Torre IV: scala e servizi

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foto e disegno di una cisterna pensile nelle torri (di Giuseppe Tattolo, nel testo citato)   accesso ai servizi della IV torre,al II piano
(La foto e il disegno della cisterna pensile sono tratti dal libro "Castel del Monte, la leggenda - il mistero", di Giuseppe Tattolo, Schena Ed., Fasano, 1997, pag. 86, 147.)
scala della torre
bacile della IV torre

Torre IV
con accesso dalla Sala ad Ovest del 2° piano

"A destra della parete esterna [della sala Ovest del piano superiore], una porta a sesto acuto con prospetto marmoreo immette allo stanzino della 4a torre con annesso il consueto tipo di gabinetto.."

[da "Guida di Castel del Monte" di Bruno Molajoli, Ed. Gentile, Fabriano, 1934, pagg.42]

È interessante, per conoscere meglio gli aspetti tecnologici del Castello, leggere i rilievi effettuati da Gambattista De Tommasi nei restauri compiuti nel 1977, in particolare quelli sui servizi di questa 4a torre.
"Il sistema di canalizzazioni per lo smaltimento delle acque piovane, connesso, com'è noto, al funzionamento dei servizi igienici di cui il Castello era dotato, seppure affrontato da diversi studiosi nelle sue linee generali, non era stato mai oggetto di organiche indagini, né tanto meno interessato da particolari lavori di restauro se si esclude la semplice impermeabilizzazione delle cisterne.
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Furono quindi condotti alcuni saggi nelle cisterne [pensili] che si presentavano tutte intonacate a cemento[33], ed in particolare in quella ubicata nella Torre T4[34]; in essa si procedette alla completa stonacatura portando alla luce dapprim uno strato di coccio-pesto continuo su pareti e pavimento, dello spessore di cm. 10-15 circa, ed, al di sotto dello stesso, un pavimento in grosse lastre di pietra. Le notevoli dimensioni di tali lastre[35], superiori a quelle del boccaglio di accesso, nonché il perfetto grado di finitura della faccia vista facevano pensare a materiale originario, in contrasto peraltro con la tecnica di posa in opera, molto approssimativa ed a grossi giunti, e con l'evidente scalpellatura subita da alcuni lati.
Tutto ciò indicava che non si era ancora in presenza del piano originario: fu necessario quindi procedere allo svellimento anche di questo pavimento portando alla luce finalmente, lungo il perimetro della cisterna e per una lunghezza di cm. 30-50, la primitiva pavimentazione, che risultava scalpellata lungo i lati liberi.
Essa era costituita da lastre di pietra perfettamente squadrate e lavorate sia sulla superficie sia sui lati, con assetti quasi invisibili cementati da un sottile strato di malta, tanto da far ritenere inutile qualsiasi protezione superiore (di cui peraltro non si è trovata traccia)..
I blocchi di pietra costituenti lo strato superiore erano stati quindi parte integrante di tale pavimentazione e in un momento a noi sconosciuto divelti, probabilmente per la necessità di effettuare lavori di rifacimento o restauro delle volte di copertura degli stanzini sottostanti: ciò spiegherebbe anche la mancanza di costoloni su di esse[36]. Comunque il basolato divelto fu poi riutilizzato per ricostituire la pavimentazione, assicurandone l'impermeabilità con un getto di coccio-pesto. Il fondo della cisterna, inoltre, si presentava in leggera pendenza verso il lato ove è ubicato il boccaglio, sulla cui perpendicolare venne in luce un pozzetto in pietra in unico blocco, delle dimensioni di cm. 50x50.
Da questo partiva un canale ricavato nella pavimentazione che, attraversate le murature con tubazione in pietra, terminava all'esterno (fig. 43), costituendo quindi il probabile scarico di fondo.
Malgrado i reiterati tentativi non è stato invece possibile comprendere se e come vi siano stati dei collegamenti diretti tra le cisterne e i servizi sottostanti[37]; constatazione questa che, tenuto conto della perfezione e compiutezza di tutto il complesso, suscita non poche perplessità e resta per il momento inspiegabile, a meno di ipotizzare che tali collegamenti siano andati perduti con le volte sottostanti, al momento del loro probabile rifacimento."

[da "I restauri tra leggenda e realtà" di Giambattista De Tommasi, in "Castel del Monte" , Adda Editore, Bari, 1981, pagg.131-132]


[33] Intonaco realizzato, come si è visto, durante i lavori di restauro del 1934.
[34] Saggi sono stati condotti anche nelle cisterne ubicate nelle Torri T1 e T2; seppur limitati, essi sembrano comunque confermare i risultati ottenuti nella cisterna della Torre T4.
[35] L'accesso alle cisterne avviene attraverso un boccaglio di diametro di cm. 45-50 e della profondità di m. 2,00-2,50: è evidente quindi che le lastre in questione dello spessore di cm. 20-25 e della larghezza di cm. 70-90 non potevano essere state introdotte successivamente alla costruzione delle cisterne.
[36] Le volte degli stanzini sottostanti sono tutte prive di costoloni: unica eccezione quella di copertura della scala ubicata nella Torre T7, in cui peraltro è poco spiegabile la presenza della cisterna superiore non essendo presenti nella torre locali di servizio.
[37] L'ipotersi di tubazioni esterne alle torri, con inizio dal foro di uscita di cui si è detto, non può trovare alcuna conferma né sembra credibile che un organismo architettonico così complesso e studiato possa ammettere simili soluzioni.