Alfonso Di Pasquale, pittore (post)macchiaiolo andriese

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Alfonso Di Pasquale
pittore (post)macchiaiolo andriese

Percorso museale virtuale


Le opere

esposte nella sala Conferenze "Marilena Sgarra"
della Biblioteca Comunale "Giuseppe Ceci"
di Andria

Alfonso Di Pasquale: "___________"    Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: un "Settembre a Lavello"? del 1938(?)       e        "________________" del 1933 ]


Alfonso Di Pasquale: "Giuditta"    Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: "Giuditta" del 1925       e        "________________" del 1930 ]

Clement Marro, in "La revue Moderne" (Parigi, 19 agosto 1929), accennando allo stile del Pittore, citava la su riprodotta "Giuditta" e (in francese) scriveva:

... Alfonso Di Pasquale si preoccupa non soltanto del disegno e della composizione, ma anche delle espressioni e così è del tutto naturale che l'opera è costruita sotto l'impulso di una forza interiore che domanda ai sensi, e particolarmente alla vista, un aiuto in definitiva secondario. Le sensazioni dell'artista si manifestano immediatamente, sia che si tratti di paesaggi che di figure, e ciò perrmette ad Alfonso Di Pasquale di trovare l'espressione più viva e più giusta quando dipinge ritratti.
Sono ancora degne di nota tra le sue opere una "Giuditta" veramente bella di femminile energia ed un delizioso ritratto di giovinetta, che fu molto ammirato nel 1928 alla Esposizione degli Amatori e Cultori."

[tratto da "Alfonso Di Pasquale / pittore / la vita e le opere", a cura di Vincenzo Masi, edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Lavello, 2013, pag.71]

Una qualche ispirazione a dipingere questa Giuditta potrebbe essere pervenuta al Di Pasquale dal senso composto del dramma evidenti nei seguenti dipinti seicenteschi di Artemisia Gentileschi presenti nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze: "Giuditta e la fantesca Abra" e "S. Maria Maddalena" [dal sito web del museo per questo studio-confronto rilevati il 18/06/2018]; non influenzato, certamente, dagli abbigliamenti propri del tempo dei personaggi, ma da alcuni tratti posturali del primo e dai lineamenti somatici del secondo, elementi che denotano la determinatezza e la nobiltà di carattere dell'eroina ebrea congiuntamente alla sua spiccata femminilità.


Alfonso Di Pasquale: "___________"    Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: "_____________" del 1929?       e        "Autoritratto?" del 1920 ]

Quando nel 1985 il Ministro della Difesa Sen. Giuseppe Spadolini consegnò al pittore un diploma di benemerenza e una targa d'argento per l'opera "Ala e Soma" il prof. Pasquale Massaro nella "Gazzetta del Mezzogiorno" del 19 gennaio 1985 così succintamente descrisse le sue opere:

"L'ispirazione sempre altissima di Alfonso Di Pasquale emerge dai ritratti [come quelli qui sopra e di seguito riprodotti], dalle composizioni e dai paesaggi, tutti ricchi di finezze tonali e luminose trasparenze, tali che hanno suscitato l'ammirazione manifesta anche di Giorgio De Chirico."

[tratto da "Alfonso Di Pasquale / pittore / la vita e le opere", a cura di Vincenzo Masi, edito dalla Banca di Credito Cooperativo di Lavello, 2013, pag.79]


Alfonso Di Pasquale: "___________"     Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: "_____________" del 1921       e        "_____________" del ____ ]


Alfonso Di Pasquale: "___________"     Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: "_____________" del ____       e        "Ladispoli" del 1935 ]


Alfonso Di Pasquale: "___________"     Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: "_____________" del ____       e        "______________" del 1956 ]


Alfonso Di Pasquale: "___________"    Alfonso Di Pasquale: "___________"
[A. Di Pasquale: "Corse ippiche in Andria" del 1926       e        "________________" del 1918? ]

Scrive il prof. Giuseppe Brescia nel servizio culturale "Pittura: la classicità comunicativa di Alfonso di Pasquale" di "ANDRIALIVE" del 7 giugno 2013:

... Nelle “Corse ippiche in Andria” (del 1926 ) e in “La tranvia” (1929), si sente – mitigato – l'influsso di Monet e del De Nittis, dal momento che il disegno ovulare della corsa si intuisce nettamente al di sotto dei solchi sul terreno (nel primo caso); mentre la ascendenza lineare dei binari della tranvia insieme con i lembi della campagna danno base prospettica al pieno dominio contemplativo, indizio – ancora una volta – di visione frontale, calibrata, serena del mondo rappresentato.

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