prospetto e portali

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facciata di San Francesco
[prospetto prima del restauro - elab. elettr. su foto di M. Monterisi - 2009]

Il prospetto e i portali

La facciata conserva poche tracce della sua originaria architettura trecentesca, che probabilmente giungeva fino alla soglia dell’ampio finestrone; tutta la costruzione che da quest’ultimo giunge alla croce sul timpano superiore è stata realizzata nel Settecento. Originari di stile gotico sono certamente la parte di facciata in pietra chiusa da una cornice toroidale a foglie sovrapposte con il portale principale, l’Agnus Dei e i piccoli capitelli posti sotto le basi delle due nicchie,  il portale laterale destro, quello murato nel chiostro con i quasi adiacenti tre archi d’ingresso alla sala capitolare.

Così descrive la facciata il Borsella verso la metà dell’Ottocento:
"... la Chiesa de’ conventuali ..., come pur dinanzi è detto edificossi nell’alba del XIII secolo alla gotica, secondo mostrano le sue porte di pietra viva, site la prima nel frontespizio, e la seconda a fianco.
La prima di varii fregi e contorni ingegnosamente ornata, elevasi giusto lo stile consueto, ad angolo acuto rabbellita da una fascia larga tre dita a modo di cornice, tramezzata da otto quadretti, quattro a dritta e quattro a sinistra, distanti fra loro palmi due, al pari di quelli di S. Agostino ognuno offre un rosone di vario lavoro, ricinto di foglie, oltre le belle cornici arcuate, che ricorrono nel vano del triangolo, che estollesi dall'architrave sino alla punta. La prima di esse scanalata, lascia negli opposti fianchi due cornici a cilindro ritorte, formando un arco di circa palmi quattordici. La seconda solcata a cordoni orizzontali, percorre l’arco in palmi dodici. La terza anche scanalata si estende fra due cilindri levigati, ed incurvasi per circa palmi dieci. La quarta tappezzata a guisa di ghirlande forma l’arco di palmi otto. A’ lati delle colonnette con capitelli e basi si sono sculti due dragoni alati mordendosi la coda. Accanto l’architrave in due nicchie stanno allogate le statue di S. Francesco, e S. Antonio, di stucco. Le fascie che fiancheggiano questa gran porta, hanno i capitelli traforati sul gusto gotico, nonché i loro zoccoli. Sull’angolo dove termina il frontespizio, scorgesi un Agnus Dei, anche di pietra in memoria del Pontefice che celebrò l’incruento sacrificio, che potrebbe essere stato Onorio III che nel 1220 coronò in Roma Federico II. Che mal comportandosi verso la chiesa venne privato dell’Impero da Innocenzo IV nel Concilio di Lione del 1245.
La seconda porta formata anche a triangolo dall’architrave in sù presenta da cima a fondo cornici più capricciose a fianco lavorata a zita ed a spire orlata di fini merletti, cosparsa di giglietti, secondo lo stile fantastico di quel tempo. In mezzo al triangolo sorge la figura a scheletro di G[esù]. C[risto]. da cui il patriarca senti imprimersi le sante stimme nelle mani, nel cuore ed in petto. Più sotto un’affresco, che rappresenta un S. Antonio di Padova col Bambino. Ha il suo pregio.
Le antiche finestre strette ed arcuate, in testa, vennero ampliate nel 1346; epoca in che il tempio formossi, e s’ingrandì come a caratteri pur gotici leggesi attorno un’antica porta del chiostro — MCCCXLVI Sub Pontificato Domino Domini nostri Clementis VI Papæ, per Magistrum Bonnanum de Barulo — così nella storia D’Urso."

[tratto da "Chiesa di San Francesco" in “Andria Sacra” di Giacinto Borsella, edito a cura di Raffaele Sgarra per i tipi di Francesco Rosignoli, 1918, pagg. 172-187]


Sulle modifiche avvenute successivamente a quelle del Settecento Rosangela Laera scrive:
... Il portale, a sesto acuto, è stato oggetto di modifiche in occasione del restauro effettuato nel 1909. Infatti, durante i lavori di sistemazione stradale il portale fu smontato nelle sue parti e, successivamente , ricomposto con il probabile ‘riuso’ di parti decorative provenienti dalla stessa Chiesa ma posizionate in luoghi diversi. Questa singolare composizione del Portale emerge ad una ‘lettura’ attenta ed è supportata da documentazione d'archivio. ...

