.

Sul transetto della Chiesa Cattedrale c’è una scala, che porta alla cripta, che un giorno era certamente una Chiesa di Andria e forse la Cattedrale. Pare non sia anteriore al secolo VI: è fatta a pianta basilicale a due navate con abside semicircolare, che è preceduta da un atrio con colonne raccogliticce: le volte sono a crociera. Tutta la cripta misura la lunghezza di metri 20, la larghezza di metri 6 e cm. 70, l’altezza dì metri 2 e cm. 80. Detta Chiesa era dedicata al SS.mo Salvatore, di cui c’è un avanzo di pittura ad encausto sul pilastro cui era addossato l’altare. Questa Chiesa tu ridotta soccorpo, quando fu costruita l’attuale Cattedrale.

In occasione della visita di Guglielmo I al Castel Del Monte la cripta fu accuratamente ripulita e si scopersero due tombe, che, per i frammenti degli ornati, sembrano essere quelle di due mogli di Federico Il di Svevia, Iolanda di Gerusalemme, morta il 1228 ad Andrìa, e Isabella d’Inghilterra, morta il 1241 a Foggia.

II. Chiesa-grotta di S. Croce.

È una Chiesa antichissima, forse del tempo della persecuzione iconoclasta (secolo VIII). Allora i basiliani, monaci dell’Oriente, si diffusero nelle nostre contrade e vi costruirono delle Chiese nel masso tufaceo e intorno alle Chiese formarono le celle, che costituivano nell’insieme delle vere Laure. Autorizzano tale supposizione sia le celle sparse in diversi luoghi delle nostre campagne, sia alcune pitture di stile bizantino trovate in questa Chiesa e altrove. Anche la antica Chiesa di Cristo di Misericordia era così costruita.

III. Chiesa di S. Andrea.

La Chiesa presente fu eretta sulle rovine di un’altra più antica. Finora niente si è potuto precisare sull’epoca di fondazione. In questi ultimi anni si sono scoperti alcuni frammenti dell’antico portale, che assicurano l’esistenza della Chiesa non posteriore al sec. X.

La Chiesa Cattedrale

In origine comprendeva una sola navata e aveva l’ingresso dal Largo La Corte. Il resto con le tre attuali navate fu costruito prima del 1069, anno in cui vi fu seppellita la Principessa Emma figlia di Goffredo, Conte di Conversano, come si leggeva da un’iscrizione. In questo tempo Andria cominciò ad avere maggiore importanza, specialmente perché fu fortificata dai Normanni.

La Chiesa ebbe in seguito diversi rifacimenti.

La Cappella di S. Riccardo fu più volte nei secoli XIV e XV abbellita e quasi rifatta.

Il grandioso arco trionfale a sesto acuto fu costruito nel 1414.

L’attuale facciata fu innalzata il 1844, mentre era Vescovo di Andria Mons. Cosenza, poi Card. Arcivescovo di Capua.

Il 1916 un incendio distrusse tutto ciò che di più prezioso si trovava sul Presbitero. I lavori di restauro iniziati sotto il governo di S. E. Mons. Tosi, poi Card. Arcivescovo di Milano, furono condotti a termine da S. E. Mons. Macchi, ora Vescovo di Como.

Descrizione. La facciata ha un buon atrio con porticato di pietra e con tre nicchie per santi. Si accede alla Chiesa con tre porte spaziose. Le tre navate della Chiesa sono sostenute da colonne di diaspro, rivestite di stucco.

A sinistra di chi entra si trova un grande oratorio con 3 altari, dei quali il maggiore è quello del SS.mo Sacramento.

Guardando a destra si scorge un cancello che porta al tesoro. Quivi si conservano le due preziose statue di argento dei nostri protettori S. Riccardo e S. Maria dei Miracoli, costruite nel secolo scorso, e molti altri oggetti di particolare valore per arte o antichità.

