Ué, uagné

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Ué, uagné

canzone comico - amorosa

In questa pagina il canto è stato arrangiato, inciso ed eseguito da "I Milords", gruppo folk andriese, negli anni 80, composto da:
- Mimmo Cristiani - batteria e percussioni,
- Enzo Cleto - pianoforte, piano Fender Rodhes, Polymoog, tastiere, voce e cori,
- Lino Albanese: chitarra acustica ed elettrica, cori,
- Franco Cava: basso e cori.

(per motivi di copyright è possibile ascoltarne solo un frammento in automatico all’apertura della pagina;
attendere comunque qualche secondo per il caricamento del canto!)
Si può anche ascoltare per intero il canto dei Milords " Ué, uagné" su Youtube;
prodotto da Mimmo "Cristiani Music" - Italy, tale brano è incluso nell'album "Dalla Bella Puglia - Andria Folk" rimasterizzato nel 2007.

La canzone «Ué uagné» svolge il tema dell’innamorato che si rivolge alla sua ragazza e la prega di intercedere presso i genitori affinchè venga accolto in casa come genero. Aggiunge che il periodo di fidanzamento sarà breve, perché per la festa patronale di S. Riccardo dovranno già essere sposi.

Ué, uagné

(il canto in dialetto)

Ué, uagné, dinnìllę a mmàmmętę
cę mę vòulę a maię pę scirnę.
Sondę diuę annę ka tènghę u penzìrę
pę d’appęndàttę na rousa mbìttę.

Dammę nu vœisę, dammìnnę diuę,
dàmmęnę n’oltę pę saupa dę cchíuę.

Tiuę ka tinnę la faccia rousę
i tinnę l’ucchię du mariungíllę,
tinnę u dę rœite a panarìddę,
da mbittę u kourę mę si arrębbœitę.

Dammę nu vœisę, dammìnnę diuę,
dàmmęnę n’oltę pę saupa dę cchíuę.

Dammę nu vœise a pęzzękìddę
mę l’agghia mettę indę au versídde.
Uagné, uagnèddę, uagné, uagnèdde
pę S. Rękkardę na ma nzęrèię.

Ehi, ragazza

(traduzione)

Ehi, ragazza, chiedi a tua madre
se mi vuole per genero
Sono due anni che penso
di appuntarti una rosa sul petto.

Dammi un bacio, dammene due,
dammene un altro in più.

Tu che hai la faccia di rosa
e tieni l’occhio del ladro,
e hai il di dietro a cestello,
dal petto il cuore mi hai rubato.

Dammi un bacio, dammene due,
dammene un altro in più.

Dammi un bacio a pizzicotto
me lo voglio mettere nel taschino.
Ragazza, ragazzina, ragazza, ragazzina,
per S. Riccardo ci dobbiamo sposare.

[Fonte del testo: "Letteratura popolare andriese" di Antonia Musaico Guglielmi, tip. Guglielmi, Andria, 1981, pagg. 155-156]


Alla fine di ogni strofa si ripete il ritornello.

Nel testo dialettale il simbolo fonetico della "ę" sta ad indicare una "e" muta.
La Musaico, nel libro su citato usa una notazione fonetica più precisa di quella qui trascritta.