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[manoscritto - foglio 4, recto]
[traslitterazione in caratteri stampati]
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quella Regione di tutta l'Asia minore si vidde ad un tratto ingombera da un
sterminato stuolo di Saraceni, che predando per ogni dove, le sagre Basiliche
vennero abbandonate da' fedeli cristiani, e profanate da quegli empj, non v'era
piu curanza di custodirle. Or trovandosi colà alcuni mercadanti Pugliesi col=
le loro navi, ed accortisi, che il Tempio della Santa Sion eretto nella citta di
Mira nella Licia, dove si conservava il sagrato corpo del Taumaturgo
S. Nicola suo antico Vescovo, rimasto in abbandono da' monici, che l'abita=
vano: e sol custodito veniva da due inetti ministri, s'avvagliono dell'op=
portunità, e notte tempo lo estraggono dalla tomba, lo trasportano sulla
lor nave, e date le vele al vento, felicemente giungono al porto di Bari
lor Patria. Qui lo depositano in custodia de' Padri Cluniacensi, che retti ve=
niano da un Abbate, chiamato Elia, quali lo adattarono in un'avello fa=
bricato nella lor chiesa, nel medesimo dì, che da loro fu ricevuto, dico
nel dì 9. maggio dell'anno 1085. Non tantosto questo sagro pegno  fu situa=
to in Bari, ecco che il cielo dovizioso delle sue grazie fe' sperimentare a tut=
ti li popoli di Puglia le abbondanze de' prodigi a pro loro. Di tanti e tanti in=
numerevoli ciechi, stroppi, monchi, infermi, ed oppressi da ogni malore
occorsi, e concorsi a venerare le sagrate ossa, niuno si rinvenne, che alla
sua Patria sconsolato ritornasse. e tanto si avanzò la fama de' miracoli,
che Dio si compiaceva oprare pel merito del suo Santo, che immantanente
si spase per tutta l'Europa, Asia, ed Africa, donde a torme venivano li fede=
li per venerarlo, ed esser curati da di loro languori: asportandone col ritor=
no infiniti vasi di quel celeste liquore, che sgorgava, e continua a sgorgare
dalle sue ossa nel cavo dell'avello, ove furono riposte. La divozione reli=
giosa per questo Taumaturgo non stiè molto a stendersi per tutta la Puglia,
ed altrove, dove non si rinvenne Citta, Villaggio, o Castello, che eretto non
avesse in se un qualche Tempio, o almeno un'altare sotto il patrocinio
di S. Nicola: un de' quai Tempj fu quello, che dal Popolo Andriano nella sua
Patria si eresse, come fra poco vedremo.
   Per tanto le accanite discordie, che si erano accese fra li due Principi Nor=
mandi si vedevano avanzate nel più fervido bollore, e lo Stato della
Cristianità nell'oriente andava peggiorando da dì in dì. Li Vescovi di
quei luoghi quasi tutti in fuga dalle loro Chiese. Li Principi impotenti a
difendersi cedevano li loro dominj all'urto de' barbari, che posta aveva
la desolazione in tutta la Grecia. Inutilmente chiedevano soccorso, ed aiuto
da' Principi d'occidente, e dal Pontefice Romano. Quando assunto alla
sede Romana Urbano II° nell'anno 1088, per dar riparo a queste sciagure
sollecito si adoprò ad animare, e muovere li Principi Cattolici alla Sagra Le=
ga per Terra Santa. Non sortì vano il suo disiderio, conciosiache fra breve li
Principi predetti furono in accordo a prendere le armi per la religiosa spe=
dizione. Ma poiche a questa Lega mancava un personaggio de' più prodi,
nel di cui valore molto confidar si poteva per la sperienza, e pruova pochi
anni prima avutane. Questi era il Principe Boamondo, chi occupato nelle
guerre di