il portale laterale

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panoramica del prospetto laterale
[panoramica del prospetto laterale - elabor. elettronica su foto Sabino Di Tommaso, 06/04/2024)]

particolare del lato esterno sinistro presbiteriale il 02/2008
[particolare del lato esterno sinistro presbiteriale - foto Sabino Di Tommaso, 13/02/2008, anterestauro)]
particolare del lato esterno sinistro della navata  il 02/2008
[particolare del lato esterno sinistro della navata - foto Sabino Di Tommaso, 13/02/2008, anterestauro)]

Prospetto laterale
e portale

Probabilmente la chiesa, prima della ricostruzione ad opera degli agostiniani (1358-1463), al tempo in cui era curata dai Benedettini e poi dall'Ordine Teutonico, giungeva fino al cornicione visibile in corrispondenza del davanzale delle attuali finestre.

Su questo lato sinistro della navata sembra ci fossero quattro finestre, due monofore ogivali, molto alte e strette, due rettangolari, come può osservarsi sia sul disegno dell'arch. Riccardo Sellitri che nelle foto.

"È pur notabile la porta antica oggi chiusa a fianco della chiesa, costruita in forma di parallelogramma alta palmi [=26,5cm] diciassette sino alla lunghezza delle spalliere e dell'architrave, donde per altri palmi sette da ambo i lati le cornici si uniscono ad angolo acuto. Il zoccolo è alto palmo uno e mezzo. Le fasce laterali, o mostre della stessa sono larghe palmi quattro e mezzo. Comincia l'ornato da una cornice infissa tenacemente, e che sporge dal muro circa mezzo palmo di taglio secondo il fare gotico. Sussiegue l'altra a cordone, quindi una fascia, di poi altra cornice a cordone benanche. Viene appresso il solco e termina con l'ultima cornice cordonata. In questa porta non vi sono altri lavori, sull'apice dell'angolo havvi uno scudo con appiccaglio in cui veggonsi rilevati sei gigli, tre in testa, nel mezzo due, ed uno infine [stemma angioino]. A destra accanto all'architrave un quadretto con lione eretto [stemma della città di Andria]. Ed in corrispondenza altro quadretto con lo stemma di Monsignor Vaccarella [il vescovo Florio], fuori del cornicione è affisso altro quadretto, con due Aquile a vanni spiegati, emblema di Federico II. Tutto questo ornato è di pietra viva.
Nella parte interna della porta erano figurati a fresco alcuni Cerusici, che medicavano tutti quei fedeli, che per difendere la Cristiana Religione erano stati feriti dai Barbari. E nel lato sinistro osservasi il gran maestro in abito pontificio con mitra, pastorale, queste ed altre simili pitture dell'ordine teutonico abolito."

[tratto da "Chiesa di Sant'Agostino" in Andria Sacra di G. Borsella, tip. F.Rossignoli, Andria, 1918, pag.152]

portale laterale     portale laterale, lunetta
[portale laterale: 1^ foto di Michele Monterisi, 2008 - 2^ foto: part. di Sabino Di Tommaso, 11/2023]

particolare della cornice sulla lunetta del portale laterale (foto M. Monterisi)
[particolare della cornice, scolpita e dipinta, intorno alla lunetta del portale laterale - foto Michele Monterisi 2010]

gran maestro (Hermann Von Salza) in abito pontificale con mitra, pastorale e piviale   gran maestro (Hermann Von Salza) in abito pontificale con mitra, pastorale e piviale
[affresco di figura in abito pontificale sulla parete esterna tra porta laterale ed angolo destro (foto: Sabino Di Tommaso, 06/04/2024)
il particolare, ante-restauro, sotto una targa del divieto di affissione (immagine del 08/2022]

Il D'Urso, che scrive nello stesso periodo del Borsella, a pag. 70 della sua Storia ribadisce gli stessi concetti, anche in merito a quanto era affrescato a destra della porta laterale e molto vicino all'angolo che dà su sagrato della Chiesa.
"Stava inoltre dipinta una tenda nella parte interna di questo sacro Tempio al lato destro d’ingresso, sotto la quale erano figurati alcuni chirusici, i quali medicavano tutti quei fedeli, che per difesa della cristiana religione erano stati feriti dai barbari. Nel lato sinistro osservavasi il gran maestro in abito pontificale con mitra, pastorale, e piviale."
Resti di ques'ultima figura del "gran maestro in abito pontificale con mitra, pastorale e piviale" (forse Hermann Von Salza [?] o un celebrante vescovo-santo) è emersa nei restauri alla Chiesa condotti nel 2023, sulla parete esterna tra la porta laterale murata e l'angolo sinistro della facciata (foto a lato).

