A. Cassiano, Visita ad limina dell’8 Dic 1654

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(stralcio da ...)

“ Visita ad limina” dell’8 dicembre 1654 [1]

di Ascanio Cassiano (vescovo di Andria dal 1642 al 1657)


[La relazione č preceduta dalla scrittura notarile del giorno 11/11/1654, nella quale il vescovo Ascanio Cassiano nomina come suo sostituto nella Visita ad Limina D. Giuseppe Ciappetta, sacerdote della Cattedrale]

[trascrizione del testo originale in latino] [2]

Emin.mi, et R.mi Pres. D.ni, et Pro.ri Col.[endissi]mi.

Pro vigesimo tertio munus visitandi Sacra limina per memet obirem … cruris, et stomachi solita imbeccillitate pressus, id explere nequirem.

Civitas hęc mea Andrien’ est in Regno Neapolitano in Apulia Peucetia sub utili dominio DD. Caroli Carrafę illius Ducis, suffraganea Tranen’, et eadẽ , et Ruben’, Minerbinen’, Vigilien’, et Canusina Ecc[lesi]Ŗ sunt confines.

Cathedralis est receptitia [3], sub invocat[io]ne Virginis Assumptę, in qua et corpus S. Richardi primi eiusdẽ E[pisco]pi et Civitatis P[at]roni, et quamplurime Sanctorũ Reliquię decenter asservatę venerant[ur].

Sacra necess[ari]Ŗ suppellectilia referta est, et ultra quinq[ue] Dignitates, et post E[pisco]palem p[rim]us est Archidiaconus, sunt octuagintatres Sacerdotes, quorũ sexaginta sunt participantes, Diaconi quinq[ue], Subdiaconi item quinq[ue], et quadraginta Clerici.

Cuncta divina officia semper Cantu Gregoriano recitant[ur]. Missę, atq[ue] alia onera ad unguem persolvunt[ur].

Campanile ictu fulminis percussũ optime reparatũ fuit, et sedes chorales novas ex ligno nucis ą peritis Artificibus, ęre multo incisas, submittendas curavi.
In tribus eius navibus novum ad p[rese]ns ex albo lapide pavimentum sternitur, et subductis tribus gradibus, qui erant in medio, ad ęqualitate concinnč complanat[ur].
Fornix magna, et facies chori picturis decorant[ur].
Septem fenestrę, quę angustę et rotundę erant ad lumen uberius recipiendum cum suis vetris in meliorem, et venustiorem formć adapertę sunt, et in principali eiusdem Ecc[lesi]ę exteriori facie, quę etiam pictura, quę’ d[icitur]r’ ą chiaro scuro, adornat[ur], tres novę portę fiunt ex albo lapide affabrč incisę.

Cura animarũ per Sacerdotes exercet[ur] ad hoc deputatos, et quidem circa eos diligentiam, sedulitatem, doctrina, et pietatem, nil prorsus desiderandum censeo.

Doctrina Cristiana, et primis fidei rudimentis pueri ą certis Sacerdotibus dominicis diebus imbuunt[ur], et ą perito Sacerdote in Cathedrali, ubi plurimi utriusq[ue] sexus Χρι[στι] fideles conveniunt, singulis diebus Iovis post vesperas totius anni, facilis bene confitendi pe_rata Methodus, … ipse pręscripsi, et necessarium …, _diret[ur].

Duę sunt Ecc[lesi]ę Collegiatę, et receptitię ambę.
Altera Sancti Nicolai, in qua ultra Prępositũ, et duas alias Dignitates nuncupatas, sunt triginta octo Sacerdotes, quorũ vigintiquinq[ue] sunt de participationibus; Diaconi tres, Subdiaconi tres, et Clerici viginti tres.
Sub invocat[io]ne Sanctiss[im]ę Annunciat[ion]is altera, ubi cum Priore sunt alij octo Sacerdotes, unus Diaconus, atq[ue] Subdiaconus, et Clerici undecim;
divina sancta officia, aliaq[ue] onera, ut in Cathedrali, sic, et in his Collagiatis explant[ur].

Non modo adventus, et quadragesimali tempore in Cathedrali, et Collegiata Sancti Nicolai conciones ad populũ habent[ur], sed infra annum, etiam in Ecclesijs virorũ Regularium, qui habent sex Monasteria, et degit in singulis plusq[ue] prescriptus numerus Religiosorũ, et servat[ur] disciplina Regularis.

Quatuor fratres Ordinis Beati Ioannis Dei curam gerunt Hospitalis pro pauperibus infirmis.