Delle molte Cappelle situate lungo le navate laterali la più preziosa è il cosiddetto Cappellone di S. Riccardo (1), che è posto a sinistra del transetto. S’inizia con un arco rabescato con oro zecchino, avente sulla sommità un bassorilievo di S. Riccardo. La balaustra e il cancello di accesso sono veramente artistici ed eleganti. Nell’interno si scorgono tre altari di marmo e sul principale di essi si ammira dal 1928 un’artistica urna, contenente il corpo di S. Riccardo rivestito dei paludamenti pontificali con la testa di argento. Sotto il medesimo altare è collocata la pregevole urna di verde antico che un giorno racchiudeva le reliquie di S. Riccardo. Ai lati della Cappella si ammirano due quadri del De Napoli In fondo alla Cappella si eleva un altro arco, che porta incisi in bassorilievi i principali miracoli operati dal Santo.

Il presbitero è molto vasto e contiene nel mezzo un altare basilicale, che sostituisce l’antico distrutto dall’incendio del 1916. Il coro dei canonici è dì noce ben lavorato; in forme gotiche del 400 esso apparteneva alla Chiesa di S. Domenico e fu trasportato in Cattedrale, perché l’antico e prezioso coro fu anch’esso soggetto all’incendio.

A destra dell’altare maggiore c’è la bellissima Cappella dedicata alla Sacra Spina. Sul limitare di questa Cappella a destra si vede una credenza e intorno ad essa un cornicione i cui pilastri, basi e capitelli testimoniano l’esistenza di un Cappella di stile gotico, che non fa più parte della Chiesa. Divide il presbitero dal resto della Chiesa una pregevole balaustra dì marmo. Dietro il presbitero dalla parte sinistra ci sono due spaziose sacrestie.

Chiesa di S. Nicola

Prima che i Normanni occupassero le nostre terre, c’erano nei dintorni di Andria diversi villaggi, come Cicaglia, S. Pantaleo, S. Lucia, Trimoggia, il che si rileva da antichi documenti e dalle ossa, monete e altri avanzi trovati spesso in quei luoghi. Al tempo dei Normanni poi, quando Andria divenne città fortificata, gli abitanti dei villaggi vicini vi si trasferirono per ripararsi dalle incursioni dei barbari.

In quel tempo a Trimoggia nella Chiesa di S. Maria, oggi SS.mo Salvatore, officiava il Clero locale alle dipendenze di un prevosto. Volendo costoro stabilirsi in Andria, ne fecero supplica al Vescovo del tempo, Desidio, il quale accolse volentieri i nuovi Sacerdoti, dopo aver stipulato con essi alcune condizioni. Questo avvenne il 1104 (2).

La Chiesa che li ospitò fu S. Nicola. Questa Chiesa fu più volte restaurata ed ha anche oggi ha bisogno di importanti riparazioni.

Descrizione. La Chiesa è ad una sola navata molto ampia. L’altare maggiore di marmo artisticamente lavorato si erge maestoso fra quattro colonne di finto marmo, che ornano il presbitero. Nell’interno della Chiesa vi sono 6 altari tutti di marmo. Sul presbitero si ammira una credenza di marmo finissimo intarsiato.

Il coro è di noce lavorato con finezza; lungo la Chiesa si ammirano dei buoni dipinti.

Chiesa di S. Francesco

Nel 1194 finì la dominazione normanna nelle Puglie per la venuta di Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, imperatore di Germania.

Il figlio di costui Federico II amò molto la nostra città e fece costruire sulle Murge il Castello del Monte, il più bel monumento civile di stile gotico. Egli disse degli andriesi: Andria fidelis nostris affixa medullis, parole che si leggono sulla porta di S. Andrea.

Il 1230 Federico II, ammiratore di S. Francesco d’Assisi, morto appena quattro anni prima, comandò l’erezione di due Chiese in suo onore. Queste furono la Chiesa di S. Francesco e quella di S. Maria Vetere, detta così perché lì esisteva un’altra Chiesa, che fu demolita. Il convento annesso alla Chiesa di S. Francesco doveva servire per i conventuali e quello annesso a S. Maria Vetere per i Minori osservanti. La Chiesa ed il Convento di S. Francesco, incominciati il 1230, furono terminati nel secolo seguente.

