A. Franco, Visita ad limina del 19 Set 1608

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(stralcio da ...)

“ Visita ad limina” del 19 Settembre 1608 [1]

(presentata ad sacra limina il 17 Marzo 1609)

di Antonio Franco (vescovo di Andria dal 1604 al 1625)


[trascrizione del testo originale in latino] [2]] [traduzione]

Sacrę Cong.[regatio]ni Ill.mo[rum] R.mo[rum] DD. Cardinaliu’
Concilij Tridentini Interpretum

Visitatio liminum per procu’[rato]rem E[pisco]’pi Andrien’[sis]


Relatio status Ecc.ę Andrien’ facta
per me Antoniu’ Francu’ dictę Civita-
tis Episcopu’ in Visitatione sac.[rorum]
liminum Anno D.[omi]ni M.DCViij

Relationem facturus Cathedralis Ecclesię Andrien’, relictis, quę ad ipsius Civitatis situs, ędificior[um] magnificentić, aliaq[ue] sęcularia spectans, tantumodo ea, quę ad sp[i]ri[tu]alē regimen pertinent, tractabo.

Est igitur in eminentiori parte Civitatis sita Ecc.[lesi]a Cathedralis sub titulo S.[anct]ę Marię Virginis assumptae, grandis admodu’, et antiquua, tribus navibusq[ue] miro ordine, aptč, ac pluribus colunnis disposita, nulla prorsus in praesentia[rum] indigens reparatione, cum ea, quę vetustate, vel alio casu consumuntur, in dies reparentur.
Habet sachristiam valdč magnam sacris suppellettilibus et ad pontificaliter cœlebrandu’ satis refertam, ad latus maioris altaris sitam, et pavimento eiusdem altaris ęquata’.
Habet organu’ grande, sonorum, musicę accommodatu’;
Turrem quoq[ue] sacra’ habet quatuor campanis ornatam; et licet ą parte foris Ecc.[lesi]ę ad dicta’ turrem ascendat[ur], tamen super ipsiq[ue] Ecc.[lesi]ę murum constructa est; Curam ipsiq[ue], et campana[rum] pulsandi habent duo ex dicta Ecc.[lesi]a in sacris constituti, qui quolibet Anno gradatim ad tale onus substituuntur.

Habet fontem baptismalem, in quo non omnes baptizant[ur] ut inferius dicitur de Colleggiata S.ti Nicolai.
Habet quamplures reliquias insignes, et pręcipuč corpus integru’ sancti Riccardi ex Anglia, qui ipsius Ecc.[lesi]ę Andren’ primus Ep[iscop]us fuit, ac Protector; Spina’ coronę, ac frustum ligni S. Crucis Dńi Nri Iesu Christi, Caput S. Columbę Virginis, et martiris, Unum ex lapidibus S.ti Stefani, de lacte, atq[ue] capillis S. Virginis Marię, quę omnia thecis argenteis ligneisq[ue] deauratis, nobili opere, magna decentia, maxima populi devotione adservantur.

Dicta Ecc.[lesi]a Cathedralis est Receptizia [3], non habet Canonicos, Presbiteri vivunt ex massa capitulari, quę vigore statuti, etiam si Sacerdotum sit infinitus numerus, inter sexaginta antiquiores tantum partit[ur] et quęlibet portio annuatim ascendit ad septuaginta vel circa ducatos monetę Regni Neapolitani.
Habet quinq[ue] Dignitates, quar[um] p.[rim]a post Pontificalem, est Archidyaconatus, secunda Archipresbyteratus, 3.Ŗ Cantoratus, 4.Ŗ Primiceriatus, 5.Ŗ Prioratus quę nulla’ habent prębendam ą massa capitulari separata’, sed tantum sex carlenos ultra dicta’ portione’.

