… Ieri - Gli anni della svolta

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Rione “Grotte di Sant’Andrea” - Ieri

Storia e urbanistica dai documenti di archivio

Ing. Riccardo Ruotolo

5. - Gli anni della svolta

Nel 1953 incomincia finalmente il periodo della svolta per gli abitanti delle Grotte di Sant’Andrea.

In quell’anno era Sindaco il Sen. Onofrio Iannuzzi e Assessore all’Igiene e Sanità il dott. Giuseppe Marano ed entrambi si attivarono con convinzione e determinazione per individuare la legge giusta per poter ottenere i finanziamenti necessari alla costruzione di case per gli abitanti delle Grotte.

Il problema del risanamento passava necessariamente da un elemento prioritario: costruire case salubri su suoli pianeggianti, ventilati e soleggiati, per gli abitanti delle Grotte.

Utilizzando la relazione del Prof. Salvatore Liddo e invocando l’applicazione del combinato disposto della legge 9 luglio 1908, n. 445 relativa al “Consolidamento di frane minaccianti abitati e trasferimenti di abitati in nuova sede” e della legge 10 gennaio 1952, n.9 relativa a “Provvidenze in favore delle zone disastrate dalle alluvioni e mareggiate dell’estate e dell’autunno 1951” in varie regioni italiane tra cui la Puglia, l’Amministrazione comunale fece redigere una planimetria (Foto -38-) in cui erano evidenziate le zone da demolire (colorate in rosso) e, quindi, gli abitanti da trasferire, e le zone da consolidare (colorate in azzurro).

A.S.C., Planimetria della Città con evidenziate in rosso le zone da demolire, in blu quelle da consolidare
Foto n.°38: A.S.C., Planimetria della Città con evidenziate in rosso le zone da demolire, in blu quelle da consolidare.

Le zone i cui abitanti erano da trasferire e gli immobili da demolire erano: il rione Grotte, il rione Fellecchia (Pantano), tutta la zona ad Est della Chiesa di San Nicola (Via Jolanda di Brienne, Via Curtopassi, Via Lucrezia Cipriani, Via Calderisi e Via Lupicini) e, infine, tutta la zona tra Piazza Melillo, Via Giannotti e Via Santa Chiara, fino a Piazza Manfredi.

Ritengo che l’Amministrazione Comunale abbia esagerato nell’individuazione delle zone da trasferire per ottenere abbastanza fondi per realizzare case minime sufficienti per gli abitanti del rione Grotte. La planimetria fu recepita dal Ministero dei LL.PP. a mezzo del Decreto Ministeriale del 15 giugno 1953 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 7 agosto 1953, numero 179. Furono così attivate le procedure previste dalle citate leggi e, ottenuti i finanziamenti, si iniziò a costruire gli “alloggi minimi” su Viale Goito.

Nell’anno 1954 fu emanata una legge molto opportuna per le esigenze andriesi: legge 9 agosto 1954, n. 640 che aveva per titolo: “Provvedimenti per l’eliminazione delle abitazioni malsane”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 16 agosto 1954.

Il primo articolo di questa legge così recita: “Il Ministero dei lavori pubblici è autorizzato a disporre la costruzione a spese dello Stato di alloggi per accogliere le famiglie allocate in grotte, baracche, scantinati, edifici pubblici, locali malsani e simili”.
Questa è la legge che sbloccò definitivamente la situazione.

Il Comune, avendo a disposizione sia i suoli edificatori dell’ex demanio tratturale, acquistati con i Verbali definitivi di Liquidazione Conciliativa del 1939 (Foto -12-), ubicati sulla fascia del Tratturo Barletta – Grumo compresa tra Via vecchia Barletta e Via Trani, sia quella di Viale Goito, si adoperò attivando l’U.N.R.R.A. – CASAS, l’Istituto delle Case Popolari e il Genio Civile, ottenendo fondi per realizzare alloggi da destinare alle famiglie del rione Grotte.

Ottenuti i finanziamenti, l’UNRRA-CASAS e l’Istituto Case Popolari iniziarono subito a costruire gli alloggi; nel frattempo le famiglie a poco a poco furono allontanate dal rione Grotte e alloggiate provvisoriamente in baracche allestite sullo stesso Tratturo Barletta – Grumo su cui si stavano costruendo le nuove case, mentre il Genio Civile continuava le demolizioni nel cuore del quartiere Grotte di Sant’Andrea.

A.S.C., Certificazione del Comune attetante le somme da versare all'impresa V. Leonetti
Foto n.°39: A.S.C., Certificazione del Comune attetante le somme da versare all'impresa V. Leonetti.