Descrizione. Lo stile della Chiesa è gotico, come dimostrano eloquentemente le due porte esterne. La porta principale termina ad angolo acuto: è tutta di pietra lavorata. Ha come cornice una fascia con formelle quadrate, aventi nel centro un rosone e foglie, Il timpano sovrastante l’architrave ha diverse cornici. Ai lati sono scolpiti due dragoni. Accanto alla porta in alto sono due nicchie con le statue di S. Francesco e di S. Antonio. Sull’angolo del frontespizio è anche scolpito un Agnus Dei.

L’altra porta, pur non essendo pregevole come la principale, è dello stesso stile. Sul frontone è scolpita a scheletro il Serafino che stigmatizzò San Francesco e più sotto vi è un affresco rappresentante S. Antonio.

La Chiesa è ornata di stucco. L’altare maggiore è di marmo pregevole ed è ricco di lapislazzoli. La balaustra è di marmo come di marmo sono gli altri 6 altari disposti lungo il vano della Chiesa. C’è un bel coro di noce ed una cantoria di grande pregio.

Accanto alla Chiesa e in comunicazione con essa c’è un cappellone di recente costruzione.

Chiesa di Porta Santa

A Federico II, morto il 1250 successe suo figlio Corrado IV, nato nella nostra città il 1228. Sotto il governo di costui fu incominciata a costruire la suddetta Chiesa. Quel nome si deve alla tradizione popolare, che afferma l’esistenza nei tempi antichi in quel posto di una porta santificata dal passaggio di S. Pietro e S. Riccardo.

Quando si edificò quella Chiesa esistevano vicino due ospedali, uno detto di S. Riccardo e l’altro della Misericordia. Quello di S. Riccardo fu danneggiato dalla nuova costruzione e perciò ne fu innalzato un altro accanto alla Chiesa Cattedrale. Questo avvenne il 1267. Contemporaneamente alcuni cittadini doviziosi fondarono altri due ospedali per i cittadini poveri, l’uno della SS. ma Trinità accanto a quello di S. Riccardo e l’altro di S. Bartolomeo accanto alla Chiesa omonima.

Descrizione. La facciata, tutta di pietra, è formata di larghe lastre quadrate. Il portale è di stile rinascimento, ha due fasce con pilastri, basi, capitelli ed altri fregi. Sui pilastri sono due medaglioni finemente scolpiti. Sovrasta la facciata un bel rosone con otto colonnine inanellate nel mezzo.

La Chiesa è ad una sola navata; ha due cupole ottagonali a costoloni di tarde forme gotiche.

A sinistra di chi entra si trova il più pregevole altare, che è di pietra, fiancheggiato ai lati da due colonne di marmo, che portano scolpite su fasce spirali i principali misteri della vita di Gesù Cristo, in alto si vede un bel dipinto, che rappresenta la Madonna col Bambino, in seguito c’ è un altro altare, sul quale è dipinto S. Giovanni di Dio circondato da Angeli. Lungo la Chiesa ci sono altri dipinti, tra i quali è degno di nota quello della Madonna della Misericordia, che sembra di pennello greco.

Chiesa della SS. Annunziata

Carlo I D’Angiò, figlio di Luigi VIII re di Francia, venuto in Italia per occupare Napoli e la Sicilia, lottò contro Manfredi, altro figlio di Federico II e lo sconfisse a Benevento il 26 febbraio 1266. Così il dominio delle due Sicilie passò dalla casa tedesca a quella francese. A Carlo I D’Angiò successe il figlio Carlo II nel 1289. La più piccola delle figlie di Carlo II, Beatrice, andò sposa ad Azzo VIII d’Este, marchese di Ferrara; ed ebbe dal padre come dote la contea di Andria nell’anno 1305. Morto Azzo VIII tre anni dopo, Beatrice passò in seconde nozze a Bertrando Del Balzo di illustre famiglia, che apparteneva al seguito dei Re angioini. Da questo tempo Andria fu sotto la dominazione dei Del Balzo. La contessa Beatrice fece dono ad Andria della celebre Sacra Spina.

