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carta IGM del luogo

Grotta carsica "Du vicc"
nel catasto delle grotte: PU 430

Localizzazione
nella carta:

Nell'UTM dell'Istituto Geografico Militare la grotta si trova
  1. - al parallelo chilometrico (dall'Equatore) 4555 (Km 4555,751) e al meridiano chilometrico (da Greenwich) 599 (Km 599,740); 
  2. - Latitudine Nord 41°08'49.02" - Longitudine Est 16°11'18.9" - h.s.m. 301 metri all'ingresso, ma sprofondando poi piuttosto gradualmente per circa 11 metri, nella parte che è attualmente esplorabile con relativa facilità;
  3. - a mezza collina presso masseria Faraone, tra le località Fornelli e  Lama di Corvo.

Nella carta a fianco la Grotta "du Vicc", "del Tacchino" o "del Gallinaccio" è indicata con un punto rosso.

Nel portale Ambiente della Regione Puglia è possibile [accesso provato nel 2012] consultare la scheda tecnica della grotta, redatta dalla Federazione Speleologica Pugliese su rilievi del 22 aprile 2012, (quella precedente trascritta, per una più agevole consultazione, nei documenti di questo sito).

È possibile raggiungere l'ingresso alla grotta percorrendo il seguente tragitto:
Partendo da Montegrosso, frazione di Andria percorriamo la SP 149 (Montegrosso - SS 170) per circa Km 6 fino all'incrocio con la SP 155 (contrada Marziano); giriamo a sinistra per Troianelli - Andria; percorriamo la SP 155 per circa Km 3,3 fino a  all'incrocio con la SP 174 (tra contrada Tafuri e contrada Monte dei Tremiti) e giriamo a destra sulla SP 174 verso Castel del Monte; dopo circa 450 metri prendiamo la strada carrareccia a destra che sale verso le Murge: essa per circa Km 1 ci porta nei pressi della siepe costeggiante l'acclivio nel quale a mezza costa (di fronte a destra [Ovest] per circa m 200) si trova la grotta, il cui ingresso è ombreggiato e nascosto da un grande fico selvatico. L'ultimo tratto ovviamente è da percorrere a piedi.

Oppure si può utilizzare il seguente tragitto, diverso nell'ultimo tratto:
Partendo sempre da Montegrosso, frazione di Andria percorriamo la SP 149 (Montegrosso - SS 170) per circa Km 6 fino all'incrocio con la SP 155 (contrada Marziano); giriamo a sinistra per Troianelli - Andria; percorriamo la SP 155 per circa Km 2,6: sulla destra troviamo una carrareccia che porta ad una masseria Ceci e attualmente una rudimentale freccia rossa indica "Contrada Fornelli"; giriamo a destra in questa carrareccia e la percorriamo sino al termine per circa 500 metri; percorriamo quindi nell'uliveto altri 500 metri in direzione Sud-Est verso le colline, sul cui limite corre la siepe a secco costeggiante l'acclivio, nel quale a mezza costa (proprio di fronte) si trova la grotta, il cui ingresso è ombreggiato e nascosto da un grande fico selvatico. L'ultimo tratto ovviamente è da percorrere a piedi.

Ambedue i percorsi sono indicati, a tratto blu scuro, nella carta riprodotta a lato.

Perché questa grotta si chiama , in dialetto locale “d’U Vicc”, ossia in italiano “del Gallinaccio”?,

Volendo dare un significato scientifico al nome della grotta, in dialetto locale “d’U Vicc”, ossia in italiano “del Gallinaccio”, potrebbe trattarsi del fatto che forse ivi nei tempi passati, si trovassero facilmente dei funghi commestibili chiamati appunto "galletti o gallinacci", dal cappello dorato, che crescono facilmente nei luoghi sui versanti più umidi (questa grotta è esposta sul versante Nord) con querce, alberi un tempo spontanei sulle nostre Murge, che oggi purtroppo sono prive di tale vegetazione e piuttosto riarse.
Ma è solo una mia ipotesi senza alcun fondamento di tradizione.


Breve cenno storico

La grotta nella seconda metà del secolo scorso fu visitata dal rinomato naturalista e speleologo Franco Anelli (1899 -1977), il quale (scrive lo studioso di storia locale Riccardo Loconte) [1]
trovò ... delle piccole fenditure nel muro della grotta ove le stalattiti hanno uno spostamento della verticale di circa 34°. Ciò potrebbe essere dovuto ad una corrente d’aria esistente che passando attraverso le fenditure devia lo stillicidio”.

NOTE    _

(1) Cfr. Riccardo Loconte, “Andria la mia Città”, Tip. Del Zio, Vª edizione, Andria, 1992, pag. 358.