In Monasterio Monalium Ordinis Sancti Benedicti sub Ordinario degunt quadraginta tres Moniales, nec adest aliquod scandalum.
Unum tamen hic supplex exoro, ut dignent[ur] Emin.ę VV. R. indulgere, pro Confessario Ordinario Sacerdotem in reliquis aptum, et idoneum deputari posse licet non sit quadraginta annorũ, sed quadraginta sufficere. Etenim suprad.[ict]Ŗ ętate pleriq[ue] fato cesserunt, superstitis n° sunt senio contecti, et … debiles.

In quibusdam alijs parvulis Ecc[lesi]is Civitatis, oratoria ut plurimũ, et Confratrię laicorũ dominicis, et festivis diebus, sacrum peraget[ur]; et plęreq[ue] extra Civitatem pene dirutę ipsorũ pietate in dies restaurantur.

Pietatis opera in elargitionis eleemosinis, nubendis egenis puellis, erogandis necessarijs pauperibus infirmis ą Monte pietatis, et Congrea[atio]ne S.mi Nominis Iesu pręcipue exercent[ur]. Ceterum in eorũ visitat[io]ne, et expendendis rationibus, maiora quam antea debitorũ nomina deprehendi, quę ob temporũ miserrimć conditionẽ vix exigi possunt.

In Civitate nec dissidia, nec ullę vigent inimicitię. Lites tũ inter Cathedrale, et Collegiatam S. Nicolai revixerunt, et in continuo, sicut in duabus meis relationibus fuse supplicavi, et ad quas me refero, extinguant[ur]; ut superioribus annis contigit, multa max scandala evenient. Ipse nil prorsus prętermisi, sed pro pace tuenda, et servanda pro viribus insudavi.

Immunitas Ecc[lesi]Ŗ nullum recipit detrimentũ, et pro ea omnem contatum intendć meum.

De alijs statum d.[ict]ę Ecc[lesi]ę concernentibus R. D. Ioseph Ciappetta Sacerdos de gremio Capituli Cathedralis meę procurator ą me specialiter ablegatus requisitus respondebit.

Deum Opt. Max. enixč deprecor, ut Emin.as VV. R.mas diu servet incolumes, et hanc meam Ecc[lesi]am, meq[ue] ipsum earumdem protectioni, et humanitati quam humillime commendo.

Datum Andrię die 8Ŗ Decembris 1654

Emin.rũ VV. R.marũ

Humillimus, Devotis[sim]us atque addictis.mus Servus
        Ascanius E[pisco]pus Andriensis

[la frase che segue stesa con un’altra grafia č inserita prima della firma del vescovo]

Die 17 Iulij 1655 dentur literę pro XX3° triennio Vis[itatio]nis S. Liminũ in quibus contenitur, … re___ne ad propria.

 

[traduzione]

Emin.mi e Rev.mi Presuli e Signori Procuratori onoratissimi

Avrei visitato personalmente per il ventitreesimo triennio i sacri sepolcri [degli apostoli] se non fossi impedito ad effettuarlo trattenuto dalla solita malattia della gamba e dello stomaco.

Questa mia Cittą di Andria si trova nel Regno di Napoli, nella Puglia Peucezia sotto il valido dominio del duca D. Carlo Carafa; č suffraganea di Trani e suoi confini sono la stessa Chiesa di Trani, di Ruvo, di Minervino, di Bisceglie e di Canosa.

La Cattedrale č recettizia, dedicata alla Vergine Assunta; in essa si venerano il corpo di S. Riccardo, primo suo Vescovo e Patrono della Cittą, e moltissime reliquie di Santi decorosamente conservate.

Č dotata delle necessarie sacre suppellettili e vi operano cinque Dignitą, delle quali primo dopo il Vescovo č l’Arcidiacono, ottantatré Sacerdoti, dei quali sessanta sono partecipanti, cinque Diaconi, cinque pure Suddiaconi e quaranta Chierici.

Tutti i divini uffici sono sempre recitati col canto gregoriano. Le messe e gli altri doveri sono svolti alla perfezione.

Il campanile, colpito da un fulmine [nel novembre del 1650] č stato ottimamente riparato; ho provveduto con una forte spesa a far realizzare da esperti artefici nuovi scanni corali in noce scolpita.
Attualmente nelle sue tre navate si posa un nuovo pavimento di pietra bianca e, tolti i tre gradini che erano in mezzo, si pareggia ordinatamente a livello.
La grande volta e le pareti del coro vengono abbellite con dipinti.
Sette finestre, che erano strette e rotonde, sono state allargate in una forma migliore e pił elegante per accogliere coi loro vetri molta pił luce; inoltre nel prospetto esterno principale della stessa Chiesa, che si adorna con una pittura detta chiaro scuro, si realizzano tre nuove porte in pietra bianca, artisticamente incise.

