Ripensando sulla cripta, di G.Lanave

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(stralcio da ...)

“Alla scoperta del volto di S. Riccardo”

di Giuseppe Lanave (1912-1996)

Ripensando sui muri della cripta ...

Le mie intuizioni ... provengono da osservazioni e ripensamenti sui muri della cripta e della Cattedrale sui quali mi fermo a lungo e dai quali ricavo ipotesi e fantasie.
Quante volte sono tornato a guardare quei muri della cripta, quel silo, profondo granaio, che è sotto l'altare, che sarà stato scavato prima che si costruisse la chiesa e con il tempo sarà stato adibito a pozzo che raccoglieva le acque piovane.
Foto delle navate della Cripta, dell'Archivio Fotografico Nazionale
Quante volte ho guardato sul lato destro della cripta e sul fondo dell'abside le finestre che si aprivano sulla strada o su di uno spiazzo laterale. La cripta era dunque a livello stradale, non quindi interrata. Non fu costruita come sottocorpo della Cattedrale, ma fu invece incorporata nella successiva costruzione della Cattedrale quando salì, e di parecchio, il livello stradale.
Quante volte ho attraversato la porta con arco a tutto tondo che è sulla sinistra di chi guarda l'altare! Quell'arco mi sa tanto di longobardo, nel suo periodo più antico quando non aveva ancora assimilato il classico. Quell'arco immette in un locale adiacente e in una absidiola che parla chiaramente di una seconda chiesetta accanto alla cripta. Di archi simili ne ho visti altri nei cosiddetti scantinati delle case del borgo antico di Andria.
Che dire poi di quelle colonne che si trovano al centro della cripta? Certamente l'antica Chiesa non poté essere costruita con quegli impedimenti al centro. Dovette essere all'origine un ambiente unico, adatto per una comunità che doveva radunarsi per le sue liturgie.
Foto della Cripta, dal pronao (di M.Monterisi)
Le colonne saranno state sistemate dopo, quando la Chiesa superiore fu allargata con navate laterali più ampie, più alte fino al punto da chiudere le finestre della navata centrale, con le cappelle che davano respiro e spazio a tutto 1'ambiente; quando la Chiesa superiore fu allungata aprendo i tre archi acuti sullo spazio che risultava disponibile in quel lato del castello, (da cui quella marcata asimmetria dell'altare e del presbiterio relativamente all'asse della navata centrale), quando si costruì il secondo piano gotico del campanile, quando si innalzò l'ardito arco del Guadagno (1494). Fu allora che si decise di incorporare la antica chiesa nella Cattedrale ingrandita, di rendere consistente il pavimento del presbiterio rafforzando il soffitto della cripta. Si sistemarono allora al centro colonne e capitelli di varia provenienza (un capitello è certamente del VII secolo), si costruirono le volte a vela, che al centro poggiarono sulle colonne e ai lati si incastrano sui vecchi muri.

È molto probabile che siano originari i quattro ambienti che sono all'inizio della cripta, dove furono sepolte le mogli di Federico II e che costituiscono il pronao dell'antica chiesa.
Così è probabile che sia stata costruita nello stesso tempo quell'ambiente, accanto alla cripta, (sul lato destro di chi guarda l'altare) dove fu riposta la salma di mons. Di Donna. Si tratta di una sala lunga con la volta a botte. Era piena di terra e di ossa. I resti umani li ho depositati in un piccolo ossario scavato nel pavimento e coperto da una lastra.
(da "Alla scoperta del volto di S. Riccardo", AA.VV., Supplemento al Bollettino diocesano, Tip. Guglielmi, Andria, Dicembre 1985, pagg.11-12)