Inservit[urn] dictę Ecclesię in missis, et horis canonicis ac aliis divinis officijs non modo per Sacerdotes, Dyaconos, Subdyaconos, et Clericos supra centesimu’ numeru’, sed etiam per dictas Dignitates;
Missis privatis ex peculiari ipsiq[ue] Ecc.[lesi]ę obligatione pro testator[um] voluntate, nec non benefactor[um] ab eisdem servata tabellę forma quolibet die gradatim satisfit, et de satisfactis habet liber, in quo testator[um], benefactor[um], et caelebrantiu’ nomina adnotantur.

Insunt in dicta Ecc.[lesi]a pauca beneficia, et ad modu’ tenuum, quor[um] alia sunt de iure patronatus laicor[um], alia spectant ad ordinaria’ collationem.

Alla Sacra Congregazione degli Ill.mi R.mi Signori Cardinali
interprete [dei canoni] del Concilio di Trento

Visita ai sepolcri apostolici del Vescovo Andriese, tramite procuratore


Relazione sullo Stato della Chiesa di Andria
di Antonio Franco Vescovo di detta Cittą
redatta per la [triennale] visita in Roma
alle Basiliche di S. Pietro e Paolo nell’anno del Signore 1608

In questa relazione dello Stato della Chiesa Cattedrale Andriese, omesso quanto riguarda la stessa Cittą, la magnificenza dei palazzi e le altre informazioni della vita civile, parlerņ soltanto di ciņ che attiene alla sfera spirituale.

Nella zona pił elevata della Cittą sorge la Chiesa Cattedrale intitolata a S. Maria Vergine Assunta, molto ampia, antica, mirabilmente organizzata in tre navate ed eretta su parecchie colonne, attualmente non necessita di riparazioni, poiché immediatamente si ripara ciņ che per vetustą o per altri eventi si deteriora.
Č dotata di una sacrestia molto grande e sufficientemente fornita delle sacre suppellettili per la celebrazione pontificale, posta presso l’altare maggiore col pavimento al suo stesso livello.
Ha un grande organo, ben intonato e accordato.
Ha un campanile dotato di quattro campane; č possibile salire sul detto campanile esternamente alla Chiesa, nonostante sia costruito sul muro della stessa Chiesa. Badano al campanile e al suono delle campane due chierici di detta Chiesa, i quali durante l’anno e gradualmente si scambiano l’incarico.

C’č il fonte battesimale, ma non tutti sono battezzati in esso, come pił gił č riferito parlando della Collegiata di S. Nicola.
Possiede molte insigni reliquie, e principalmente il corpo intero di S. Riccardo d’Inghilterra che di questa Chiesa Andriese fu il primo Vescovo e Protettore; una Spina della corona e un pezzo della S.ma Croce di Nostro Signore Gesł Cristo, la testa di S. Colomba vergine e martire, uno dei sassi di S. Stefano, del latte e capelli della SS.ma Vergine Maria, le quali tutte si conservano in teche d’argento e di legno dorato, artisticamente lavorate, per l’ammirazione e la devozione del popolo.

Detta Chiesa Cattedrale č recettizia, non ha Canonici, i Presbiteri vivono dalla massa capitolare, la quale in base allo statuto, anche se il numero dei Sacerdoti sia smisurato, viene divisa soltanto tra i sessanta pił anziani e ogni porzione di un anno raggiunge circa settanta ducati in moneta del Regno di Napoli.
Ha cinque Dignitą, delle quali la prima, dopo quella Pontificale, č l’Arcidiaconato, la seconda l’Arcipresbiterato, la 3Ŗ il Cantorato, la 4Ŗ il Primiceriato, la 5Ŗ il Priorato, le quali non hanno altra prebenda separata dalla massa capitolare, all’infuori di sei carlini in pił a detta parte.

Nelle messe di detta Chiesa, come anche nella recita delle ore canoniche e degli altri uffici divini operano non solo i Sacerdoti, Diaconi, Suddiaconi e Chierici per un totale di circa cento elementi, ma anche le dette Dignitą.
Ogni giorno gradualmente da un dedicato elenco tabellare si ottempera alle messe private derivanti da obbligazioni proprie di questa Chiesa secondo la volontą dei testatori o benefattori, delle messe celebrate c’č un libro nel quale sono annotati sia i nomi dei testatori e benefattori che dei celebranti.

