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[manoscritto - foglio 45, recto]
[traslitterazione in caratteri stampati]
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questo memorãdo giorno con pompa festiva, come altra volta in si=
mile occorrenza si era obbligato, dichiarando il d.o Santo Pnēmen[?]
principale della Citta, aggiungendo a questo voto quello del digi=
uno in ogn'anno nel dì 19 Genn.o Vigilia di esso Santo. Ometto
qui il funesto racconto de' danni sofferti dal publico nelle loro sostã=
ze
, le Famiglie intiere estinte, e tutto ciocchè si pratticò da governã=
ti
, e da superstiti in dar sepoltura al numero sterminato degli estinti,
a'quali mancando li sepolcri, fu dato ricetto nelle fosse vecchie,
ch'eran cavate nel campo fuor di città: e la diligenza, che si tenne
in fare un'espurgamento di tutto ciò, che poteva conservare in se qual=
che reliquia del contaggio; onde furon date al fuoco tutte le carti
di molti archivj, e scede di notaj; e con esse perì la memoria, e l'
attestato di tanti contratti, di compre, e vendite, e d'enfiteusi: e li be=
ni stabili de' luoghi pj, e de' privati rimasero in oblivione de' proprj
padroni: e ciò, che rimase, fu necessario darsi, e logarsi a vil prezzo,
mancando la gente, cui dare, o logar si dovesse. Cessata pertanto la
pestilenza, il Duca Fabrizio in rendimento di grazie, e sodisfazion di voto
fatto al Patriarca S. Nicola, per esser'egli, e tutta la sua Famiglia scã=
pati
dal formidabile flaggello, fe' costruire quella macchina di legno
indorato, adattandola per l'altar maggior coll'Immagine di S. Nicola
nella sua chiesa, l'organo col suo orchesto, e'l soffitto del Presbiterio,
che sin'oggi sono in durata: indicandocelo il numero segnato in esso 1657.
  Il Vescovo D. Ascanio Cassiano, che fu superstite, e libero rimase dal
contaggio, non durò molto tempo a sopravivere, Egli diè il suo tribu=
to alla morte nel dì 12 del mese di Giugno di quest'anno 1657, e fu
seppellito nella cappella di S. Riccardo, ove apparisce il suo tumulo
entro cui fu riposto, collascriz.e, ch'ivi legger si puote. Ridotta la
città a tal misero stato, e mancando nel Collegio di S. Nicola la mag=
gior parte de' suoi individuj, per esser periti nel contaggio, dalli po=
chi superstiti non più si badava alle controversie delle processioni.
Ma da quei della cattedrale considerandosi che un dì, o l'altro, ri=
messo il numero de' collegiali di bel nuovo avrebbero posto in
campo le antiche pretenzioni, fatta e tenuta intelligenza col ma=
gistrato, l'indussero a chiamare un publico conseglio, ed ivi concl=
usero, che l'Universita, e Popolo d'Andria eliggeva per singular
Padrona la Vergine SS.a del Carmine, con ottenerne l'assenso
apostolico, ricorrendo alla S. Cong.e del Conc.o: Tutto questo apparato
di Religione, e divozione conteneva duolo, ed inganno, conciosiache
col braccio del Publico si pretendeva toglier via dalla chiesa di S. Nico=
la la celebraz.e del dì Festivo totalm.e; non che la process.e ma da' quei
pochi del Colleg.o ben conosciuta, e penetrata la collusione, e'l  mal ta=
lento, per via, e mano efficace fe' capire al Prefetto della Congregaz.e
il falso zelo: chi, raunato il Congresso de' Cardinali per determinare
il lor parere sull'esposto dell'Università d'Andria nel dì 30 Giug.o
1657. fe' decidere in tal forma = Insteterunt Universitas, et Populus An=
driæ approbari electionem ab ipsis habitam Sanctæ Mariæ de mon=
te Carmelo

































[NDR:
i righi 32 -33
quasi illeggibili
sono stati restaurati
sulla base di una
interpretazione
manoscritta
degli studiosi
possessori della copia originale]