[testo tratto da “La lettura dei prospetti attraverso le vicende storiche” di Rosangela Laera,
in “Il campanile e i prospetti della Chiesa di San Francesco - dal restauro alla fruizione”,
opuscolo pubblicato a cura della Parrocchia S. Francesco, Andria, 2010]


Una descrizione tecnica dell’insieme è possibile rilevarla dal sotto citato testo di Angelo Lauro e Giuseppe Pinto.
... L’originaria facciata in pietra si concludeva quasi certamente con una cornice di contorno, realizzata con motivi a foglie sovrapposte, che definiva chiaramente la partitura. Attualmente essa è presente solo su tre lati: la parte verticale destra è completa e sostanzialmente non presenta tracce di manomissione; quella di sinistra è stata interrotta dall’innesto del nuovo portico; la parte di cornice basamentale, pur essendo ancora presente, è stata quasi completamente inglobata nel marciapiede ... La cornice orizzontale superiore, ... è stata eliminata per consentire l’alloggiamento delle due nicchie che contengono le statue dei santi Francesco di Assisi e Antonio da Padova. ...
... una particolare attenzione merita l’analisi del portale d’accesso principale. Analizzato attentamente esso presenta diverse incoerenze che lasciano ben comprendere a quali modifiche e innovazioni sia stato sottoposto nei secoli.

portale principale portale laterale destro
[elaborazione elettr. su foto di S. Di Tommaso - 2012]

Portale maggiore portale laterale
[Il portale maggiore e quello laterale (riprese di fine Ottocento) - elab. su foto Istituto Italiano d’Arti Grafiche, Bergamo. Fototeca INASA, fondo Ricci, inv. 13664 e 36567]

... [ nel portale principale] le cornici laterali più esterne (all’interno delle quali si alternano otto quadrati ciascuno dei quali contenenti un fiore diverso) si concludono impropriamente con due capitelli romanici di dimensioni abbastanza piccole, che incomprensibilmente si trovano in quella posizione ... Questa situazione non è certamente coerente con la logica compositiva delle cornici descritte; queste, infatti, del tutto simili a quelle di S. Agostino, lascerebbero pensare che avrebbero dovuto continuare nella parte superiore, riunendosi e componendo un unico disegno. ... La treversa superiore in pietra che conclude l’apertura della porta presenta sul fronte anteriore una serie di tagli incoerenti che lasciano comprendere come la traversa sia stata riposizionata in quel punto in modo errato ... ruotato di novanta gradi e con i fiori visibili nella parte sottostante. Questo spiega almeno in parte, come mai la porta risulti molto più alta rispetto ai rapporti architettonici canonici.
... Osservando la facciata laterale della chiesa ... a piano terra si trova una porta, dotata di un portone in legno tinteggiato di verde che farebbe pensare ad un ingresso tutt’ora utilizzato, che è stato murato dalla parte interna. La descrizione di questa porta presenta diverse difficoltà interpretative; per la datazionhe storica di alcuni componenti, ci preme evidenziare infatti che osservando attentamente i parametri murari esiste un taglio verticale netto oltre il quale risulta collocata la porta; non sono presenti maschi murari e la porta risulta collocata successivamente nella facciata. Anche la parte in alto della stessa è dotata di una sorta di fastigio aggettante posto su mensole che appaiono posizionate in un secondo momento in modo inopportuno.

[testo tratto da " Il Convento di San Francesco ad Andria. La storia - Il recupero", di A. Lauro e G. Pinto, Laterza ed., Bari, 2000, pagg. 67-70]

parte superiore del portale principale    cornice della facciata
[elaborazione elettr. su foto di S. Di Tommaso - 2012]

I due portali sono ricchi di decorazioni simboliche.
In particolare otto bassorilievi floreali sono scolpiti negli stipiti del portale principale due grifoni ed una rosa nel suo timpano; al di sopra di quest’ultimo un Agnus Dei. Sulla lunetta del portale laterale v’è la scultura di un Serafino.

Don Gianni Agresti, nel sotto citato opuscolo "Il campanile e i prospetti della Chiesa di San Francesco", ha elaborato l’analisi dei simboli presenti nell’apparato decorativo dei prospetti, analisi che, in parte, qui si riporta.

