Libertà io vo sognando

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[sul ritmo cantabile di una ode - canzonetta anacreontica]

Libertà io vo sognando

Libertà io vo sognando
di rimando
a una catena immateriale
che ci astringe ad una stasi,
tutti invasi
da un malanno sì mortale.
Una gazza scorgo affonda
a volo d’onda
in quel mare profumato
ch’è il giardino cui aspiro,
ma qui miro
sol l’imago, relegato
sul balcone in quarantena;
sento appena
della pica il cicaleccio
e un desio dirompente
impellente
del mio ambiente villereccio
mi pervade in ogni poro:
quel che adoro
è remoto ed oltre il muro
di un decreto salutare.
Rinviare
tale abbraccio mi vien duro,
questo giogo trasmodare
liberare
le mie membra dal servaggio
dell’imposta è quel che voglio
e pur mi doglio,
per mio bene per mio aggio

 

devo stare in casa chiuso
ove occluso
provo tuttavia a sognare:
tra boccioli sorridenti
di già olenti
per i campi divagare
tutt’intorno al casolare.
Le più rare
sensazioni il mio verziere
mi rinvia, in tenue brezza
m’accarezza,
chiudo gli occhi, nel forziere
dei bei memi le riattingo;
allor mi fingo
di percorrere quel viale
che tra i viridi lentischi
e coi fischi
d’un cinereo merlo sale
all’agreste mia dimora,
alla gora
ch’ogni sana brama appaga:
mi disseta d’infinito,
dell’ambìto
ed alto senso di libertà.

Nel 75º anniversario della liberazione, 25 aprile 2020

Sabino Di Tommaso
da "I pensieri del Folletto" sdt

panoramica del mio casolare di campagna