In detta Chiesa esistono pochi e piuttosto scarsi benefici, dei quali alcuni appartengono al patronato dei laici, altri rientrano nel contributo ordinario.


Est etiam in dicta Civitate Colleg.ta Ecc.[lesi]a sub invocatione sancti Nicolai, non multu’ ampla sed bene proportionata, duobus fornicibus, et navi sola constans, cuiq[ue] tectu’ bene et noviter constructu’ est.
Habet sachristiam pro sui Cleri capacitate satis apta’, et vestimenta ad cultu’ divinu’, et sollemniter celebrando opportuna.
Turrim sacrć habet duabus campanis, cuiq[ue] curam gerunt ijdem sachristę qui sachristię praefatę pręficiuntur.
Habet fontem baptismale’ valde antiqua’, in ipso baptizant[ur] ijdem de Civitate sicut et in Cathedrali Ecc.[lesi]a, cum libera sit facultas omnibus suos infantes ad hunc fontem, vel ad fontem Cathedralis ex antiquua consuetudine, et sine ulla prorsus differentia deferre, sicut inter istas Ecclesias communis est anim[arum] cura, et sacramentorum administratio. De susceptis ad eodem fonte baptismali fit liber, in quo annotant[ur] baptizat[orum], Parentu’, compatru’, et baptizantiu’ nomina.
Est hęc Ecc.[lesi]Ŗ receptitia, caret Canonicis, et ut in Cathedrali Presbiteri vivunt ex massa capitulari, quę in viginta quinq[ue] antiquiores tantum ob(?) dividitur et portio cuiusq[ue] ad ducatos septuaginta vel circa quolibet anno ascendit.
Sunt in ea tres Dignitates, quarum p.[rim]Ŗ est Prępositus, 2.Ŗ Cantor, et 3.Ŗ Primicerius, qui non habent prębenda’, aut quicquam aliud pręter massa communem; Prępositus solus habet sex carlenos annuos.
Habet organu’ valde concinne.
Inserviunt in missis, horisq[ue] canonicis, et alijs divinis officijs per Dignitates, Sacerdotes, Dyaconos, et Subdyaconos, ac Clericos omnes ad numeru’ quadragesimu’. Missę privatę et de ecclesię speciali onere iux.Ŗ mente’ benefactor[um] et testator[um] servata gradus prerogativa quotidie celebrant[ur] et adnotantur in libro ut in Cathedrali.
Sunt in dicta Ecc.[lesi]a aliqua beneficia tenui redditus, spectantia ad collatione’ ordinarić, alia de iure patronatus laicor[um].

In detta Cittą esiste anche la Chiesa Collegiata intitolata a S. Nicola, non molto ampia ma ben proporzionata, realizzata con due fornici e a navata unica, il cui tetto č stato di recente ben realizzato.
Ha una sacrestia sufficientemente ampia per il suo Clero, e un adeguato abbigliamento per il culto divino e per le celebrazioni solenni.
Ha un campanile con due campane, alla cui cura badano gli stessi sacristi che gestiscono la suddetta sacrestia.
Ha un antichissimo fonte battesimale, nel quale sono battezzati i Cittadini come nella Chiesa Cattedrale, infatti per antica usanza č per tutti libera la scelta e senza alcuna differenza di battezzare i propri bambini a questo fonte o a quello della Cattedrale, cosģ come č comune tra queste Chiese la cura delle anime e l’amministrazione dei sacramenti. Esiste un libro di quelli accolti a questo fonte battesimale, nel quale sono annotati i nomi dei battezzati, dei loro Genitori e padrini.
Questa Chiesa č recettizia, non ha Canonici e, come in Cattedrale, i Presbiteri vivono dalla massa capitolare, che viene ripartita solo tra i venticinque pił anziani ed ogni porzione annuale ammonta a circa settanta ducati.
In essa esistono 3 Dignitą, delle quali la prima č il Preposto, la 2Ŗ il Cantore e la 3Ŗ il Primicerio, i quali non hanno prebende, né altro dalla massa comune; solo il Preposto gode di sei carlini annui.
Ha un organo molto armonico.
Tra Dignitą, Sacerdoti, Diaconi, Suddiaconi e Chierici sono quaranta in tutto gli addetti al servizio delle messe, delle ore canoniche e dei divini uffici. Ogni giorno rispettando l’ordine si celebrano le messe private derivanti da obbligazioni proprie di questa Chiesa secondo la volontą dei benefattori e testatori, indi si annotano in un libro come in Cattedrale.
In detta Chiesa esistono alcuni benefici di scarso reddito, alcuni rientranti nel contributo ordinario, altri appartenenti al patronato dei laici.


