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[manoscritto - foglio 63, recto]
[traslitterazione in caratteri stampati]
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gion che, in quelle chiese ove si vede eretto il ceto de' Canonici; soltan=
to da questi, e non da' semplici proceder se deve a tali elezioni, come
che da' soli Canonici formato viene il corpo del Capitolo; al sentir=
si simili pretenzioni, il partito de' semplici in unione di molti altri
Canonici fortem.e se ne risentirono, pretendendo, non aver perdute le
raggioni di Capitolari, e votanti coll'erezion della Canonia, in cui era
espressa la legge di non farsi campiamento di Stato, e di Statuti. L'animo di
chi si opponeva, non ammettendo raggioni, si avanzò a tal contesa, che
dichiaratosi d'aver per nulla ogni altra elezione, se ne uscì fuor del Ca=
pitolo, ed uniti in numero di         canonici, si conferirono nella Chiesa
di S. M.a Mater Gratiæ, ed ivi procederono all'elezione d'un Vicario, che
cadde, sopra di uno di essi Canonici, chiamato D. Leonardo Antonio Ca=
prera. Nel medesimo tempo, che li riferiti Canonici si conferirono a
tal'opra, il corpo de' Preti semplici, e di altri Canonici rimasti nel con=
gresso capitolare della Cattedrale proseguì l'atto dell'elezione, e desti=
nò per Vicario Capitolare l'Archidiacono D. Gian Maria Marchio,
personaggio di molta esperienza in prattica legale. Si che sciolto, e
terminato il congresso dell'uno, e dell'altro partito, si viddero proclama=
ti due Vicarj, ognun de' quali cominciò ad usare giurisdizione, e so=
stenuto veniva da' proprj rispettivi fautori. Il commune del clero del=
le Colleggiate non diè retta al Vicario Canonico, si attenne a riconosce=
re per leggitimo, e canonico l'Archidiacono, le di cui disposizioni volen=
tierm.e
eseguiva, ed eseguì per alcuni mesi.
  Durando per tanto questo Scisma, l'Arcivescovo Metropolitano pensò
avvalersi, e fè sentire alli Canonici Andriani, che non piu si affannassero
sulla legitimità degli eletti, conciosiache erasi a lui devoluta una tale
elezione (ma senza sufficiente canonica raggione), e percio gli conside=
rava illegitimi, e che gia era in voto di destinazione uno a suo arbitrio. Dal
corpo de' semplici immantanente se n'ebbe ricorso in Roma, dove, riferito
il successo, venne approvata la lor condotta, e munita fu d'un monitorio
dell'A.C., che, trasmesso in Napoli, trovò opposizioni nella Real Giurisdiz.e,
ma acchiarite, e superate, concesso li venne il Reggio exequatur. Mentre
a tanto si attendeva, e  per cui ottenere si consumò lo spazio di ben quattro
mesi, Dal metropolitano non si perdè tempo per giungere al suo intēto:
nominò un Vicario Capitolare, in persona di D. Saverio Cannati cittadino di
Barletta, suo suddito, e che servito aveva da Vicario Generale al defunto
Vescovo, e lo spedì in Andria, custodito da buon numero di militari in
mezzo alle armi, fra le quali fè il suo ingresso in città; e poiche opportu=
namente capitò il pred.o monitorio alli Preti della Cattedrale, non v'era
raggione per cui potesse accettarsi questo Vicario spedito dal metro=
politano, ne privare l'eletto dal Capitolo, che da quasi tutti per legitimo
conosciuto veniva, non mettendosi in conto veruno quell'altro eletto da
Canonici in poco numero. Vedevasi gia caduta al suolo la pretesa devolu=
zione dell'Arcivescovo, e niente onorata per lui la spedizione del suo Vica=
rio, quindi, per non rimaner di sotto, si meditò un stratagemma, e fù, che
ad istanza del Vicario eletto dalli pochi Canonici si fè un ricorso nel Reggio Tri=
bunale di Trani, rappresentando a quel Preside, qualmente da' Nipoti, con=
giunti, ed atti=