l'altare

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L'altare e i suoi resti

Altare nel 1956, prima della demolizione per trasporto in Mater Gratiae
[L'altare nel 1956, prima della demolizione per trasporto in Mater Gratiæ (da archivio Episcopio)]

Nella foto su riprodotta è ripreso l'altare poco prima della demolizione per ricostruirlo nella chiesa di Mater Gratiæ; si notano infatti le numerazioni assegnate ai vari blocchi di pietra che lo compongono.

Michele Melillo nella sua pubblicazione "Le Storiche Croci del Venerdì Santo", riportando alcune testimonianze, in merito all'altare di S. Angelo de' Meli scrive:

Altare di San Micheluzzo

Riferendosi all'altare di pietra bianca, mons. Riccardo Zingaro, il 1° giugno 1997, festa del Corpus Domini mi raccontava:
"L'altare, nell'anno 1956, con l'autorizzazione del vescovo del tempo, Mons. Luigi Pirelli (1952-1957), fu rimosso e rimontato nella chiesa di Mater Gratiæ, già anticamente officiata da Confraternite di artigiani, affinché tornasse ad essere officiata dalle organizzazioni sociali cattoliche ACAI, ACLI, Comunità dei Braccianti, Coltivatori Diretti, affidate a me come Assistente Ecclesiastico.
... ... ...
Alcuni pezzi dell'altare sono ora nella Cappella del Seminario Vescovile di Andria: il tabernacolo, le quattro volute di sostegno della mensa con altri due lastroni.
La parte centrale e i due registri montanti sulla mensa ai lati del tabernacolo, si trovano nel corridoio dell'Episcopio al 1° piano degli Uffici del Vescovo.
La pietra è bianca e finemente buggiardata e scolpita con motivi fogliari e circolari.
"

[tratto da "Le Storiche Croci del Venerdì Santo", di Michele Melillo, litografia Etigraph, Andria, 1998, pp.90-91]

resti di altare ora nella cappella del Seminario altare della cappella del Seminario
il tabernacolo, ora nella cappella del Seminario   angelo capialtare, ora montato sulla scala dell'episcopio
[resti dell'altare usati come mensola, tabernacolo ed altare nella cappella del Seminario; angelo capialtare posto sulla scala dell'Episcopio - foto S. Di Tommaso]

Questi resti d'altare, che attualmente fanno parte di quello eretto nella cappella del Seminario e della scala che porta al 1° piano dell'episcopio, appaiono molto simili a quelli che compongono l'altare di Santa Chiara, chiesetta edificata nei pressi di Sant'Angelo de' Meli, quasi nello stesso periodo storico e rifatta, in alcune sue parti, nel '700.


crocifisso d'argento del '500 recuperato tra i rottami nella chiesetta antico crocifisso rinvenuto in S. Angelo de' Meli
[La foto di destra è tratta da un opuscolo divulgato nel 1986, per una mostra in Cattedrale dei Crocifissi di Andria (da archivio di G. D'Ambrosio)]

Del crocifisso d'argento scriveva mons. G. Lanave nel 1986 su "I Crocifissi di Andria" e nel 1994 su "Ho raccolto per voi":

"C’è un terzo Crocifisso d’argento che ho trovato tra mucchi di Immondizia nella chiesetta di S. Micheluzzo, visitata e spogliata dai ladri. Accanto a bei Crocifissi astili di ottone, c’era un Crocifisso nero, sporco, su di una croce, rovinatissima, con i terminali (la parte terminale dei due bracci e quello della testa) intagliati e dorati alla mecca. Credetti si trattasse di un Cristo di ferro. Certamente un cinquecento. Lo presi e per pulirlo lo affidai al fabbro.
Sotto la spazzola del fabbro venne fuori l’argento. La croce la rimediai. Merita però di essere riportata all'originale. Il Crocifisso è veramente bello, non solo per l’armonia del corpo, ma anche per la stupenda espressione del volto.
"

[testo e foto (di destra) tratti da I Crocifissi di Andria di G. Lanave, 1986, pag.12 (da biblioteca del dott. G. D'Ambrosio)]

"CROCIFISSO D'ARGENTO recuperato tra i rottami ammucchiati nella chiesetta di S. Micheluzzo o S. Michele dei Meli, là dove fu ritrovato l'affresco di Cristo, della Madonna e di S. Giovanni. È un Cristo del '500 su di una croce di legno del '700 con le punte estreme delle braccia intagliate e dorate con oro alla mecca. La croce era ormai disfatta.
La misura è di m. 0,48 x 0,48.
"

[testo e foto (di sinistra) tratti da Ho raccolto per voi di G. Lanave, Tip. Guglielmi, Andria, 1994, pagg.156-157, 194-195]