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Storia della Città di Andria ...

di Riccardo D'Urso (1800 - 1845), Tipografia Varana, Napoli, 1842, pagg. 192-194

Libro OTTAVO

Capitolo V.

Re di Napoli Ferdinando II. Vescovo della Città di Andria Giuseppe Cosenza.
Richiamo in essa della Religione degli Agostiniani Calzati.
Acquisto della nuova Statua di Argento del Glorioso Protettore S. Riccardo.
Apertura del Campo-Santo.

Dal 1838 sino al 1840.

Soffrendo assai di mal’animo questa Città veder derelitto quell’augusto Santuario di S. Maria de’ Miracoli, e quel grandioso edifizio del Monistero; quand’ecco a quietare i comuni lamenti, riuscì a questo Monsignor Vescovo nel 1838. ottenere la concessione di potere qui locarsi una porzione della Famiglia de’ Frati Agostiniani Calzati di Napoli, della Congregazione di S. Giovanni a Carbonara. Pervenuti costoro in Andria nel numero di sei sotto la direzione di un Priore, abbisognavano anche, per così dire, del respiro dell’aria. Ma il nostro Prelato non si perdè di animo. Non potendo loro porgere di troppo dai proventi della sua Mensa, per non defraudare la sua Chiesa, [1] ed i poveri; fu costretto a far ricorso ad un’eroico ripiego. Lasciandosi accompagnare da un numero di Canonici della sua Cattedrale, si recò da tutte le famiglie de’ facoltosi Andriesi; e raccomandando loro la gloria ed il decoro di quest’abbandonata casa di Dio, potè dalle varie volonterose obblazioni de’ fedeli formare un accumulo di qualche somma. Consegnata questa nelle mani di quei Religiosi, trovarono essi così il mezzo per accorrere al bisognevole per la loro fissazione. Disposte in tal modo le cose, Monsignore li pose nel possesso nel dì 6. Dell’Ottobre del 1838. pontificando in quel Tempio zeppo di Andriesi accorsivi. E così d’allora quel Santuario rinvenne chi s’interessasse pel suo lustro, e chi ne promovesse la divozione.

Acquisto della Statua di S. Riccardo.

Se tra gli antichi Greci e Romani, nonché presso gli altri Popoli, erano riputati degni della lode de’ Secoli i nomi di coloro, che compromettevano le loro fortune, e posponevano i proprii vantaggi al decoro della Patria; non debbo io qui defraudare del dritto che vantano sulla pubblica stima quei generosi Concittadini, che rinunciando ai proprii interessi colla compromissione delle loro sostanze, hanno procacciato alla Patria l’ornamento maggiore. Nel 1836. essendo morto l’esattore della contribuzione Fondiaria di questo Comune [2], il Sindaco d’allora D. Consalvo Ceci col Decurionato risolse non doversi nominare altra persona al rimpiazzo dell’estinto ma tenersi questo ramo Finanziere in amministrazione; e così occupare quel particolare vantaggio in opere pubbliche. Furono prescelte tra i Decurioni cinque persone oneste, e facoltose, le quali vicendevolmente ne intrapresero con patrio impegno l’incarico [3].
Tra i progetti da ciascun Decurione affacciati sull’impiego della somma, ebbe luogo quello della formazione di una nuova statua di argento in onoranza del nostro inclito Protettore S. Riccardo. Con generale applaudimento si venne a questa determinazione stante che Andria sentiva il bisogno di un tale sacro corredo; mentre nella sventura del 1799. come dissi poch’anzi, ci era stata involata l’antica Statua anche di argento. Sollecitamente ne fu data la commissione nella Capitale ad uno de’ più periti artefici; e venne ritratta quella nobile effigie, la quale, a comune giudizio di chi conosce tal arte, porta ragionevolmente la impronta di opera di capolavoro. Il costo di essa col suo armadio oltrepassa la somma di ducati 5000. [4]. Giunse in Andria tra le vive acclamazioni nell’Agosto del 1840. sotto il Sindacato di D. Riccardo Porro [5]. Giova sperare che il Santo, dietro questa pia offerta, voglia semprepiù rafforzare il suo potente patrocinio a pro de’ figli suoi!

Campo Santo.

Avendo dimostrato il buon senso, non che la esperienza, quanto erano lodevoli i riti degli antichi popoli nel vietarsi ai cadaveri la loro putrefazione nei luoghi abitati; stantechè quelle ingrate esalazioni contaminando l’aria, servivano di veleno ai viventi: la provvida cura di chi veglia al nostro comune vantaggio, non ha saputo più tollerare si tristo abuso. La Maestà di Ferdinando I. sempre di felice ricordanza ai popoli, considerando nella sua saggezza quale nocumento ne risultasse dalla intromissione de’ cadaveri nelle Chiese, luoghi oggidì tanto frequentati; con suo Decreto sin dal 1817. ordinò a tutti i Comuni del suo Regno l’apertura de’ Campi-Santi in luoghi appositi, fuora gli abitati. Questa legge, tanto salutevole nel suo procedimento, si è veduta prontamente eseguita in tutt’i punti di questi suoi Dominii. Andria del pari lodando la savia determinazione del suo Monarca, cercò sin dalle prime sollecitarne l’adempimento. Ma essendosi avvicendati mille intoppi intorno al sito di esso n’è avvenuto un ritardo: ed ecco il perché se ne intraprese l’apertura nell’anno 1840. Il travaglio procede con molto accaloramento ed è sperabile che potesse terminare sotto la presente Amministrazione [6].
Intanto essendo terminata una parte delle sezioni sepolcrali, nel 1. Gennaio del corrente anno 1842. per nuove e pressanti Sovrane disposizioni si è quivi principiata la tumulazione, dopo le debite benedizioni.
NOTE    (Nell'originale la numerazione è di pagina e non progressiva dell'intero argomento)
[1] Difatto a lustro di questo Duomo ha speso fin qui molte migliaja poi sacri paramenti; ed ora è in procinto di rifare a sue spese il prospetto di questo sacro Duomo, innalzando sul vecchio piede un altro tutto proprio, ed elegante.
[2] Il Dottor fisico D. Giuseppe Nuzzi.
[3] Nella tolleranza di questo uffizio più degli altri si sono distinti il signor D. Giammaria Antolini, ed il Signor D. Michele Marziani.
[4] La maggior parte della indicata somma è stata pagata dalla passata amministrazione: il resto sarà sborsato dalla presente.
[5] Ebbe costui la consolazione nel suo sindacato di vedere terminata la statua; e poi dopo alcuni mesi nel finimento del suo triennio, corse al suo ultimo fato. Colla sua morte, non lasciando prole, si è estinta questa Famiglia pervenuta ad alta fortuna.
[6] Si diede principio a quest’opera sotto la direzione del valente Architetto D. Domenico Nicola Recchia, essendo pubblici uffiziali sì nel ramo Giudiziario, che amministrativo Il Dottore D. Giuseppe la Piccirella Regio Giudico —II Signor D. Riccardo Porro Sindaco — Il Signor D. Francesco Marziani primo Eletto — il Signor D. Riccardo Latilla secondo Eletto.