altorilievi laterali della navata

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Gli altorilievi e il pergamo

altorilievo del beato Agostino Termense
[Beato Agostino Termense - elabor. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso, 2005]
altorilievo di Tommaso Arbuatti
[Servi di Dio Tommaso Arbuatti - elabor. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso, 2005]
il pergamo
[pergamo - elabor. elettr. su foto di Michele Monterisi, 2010]

altorilievo del beato Gregorio Celli da Veruchio
[Beato Gregorio Celli - elabor. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso, 2005]

Sul lato sinistro della navata, nell'ordine dal presbiterio, si ammirano:
un altorilievo di stucchi rappresentante il beato Agostino Termense detto Novello e un altorilievo del venerabile Tommaso Arbuatti Piacentino.

A destra, sempre nell'ordine dal presbiterio, si ammirano il pulpito e un altorilievo  del beato Gregorio Celli da Verucchio.
Sulle sculture si notano tracce della primitiva colorazione.

Di queste sculture scrive il Borsella:

"La plastica è profusa in questo tempio, con non poca lode della imitata e dello imitato, della Natura dico, e dell'artista; talchè l'occhio prima di slontanarsene, torna non sazio a rimirarne i pregi.
...
Plastiche pur sono altre tre statue erte attaccate ai muri fra i tramezzi degli altari di esse, uno rappresenta Gregorio de Verucolo, vecchione, morto nel XIII secolo in età di 118 anni. Egli genuflesso umilmente ai piedi d'un crocifisso medita sopra un libro aperto tenendo a manca un teschio di morte cui soggiacciono aspri cilizi e flagelli. Gli ornati, ed una porta, a sghembo mostrano quel venerando in barba prolissa uscire dal cupo antro dell'eremo cinto di piante silvane. L'altro è il beato Agostino Termense Novello, Penitenziere della S. Sede, per cui nella destra stringe una chiave, asceso indi al grado di Generale dell'Ordine che mancò tra i vivi pure nel suddetto secolo. L'ultimo è Tommaso Arbuatti Picentino trapassato in odore di Santità nel secolo XVII.
Egli sta in atto di sovvenire alcuni poverelli chiedenti pane. In uno di essi è bello mirare il fiaschetto di zucca che porta al cintolo, stando col cappello in mano e con la destra distesa sommesso il volto. Tutta viva, e vera natura, la quale mirabilissima è sempre o che fosse nei marmi, o nei bronzi, o nelle pietre nelle tele, nei tufi, o dove che sia.
...
Il pergamo parimenti non è men pregevole, sebbene di plastica, per li tanti ornati di fiori, di foglie, di fimbrie, di fiocchetti di cornici di teste d'Angioletti, e della leggiadra colomba, che diresti quasi essere viva in mezzo ad un fascio di raggi che la circondano."

[da "Andria Sacra" di G. Borsella, Tip. F. Rossignoli, Andria, 1918, pag.158-159, 161]

Sotto l'altorilievo del beato Agostino Termense detto Novello l'iscrizione dice:
"B. AUGUSTINUS. THERMENSIS, COGNOMENTO. NOVELLUS. MAGNUS APLICÆ SEDIS. PŒNITENTIARIUS PONTIFICII. SACRARII. CUSTOS, ET EREMITICI INSTITUTI. S. AUGUSTINI GENERALIS PRIOR. ADMIRABILI SANCTITATE ET. PŒNITENTIA PRÆCLARUS OBIIT IN OSCULO DOMINI. DIE. 19 MAII ANNO 1309."

Si trascrive qualche notizia sul beato Agostino Termense detto Novello, essendo poco noto nel nostro ambiente.

"...beato Agostino Novello ... nato prima della metà del Secolo XIII. nella terra di Termini in Sicilia circa 30. miglia distante da Palermo, che apparteneva alla sua nobilissima famiglia, oriunda da Catalogna, giudice supremo, o prefetto di tutti i tribunali della Sicilia, poi eremita di S. Agostino nel 1266. in qualità di laico, cambiando il nome, che avea di Matteo, indi salito al grado di Sacerdote, confessore di Papa Nicolò IV., e penitenziere de' Pontefici seguenti per 22. anni, dal 1277. al 1298., generale del suo Ordine fatto nel 1298., che rinunziò nel 1300., morto nel Romitorio di S. Leonardo, quattro miglia fuori di Siena, dove molto accrebbe il vantaggio di quello Spedale, a' 19. Maggio 1309."

