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Lo stemma di Andria proposto

Lo Stemma di Andria

Ricerche

dell’Ing. Riccardo Ruotolo


Capitolo Settimo

Proposta di recupero storico dello Stemma di Andria (S77)

Fra tutti gli stemmi prima analizzati e riprodotti, quelli da cui è possibile prendere elementi per organizzare oggi un bozzetto ufficiale dello stemma della Città di Andria sono, a mio avviso, quelli delle foto S 54S 56 - S 74, apportando le opportune modifiche e aggiunte.

Se lo stemma potesse avere lo scudo che storicamente fin dall’inizio (XV sec.) Andria ha avuto, allora è da prendere in considerazione quasi totalmente quello della foto S 56; se invece si è obbligati ad assumere lo scudo sannitico, allora sono da prendere in considerazione gli stemmi delle foto S 54 ed S 74. Esaminando, però, gli stemmi di altri Comuni e Città d’Italia si nota che molti sono gli stemmi in uso che non hanno lo scudo sannitico e che si rifanno a forme tradizionali del luogo come rivenienti dal passato, nella convinzione che lo stemma dev’essere anche un concentrato della storia, dei costumi e delle tradizioni della Città di cui è l’emblema.

A questo punto ci si può chiedere: quali indicazioni si possono dare per la realizzazione di uno stemma coerente con la nostra storia, con la nostra tradizione e con il nostro riconoscimento di Città?

Gli elementi certi per realizzare una nuova coerente immagine dello stemma di Andria sono:

  • il leone che dev’essere rampante, di smalto dorato, lampassato al rosso, con la coda bifida e con aspetto regale ma non feroce;
  • la coroncina sulla testa del leone che dev’essere del tipo ducale;
  • il fondo dello scudo che dev’essere d’azzurro;
  • la corona sormontante lo scudo che dev’essere quella propria della Città, senza eccedere nella sua altezza;
  • il ramo tra gli artigli del leone che dev’essere chiaramente di quercia, con qualche ghianda, e di colore verde; non è da adottare l’albero di quercia perché è fuori della nostra storia araldica originaria.

    Invece, restano da prendere delle decisioni, da sottoporre anche all’approvazione dell’attuale ufficio araldico della Presidenza del Consiglio:
  • sul tipo di scudo;
  • sull’intensità dei colori, se decisi come quelli della foto S 74 o più sfumati e/o acquerellati come quelli della foto S 56;
  • sugli eventuali ornamenti esterni, ad esempio un motto come quello dello stemma delle Benedettine di cui alla foto S 2;
  • sul ripristino dell’ornamento classico che per tutto l’Ottocento ed il Novecento lo stemma di Andria ha avuto: i due rami, uno di alloro e uno di quercia, legati con nastro tricolore, disegnati in modo da poter riconoscere facilmente l’essenza arborea cui appartengono, come quelli che ornano gli stemmi delle Province, delle Città capoluoghi di Provincia e delle Città e Comuni d’Italia.

Un bravo disegnatore di bozzetti araldici potrebbe offrire ottimi spunti per organizzare un disegno che raccolga tutti gli elementi significativi innanzi esposti per ottenere una immagine dello stemma di Andria all’altezza della tradizione, della nostra cultura, delle regole stabilite e che sia compositivamente valido nelle proporzioni dei vari elementi e nei colori adottati.

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Personalmente ritengo che lo stemma della foto S 56, con piccole modifiche e con le dovute aggiunte, è quello che compositivamente fornisce risposte adeguate dal punto di vista storico, stilistico e artistico, senza eccessi: la corona di Città andrà riportata ai canoni scritti mantenendo però, come quella dello stemma S 56, proporzioni non sovrabbondanti e, inoltre, dovrà essere staccata dallo scudo sia perché è un elemento distinto da esse, sia per dare più leggerezza alla composizione; la presenza delle bocche di fuoco sulle mura potrà essere mantenuta perché storicamente abbastanza significativa, ed anche perché non è di alcun disturbo. Ritengo che si debbano conservare i colori caldi ed acquerellati originari del bozzetto della figura S 56 evitando di adottare colori decisi come quelli digitali dello stemma della foto S 74. Il leone ed il ramo di quercia sono perfetti. Bisognerà aggiungere al di sotto dello scudo i due rami di alloro e di quercia, disegnati con la stessa tecnica dello scudo.

La storia dev’essere sempre rispettata.