Est etiam extra mœnia Civitatis altera Ecc.[lesi]a Colleggiata sub titulo S. Annuntiatę, satis antiqua, tres habens naves columnis divisas, fornicem lapideu’, et tectu’ pluvijs obnoxium. et tectu’ navis dexterę adeo collabit.[ur], ut illuc accedentibus ruina animaru’ videatur. Curavi et institi ut reficeret.[ur] sed cum sit de Iure patronatus cõmunitatis quę Ep[iscop]u’ semper est infesta, ni miru' si neat;
Habet sachristiam angustissima’ et incomoda’, indigens paramentis ad divinu’ cultu’ necessarijs;
Habet turrim sacrć du[a]bus campanis;
Haec Ecc.[lesi]a videtur est receptitia, non habet canonicos, et Presbiteri vivunt ex massa capitulari, quorum numerus non est praefinitus; sed ad participationem admittunt[ur] omnes qui sacris ordinibus sunt initiati, et servitium prestant[ur] ą quolibet iuxta sui ordinis susceptionem.
Habet tantumodo una’ Dignitatē, q[uę] est Prioris; inservit[ur] ab omnibus ut dictum est de aliis duabus Ecclesiis, et missis privatis eodem modo satis fit, et annotatur.
Non habet fontem baptismate, neq[ue] sacramentor[um] administratione’.
Sunt in dicta Ecc.[lesi]a aliquis beneficia tenuissima de Iure patronatuus laicor[um], et de ordinaria collatione.

Fuori delle mura della Cittą c’č l’altra Chiesa Collegiata dedicata alla SS. Annunziata, molto antica, con tre navate separate da colonne, [l'arco della] volta in pietra, il soffitto deteriorato dalla pioggia, e quello della navata destra quasi crolla, cosģ che ivi si teme sciagura per chi vi accede. Mi preoccupai ed insistetti che fosse riparato, ma poiché č sotto il Patronato dell’Universitą, sempre in lite col Vescovo, non strano che si defilasse(?);
Ha una sagrestia strettissima e scomoda, č carente dei paramenti necessari al culto divino;
Ha il campanile con due campane;
Questa Chiesa dimostra di essere recettizia, non ha canonici, i Presbiteri vivono dalla massa capitolare e il loro numero non č prefissato; tuttavia tutti quelli titolari degli ordini sacri sono ammessi alla partecipazione ed il servizio č da ognuno prestato secondo il proprio grado.
Ha una sola Dignitą, che č il Priore; tutti prestano servizio cosģ come s’č detto  per le altre due Chiese, e le messe private sono celebrate ed annotate nello stesso modo.
Non ha fonte battesimale, né l’amministrazione dei sacramenti.
Esistono in detta Chiesa alcuni scarsissimi benefici sia appartenenti al patronato dei laici, sia spettanti alla raccolta ordinaria.


