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Storia della Città di Andria ...

di Riccardo D'Urso (1800 - 1845), Tipografia Varana, Napoli, 1842, pag. 80

Libro Quarto

Capitolo XII.

Dominio Svevo. La Città di Andria sotto l’Impero di Manfredi.
Memoria sugli Spedali.
Anni 1266.

Nella fabbricazione del Tempio di Porta Santa, lo spedale di S. Riccardo si difformò non poco, il quale, come ho detto pocanzi, era al lato sinistro dell’ingresso. Oltre l’aver dovuto cedere una parte del suo locale, il rimanente restò lesionato, e collabente, in modo che non poté più servire di alloggio ai pellegrini infermi. Si distinse allora la pietà del magnifico Jacopo Gammarota, il quale per questo pubblico sovvenimento cedé il suo palazzo, sito dove oggi è la clausura delle Benedettine, e lo dichiarò spedale di S. Riccardo [1]. Ridusse poi l’avanzo dell’antico stabilimento a particolare abitazione, che ritenne per sé finché visse [2].
Ma con ciò neppure si era dato un riparo sufficiente; mentre la città contava oltre a ventimila individui; e lo spedale della Misericordia era molto angusto, e povero. Fu allora che, ad esempio del Gammarota, unite insieme quattro illustri, e nobili famiglie anche Andriesi, cioè Quarti, Marulli, Fanelli Madia, e Superbo, le quali col proprio denaro fondarono altri due spedali, quello della Trinità, e quello di S. Bartolomeo [3]: riparando così al bisogno degli Andriesi infermi, e feriti, ed anche agli esposti. Con pubblico istrumento essi furono lasciati dalle medesime illustri famiglie alla cura di questa Regia Università: ma con patto espresso che ogni qual volta si dovesse venire alla elezione de’ nuovi Amministratori, sempre ed inviolabilmente dovevano invitarsi dal Magistrato gli eredi superstiti delle sopraddette famiglie, che n’erano state le fondatrici [4].
Questi quattro dunque, e non altri sono stati da tempi antichi i pubblici asili sempre aperti al sovvenimento della languente umanità. Difatto nel 1420, solo di questi quattro pii stabilimenti trovasi menzione nel testamento del Duca Francesco II. del Balzo; avendo ad essi lasciati alcuni fondi e molto denaro pel risarcimento delle loro invecchiate fabbriche. Quale poi sia stata la metamorfosi dello spedale della Trinità, e di quello di S. Riccardo, vedesi nel Capitolo I, del Lib. 7. dove parlo della clausura delle Benedettine.
NOTE
[1] Rilevasi ciò dall’istrumento del Not. Arrigo Zaccaro con la data del 1267. trovato nella Scheda del Not. Gian Alfonso Gurgo.
[2] È stata fin’ora abitata questa casa dai Signori Friuli.
[3] Lo Spedale della Trinità ebbe luogo in alcuni casamenti attaccati allo spedale nuovo di S. Riccardo, e quello di S. Bartolomeo, dove tuttavia esiste.
[4] L’ istrumento venne rogato dal Regio Notajo Taddeo Ciriece 1268.