Grifo
Nel portale principale sono presenti due grifoni.
Il grifone o grifo è, probabilmente, una creatura originaria dell’oriente ed è raffigurato come un essere alato con il becco adunco (piegato sulla punta), la testa e gli artigli di aquila e il corpo di leone. Simbolicamente questo animale fantastico rappresenta due sfere vitali. la Terra (perché ha il corpo a forma di leone) e l’Aria (perché ha la testa e le ali dell’aquila). L’iconografia religiosa ha visto, dapprima, nella sua figura quella di Satana.
In un secondo momento, però, il grifone è diventato il simbolo della doppia natura di Gesù. Infatti, l’aquila rimanda all’immagine del cielo e viene associata alla sua natura divina, mentre il leone rinvia all’immagine della terra e allude alla sua natura umana. Così non è difficile scorgere la sua iconografia tra le sculture delle chiese nel periodo gotico.
sculture del portale principale
[elaborazione elettr. su foto di S. Di Tommaso - 2008]
Cardo
Lateralmente al portale vi sono delle cornici che inquadrano (quattro per ogni lato) dei bassorilievi con la rappresentazione di motivi decorativi, ognuno diverso dall'altro, riconducibili al cardo. Nell’antichità si pensava che il cardo proteggesse dagli spiriti maligni e rendesse vani i cattivi auspici. Inoltre poiché una volta tagliato non sembra deperire, veniva considerato simbolo dilunga vita e di tenacia.
Nell’ambito cristiano, l’immagine del cardo è legata alla cacciata dell’uomo dal Paradiso terrestre. Si legge in Gn 3,17-18: “Maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi”. A causa delle foglie spinose, finisce per diventare riferimento della Passione di Cristo e in particolare della corona di spine posta sul suo capo. In alcuni dipinti si può scorgere accanto alla pianta del cardo il cardellino. Il nome latino del volatile carduelis deriva dal fatto che questo piccolo uccello è solito mangiare cardi. Le raffigurazioni di questo genere alludono, al concetto di salvezza: il cardellino, generalmente simbolo dell’anima, si sta cibando del cardo, che richiama la passione di Gesù. Spesso tralci di cardi fanno da cornice alle immagini dei Martiri.
Agnus Dei
La figura dell’Agnus Dei è collocata superiormente al portale principale. Probabilmente l’attuale posizionamento è stato realizzato nell’ambito dei lavori di restauro dei primi del ‘900, ... . Nell’iconografia cristiana l’agnello ha una valenza simbolica di grande importanza e già nelle catacombe compare come simbolo di Cristo e del suo sacrificio.
Nel nostro caso, l’agnello è raffigurato con una croce, evidente richiamo alla passione di Gesù. Nel quarto canto del servo sofferente del Signore di Isaia leggiamo al capitolo 53 versetto 7: «“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”. L’agnello è anche attributo iconografico di San Giovanni Battista in virtù di ciò che ci descrive il quarto vangelo al capitolo I versetto 29 «Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!”».
Agnus Dei, inserito nella facciata    Serafino, scolpito sul portale laterale
[elaborazione elettr. su foto di S. Di Tommaso - 2012]
Serafino
Il portale laterale della Chiesa, detto di sant’Antonio, è arricchito dalla presenza di un Serafino che, dopo l’intervento di restauro, emerge nella sua bellezza densa di significati simbolici. Il riferimento iconografico al Serafino, infatti, rievoca il momento in cui san Francesco d’Assisi riceve le stimmate sul monte Verna il 14 settembre 1224. Così scrive il Celano nella Vita prima «Gli apparve un uomo in forma di Serafino, con sei ali librato sopra di lui, con le mani distese ed i piedi uniti, confitto ad una croce. Due ali si prolungavano sopra il corpo, due si piegavano per volare e due coprivano tutto il corpo. Nella tradizione biblica, il nome serafino, viene tradotto dall’ebraico con ardente o bruciare. Alla gerarchia celeste dei serafini, pertanto, è stato conferito l’appellativo dei più ardenti di amore per Dio. A San Francesco, in seguito, è stato attribuito il titolo di “Serafino padre”, cioè di uomo bruciato di amore per Cristo.
I serafini eccellono nell’amore di Dio e sono collegati alla figura di San Francesco mentre i cherubini eccellono nella conoscenza di Dio e sono collegati alla figura di San Domenico.
Inoltre, osservando con attenzione il Serafino del portale laterale si possono notare chiaramente i segni delle stimmate.

[testo tratto da “L'apparato simbolico, un percorso interpretativo” di don Gianni Agresti,
in “Il campanile e i prospetti della Chiesa di San Francesco - dal restauro alla fruizione”,
opuscolo pubblicato a cura della Parrocchia S. Francesco, Andria, 2010]