Est in dicta Civitate Monasteriu’ Monaliu’ sub Regula S.ti Benedicti, sub titulo S. Trinitatis, moniales clausura’ servant, ullo unq[ue] tempore septa monasterij exeuntes; habent cratam nimis arcta’, ubi accedentes, obtenta prius ą nobis, vel ą n[ost]ro Vic.[ari]° licentia in scriptis, ipsas alloquunt[ur].
Chorum veteris, ubi horas, et alia divina officia recitant, intus Ecclesia supra columnas elevatu’ ą parte inferiori ipsiq[ue] Ecc.[lesi]ę situ’ est, ita cancellatis obstru[c]tu’, ut Moniales ą nemine inspici possunt.
A parte cornu Ep.[isto]lę maioris altaris situ’ est Confessionarium ubi audiuntur confessiones monialiu’, et sanctissimu’ Eucharistię sacramentu’ eis defertur, quod Confessionariu’ septu’ est parva porta ferrea, et clave custoditur.
Moniales ipsae miserrimam ducunt vita’, tum quia ab Universitate non adiuvant[ur] et eoq[ue] introitus, ex quo victualia tempor[um] calamitate sunt aucta, ad quotidianum victu’ non sufficiunt; tamen etiam, quia multi ear[um] patres et alij cumsanguinei usq[ue] nunc dotem solvi solita’, et debita’, nčc quoad suste[ntationem] principale’, nec quoad fructis satis fecerunt: et[si] quamquam pro huiusmodi solutione multu’ laboravimus, tamen quia debitores sunt laici, et notorič dissentientes ą Curia Ep.[scopa]li sc.[ilicet] ducali Curia adiuva[n]tes satisfatione’ unquam consequi potuimus.
Hoc non obstante Moniales pręd.[ict]ę vivunt vitam religiosam, et exemplarẽ. hoc tantłm excepto, quod aliquando necessitate … regulę observantiam quoad proprietatem violarunt, nempč quę propriis manibus acquirebant, sibi aplicando; et de hoc ipsemet mulieres sacra’ Ep.[iscop]orum et regularium Congregationem certiorẽ fecerunt, quę eis benigniss.mo more, ipsas ą censuris occatione praed.a absolvit. Supplicatur in hoc de opportuno rimedio.

C’č in detta Cittą un Monastero di Monache sotto la Regola di S. Benedetto, intitolato alla SS. Trinitą; le monache osservano la clausura, mai uscendo dalla porta del monastero; hanno una grata molto stretta, accedendo alla quale esse comunicano, dopo aver ottenuto da noi o dal nostro vicario un permesso scritto.
Un antico coro, dove recitano le ore e gli altri uffici divini, č elevato nella parte inferiore (nella controfacciata) della Chiesa su due colonne, protetto da una cancellata cosģ che le monache non possano essere scorte da alcuno.
Sul lato corrispondente a quello nel quale si legge l’epistola sull’altare maggiore c’č il Confessionale, dove sono ascoltate le confessioni delle monache e vi si conferisce loro il santissimo sacramento dell’Eucarestia; tale Confessionale č separato da una porticina di ferro protetta da chiave.
Queste monache conducono una vita stentatissima, in seguito al fatto che non sono aiutate dall’Universitą e le loro entrate, donde si acquistano le vettovaglie nella calamitą dei tempi, non bastano per il vitto giornaliero; anche perché molti dei loro genitori e consanguinei, che finora versavano la consueta e dovuta dote, non soddisfecero pił né la retta principale né le rendite: nonostante che per tale problema molto ci siamo adoperati, tuttavia poiché i debitori sono laici, notoriamente contrari alla Curia Episcopale e senza dubbio sostenuti dalla Curia Ducale, non potemmo raggiungere alcun risultato positivo.
Ciņ nonostante le predette Monache conducono una vita religiosa ed esemplare, un sol fatto eccettuato, che qualche volta spinte dalla necessitą hanno mancato l’osservanza della regola sulla proprietą, appunto prelevandola con le proprie mani, facendone uso privato; di ciņ esse stesse informarono la Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari, che molto benignamente come sempre, le assolse dalle censure per tale circostanza. Si supplica per una opportuna soluzione del caso.