La cura delle anime č svolta da Sacerdoti a ciņ incaricati, e certamente in merito alla loro diligenza, sollecitudine, dottrina e religiositą, ritengo di non poter desiderare di pił.

La domenica i fanciulli sono edotti nella Dottrina Cristiana e nei primi rudimenti della fede da Sacerdoti affidabili, inoltre ogni giovedģ dell’anno dopo i vespri, da un esperto Sacerdote della Cattedrale, dove la maggior parte dei fedeli di ambedue i sessi convengono, …

Due sono le Chiese Collegiate, ambedue recettizie:
una č dedicata a San Nicola, nella quale oltre al Prevosto e altre due cosiddette Dignitą, operano trentotto Sacerdoti, venticinque dei quali sono partecipanti [alla massa comune], tre Diaconi, tre Suddiaconi e ventitré Chierici.
L’altra Collegiata č dedicata alla SS. Annunciazione, dove insieme al Priore operano altri otto Sacerdoti, un Diacono, un Suddiacono e undici Chierici;
in queste due Collegiate i santi divini uffici e gli altri obblighi sono espletati come in Cattedrale.

Si tengono predicazioni al popolo non solo in Avvento e durante la quaresima, ma anche durante l’anno in Cattedrale, nella Collegiata di san Nicola, ed anche nelle Chiese dei Monaci Regolari, che hanno sei Monasteri, in ognuno dei quali vivono un numero di Religiosi oltre il prescritto e si osserva la Regola.

Quattro frati dell’Ordine del Beato Giovanni di Dio gestiscono l’Ospedale per gli infermi poveri.

Nel Monastero delle monache dell’Ordine di S. Benedetto, dipendente dal Vescovo, vivono quarantatré Monache e non accadono scandali.
Una cosa qui supplice chiedo: le Vostre Eminenze Rev.me si degnino concedere che si possa incaricare come Confessore ordinario un Sacerdote in tutto preparato e idoneo di etą inferiore a quarant’anni, perché la maggior parte di chi ha superato i quarant’anni č morto e tra i superstiti non ne restano di abili.

In alcune delle altre piccole Chiese della Cittą, in gran parte Oratori e Confraternite di laici si celebrano i sacri riti la domenica e nei giorni festivi; le Chiese fuori Cittą quasi diroccate ora si restaurano per la religiositą di esse [Confraternite].

Soprattutto dal Monte di Pietą e dalla Congrega del SS. Nome di Gesł sono svolte opere di pietą, elargendo elemosine, alle fanciulle prossime spose, e fornendo il necessario agli infermi poveri. De resto visitandoli, valutando i fatti, pił persone di prima sono nei debiti, i quali per la miserrima condizione del momento difficilmente si possono esigere.

Nella Cittą non vigono inimicizie e dissidi. Sono invece rispuntate ininterrotte le liti tra la Cattedrale e la Collegiata di s. Nicola, come estesamente in due mie relazioni supplicai che cessino, e alle quali ora mi riferisco; come č successo negli scorsi anni, conseguono molti gravi scandali. Io assolutamente niente ho lasciato correre, ma per proteggere la pace e mantenerla ho posto ogni mia forza.

L’immunitą della Chiesa non subisce alcun detrimento e per difenderla userņ ogni mia lancia.

In merito ad altre informazioni sullo Stato di questa Chiesa il R. D. Giuseppe Ciappetta, Sacerdote del Capitolo Cattedrale e da me particolarmente eletto mio procuratore, richiesto risponderą.

Supplico assiduamente Dio Ottimo Massimo che conservi incolumi le Eminenze Vostre Rev.me, e umilissimamente sottopongo alla vostra protezione e benevolenza me stesso e questa mia Chiesa.

Data in Andria l’8 dicembre 1654.

delle Eminenze Reverendissime

Umilissimo e devotissimo servo
Ascanio Vescovo di Andria

[la frase che segue stesa con un’altra grafia č inserita prima della firma del vescovo]

Il 17 luglio 1655 sono state consegnate le carte per il 23° triennio di Visita ad S. Limina nelle quali … .


[segue, nella pagina successiva, la certificazione dell’avvenuta visita]


NOTE

[1] Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da "Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
[2] Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto, non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
[3] Fino a metą Ottocento (15/08/1867) era chiamata "recettizia" una Chiesa (del Regno di Napoli) che avesse un Collegio o Capitolo di Sacerdoti, giuridicamente costituito, dedicato alla cura delle anime e con l'obbligo di recitare o cantare collegialmente l'ufficio divino; il suo Collegio o Capitolo possedeva un patrimonio (derivanti da donazioni o acquisti) le cui rendite erano divise equamente tra i suoi membri.