… Ieri - I disegni di ... Franco Cafaro

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Rione “Grotte di Sant’Andrea” - Ieri

Storia e urbanistica dai documenti di archivio

Ing. Riccardo Ruotolo

4. - I disegni del geometra Franco Cafaro

Il geometra Franco Cafaro, figlio del Podestà Pasquale Cafaro, era un impiegato comunale, di carattere completamente diverso dal suo genitore. Per nulla ambizioso, svolgeva i suoi compiti con estrema precisione e competenza. Era colto e discreto, era un eccellente disegnatore.

Per quasi dieci anni si è occupato di tutto ciò che riguardava il quartiere Grotte di Sant’Andrea e presso l’Archivio Storico Comunale sono conservati numerosissimi suoi disegni, a volte molto piccoli, ma tutti precisi. Le sue relazioni sul progredire dei lavori di demolizione nel quartiere Grotte e sulle procedure da seguire, arricchite con molti disegni, erano tenute in grande considerazione. I suoi consigli erano sempre fatti attuare dall’ing. capo dell’Ufficio Tecnico.

Del suo particolare modo di vedere e interpretare gli eventi non mi occupo, sono i suoi disegni che mi interessano.

Franco Cafaro ha rilevato e disegnato con esattezza tutti i Vicoli del quartiere Grotte e documentato, sempre con il disegno, l’andamento dei lavori di demolizione.

F. Cafaro: andamento topografico del primo Vicolo Grotte       Scalinata di accesso al 1° Vicolo Grotte - Foto M.A.
Foto n.°31: A.S.C., F. Cafaro: andamento topografico del 1° Vicolo Grotte - Foto n.°32: Scalinata di accesso al 1° Vicolo Grotte - Foto Malgherini-Attimonelli.

Il disegno di Cafaro della Foto -31- individua l’andamento topografico del primo Vicolo Grotte che iniziava da Via Federico II di Svevia e nel primo tratto, lungo 8 metri, il Vicolo era largo 170 centimetri, mentre nel secondo tratto la larghezza scendeva a centimetri 110 con un dislivello di metri 3,50 che veniva superato con una scala di nove scalini, anche alti 50 centimetri (Foto -32-); poi il Vicolo si allargava.

F. Cafaro: disegno del 6° Vicolo Grotte cui si accedeva solo tramite una scalinata
Foto n.°33: A.S.C., F. Cafaro: 6° Vicolo Grotte cui si accedeva solo tramite una scalinata.

Il disegno della Foto -33- individua l’andamento topografico del sesto Vicolo Grotte che iniziava da Via Cristoforo Colombo e nel primo tratto, lungo 11,70 metri, il Vicolo era largo 200 centimetri ed aveva un dislivello di metri 2,40 superabile con 10 scalini; questo Vicolo non aveva l’accesso né da Via Gentile perché ad essa sottoposto per circa 6,00 metri, né da Via Mura Porta Nuova perché sottoposto di circa 4,20 metri.

F. Cafaro: planimetria delle abitazioni di un intero isolato
Foto n.°34: A.S.C., F. Cafaro: planimetria delle abitazioni di un intero isolato.

Il geometra Franco Cafaro ci ha lasciato anche dei disegni delle piante degli immobili che formavano un intero isolato. Nella Foto -34- è disegnato il piano terra di un isolato, formato da nove case, otto delle quali composte da un sol vano; in questo isolato vivevano otto nuclei familiari: solo una famiglia aveva a disposizione due vani e solo un vano aveva una finestra, tutti gli altri usufruivano della luce e dell’aria che entrava soltanto dalla porta d’ingresso.

F. Cafaro: tipologia di alcune casedel 4° Vicolo Grotte
Foto n.°35: A.S.C., F. Cafaro: tipologia di alcune casedel 4° Vicolo Grotte.

Nel suo lavoro di rilievo, il Cafaro ha disegnato su unico foglio (Foto -35-) in un unico foglio molte case del Quarto Vicolo ubicate sia al piano interrato sia al piano terra: delle oltre 20 case raffigurate solo tre hanno una finestra oltre alla porta d’ingresso e di queste case ben 17 sono monovani in cui abitavano 17 famiglie.

F. Cafaro: disegno della Città di Andria come omaggio al Pacichelli
Foto n.°36: A.S.C., F. Cafaro: disegno di Andria come omaggio al Pacichelli.

Sulle cartelle contenenti documenti riguardanti i lavori nel quartiere Grotte, Franco Cafaro faceva dei disegni ispirandosi alla Pianta Prospettica della Città di Andria contenuta nell’opera dell’Abate Pacichelli del 1702 (Foto -36-), oppure riproducendo scorci delle Grotte (come vedremo più avanti quando si parlerà della Chiesa di Sant’Andrea) o di fantasia in cui rappresentava come sarebbe diventato il quartiere Grotte alla fine del drastico risanamento in atto (Foto -37-).

F. Cafaro: disegno di fantasia di come il Cafaro immaginava il domani del quartiere Grotte
Foto n.°36: A.S.C., F. Cafaro: disegno di fantasia di come il Cafaro immaginava il domani del quartiere Grotte.

Nell’anno 1953, in una relazione dell’Ufficio Tecnico comunale sulla situazione abitativa nella città di Andria, a proposto del quartiere Grotte si legge: “Ma bisogna tener presente che fra le abitazioni vi sono compresi n°1037 tuguri (abitazioni il cui pavimento trovasi al disotto del livello stradale) occupati da n° 4.256 (persone), e n° 163 “grotte” abitate da n° 567 persone”, quindi in ogni grotta costituita da un solo vano senza acqua, senza luce, senza fognatura, abitavano dalle tre alle quattro persone.

Già alla fine degli anni Quaranta e l’inizio dei Cinquanta, l’Amministrazione era riuscita a realizzare le prime “case popolarissime” lungo alcuni tratti della fascia del Tratturo Barletta – Grumo, e precisamente su Viale Ovidio, all’inizio di Viale Orazio e su Via della Pineta, ma erano del tutto insufficienti per il gran numero di abitanti da trasferire.