Si notino nella lunetta del portale laterale (foto sopra; cliccare per ingrandire) gli intagli nel tondo delle aureole facenti parte dell'affresco che un tempo la abbelliva; tale stile pittorico, caratteristico del periodo gotico, fa pensare che la lunetta sia stata dipinta nel primo Rinascimento, ai tempi dei Del Balzo. La posizione delle aureole e le proporzioni dell'insieme inducono ad ipotizzare come tema del dipinto una Madonna delle grazie tra angeli e due Santi, simile a quella affrescata nella prima nicchia destra della navata.

Qui sotto si riproducono: uno dei due stemmi sul muro immediatamente sopra il portale (1ª foto a sx) rappresentanti un'aquila ad ali spiegate, stemmi che potrebbero testimoniare, sia la riedificazione dell'edificio o di una parte dello stesso nel periodo Svevo, sia che la struttura fu gestita per un certo periodo, probabilmente dal 1230 al 1358 dall'Ordine Teutonico, il cui simbolo era appunto quel tipo di aquila sveva.
In merito a questi stemmi Niels von Holst, nel suo studio critico sotto citato, scrive:

… Sopra il portale nord ci sono due lastre rettangolari ad una altezza di circa 4 metri che mostrano due scudi identici con aquile (Fig. 1).
Gli storici che hanno studiato Federico II e l’attività edilizia avvenuta nella sua zona negli ultimi cento anni hanno trascurato questi due animali araldici della dinastia Staufer. Sono strettamente imparentati con l’aquila sul sigillo del Cancelliere Imperiale del 1233, ma non si può escludere una data leggermente precedente o successiva. Le aquile degli Hohenstaufen ci permettono di determinare l’epoca in cui fu costruita la chiesa: solo nella pacifica Puglia iniziarono intorno al 1230 ampi lavori di costruzione, in relazione ai quali dovette essere costruita anche la [questa] chiesa di Andria. Dopo che il regno del sud-Italia passò agli Angioini nel 1266, l’installazione delle aquile degli Hohenstaufen non poteva più avere luogo: terminus post quem è quindi probabilmente il 1230, terminus ante quem comunque il 1266.

Le mura esterne medievali bugnate non presentano giunti di costruzione e indicano che i lavori della sua erezione procedevano rapidamente. Il prospetto principale riccamente decorato (Fig. 3), con le sue dimensioni molto ampie, ma con l’estremità superiore già ogivale, suggerisce che sia stato costruito intorno al 1240, in base al sigillo del Cancelliere Imperiale del 1233, ma non si può escludere una data leggermente precedente o successiva. Il timpano (Fig. 4) contiene il gruppo a tre figure di un maestro conservatore [di stile classico] che aveva già ricreato altrove forme più scultoree del tipo bidimensionale [altorilievi]; è possibile una datazione tra il 1235 e il 1255.

[“La Chiesa del Salvatore del Gran Maestro Hermann Von Salza ad Andria”, tradotto dall'originale di:
 Niels von Holst, “Die Salvatorkirche Des Hochmeisters Hermann von Salza in Andria”,
in “Mitteilungen Des Kunsthistorischen Institutes in Florenz”,
pubblicato da: Istituto di Storia dell’Arte di Firenze “Max Planck”, vol. 20, n° 3, 1976, pp. 379–89.]

Altri stemmi sono scolpiti sul portale: nella chiave una grande arma con sei gigli, che denunzia la realizzazione dello stesso nel periodo angioino o il giuspatronato del Casato d'Angiò sulla Chiesa, quello col bove, che attribuisce il portale all'architetto Sergio Bove, e quello col leone rampante, che ricorderebbe qualche Jus patronatus dell'Università di Andria.

l'aquila, simbolo degli Svevi un leone rampante, stemma dell'Università di Andria i gigli, simbolo degli Angioini un bue, stemma dello scultore Sergio Bove
[Gli stemmi sul portale laterale - foto di Michele Monterisi e Sabino Di Tommaso]

Come si è detto, il suddetto scudo - emblema angioino scolpito nella chiave del portale, probabilmente, è ivi collocato in base ad un mandato di Carlo II d'Angiò del 23 gennaio 1302, norma che obbligava le Chiese di giuspatronato angioino ad apporre detta arma regale sulla loro porta, ed anche a dipingerla per evidenziarla.

Mandatum quod inquiratur de omnibus Ecclesiis quarum ius patronatus ad Curiam spectat, et mittatur informatio sub armorum indiciis ad florem de lisa, insuper liminaribus designatur, in aliis autem scutum ipsorum armorum insuper liminibus ipsis ad evidentiam superpingi.
Sub die 23 Ianuarii 15 Indict. [1302].