Habentur in hac Civitate multę laicor[um] Confraternitates, sub diversis titulis, et nominibus, quę aliquę utunt[ur] saccis in associandis defunctor[um] corporibus, et alijs piis operibus exercendis, aliquę habent annuos redditus certos, et alię questuant[ur], erogantes in ear[um] de__ Confraternitatu’ usu, in puellis maritandis, et pauperum subventione.

Adest Mons pietatis sub vocabulo Sanctę Marię redditus annuor[um] ducator[um] quingentor[um] vel circa, ą tribus Deputatis ad eor[um] vita electis gubernat[us]; quorum ex ipsis duo cura’ habent iuxta pauperum egentium dictos redditus dispensare, et alius solvere, mediantibus cedulis, seł bollettinis ą pręfatos duos propria manu subscriptis.
Nostrę Ep.[iscopa]li Curię eor[um] administrationis actione’ reddunt.

Communitas Civitatis pręd[ict]ę ut_ hę__ cuiusda’ Annę Saliedę prędefunctę, quolibet anno impendit ducatos biscentum vel circa in emendo pannos laneos, et in die festivitatis S. Annę sortę extrabunt[ur] pauperes Civitatis, quibus dicti panni ad vestiendu’ distribunt[ur].

Habet etiam Hospitale sub invocatione S. Marię Misericordię in quo omnes peregrini hospitant[ur] et infirmi utriusq[ue] q’ sexus, distinctis, dormitorijs curantur. Pro cura, et gubernatione d.[ict]i hospitalis, habet(?) hospitalariu’, et alios, qui in il_ quotidič pre__ sunt.
Un.[iversi]tas pręd.[ict]a anno quolibet ex electis ad regimen Civitatis deputat tres, duo scilicet, ut pręter’ generale’ cura’, quąm hospitalis p.[redic]ti habere tene[n]tur, eius frutctus summć ducator[um] quatuor cent’ excedentes, benč impe[n]di curent; et alius, qui Perceptor vocat[ur] ut illos fructus exigat, et mandato ab eisdem subscripto, cum … de receptis, solvat. … cura’ quoq[ue] gerunt, expositos pueros usq[ue] ad septemnium abere, et … septemnio ad eor[um] voluntatem aut eisde’ nutricibus ipsos relinquunt, aut alior[um] servitijs accomõdant.

Si hanno in questa Cittą molte Confraternite di laici, sotto diversi titoli e denominazioni, alcune delle quali usano l’abito di sacco nell’accompagnare i morti, altre nel compiere le opere pie; alcune hanno rendite annuali sicure, altre questuano, erogando secondo l’uso delle Confraternite, doti per giovanette da maritare, e sovvenzioni per i poveri.

C’č un Monte di Pietą chiamato di Santa Maria con un reddito di circa cinquecento ducati annui amministrato da tre Deputati eletti a vita; due dei quali sono incaricati a distribuire tali redditi tra i poveri indigenti, l’altro č incaricato di pagare le somme con cedole o bollettini dagli altri due personalmente firmati.
Essi rendono conto della loro amministrazione alla nostra Curia Episcopale.

La Comunitą di detta Cittą, dall’ereditą della defunta Anna Salzedo, ogni anno spende circa duecento ducati nell’acquisto di abiti di lana, poi nel giorno della festa di S. Anna vengono sorteggiati alcuni poveri della Cittą ai quali sono distribuiti quei vestiti.

