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Storia della Città di Andria ...

di Riccardo D'Urso (1800 - 1845), Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 62-64

Libro Quarto

Capitolo II.

Matrimonio di Federico II. con Jolanta.

Durò la pace, e la concordia tra l’Imperatore Federico II. e la Santa Sede, finché visse Innocenzo III. Non appena venne a rimpiazzarlo sul Soglio Pontificio Onorio III. che d’allora incominciarono le gravi discordie di Federico, le quali terminarono colla sua vita. Avendo spiegato questo Papa un forte zelo per vendicare la Terra Santa dall’obbrobrioso giogo dell’Infedeltà, non cessava mai per via di lettere ed imbasciate avvertire l’Imperatore, che si fosse condotto in Gerusalemme col nerbo del suo esercito a tale oggetto. Federico gli rispondeva sempre, se non con aperti rifiuti, certo con vani ripieghi, in modo che giunse a stancare la pazienza di Onorio, e ne vennero a vicenda delle grandi dissensioni.
Apparve tra loro una certa calma nel 1223. quando trovandosi in Roma, perché fuggiti dalla Palestina per la invasione de’ Saraceni, il Re di Gerusalemme Giovanni di Brenna, il gran maestro de’ Templarii, quello degli Ospedali di S. Giovanni di Acri, e l’altro dell’ordine Teutonico; Onorio prese una definitiva risoluzione a pro de’ Cristiani. Invitò espressamente Federico ad intervenire ad un congresso, che dovea tenersi in S. Germano, che poi ebbe luogo in Ferentino. L’Imperatore fu annuente al Pontefice; e dalla Sicilia si conferì nel luogo determinato. Quivi con la presenza del Papa, del Re di Gerusalemme, de’ tre gran maestri, e di molti altri Baroni e Signori si conchiuse, che Federico alla testa del suo numerosissimo esercito, nello spazio di due anni si sarebbe conferito nel Levante per liberare il Regno di Gerusalemme dai Saraceni; ed egli ne consolidò la promessa col giuramento. Allora il gran Maestro Teutonico Ermanno Saltza, per maggiormente impegnare l’Imperatore a questa spedizione, ivi propose e venne comunemente risoluto, ch’egli passasse a seconde nozze con l’unica figlia di Giovanni di Brenna Re di Gerusalemme, chiamata Jole, o Jolanta, dimorante nella Palestina. Federico di anni 26. già vedovo di Costanza [1], con alto compiacimento ne accettò il partito. Ma disciolto il congresso, e pervenuto egli in Napoli, sedotto semprepiù dalla vaghezza, ed amenità di quel clima, tutto s’interessò a maggiormente illustrarla. Vi stabili le cattedre di tutte le scienze, e ne diede pubblico avviso alla gioventù studiosa di questi dominii.
Il tempo intanto fuggiva, ed il suo giuramento rimaneva inadempito. Onorio per altro viveva nella lusinga che sarebbe partito almeno a motivo delle nozze della novella sposa Jolanta. Ma correndo l’anno 1225. rimase oltremodo doluto, quando intese, che Federico aveva spedito un numero di navi nella Palestina per condurre in Italia la desiderata sposa. In effetti esse di ritorno approdarono felicemente nel porto di Brindisi nel giorno 9. Novembre del medesimo anno; e quivi furono con tutta pompa celebrate le nozze. In virtù di questo matrimonio egli assunse il titolo di Re di Gerusalemme, perché consorte di colei, la quale succedeva a tutt’i dritti del padre, Giovanni di Brenna, e di Maria, essendo unica di loro figlia. Ne venne da ciò che tutti i Sovrani di Napoli in prosieguo s’intitolassero, come anche oggigiorno, Re di Gerusalemme.
Ma Papa Onorio nel Marzo del 1227. oppresso dagli anni, e dalle ambasce, pagò il comun tributo alla natura. Dietro la perdita di un sì saggio Pontefice, mentre Federico credeva respirare, incominciò per lui un’epoca più trista, e calamitosa. Difatto nell’istesso mese ed anno, non appena vi successe Gregorio IX., che chiama espressamente l’Imperatore alla esecuzione di quella promessa, alla quale si era tanto strettamente obbligato. Egli affaccia motivi di salute, e chiede altra proroga; ma Gregorio credendoli falsi pretesti, lo dichiara scomunicato nel giorno 29. Settembre di quest’anno. Federico scosso dal fulmine cerca giustificarsi inviandogli in Roma in sua difesa gli Arcivescovi di Reggio, di Bari, e Rinaldo Duca di Spoleti col Conte Arrigo di Malta: ma fermo il Pontefice nella sua determinazione gli risponde col ripetergli la scomunica nel giorno 11. Novembre. Caduto allora egli in forte corruccio con la S. Sede chiuse totalmente le orecchie alle sue voci; e ad onta che la censura gli venisse replicata la terza volta, ostinandosi nelle sue contumelie, si vide per conseguenza quel tristo quadro in questo emisfero, che con punti di compassione marchiano le istorie. Rimetto il leggitore alla storia del Regno, se ama conoscere quel lugubre spettacolo cagionato dalle due fazioni Guelfa, e Ghibellina.
Taluni opinarono essere apparse nel 1240. originate da Guelfo e da Ghibel fratelli Alemanni in occasione delle discordie di Gregorio col nostro Federico. Ma propriamente come vuole il Muratori [2], vennero questi nomi di opposti partiti dalle gare continue della casa de’ Duchi, ed Imperatori di Svevia discendenti per parte di donne dalla casa Ghibellina, con la casa degli Estensi di Germania discendenti anche per via di donne dagli antichi Guelfi. Quindi Federico come figlio di Arrigo VI. di sangue Ghibellino, perché della linea di Filippo Duca di Svevia, era di origine Ghibellina. Onde a loro esempio avvenne, che quei popoli dichiarati a favore della S. Sede appellavansi Guelfi , e quelli a favore dell’Imperatore Ghibellini. Andria per conseguenza portò la impronta di città Ghibellina, perché fu tanto prediletta da Federico pel motivo che vedremo nel seguente capitolo.
NOTE
[1] La Imperatrice Costanza mori nel 23. Giugno dell’anno 1222. e fu pomposamente seppellita nella città di Catania. Mur. an. D’Ital.
[2] Mur. An. D’Ital. an. 1198.