È opportuno notare che il leone rampante dello stemma dell'Università di Andria è qui scolpito senza il ramo di quercia tra le zampe; per il Morgigni essa sarebbe una primitiva simbolizzazione della nostra Città. Nel sotto citato testo egli scrive: "... resta isolato il leone ... con le branche campate in aria, senza il ramo di quercia, che l’avrebbe avuto più tardi. Tale è il leone di Andria del secolo XII, che noi vediamo su lo stemma del portale di fianco della Chiesa di S. Agostino, un dì dei Templari. [tratto da "Le antichità di Andria ...",di Domenico Morgigni, edito nell'opuscolo periodico “La Vergine dei Miracoli”, tip. F. Matera, Andria, 1906, anno I, n.4, pag. 31, in nota]"

Una indiretta conferma all'ipotesi del Morgigni può essere colta nel seguente testo di Hannelore Zug Tucci, stralciato dal suo intervento alle "undecime giornate normanno-sveve" tenute a Bari nell'ottobre 1993, e riportato negli atti pubblicati nel volume citato in calce.
"… in epoca araldica, quando gli Svevi si scontrano con le resistenze normanne, per il riconoscimento di individui o di gruppi molto circoscritti, anziché alla bandiera, l’attenzione dev’essere volta agli scudi con le loro insegne.
Ecco il leone rampante del conte Riccardo di Acerra contrapposto all’aquila di Enrico VI. Cognato di Tancredi, del quale è il principale sostenitore, e comandante supremo dell’esercito dei Tancredini, nelle vicende travagliate del trapasso tra dominio normanno e dominio svevo, egli si pone come il vero antagonista dell’imperatore in campo militare, e la sua arma araldica non può esprimere meglio questa sfida da pari a pari: leone contro aquila. Scelta deliberata, derivandolo da quello degli Altavilla.
[In nota l'autore qui aggiunge: "Il leone si trova ad esempio sul manto d’incoronazione di re Ruggero: G.M. CANTARELLA, La Sicilia e i Normanni. Le fonti del mito [Il mondo medievale, 19]. Bologna 1989, pp. 123-135.". Infatti sul mantello di Ruggero II (realizzato nel 1133-1134, di cui si riporta una foto scattata da Aiwok) ai lati di una palma, simbolo dell'Albero della Vita, sono rappresentati simmetricamente due leoni (o leopoardi) che sottomettono due cammelli.]
Roberto Guiscardo incoronato duca da Niccolò II Mantello d'incoronazione di Ruggero II d'Altavilla
[Roberto Guiscardo incoronato duca da Niccolò II (Immagine da “La Nuova Cronica” di Giovanni Villani) - Si noti il leone rampante sullo scudo normanno
(elaborazione elettronica su immagine ripresa dalla rivista tedesca "Der Spiegel", n.6 del 2010, e pubblicata su wikimedia) - il mantello di Ruggero II (elab. elettr. su foto realizzata da Aiwok)]
Il leone riccardiano è onnipresente alla difesa di Napoli. Benché il suo incauto, siccome non protetto, signore venga dagli imperiali ferito con una freccia, mentre l’aquila dello Svevo dà l’erronea impressione di prendere il volo per entrare nella metropoli campana (...), eccolo di nuovo sulle mura di Capua (...), che si trova nelle mani degli imperiali. In effetti, prima del «comes Riccardus prodiciose Capuam ingrediens» (...), vediamo il suo leone sullo scudo tenuto da uno dei suoi fautori all’interno della città per segnalare in questo modo all’Acerrese che godeva di un seguito sufficiente a favorirgli l’entrata."

[testo tratto da: “armi e armature”, in “Strumenti, tempi e luoghi di comunicazione nel Mezzogiorno normanno-svevo” a cura di Giosuè Musca,Vito Sivo –Ed. Dedalo, Bari, 1995, pag. 150]

Non è quindi da escludere che lo stemma della città di Andria colga le sue origini dalla sua erezione a città nell'epoca Normanna, ed abbia adottato a suo emblema l'arma del Conte che la fortificò e le diede i primi splendori civili ed artistici; in particolare è ipotizzabile che questa chiesa (inizialmente dedicata al Salvatore), poi ristrutturata più volte e intitolata infine a "S. Agostino", sia potuta sorgere appunto nel periodo pre-svevo.


prospetto laterale - disegno pubblicato dall'arch. Riccardo Sellitri
[elaborazione elettronica su disegno pubblicato dall'arch. Riccardo Sellitri, esposto in bacheca nei locali della Chiesa (foto 26/02/2015)]