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Convinto di quanto esposto nei precedenti punti, ho coinvolto gli amici architetti Marco Stigliano (ricercatore presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari) e Nunzia Petruzzelli della Regione Puglia, esperti in grafica, a realizzare un bozzetto dello stemma di Andria, partendo dall’immagine dello stemma S 56 e tenendo conto delle mie indicazioni esposte.
I suddetti architetti hanno elaborato varie soluzioni delle quali, quella della foto S 77, mi è apparsa la più coerente ed aderente alla storia della nostra Città.

Proposta di adozione di un nuovo stemma per la Citt� di Andria
[S77: Proposta di adozione di un nuovo stemma per la Città di Andria.]

La prima modifica effettuata è stata quella di sollevare la corona che schiacciava lo scudo: tra le varie ipotesi si è scelta quella di lasciare che il ramo di quercia tenuto dagli artigli del leone toccasse la corona in modo da dare continuità al disegno. Invero, nel bozzetto S 56, il ramo di quercia va oltre lo scudo e sconfina nella corona il cui sollevamento ha reso più leggero l’intero stemma.

La corona ha le proporzioni giuste rispetto allo scudo, non essendo ingombrante come in tanti stemmi di Città, però, si sono dovute eliminare le due aperture rettangolari esistenti sulla cinta muraria perché non sono elementi canonici delle mura, non esistono in araldica. Si è invece mantenuta la pusterla, unica, come quella esistente a Castel del Monte e sono state conservate le quattro bocche di fuoco visibili esistenti alla sommità delle mura tra i torrioni.

Tutto lo scudo è stato conservato nella forma e nella colorazione ad acquerello: è il classico scudo a “testa di cavallo”, molto utilizzato in araldica ed è la forma dello scudo storico di Andria, adottato a partire dal Quattrocento.

La modifica più significativa è quella di aver rimesso gli ornamenti esterni allo scudo che lo stemma di Andria ha sempre avuto sia nell’Ottocento sia nel Novecento e che tutte le Città ed i Comuni della Sesta Provincia pugliese hanno: la corona formata da un grande ramo di alloro a sinistra ed un grande ramo di quercia a destra, legati alla loro base con un nastro tricolore da un lato e dorato dall’altro, il tutto posto al di sotto dello scudo, quasi ad abbracciarlo.

Massima cura è stata posta nel disegnare questi rami affinché non risultassero né troppo grandi né troppo piccoli, né folti né radi, e, soprattutto, che fossero riconoscibili, con le bacche dell’alloro e le ghiande delle querce. La colorazione dei due rami è stata fatta cercando di ottenere l’effetto “acquerello”, come quello dello scudo, però è necessario perfezionare il tutto per ottenere un coerente effetto cromatico ed una chiara visibilità delle due essenze arboree.

Sulla opportunità di aggiungere un motto è necessario riflettere, perché, se è vero che questo ornamento era presente nello stemma di Andria del Quattrocento (foto S 2) e del Cinquecento (foto S 8), non è mai presente in quelli adottati nell’Ottocento e nel Novecento.

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Con riferimento alle foto S 46 ed S 47, ritengo che sia proponibile anche oggi, in occasione del conferito titolo di Città ad Andria, della probabile adozione di un nuovo stemma ed in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia, un’altra iniziativa: stampare le marche dei diritti di segreteria come quelle in uso nel decennio 1909 – 1919 di cui alle su citate foto, utilizzando il nuovo disegno dello stemma della Città.

Oggi i valori dei diritti di segreteria variano da pochi Euro fino a cinquecento Euro e le marche portano tutte lo stesso soggetto: il Castel del Monte. Si potrebbe pensare di utilizzare il logo Castel del Monte per i tagli di piccolo valore e lo stemma della Città per quelli di valore più elevato, o viceversa; oppure, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, considerato che dal 1861 Andria doveva ufficialmente dotarsi di proprio stemma, si potrebbe ipotizzare di stampare per un anno tutti i valori dei diritti di segreteria come quelli del decennio 1909 – 1919, con il nuovo stemma, e poi mantenere questo logo solo per i valori maggiori.

La marca del diritto di segreteria del 1919 è molto bella, soprattutto se si guarda l’originale che ha le dimensioni di millimetri 35 in larghezza e millimetri 45 in altezza; quella di cui si propone l’adozione dovrebbe avere le stesse dimensioni ed avere tutti i colori del nuovo stemma.

È questione di sensibilità e di identità, di perseguire il bello anche nelle piccole cose.

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I Simboli servono solo se dietro di essi 
c'è un cuore che batte per difenderli

[da “Lo Stemma di Andria - ricerche”, di R. Ruotolo, tip. Pubblicom, Andria, 2012, pp. 63-66,122-123]