Nel 1343, dopo la morte di Roberto D’Angiò successe nel regno di Napoli la nipote Giovanna, che sposò Andrea, fratello del Re d’Ungheria. Costui due anni dopo fu barbaramente ucciso e il fratello si mosse dall’Ungheria per vendicarlo. Del suo furore fu anche vittima Andria, perché il conte Bertrando Del Balzo occupava la carica di Gran Giustiziere del regno. Vennero gli ungheresi in Andria a principio dell’anno 1348 e la devastarono. Diverse Chiese furono incendiate o abbattute: tra queste fu soggetta alla distruzione la Chiesa della SS.ma Annunziata (3).

In questo stesso anno 1348 la regina Giovanna nominò Francesco Del Balzo, figlio di Bertrando, primo duca di Andria, in premio della fedeltà di suo padre.

Questo duca riedificò la Chiesa della SS. Annunziata, e costituì anche la dote per alcuni cappellani che dovevano officiarla. Nel 1813 quel capitolo si trasferì nella Chiesa di S. Agostino.

È degno di nota il miracolo della Madonna della pietà, che si venera in quella Chiesa. Nel breve regno di Carlo VIII, venuto nel 1494 in Italia per impadronirsi del regno di Napoli, alcuni soldati francesi erano a giocare alla morra sulla pubblica via. Uno di essi, irritato dalle perdite subite nel gioco, lanciò la sua spada contro l’immagine della Madonna della Pietà, che allora non era in Chiesa, ma sulla pubblica via. La Madonna, che aveva le mani giunte, a quell’atto nefando mosse sotto gli occhi degli astanti la mano destra vicino al ciglio colpito dalla spada.

Descrizione. La Chiesa è ad una sola navata, mentre sembra che prima dell’incendio fosse stata a tre navate. Recente e di marmo è l’altare del SS. Sacramento. Degno di nota è l’altare di pietra della Madonna di pietà di stile barocco. Anche l’altare che gli sta di fronte è di pietra ben lavorata. La fonte dell’acqua benedetta porta lo stemma del Duca Del Balzo. A destra di chi entra c’è un cappellone, dedicato all’Immacolata Concezione. Dopo i recenti restauri compiuti da S. E. Mons. Macchi sul Presbitero, questo ha assunto un aspetto uniforme di stile perfettamente gotico. L’arco maggiore a sesto acuto poggia su due pilastri di pietra e porta la data del 1490. Anche ogivali sono i due archi delle piccole cappelle poste ai lati dell’altare maggiore, e quello dell’abside, che poggia su due mensolette senza basi.

Chiesa di S. Agostino

Nel secolo XI si fondò un ordine di laici, detti Templari, che dedicavano le proprie energie alla conquista del Sepolcro di Gesù Cristo. Costoro soccorrevano i feriti delle Crociate e provvedevano del necessario i soldati che partivano per la Palestina! Più tardi sorse l’ordine teutonico con lo stesso scopo. Pare assicurato che nell’antico convento annesso alla Chiesa ci siano stati successivamente questi ordini. Per invito del duca Francesco Del Balzo verso il 1350 fu chiamato ad officiare quella Chiesa l’ordine eremitano di S. Agostino (4).

Gli agostiniani rifabbricarono la Chiesa e il convento e dimorarono lì fino alla soppressione napoleonica avvenuta il 1809. Nel 1813 quella Chiesa divenne la sede del Capitolo dell’Annunziava e il 1857 fu eretta a Parrocchia.

Descrizione. È questa la più artistica Chiesa di Andria. Il portale, di stile gotico, è monumento nazionale. Esso è costituito ai due lati di sette fasce racchiuse tra una cornice e una colonnina a spirale. Le fasce, la cornice e la colonnina sono mirabilmente lavorate in pietra con finissimi intagli. Sull’architrave troneggia un bassorilievo rappresentante il divin Salvatore cui offrono incenso due serafini: ai lati del Salvatore, sono scolpiti S. Remigio Vescovo di Reims e S. Leonardo protettore dei prigionieri (5).