Ha anche un Ospedale intitolato a S. Maria della Misericordia nel quale sono ospitati tutti i pellegrini e gli infermi di ambedue i sessi, curati in dormitori separati. Per la cura e l’amministrazione detto ospedale ha un ospedaliero ed altri che vi operano giornalmente.
La suddetta Universitą ogni anno tra gli eletti al governo della Cittą ne incarica tre: precisamente due che, oltre a dover assicurare la cura generale del predetto ospedale, debbono provvedere che siano ben spesi gli interessi eccedenti la somma di quattrocento scudi; l’altro incaricato, chiamato Percettore [Cassiere] perché esiga gli interessi, sottoscritto ad essi il mandato, paghi le cure dei ricoverati. Gestiscono inoltre la cura dei bambini esposti [trovatelli] finché raggiungono i sette anni; superati i sette anni, in base ai loro desideri vengono affidati o alle loro nutrici, o li assegnano ai servizi di altri.


In p.ta Civitate sunt tria monasteria Regulariu’, videlicet, Monasteriu’ S.ti Dom.[ini]ci, Monasteriu’ Conventualiu’ S.ti Fran.[cis]ci, et monasteriu’ S.ti Augustini; foris extra, et propč muros d.[ict]ę Civitatis alia duo, F. Minor[um] S.ti Fran.[cis]ci de observ.[anti]a et ordinis Capuccinor[um]. Omni benč vivunt et max.[im]a populi edific.[atio]ne.

Habet et[si]’ ą Civitate p.[redic]ta miliario distans aliud Monasteriu’ ordinis S.ti Benedicti valdem magnum, eius Ecc.[lesi]a est sub Invocat.[io]ne S. Marię Miraculor[um] divitijs affluens, et divino cultui perspicua ob maximam devotionem crebra, et continua miracula quę inibi S.ma Dei Mater operat[ur] ex quo fit ut nč dum vicini, sed etiam remoti christiani fideles ad ipsa’ visendam adveniunt.

Nella predetta Cittą esistono tre monasteri regolari, cioč, il Monastero di S. Domenico, in Monastero dei Conventuali di S. Francesco ed il Monastero di S. Agostino; fuori al di lą e presso le mura di detta Cittą altri due: uno dei Frati Minori di S. Francesco di Osservanza e l’altro dell’ordine dei Cappuccini. Vivono santamente a massima edificazione del popolo.

A circa un miglio dalla predetta Cittą c’č un altro Monastero dell’ordine di S. Benedetto molto grande, la sua Chiesa č intitolata a S. Maria dei Miracoli colma di ricchezze, eccelsa nel culto divino a causa della grandissima devozione per i frequenti e continui miracoli che qui la SS. Madre di Dio opera, per questo accade che vi sopraggiungono non solo i vicini, ma anche i cristiani fedeli lontani.


Animę Civitatis sunt ad quindecim milia, vel circa; Adsũt Confessores et Penitentiarij pro debita sacram.[en]torum administrat.[io]ne sufficienti numero.

Nullu’ adest in hac Civitate clericor[um] seminariu’, nec adesse potest, cum omnino deficiat modus; Sed tantu’ adsunt quatuor humanitatis magistri eiusdem Cleri Presbiteri, ą quibus omnes dictę Civitatis tąm Clerici, quąm laici, tąm in minori, quam in maiori ętate constituti, ad discendum confusč accedunt.

Populus Civitatis regulariter est catholicus, et ministror[um] ecc.[lesiasti]corum maximč devotus; tamen aliquando ob timores, et respectus humanos non modo dictos ecc.[esiasti]cos Ministros invitus fugit, sed enixč persequit[ur]:
frequentćtur in dicta Civitate, precipuč quatragesimali tempore quatraginta horar[um] Oratio, Penitentię, et Eucharistię sacramenta, Vigiliar[um] omniu’ cum nonũllis alijs devotis diebus ieiuniu’, et pro aliquibus gravibus causis, sępe fieri solet de n[ost]ro, aut n[ost]ri Vicarij mandato, sollemnis processio.