Nel febbraio 1955 il Comune appaltò altri lavori di demolizione servendosi dell’impresa edile andriese del signor Vitantonio Leonetti.
Nelle mie ricerche presso l’Archivio Storico del Comune di Andria mi sono imbattuto in un documento datato primo luglio 1955 (Foto -39-) che attesta il credito che l’impresa vantava nei confronti del Comune pari a lire 411.117: anche 59 anni fa i Comuni era ritardatari nei pagamenti!

Per la prima volta ora mostro alcune foto inedite delle demolizioni, che ho recuperato da privati: Foto -40- , Foto -41- , Foto -42- , Foto -43-.

Vicolo murato e demolizioni - Foto M.A.   una delle case pericolanti - Foto M.A.   case abbattute e edifici puntellati con contrafforti - Foto M.A.   vignale della foto n.16 all'epoca delle demolizioni - Foto M.A.
Foto n.°40-43: R.Ruotolo: Vicolo murato e demolizioni; case pericolanti; case abbattute e edifici puntellati; vignale della foto n.16 alle demolizioni - Foto Malgherini-Attimonelli.

La foto -42- raffigura il Vicolo con “Vignale” di cui alla cartolina ad uso turistico vista prima (Foto -16-): appare evidente che nella foto della cartolina ci sono molti ritocchi per rendere suggestiva l’immagine.

Nel marzo 1955 le case realizzate al Viale Goito erano già pronte e si procedette alle prime assegnazioni. All’inaugurazione era presente il Sindaco Senatore Onofrio Iannuzzi che in modo instancabile e incisivo si era adoperato per ottenere i fondi necessari.

Di questo significativo passo abbiamo un documento storico: il breve documentario del cinegiornale realizzato dall’Istituto LUCE, datato 25 marzo 1955, che ha la durata di 54 secondi ed è possibile vederlo sul sito http://www.eionet.europa.eu/gemet/concept/8964.
Il commentatore così si esprimeva:

“Basta guardarlo il rione Grotte di Sant’Andrea e si capisce la fama di squallore che lo circonda. Case soffocate e pericolanti, vicoli che tra le muraglie scalcinate si affondano come buie fessure.

Vivere in simili abituri non è era da cristiani.

Qui, terminate le demolizioni, sorgerà un luminoso giardino.

E, intanto, si apre la strada alle nuove palazzine che saranno consegnate agli abitanti delle Grotte.

Il Sindaco Senatore Iannuzzi promette che il risanamento della Città sarà completato grazie alla legge sulle case minime.

Frattanto, questi nuovi alloggi permetteranno ad un buon nimero di famiglie di far conoscenza con un più degno livello di vita.

Si spalancano porte che non solo ai più piccini faranno dimenticare le serate nelle Grotte”.

Il documentario faceva parte della SETTIMANA INCOM, giornale cinematografico che tutte le settimane veniva proiettato nei cinema di tutta l’Italia. Dopo il servizio sull’uccisione delle sorelle Porro, avvenuto in Andria nel 1946, la nostra Città veniva nuovamente mostrata a tutta l’Italia nel suo lato peggiore e più squallido, però, questa volta veniva evidenziato l’obiettivo di risollevarsi e risolvere in modo adeguato e definitivo il secolare problema delle abitazioni malsane.

Alla fine dell’anno 1956 gli alloggi sulla fascia del Tratturo erano quasi tutti realizzati, compreso la rete idrico-fognale. Fu istituita una commissione che, in base a graduatorie compilate a termini di legge, cominciò ad assegnare alle famiglie del rione Grotte le nuove abitazioni.

Dopo l’assegnazione delle nuove case popolari su Viale Goito, a partire dal 15 dicembre 1956 la commissione in cinque sedute procedette all’assegnazione di altri 84 alloggi realizzati su Viale Ovidio, Viale Orazio e Viale Virgilio. Gli alloggi più piccoli erano costituiti da un vano, una cucina e un gabinetto; gli alloggi più grandi erano costituiti da tre vani, una cucina, un gabinetto ed un ripostiglio. Gli assegnatari, però, non potevano occuparli perché era necessaria l’autorizzazione del Ministero.

Nel marzo dell’anno 1957 il Commissario Straordinario che reggeva il Comune di Andria chiese ufficialmente al Ministero dei Lavori Pubblici l’autorizzazione all’assegnazione materiale degli alloggi agli assegnatari, atteso che gli stessi alloggi erano ultimati e tutti gli assegnatari erano “ancora intanati nelle Grotte, o pigiati nelle baracche, in condizioni veramente degradanti sotto l’aspetto umano e non è facile far intendere che debbono ancora attendere prima di poterli occupare, mentre i fabbricati risultano ultimati”.

