Alla ricerca di RUDAS: ricerche archeologiche

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Andria

Escursione nel Territorio

Ing. Riccardo Ruotolo


Alla Ricerca di RUDAS

Dagli Itinerari alle ricerche archeologiche in superficie


Ricerche archeologiche superficiali: “I luoghi raccontano”

Dopo aver illustrato lo studio fatto a tavolino sulle mappe, sugli itinerari, sulle carte geografiche e sulle aerofoto del “volo base” dell’I.G.M., riporto quelle che sono state le ricerche da me fatte sul terreno, che sono cominciate con il rintracciare quanto riportato dai viaggiatori che a partire dal Settecento, hanno visitato il nostro territorio.

L’Abate Francesco Maria Pratilli (17) nell’anno 1745 pubblicò in Napoli un diario di viaggio, da lui fatto lungo la via Appia e la via Traiana, nel quale si legge: “Nel territorio di Andria prima di giugnere all’osteria della guardiola, nel luogo detto a Santa Terella, riconosconsi le reliquie di antiche fabbriche, le quali o a uso di ostelli, o di sepolcri servirono, e presso di esse vari pezzi di selciata della via co’ loro poggiuoli laterali. In questo luogo mi persuado fusse stato l’alloggio, che nell’itinerario Gerosolimitano (Itineraria adnotata Burdigalense o Hierosolymitanum) è chiamato Mutatio ad Quintumdecimum, distante il XV lapide miliario dal ponte di Canosa, tuttochè la distanza non sia per la verità più che di miglia XIV. ..” “Più oltre vedesi la continuazione della selciata fino al casino de’ Signori Toppuli (Tupputi) di Andria, presso cui trovasi un’antica spaziosa cisterna..”, “Nella villa volgarmente detta il Quadrone in territorio di Andria, quando sulla pubblica strada e quando dentro i vicini campi si riconoscono le vestigia dell’antica selciata per lo spazio di circa secento passi …”.

Secondo il Pratilli, pertanto, la Località “Mutatio ad Quintumdecimum” riportata nell’Itinerario “Burdigalense o Hierosolymitanum”, si troverebbe nella contrata di “Santa Tavella”, che però è distante circa due chilometri dal tracciato romano della via Traiana e soltanto 16-17 chilometri da Canosa (poco più di XI miglia romane). C’è da dire, però, che i mezzi di indagine e ricerca che oggi noi abbiamo sono di gran lunga perfezionati, sofisticati e inimmaginabili nel Settecento.

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Come si rileva dalla carta topografica del territorio di Andria dell’Istituto Geografico Militare nella scala 1:25.000, la collina di Monte Santa Barbara dista circa 2.000 metri da Monte Faraone il quale, a sua volta, si trova a circa 800 metri dalla Masseria Tupputi (luogo in cui il Pratilli afferma di aver individuato “ … la continuazione della selciata fino al casino de’ Signori Toppuli di Andria, …”). È proprio lungo la direttrice Monte Faraone – Masseria Tupputi che andrà cercata l’ubicazione del toponimo Rudas e quello della Mutatio ad quintum decimum quando riassumeremo i risultati delle ricerche sul terreno.

Nell’arco di oltre cinquant’ani, da semplice appassionato di archeologia, visitando più e più volte i luoghi di cui erano note le indicazioni di antichi insediamenti, ho illustrato in diverse conversazioni pubbliche le ricerche da me eseguite e dedotto considerazioni di tipo archeologico che qui di seguito in breve si riportano.

Nelle ricerche in superficie effettuate nella contrada di Santa Tavella non è stato rinvenuto nulla di importante se si eccettuano pochi frammenti ceramici attribuibili al sesto secolo a.C.: del selciato della via Traiana non è stata trovata traccia. La contrada è tutta coltivata e alberata, per cui i resti rinvenuti dal Pratilli sono praticamente scomparsi.

Ricerche più accurate sono state effettuate soprattutto sulle colline di Monte Santa Barbara e Monte Faraone; anche in Contrada Quadrone sono state effettuate ricerche sul terreno ma con scarsi risultati se si eccettuano le “vestigia di un antico tempio”.


NOTE    _
(17) Francesco Maria Pratilli
Francesco Maria Pratilli nacque il 1689 da una famiglia patrizia di Capua. Studiò a Napoli presso i Gesuiti , si laureò in teologia e fu ordinato sacerdote e ben presto diventò canonico. Fu un “fine diplomatico” erudito e appassionato di archeologia e delle antichità in generale, si occupò della descrizione dell’intero percorso della via Appia. Nel 1745 fu pubblicata la sua opera “Della via Appia riconosciuta da Roma a Brindisi” in quattro libri, stampato a Napoli da Giovanni di Simone. Questo importante suo lavoro non è altro che “un diario di viaggio” che tutti gli studiosi della viabilità romana hanno tenuto presente nelle ricerche sulla via Appia e sulla via Traiana. Il racconto di quanto il Pratilli ha visto nel territorio di Andria è riportato nel libro IV, Capitolo XIII, pagg. 519-528. Morì a Napoli il 1763.