Sull’atrio del Tempio si ammirano due pregiate colonne di pietra e ai lati della porta due leoni, che sorreggono dite colonnine.

La Chiesa è ad una sola navata con presbitero. L’altare maggiore è di marmo ed è ricco di pregevoli ornati. Sotto la volta della Chiesa si ammirano affreschi sulla vita di S. Agostino.

Chiesa di S. Domenico

Fu edificata il 1398 per volere della Duchessa Donna Sveva Orsini, vedova di Francesco I Del Balzo, che fece venire in Andria i Padri Domenicani. Questa Chiesa ha subito diverse modificazioni per i numerosi restauri.

Descrizione. Il portale, di stile rinascimento è del 1510; sul frontone è scolpita la Vergine del Rosario. Sull’architrave risaltano tre cornici e una facciata con tre festoni fiancheggiati da quattro teste alate di angeli. Ai lati della porta ci sono due colonne scannellate con capitelli diversi. Sulla porta laterale è scolpito S. Domenico.

La Chiesa è ad una sola navata; ha quattro altari laterali e l’altare maggiore tutti di marmo. Il presbitero ha una balaustra di marmo; l’altare maggiore e la balaustra sono lavorati con intarsi. Sulla porta della sacrestia c’ è un quadro a olio rappresentante Benedetto XIII della famiglia Orsini. Nella sacrestia si conserva il corpo mummificato di Francesco Del Balzo, e un artistico busto di marmo del medesimo. L’autore di quell’ammirevole scultura fu Fr. Laurana.

Santuario della Madonna dei Miracoli

Questa magnifica Basilica sorge a due km. dalla città e fu edificata nel secolo XVI dai Padri Benedettini. Essi vennero in Andria il 1579, chiamati dal Vescovo Mons. Luca Fieschi e dal Duca Fabrizio II Carafa.

Andria e Castel Del Monte erano passati nel 1487 dai Del Balzo a Ferdinando I Re di Napoli, appartenenti agli Aragonesi. Il primo duca aragonese di Andria fu Federico d’Aragona. Nel secolo XVI Andria fu vittima insieme alle città del Regno di Napoli delle continue guerre tra spagnuoli e francesi. Il 1507 fu donata dal Re Ferdinando il cattolico al gran capitano Consalvo di Cordova, il cui nipote la vendette per 100.000 ducati alla famiglia Carafa nel 1552. Questa famiglia dominò in Andria fino al 1799.

I padri Benedettini officiarono al Santuario di S. Maria dei Miracoli tino al 1807, quando dovettero fuggire per la persecuzione napoleonica. Allora tutti gli oggetti preziosi del Santuario furono depredati anche dalle città vicine.

Giova ricordare il fatto miracoloso che determinò l’erezione di quel Santuario. Due andriesi Antonio Tucchio e Annibale Palombino ebbero contemporaneamente un’apparizione della Vergine e il 10 marzo 1576 trovarono, dietro l’indicazione della visione, una pittura della Madonna nella spelonca di S. Margherita in Lamis. I miracoli numerosi avveratisi subito dopo, dei quali 500 furono approvati nel 1605 da una commissione di dotti, dettero il nome di Madonna dei Miracoli.

Descrizione. Unita alla grandiosa antica Badia dei Benedettini, ora sede della Colonia agricola provinciale, si erge la facciata della Basilica con un porticato di pietra, formato da sei archi sorretti da altrettanti pilastri. Sul porticato una balaustra con colonnine di pietra orna un vasto loggiato. Dietro il loggiato s’innalza il resto della facciata in pietra con un simulacro della Madonna scolpito nella parte centrale.

Ci sono nell’interno tre Chiese; la superiore, la media e il soccorpo. La prima Chiesa è a tre navate. Il soffitto della nave maggiore è di grande pregio artistico: è fatto a cassettoni ornati di finissima doratura. Nel centro delle due navi laterali si stendono due spaziosi Cappelloni; i quattro altari laterali sono di marmo.

In sacrestia si conservano alcune tele della vita di Gesù attribuite alla scuola di Salvator Rosa.

