G. Ruotolo: Santa Maria del Monte Balneolo

Contenuto

da "Il volto antico di Andria Fidelis"

di Giuseppe Ruotolo (1889-1970)
(stralcio)

S. Maria del Monte Balneolo


L’importanza del Castel del Monte per la storia di Andria ci obbliga ad indugiarci su alcune vicende del celebre maniero e del monastero di S. Maria del Monte. Già, perché in quella zona sin dal secolo XII esisteva un’abbazia benedettina.
Ce lo assicura un documento del 1192, un libro di censi, nel quale è detto che il monastero di S. Maria del Monte in diocesi di Andria, pagava una mezza oncia aurea ogni anno [1]. I benedettini, dopo aver rioccupato, per ordine dell’imperatore d’Oriente i loro beni, la villa, i vigneti, oliveti e la masseria del Monaco, estesero il loro dominio al Castrum Netii, ridotto in istato pietoso da imprese guerresche.
Come abbiamo detto, la cronaca di S. Sofia del 1009 accenna ad una scorreria saracena con occupazione di Bitonto e Castrum Netii. Un altro avvenimento simile si verificò nel 1029, quando, come narra una cronaca del Monastero di Cava, il Duca di Bari Raino, in lotta contro i greci, occupò Bitonto, Castromonte, Trani e Ruvo.
Forse i normanni donarono ai benedettini il Castromonte, reso cadente dagli ultimi disastri bellici. I nuovi padroni fabbricarono un monastero e una chiesa, una vera abbazia. All’insieme dei fabbricati dettero il nome di S. Maria del Monte Balneolo. Il termine Balneolo si spiega col notare che la Tavola peutingeriana descrive il letto del fiume Aveldium presso le Murge e accanto alla sorgente segna un lago, che doveva essere nelle vicinanze di Castromonte. Le acque del lago hanno fatto sorgere il titolo Balneolo (da balneum, che significa bagno) [2]. In seguito la località si chiamò S. Maria del Monte e solo dal 1463 prese il nome di Castel del Monte.
Federico II di Svevia, volendo formare del castello una sede di svago, relegò i monaci a Barletta, riservando il castello a sé e gli altri fabbricati al suo numeroso seguito.
L’indicazione S. Maria del Monte Balneolo si ricava da una Bolla di Alessandro IV. Secondo questo documento pontificio del 1258, otto anni dopo la morte di Federico II, i benedettini fecero giungere a Roma l’eco del loro vivo dolore, perché avevano subìto persecuzioni da parte dell’imperatore. Essi invocavano il suo intervento, affinchè il monastero ed annessi fossero affidati al florido ordine cistercense, [3] che aveva un’abbazia ad Arabona presso Chieti. Il Santo Padre accolse la preghiera dell’abate e dei monaci, specialmente perché il monastero dipendeva immediatamente dalla Santa Sede, e volentieri incorporò tutta l’abbazia di S. Maria del Monte a quella di Arabona (dioc. di Chieti) [4].
La dipendenza immediata dal Papa, o esenzione dalla giurisdizione dei vescovi, costituiva un privilegio dei monasteri benedettini non solo nella diocesi di Andria, ma quasi dappertutto. Tuttavia il monastero di S. Maria del Monte Balneolo si trovava nella diocesi di Andria, coane attesta lo stesso documento pontificio.
A conclusione di questa breve digressione, diamo un cenno di Castel del Monte. Esso è di stile gotico; ha due piani di forma ottagonale e misura 24 metri di altezza. Si accede al portale con una scalinata di 12 gradini., che una volta erano rivestiti di marmo.
L'Avena così descrisse il portale: «Magnifico e superbo, che in complesso arieggia le opere classiche. Le sue linee schematiche appariscono edotte dall’arte romana. Il Bernich, infatti, dandone le proporzioni, prova che è iscritto in un quadrato e mezzo. La larghezza, presa agli estremi dei due pilastri che lo fiancheggiano, è di circa m. 6, ed altrettanto è alta dalla soglia la trabeazione orizzontale, mentre l’altezza del frontone è la meta di quella del quadrato così risultante. Queste proporzioni riproducono il modulo usato nell’architettura romana, applicato specialmente negli archi di trionfo di Roma antica, sui quali è modellata la bellissima porta».
Al pianterreno e al primo piano ci sono otto sale simmetricamente disposte, tutte di forma trapezia, fra otto robuste torri. Le finestre del pianterreno sono di stile romanico.
Mediante tre scale a chiocciola, innalzate nell’interno delle torri terza, quinta e settima, dal pianterreno si sale al piano superiore maggiormente ornato. Le finestre esterne sono ogivali bifore, tranne una, trifora, che guarda Andria; invece le tre finestre che danno sul cortile sono ad arco tondo e quindi romaniche. Mentre le sale del pianterreno con volte a crociera sono sostenute agli angoli da mezze colonne di breccia rossa, quelle del piano superiore sono poggiate su fasci di tre colonne di marmo bianco.
Sotto il pavimento, alla profondità di m. 0,65 ci sono pietre grezze, messe a coltello, ad imitazione dell’opus spinatum per impedire l’umidità. Diverse pareti del piano superiore hanno imitazioni dell’opus reticolatum, cioè costituito di pietre, disposte obliquamente, in maniera da formare con le teste la figura di una rete.
Il Perkins afferma che il Castel del Monte è l’edificio più completo di stile gotico, che ci sia nel mondo.
[da “Il volto antico di Andria Fidelis”, di G. Ruotolo, tip. G.Martano-Negri, Chieri, 1945, pagg.43-46]
NOTE
[2] In Andria la chiesa ora chiamata S. Angelo, aveva il nome di S. Michele al Lago, perché, a poca distanza il letto del Rivo o Aveldium formava un piccolo lago..
[3] L’ordine cistercense fu fondato dal benedettino S. Roberto a Citeaux in Francia ed ebbe come principale rappresentante il celebre S. Bernardo, abate di Clairvaux (1091-1153)
[4] Questo documento fa pensare che il Castel del Monte, non sia opera di Federico II, ma sia stato costruito dai benedettini e devoluto poi all’imperatore con un atto di persecuzione tirannica, come afferma la Bolla.