il portico

Contenuto

interno del portico
[elaborazione elettr. su foto di. S. Di Tommaso - 2014]

L'atrio porticato del Santacroce

Il Borsella così descrive l'atrio porticato di accessso alla cattedrale, poco dopo la sua inaugurazione (il portico fu ultimato nel 1844 e il Borsella morì nel 1850)

facciata del Santacroce

"... il vestibolo di pietre vive con ben costrutti archi, e pilastri, che dà ingresso nel tempio per le tre porte raffinatamente raffinate negli stipiti e negli architravi con varie cornici, e con certe quasi orlature ricamate, ti aggradiranno assai. Senza parlare di tre nicchie della stessa pietra da servire per collocare delle statue. ... Ne ti piacerà meno il frontespizio ornato di non ispregevoli stucchi, con sei porte fornite d'inferriate, con lance e festoni in cima di ferro fuso; non che l'ampia loggia sporgente in Chiesa a commodo dei cittadini assistenti alle solennità, che sarebbe propriamente l'orchestra dei Latini (1) son cose tutte che ben s'accordano al lustro del tempio."

[tratto da "Duomo" in "Andria sacra", di Giacinto Borsella, tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pagg. 42-43].

Così oggi (2009) viene descritto nella piccola guida alla visita della Cattedrale:

Tornando al prospetto, dopo aver superato il cancello principale, sulla parete osserviamo tre nicchie, in una delle quali è posta la statua di San Riccardo, originale della copia del monumento votivo del 1741 ... Tre porte anticipano la tripartizione dello spazio interno. Sotto il timpano della porta centrale, decorato da motivi vegetali e geometrici, l'iscrizione che ricorda il restauro diretto dall'architetto Federico Santacroce nel 1844, commissionato dal Vescovo di Andria Mons. Giuseppe Cosenza.

IOSEPH . COSENZA . EPIS[COPUS] . ANDRIEN[SIS] . A . D . MDCCCXLIV
FRIDERICUS . SANTACROCE . ARCHITECTUS . DIREXIT

Sugli architravi dei due portali laterali, i cui elementi decorativi richiamano il portale principale, si leggono le iscrizioni dei due successivi restauri: a sinistra quella del restauro del 1965 sotto Mons. Francesco Brustia

FRANCISCUS . BRUSTIA . EPIS[COPUS] . ANDRIEN[SIS] . A . D . MCMLXV
RESTAURAVIT

a destra quella relativa al restauro appena concluso, voluto da Mons. Raffaele Calabro."

RAPHAEL . CALABRO . EPIS[COPUS] . ANDRIEN[SIS] . A . D . MMVIII
RESTITUIT

[tratto da "La Cattedrale di Andria", AA.VV., Grafiche Guglielmi, Andria, 2009, pp. 29-30]

Quando, tra il 1938 ed il 39 fu totalmente demolito il pericolante Monastero delle Benedettine di piazza Duomo, il suo pregevole portale fu affisso a destra della facciata della Cattedrale (foto sotto).

lato destro della facciata e del portico      portale del monastero delle benedettine murato nella facciata della Cattedrale
[particolare destro della facciata e portale del monastero delle benedettine ivi murato]


Il 13 febbratio 1503, alle prime ore del mattino, in questa Cattedrale 13 cavalieri italiani parteciparono alla Santa messa e giurarono di valorosamente commbattere nella Disfida che di lì a poco avrebbero sostenuto contro 13 cavalieri francesi in un campo tra Andria e Corato allora di proprietà della repubblica veneziana. A ricordo dell'evento nel 1903 sul lato destro del portico della Cattedrale fu affissa una lapide.
Qui a seguire sono riprodotti una immagine della lapide e uno stralcio del "picziolo trattato, cavato dal suo proprio essemplare" ... "scritto da Autore di veduta, che v'intervenne", (opuscolo rarissimo, stampato nel 1547).

lapide sul lato destro del portico    documento giuramento in Cattedrale
[lapide sul lato destro del portico - stralcio documento giuramento in Cattedrale (da stampa del 1547)]

Si trascrive la parte del testo che riferisce quanto accadde nella nostra Cattedrale.

"Radunati in sieme li Tredeci Cavalieri Italiani, in Andri, & ivi con lloro Prospero Colonna, el Duca de Termuli, & altri Cavalieri Italiani, e Spagnoli, la Domenica di sera, a li Dodeci del mese. Fu concluso: che senz’altro lo Lune di seguente, ch’era la giornata deputata, cõ lo nome del Signor Idio, se dovessero presentar’ al campo.
Ma per che mal’ se puo fare cosa alcuna per gli huomini: senza il favor del .S. ch’el tutto vede, & opra. Lo Lune di matino gli Tredeci Cavalier accompagnati, da gli pre nominati, andorno alla messa devotissimamente, volēdo procedere in una cosa di tãta importãza, e fama, Cristianamente: e con sollennita di religione sperando nõ per questo haversegli agiūgere piu animo ( di quel ch’aveano ) ma da un tal debito, & honor’, restar confirmatissimi, in quello haveano deliberato.
Et cossi comunicato il preite, alla fin’ della messa. Lo Hettor’ fieramosca andò da Prospero Colonna: e lo priego li concedesse, posser richiedere, gli soi compagni d’un sollenne giuramento. Lo che piacque al Prospero Colonna, e cossi Hettor’ se voltò a’ suoi compagni, humanissimamente pregandoli, gli piacesse giurar’, quel medesmo che lui giurava. Allo che risposero quei Cavalieri, ch’erano contentissimi seguirlo, in ogni Fortuna. Lui se ingenochio avante l’altare, dove il preite anchora diceva la messa, e poste le mano gionte sovra lo Evangelio, giuro ad alta voce.
Voler prima morire, che uscir’ del campo per su’ voluntà, altro che vencitore. Et prima elegersi la morte, che mai rendersi per vinto con soa bocca: e poi vedendo alcun’ de soi compagni haver’ bisogno d’agiuto far in tal caso, come desiderasse fosse fatto in persona soa, per ricuperation de soi cõpagni: ancho che sapesse di perdere la vita.
Fatto tal giuramento, diede luoco à gli altri, quai de buona voglia fero il simele giuramento. Et ancho di stare ad un’ voler, ad un’ esseguir’ per quanto la buona sorte, e forza, de ciascuno bastasse.
Partiti dalla messa, se n’andorno alla stãtia di Prospero Colonna. Dove fero giontamēte colatione: & poi se nandorno alliegramēte ad armare, & armati mõtorno à cavallo, … "