La Chiesa media, detta del Crocifisso, è anche a tre navate con un altare messo in linea perpendicolare all’altare maggiore della Chiesa superiore e della grotta sottostante.

Il soccorpo racchiude lo speco, dove si trovò l’immagine della Vergine dipinta a fresco sul muro, in istile bizantino. Un tempietto e un altare di marmo si elevano a coronare l’affresco. Il cielo del tempietto sostenuto da colonne di marmo, è tutto in argento, rabescato di stelle dorate in oro zecchino con nel centro una colomba circondata da raggiera (6). Sotto la grotta ci sono due altri altari. Fuori dello speco sono collocate tombe di Vescovi di Andria e di altri illustri personaggi, ed un altare dedicato a S. Giuseppe.

La Chiesa della Madonna di Altomare

L’inizio di questo Santuario mariano si deve ad un fatto prodigioso.

Il 1599 sotto l’episcopato di Mons. Vincenzo Bassi alcuni cittadini udirono dall’interno di una cisterna le invocazioni di una piccina. Con appositi ordigni riuscirono a tirar fuori la bambina di 4 anni precipitata nell’acqua tre giorni prima. Costei, estratta completamente incolume, raccontò che una Signora dipinta sul muro della cisterna l’aveva salvata. Si trovò difatti un affresco della Madonna, cui fu posto il nome di Altomare. Anche lo stile di questa pittura è bizantino e perciò pare appartenga all’epoca dei basiliani. Il Vescovo Bassi fece trasformare in Cappella quella cisterna. Nel secolo scorso fu edificata l’attuale Chiesa. Il 1899 fu incoronata la Vergine con l’intervento dell’Em.mo Card. Serafino Cretoni.

Il Santuario è anche oggi meta di continui pellegrinaggi.

Descrizione. La Chiesa è ad una sola navata. La Cappella sovrastante è dedicata a S. Giuseppe. Si scende giù per una lunga e ampia scalinata.

A sinistra, protetta da una cancellata c’è un avanzo dell’antica Cappella con dipinti. L’affresco della Madonna si ammira sull’altare maggiore di marmo, dove fu trasportata, quando la Chiesa fu ingrandita.

Chiesa delle Benedettine

Il 1563 furono introdotte in Andria le suore Benedettine di clausura, che si stabilirono nell’antico ospedale della SS. Trinità e di S. Riccardo. Il convento e la Chiesa furono ultimati il 1582. Nel 1774, mentre era Vescovo di Andria Mons. Palica, a spese della Suora benedettina Aurelia De Anellis, sorella di Mons. Domenico, andriese e Vescovo di Andria dal 1743 al 1756, furono costruiti sulle rovine dell’antico edificio una nuova Chiesa e un nuovo convento.

Il campanile della Cattedrale

Descrizione. Il tempio è di stile barocco ed ha grandi pregi artistici. È ad una nave sola con un piccolo presbitero.

Pregevoli per lavori d’intaglio sono gli otto coretti, esistenti nell’ interno della Chiesa per l’assistenza delle suore alle funzioni sacre. L’altare maggiore è di marmo con superbi lavori di scultura: al disopra della mensa sono rappresentate le tre virtù teologali in mezzo a due Serafini: anche il paliotto è di marmo ed ha scolpito nel centro San Benedetto. I due altari laterali sono dello stesso marmo. La volta della Chiesa, ornata di stucco finissimo, è sostenuta da quattro grandi archi fregiati di rosoni e toglie. Si ammirano inoltre dei buoni dipinti. L’artistica Chiesa ha bisogno di urgenti restauri.

I tre Campanili

Andria è detta anche la città dei tre campanili, che attirano l’attenzione ammirata dei più lontani spettatori.

Il più artistico dei tre campanili a quello della Cattedrale. Esso aveva prima solo il piano inferiore e costituiva un bastione, detto dal popolo la torre di guardia. I normanni aggiunsero il secondo e terzo piano di stile romanico - ogivale; l’ultimo piano è ottagonale con piramide. La campana maggiore è detta della Madonna per un voto fatto dagli andriesi alla celeste Protettrice per la liberazione da un morbo contagioso: essa risale al 1111, come si rilevava dall’antica iscrizione appostavi. Nel 1400 la campana fu rifusa ed ingrandita.