Inest tamen p.[rędic] Civitatis continua perturbatio ob superior[um] laicor[um] prętensiones, quas habent contra iurisditionem, libertatem, immunitatem, et ministros eccl.[esiasti]cos; contra quos cum huiusmodi occasione multa, magna, et gravissima committi delicta permissum fuit, et quod peius, delinquētes nomine et sumptibus Un.[iversita]te prędictę defensi fuerunt; Quod quidem cum sit notoriu’ Sac.[rę] Ep.[iscopa]li Cong.[gregatio]ni, Vobis Ill.mis Superioribus, ac etiam D.[omi]ni Xri[sti]’ Sanctitati, non replicatur, eo maximč, quia né iurisditio, libertas, immunitas, et Ministri ecc.[esiasti]ci prędicti remaneant oppressi, et indefensi, conveniens, et opportunum exspectat[ur] remedium.

Ant.[oniu]s Francus Epus Andr.[iensi]s

[sul retro del foglio
 la certificazione di avvenuta visita
]

Relatio status Ecc.ę Andrien’
facta per Antoniu’ Francum
Episcopu’ eiusdem Civitatis
in Visitatione sacror.[rum] liminu’
Anno D.[omi]ni M.DCViij

... dģe 19 7[ptem]bris 1608.
_________________________
Ex.pta Die xvii. Martii M.D.IX.

Gli abitanti della Cittą sono circa quindici mila; vi sono Confessori e Penitenzieri in numero sufficiente alla dovuta gestione dei sacramenti.

Non c’č in questa Cittą un seminario di Chierici, né vi potrą essere, mancando ogni condizione. Tuttavia ci sono quattro maestri di scienze umane Sacerdoti dello stesso Clero, dai quali tutti di detta Cittą, sia Chierici che laici, sia piccoli che adulti, organizzati, accedono indistintamente all’apprendimento.

Il popolo della Cittą č regolarmente cattolico e rispettoso dei ministri ecclesiastici; tuttavia talvolta per paura, rispetto umano pur non volendo evita detti ministri ecclesiastici, ma poi assiduamente frequenta.
In detta Cittą specialmente nel periodo delle “quattro tempora” si frequentano la Preghiera delle quaranta ore, i sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia, il digiuno nelle Vigilie e in molti altri giorni consacrati, inoltre in alcune gravi circostanze, su nostro mandato, o del nostro vicario, spesso si suole fare una processione solenne.

Esiste purtroppo nella predetta Cittą un continuo sconvolgimento per le prevaricazioni degli amministratori laici contro il diritto, la libertą, l’immunitą e i ministri ecclesiastici; contro di essi infatti con ogni pretesto fu permesso commettere grandi e gravissimi delitti e, ciņ che č peggio, i delinquenti furono appoggiati e difesi a spese della predetta Universitą (Amministrazione). Pertanto, poiché ciņ č risaputo dalla Sacra Congregazione dei Vescovi, da voi Ill.me Eccellenze, ed anche dal Santo Padre, fate che non si ripeta, e soprattutto, affinché il diritto, la libertą, l’immunitą e gli stessi ministri ecclesiastici non continuino ad essere attaccati e restino indifesi e si attende una giusta e favorevole soluzione d’aiuto.

Antonio Franco Vescovo di Andria

[sul retro del foglio
 la certificazione di avvenuta visita
]

Relazione sullo stato della Chiesa di Andria
redatta da Antonio Franco
Vescovo della stessa Cittą
in [allegato alla] visita delle basiliche vaticane
nell'anno del Signore 1608

... il 19 settembre 1608.
_________________________
Presentata nel giorno 17 Marzo 1609.



NOTE

[1] Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da "Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
[2] Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto, non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
[3] Fino a metą Ottocento (15/08/1867) era chiamata "recettizia" una Chiesa (del Regno di Napoli) che avesse un Collegio o Capitolo di Sacerdoti, giuridicamente costituito, dedicato alla cura delle anime e con l'obbligo di recitare o cantare collegialmente l'ufficio divino; il Collegio o Capitolo possedeva un patrimonio (derivanti da donazioni o acquisti) le cui rendite erano divise equamente tra i suoi membri.