[testo tratto dal rarissimo opuscolo in 8° "SUCCESSO DE LO COMBATTIMENTO delli Tredeci Italiani, e Tredeci Franciosi, fatto in Puglia, con la Disfida, Cartelli, e la Virile Essortazione, che fece lo Capitaneo Fieramosca à gli compagni, e la gloriosa Vittoria ottenuta da gli Italiani. Nel anno. 1503" (a cura) di Giovanbattista Damiani, stampato nella fidelissima Citta di Capua, per Giovanne Sultzbach, A dì undeci di Giunio. 1547, pp. 21r, 21v, 22r del duerno F.]


Metà Seicento: le nuove porte della facciata ed eliminazione dell'antico portico

Nel 1654 mons. Cassiano rifà le tre porte d'ingresso; lo dichiara nella sua visita ad limina dell'8 dicembre 1654: "tres novæ portæ fiunt ex albo lapide affabrè incisæ."; cioè: "si realizzano tre nuove porte in pietra bianca, artisticamente incise".

Fino a metà Seicento la Chiesa Cattedrale aveva davanti alla facciata un portico, forse del periodo in cui fu eretta a tre navate, il XII secolo, o del successivo. Ciò risulta da un documento: la relazione redatta dal notaio della visita pastorale di mons. Ascanio Cassiano nel marzo del 1656.
Ecco cosa fa annotare il vescovo:

[trascrizione del testo originale in latino] [traduzione]

"Porticus, quæ innixa erat prospectui Ecc.[lesi]æ è regione feré Monasterij Monialium S. Trinitatis, quia vicinam minabat.[ur] ruinam, lumen Ecc.[lesi]æ impediebat, et fiebant in eo son[o]res, nobis mandantibus, fuit diruta, atq.[ue] in eius spatio aptata in cincinniorẽ formã perpulcra planities, è supra eam pavimentum ad quod per tres gradus lapideos ascenditur, occupat totã basim prospectus Ecc.[lesi]æ, æquaturq.[ue] cum limine portarum eius.
Hac in planitie nec ludi, nec nundinæ, nec prophanum quidpiam perpetratur."

"Il portico, che si appoggiava al prospetto della Chiesa a partire dalla zona presso il Monastero delle Monache della SS. Trinità, poiché minacciava prossimo crollo, toglieva luce alla Chiesa, e in esso si facevano strepiti, su nostro ordine, fu abbattuto, e al suo posto realizzato un bellissimo sagrato nella forma più ricercata ed indi pavimentato; ad esso si sale per tre gradini, impegna tutto il piede del prospetto della Chiesa ed è appianato con la soglia delle porte.
In questo sagrato non è permesso giocare, far mercato, compiere qualsiasi attività profana."


   leone stiloforo
[stralcio dalla visita pastorale di mons. Cassiano del marzo 1656; documento della Biblioteca Diocesana di Andria    - Leone stiloforo]

Mi piace immaginare tale portico; me lo vedo realizzato con lo stile proprio del tempo, come quello, ad esempio, che abbelliva e proteggeva l'ingresso della chiesa di Sant'Agostino.
Tra i reperti archeologici esiste un leone stiloforo (foto a lato di Confalone) che potrebbe essere appartenuto a tale portico, presso un portale della Chiesa (o forse era davanti al portale laterale?, in quanto sembra che lì lo abbia visto e descritto il Borsella?), anche se le sue dimensioni, come fanno notare alcuni studiosi, sono un po' ridotte per tale uso.
Scrive infatti Filomena Lorizzo nel testo sotto citato:

"Le dimensioni ridotte del leone rendono poco probabile un suo impiego nel portale principale; è plausibile la sua provenienza da un pulpito o da una finestra, come ipotizza Schafer - Schuchardt.
Il leone ha il naso largo e lungo, gli occhi con contorni marcati e con le pupille colorate, i denti serrati di colore marrone; altre tracce di colorazione sono visibili sulle gote, sul petto e sulla criniera.
La criniera, realizzata con scarso aggetto, è divisa in tante ciocche che terminano con la punta arricciata.
L'animale è accosciato con le zampe posteriori su un basamento, mentre le zampe anteriori sono spezzate; la coda gira sotto la pancia del leone e termina curvando sul fianco sinistro.
"

[tratto da "La Cattedrale di Andria", Filomena Lorizzo, tip. S.Paolo, Andria, 2000, pp. 74-75]