S. Francesco e S. Domenico hanno gli altri due maestosi campanili. Quello di S. Francesco a tre piani fu terminato il 1772; di forma slanciata, arieggia lo stile barocco e misura 65 metri di altezza. Il campanile di S. Domenico è costruito anch’esso a tre piani. Ogni piano ha quattro finestroni con cornici. È alto metri 76: fu condotto a termine il 1781.


APPENDICE

Castel Del Monte

Alcuni storici attribuiscono l’origine del Castel Del Monte, costruito in territorio andriese, ai normanni o addirittura ai romani, ma oggi comunemente si ritiene che l’ideatore di quel Castello sia stato Federico II di Svevia. Si è trovato un decreto di questo imperatore in data 28 gennaio 1240 con cui ordinava di affrettare il compimento del fabbricato. Il nome antico era di Castello di Santa Maria del Monte, perché lì vicino c’era una Chiesa dedicata alla Madonna e officiata dai Benedettini.

Descrizione. Il castello di stile gotico è a due piani, di forma ottagonale, alto 24 metri. Al pianterreno e al primo piano ci sono otto sale simmetricamente disposte, tutte di forma trapezia, fra otto robuste torri. Le finestre esterne delle sale superiori sono ogivali bifore, tranne quella posta sulla porta principale che è trifora. Si accede al portale gotico di eccellente struttura con una scalinata di dodici gradini, che una volta erano rivestiti di marmo. Dal pianterreno, mediante tre scale a chiocciola innalzate nell’interno delle torri si sale al piano superiore, maggiormente ornato, perché ivi risiedeva l’imperatore. Le tre finestre che danno sul cortile interno sono romaniche mentre le sale del pianterreno con volte a crociera sono sostenute agli angoli da mezze colonne di breccia rossa, quelle del piano superiore sono poggiate su fasci di tre colonne di marmo bianco. Il Perkins afferma che il Castel Del Monte è l’edificio più completo di stile gotico, che ci sia nel mondo. Degli antichi marmi, porfidi e altre pietre preziose, che facevano del castello una delle più fastose abitazioni dell’imperatore, rimane ben poco. Quanto resta è però sufficiente a dare ai numerosi visitatori un buon saggio della meravigliosa architettura di quel superbo maniero.

Nulla osta per la stampa

Andria, Patrocinio di S. Giuseppe 1933.

† FERDINANDO VESCOVO

    


NOTE    (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva dell'intero argomento)

(1) In questa Cappella, secondo la tradizione, si raccolsero i 13 prodi, che tennero così alto il nome d’Italia nella celebre sfida di Barletta. Lì essi pregarono e giurarono di vincere o morire. A ricordo di quell’avvenimento nel quarto centenario celebratosi il 1903 fu posta accanto all’ ingresso della Cattedrale una lapide marmorea.

(2) Ancora oggi nell’archivio capitolare di S. Nicola si conserva la pergamena che consacra questo contratto. Alcuni dotti dubitano dell’autenticità di questo documento.

(3) In questo triste episodio della storia di Andria bisogna ricordare l’eroismo del sacerdote Olivieri Matusi, che nascose le ossa di S. Riccardo per impedire che fossero depredate dai barbari.

(4) V. Ferriello. Gli Agostiniani in Andria. Firenze 1931. Un documento del 1650 trovato dalle cure assidue di P. Ferriello riferisce la tradizione, secondo la quale prima degli Agostiniani sarebbero stati nell’antica Chiesa i Benedettini. V. Op. citata.

(5) Secondo il P. Ferriello i due santi sarebbero S. Martino di Tours, titolare dell’antica Chiesa, come riferisce il documento citato, e S. Agostino.

(6) Il tempietto e l’altare furono eretti il 1886 dal figlio di Ferdinando II Re delle due Sicilie. Il Re si era recato in Andria il 2 gennaio 1859 e aveva fatto votò di innalzare quella costruzione in onore della Madonna.