[tratto da "Elementi della storia de' Sommi Pontefici da San Pietro sino a ... Pio Papa VII ..." di Giuserppe de Novaes, Tip. F. Bourlié, Roma, 1822, tomo XV, pagg.128-129]

Sotto l'altorilievo del venerabile Tommaso Arbuatti l'iscrizione dice:
"VERA. EFFIGIES. SERVI. DEI. PRIS. FRIS. THOMÆ. ARBUATTI. PICENI. ORD. EREMITARUM. S. P. AUGUSTINI. QUI. AUXIMI. ANNUM. AGENS. LXXIII. DECESSIT. CUM. ODORE. SANCTITATIS. DIE. 27 JULII 1746"

Si trascrive qualche notizia sul servo di Dio Tommaso Arbuatti, essendo anch'egli poco noto nel nostro ambiente.

"Nacque a Loreto il 14 novembre 1673 da Giacomo Benedetti e Maria Diambra, soprannominati Arbuatti. ... Il gennaio 1692 viene affiliato al Convento [agostiniano] di Osimo, dove trascorre l'anno di noviziato, ... e aggiunge il nome "Tommaso" a quello di "Antonio" in onore di S. Tommaso da Villanova. ... È ordinato sacerdote a Recanati ... il 21 dicembre 1697. Inviato nello studio generale di Montegiorgio e poi in quello di Cesena, riceve nel 1703 il grado di lettore e predicatore ... Nel 1703 viene nominato vicario-priore e poi priore di Osimo. Il 23 maggio 1705 riceve il grado di baccelliere e poi viene nominato maestro di novizi ad Ancona. ... Nominato vicario-priore, partecipa al capitolo provinciale di Montegiorgio, che lo nomina priore di Osimo. Fu per vari anni amministratore del convento. Muore il 27 luglio 1746.
... In un periodo in cui la vita monastica prova invano di attuare la riforma ispirata dal Concilio di Trento, la figura, del Ven. Tommaso sembra fuori del tempo. Applicando alla lettera le Costituzioni e ispirandosi a due esemplari prediletti (S. Nicola da Tolentino e S. Tommaso da Villanova), mette in pratica una vita fondata sulla penitenza, la preghiera, la solitudine, la meditazione, la pazienza, la disponibilità piena verso i confratelli e i fedeli.
... Prima e soprattutto dopo la morte si diffonde la fama di fatti miracolosi. Il 23 maggio del 1772 viene dichiarato venerabile. Solo le vicende storiche (rivoluzione francese, regno d'Italia, ecc) hanno impedito che il processo di canonizzazione, felicemente iniziato, giungesse alla sua naturale conclusione.
"

[tratto da " http://www.santiebeati.it" che, nel 012/2013, riporta testi di G.M.Giudici, A.C.De Romanis e D.Falcioni, da www.cassiciaco.it ]

Sotto l'altorilievo del beato Gregorio Celli l'iscrizione dice:
"B. GREGORIUS. DE VERUCOLO. EREMITICI ORD. S. AUGUSTINI QUI DIVINI VERBI PRÆDICATIONE ET PŒNITENTIA CLARUS, MAGNAM SUI ADMIRATIONEM POSTERITATI RELIQUIT, SUMMAQUE SENECTUTE 118. ANNOR, CONFECTUS, PRETIOSA CONSPECTU DOMINI MORTE OCCUBUIT ANNO 1343 MIRACULORUM FAMA ILLUSTRIS"

Anche per il beato Gregorio Celli da Verucchio si forniscono brevi informazioni, essendo come i precedenti poco noto nel nostro ambiente.

"Le notizie sulla sua vita sono del XVII secolo, circa tre secoli dopo la sua morte, quindi risentono di tutte le incertezze dovute al lungo tempo trascorso in silenzio.
Il beato Gregorio Celli nacque verso il 1225 a Verucchio, oggi in provincia di Rimini ... e venne battezzato nell’antica pieve di S. Martino. Aveva tre anni quando rimase orfano del padre e verso i quindici anni vestì da laico cioè fratello, l’abito degli Eremiti di S. Agostino, il cui monastero era situato nel suo paese. Trascorsero una decina d’anni nei quali Gregorio Celli dimostrò tutta la sua perfezione di vita evangelica, suscitando purtroppo l’invidia dei religiosi del convento, che presero a rendergli la permanenza insopportabile. Allora si allontanò dal convento e da Verucchio e si rifugiò in un eremo sul Monte Carnerio, nei pressi di Fonte Colombo (Rieti), dove visse molti anni, morendo vecchissimo nel 1343;
si narra che le sue spoglie siano prodigiosamente ritornate a Verucchio, dove sono venerate attualmente nella Chiesa di S. Agostino. ... Il beato Gregorio Celli è invocato nelle grandi calamità.
"

[tratto da " http://www.santiebeati.it" nel 07/2011; testo di Antonio Borrelli]