Il giorno 13 aprile 1957, ottenuta l’autorizzazione dal Ministero, il Commissario Dott. Giovanni Contarina fece affiggere questo manifesto (Foto -44-):

A.S.C., Manifesto assegnazione delle nuove case agli abitanti delle grotte
Foto n.°44: A.S.C., Manifesto assegnazione delle nuove case agli abitanti delle grotte.

“Domani domenica, alle ore 10,30, altre SESSANTOTTO famiglie abitanti nelle GROTTE S. ANDREA e nelle baracche avranno una casa civile dotata dei servizi igienici e inondata di sole in un nuovo quartiere sorto nella zona del Poligono di Via Barletta.

Si demoliranno le ultime baracche completando l’abbattimento del vecchio rione Grotte.

L’opera di risanamento cittadino però non è ancora compiuta perché altri incivili abituri, sparsi purtroppo ancora numerosi per la città, devono sparire.

Quest’opera, ne sono certo, sarà proseguita con tenacia e con fede da tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Andria”.

13 Aprile 1957.

IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
Dr. Giovanni Contarina

Oltre ad affiggere i manifesti, il Commissario straordinario inviò l’annuncio a ben 100 tra Autorità, Enti e Parroci, oltre a 32 inviti spediti ad Onorevoli e 74 inviti ai cittadini benemeriti.

Alla fine dell’anno 1957 il Geom. Franco Cafaro, incaricato di documentare lo stato dell’arte del rione Grotte, dopo aver visitato i luoghi, redasse una relazione tecnica in cui descrive:

  • - La situazione igienica attuale: “Le fogne statiche del quartiere ormai isolato ed abbandonato, non vengono più tenute in efficienza e le acque meteoriche non hanno alcuna possibilità di defluire verso la fogna dinamica”.
  • - La situazione statica attuale: “I fabbricati abbandonati – su alcuni dei quali sono poggiati i fabbricati di Via Gentile e Via Colombo attualmente ancora abitati – rimangono denigrati ogni giorno di più specie per la mancata manutenzione e per gli allagamenti causati dalle acque meteoriche che non hanno più alcuna possibilità di deflusso
  • - La situazione amministrativa attuale: “Il Comune, pur essendo l’Ufficio Tecnico in possesso dei rilievi planimetrici e delle autorizzazioni dei proprietari per le case demolite, non può liberamente disporre della zona in quanto non ha la proprietà del suolo risultato dalle demolizioni”.
  • - La situazione urbanistica: “Si rende necessario, sia pure procedendo ad altre demolizioni o alla esecuzione di altre opere, gettare le basi per la sistemazione urbanistica futura della zona, inquadrata nelle previsioni del Piano Regolatore. In attesa di una sistemazione urbanistica, si potrebbe iniziare la colmata della zona, aprendola a pubblica discarica. Per poter fare ciò si rende necessario assicurare l’accesso dei camion e dei carri alla zona e ciò può avvenire, nella maniera più semplice, demolendo la Chiesa di S. Andrea ed eliminando con rinterro i gradini esistenti fra via Federico II e via Gentile. In questo caso i mezzi di trasporto avrebbero libero accesso oltre che da via Federico II anche dalle varie brecce esistenti lungo detta via Gentile. Se poi fosse possibile sgombrare tutti i fabbricati ancora abitati sporgenti su via Gentile, si avrebbe un largo fronte per la discarica dei materiali e si eliminerebbero, almeno in parte, le spese necessarie per il rafforzamento delle murature al di sotto di questi fabbricati. Si rimane in attesa di decisioni da parte dell’Amministrazione.
    Andria 12 dicembre 1957.

F. Cafaro:Disegno dello stato dei luoghi       F. Cafaro: Disegno di confronto del quartiere prima e dopo le demolizioni
Foto n.°31: A.S.C., F. Cafaro: Disegno dello stato dei luoghi e confronto del quartiere prima e dopo le demolizioni.

L’Amministrazione si espresse favorevolmente al completamento delle demolizioni ed alla colmata della zona. È dell’aprile 1958 un disegno redatto dal Cafaro (Foto -45-) in cui viene visualizzato lo stato dei luoghi del rione Grotte con le indicazioni dei fabbricati demoliti dal Genio Civile, i fabbricati demoliti dal Comune nel 1954, i fabbricati da conservare e i fabbricati già sgomberati ma ancora da demolire, tra i quali figura la Chiesa di S. Andrea. In un altro disegno (Foto -46-) il Cafaro mette a confronto la planimetria del rione prima di ogni demolizione e lo stato dei luoghi nell’aprile 1958.