Visita Pastorale di mons. A.Cassiano nel luglio del 1644

Contenuto

Visita Pastorale di Mons. Ascanio Cassiano nel luglio 1644
alla Chiesa Cattedrale

Premessa

Questa Visita Pastorale effettuata da mons. Ascanio Cassiano nel 1644 č la prima documentata esistente per la diocesi di Andria, dopo quella di Mons. Resta attuata a partire dal 16 giugno 1586, riportata (ma solo con scarse esemplificazioni inserite tra le norme di visita) nel "Directorium Visitatorum, ac Visitandorum ..." pubblicato nel 1593.
Gią ai tempi di mons. Emanuele Merra (inizi Novecento) non esistevano pił i manoscritti delle visite pastorali precedenti questa di mons. Cassiano del 1644; egli scrive nelle sue "Monografie andriesi" che la "S. Visita di monsignor Cassiani, la quale va dal 1644 al 1646, ed č la pił antica, che si conservi in Curia"; inoltre lo stesso mons. Merra, descrivendo le reliquie conservate  in cattedrale, denuncia la scomparsa  di molti fogli dai manoscritti delle visite pastorali di mons. Casssiano; scrive infatti: "Fuori di queste Teche, altre non trovansi descritte negli atti di Santa Visita, fatte da Monsignor D. Ascanio Cassiani, negli anni 1644 e 1656, perché vi mancano parecchi fogli.".

Purtroppo il manoscritto della Visita riporta solo la descrizione dell'altare maggiore, del presbiterio, della Cappella del SS. Sacramento, del fonte battesimale e di una parte delle Cappelle di sinistra: di S. Riccardo, di S. Maria del Capitolo e di S. Giuseppe; delle altre cappelle (di sinistra: 3Ŗ di S. Luca Apostolo, 2Ŗ di S. Sebastiano e S. Maria del Carmelo, 1Ŗ di Ognissanti; nonché di destra: 1Ŗ di S.Antonino, 2Ŗ di S. Giovanni e S. Colomba, 3Ŗ di S. Giacomo, 4Ŗ di S.Antonio Ab., 5Ŗ del Crocifisso, e sul presbiterio della Nativitą Maria Vergine) annota solo le carenze riscontrate nelle suppellettili.

Da questa Visita alla Chiesa Cattedrale si trascrivono gli stralci pił importanti, quelli che documentano com'era strutturato il suo edificio, il presbiterio, le cappelle e qual era l'arredo; si riportano anche alcuni passi che evidenziano le usanze pił significative del tempo.

Osservazioni sulle varie sezioni della visita
(di seguito trascritta)

Altare maggiore e Presbiterio

- L'altare maggiore č in pietra elevato su tre gradini di pietra; non č descritto alcun ornamento scultoreo.
- Al posto dell’icona c’č una Croce di legno argentato con il Crocifisso dello stesso legno argentato.
- Sul lato dell’epistola c’č un abaco, o credenza,
probabilmente presso la parete dove oggi osserviamo lo stemma e l'epitaffio di Beatrice del Balzo.
- Il Presbiterio č ampio e magnifico, col tetto a laqueari.
- Presso la parete del lato Evangelo s’erge la Sede Pontificale col suo Trono, al quale si ascende per tre scalini marmorei ed uno ligneo.
- [Sulla Sede Pontificale] si estende un baldacchino;
non vi si dice della possibilitą del vescovo di accedere sul baldacchino dalle sue stanze del palazzo vescovile,
né si fa parola dell'esistenza di un trono ducale di fronte a quello vescovile.

Cappella del SS. Sacramento

- La Cappella, con volta a botte, chiusa da una cancellata di legno, sorgeva sul fianco destro dell'altare maggiore "in Capite Ecc.ę in cornu Ep.[isto]lę", dove oggi sorge la cappella intitolata alla Sacra Spina.
dalla descrizione risulta che nel Seicento era una magnifica cappella!
Lo stesso Vescovo nella successiva sua visita del 12 marzo 1656 addita sull'ingresso un arco marmoreo su colonne lapidee: "in ingressu est arcus lapideus cum duobus columnis hinc et hinc";
- Era illuminata da due finestre, una in alto dietro l'altare, l'altra sulla parete destra (nell'ex corridoio tra Cattedrale e Palazzo Ducale); le pareti erano tutte elegantemente decorate in oro.
- Aveva un pregevole altare in pietra scolpita, dotato di baldacchino, e con statue della stesso marmo.
Nella suddetta successiva visita del 1656 specifica le varie sculture (non dettagliate in questa del 1644):
Retro custodia sub muro adfixi duo Angeli ex lapide liciensi tenentes turibula et naviculas ... et supra cherubin p.[er] totum ex eundem lapidem ...
Prospectiva Altaris tota est ex lapide liciensi, et p.[er] totum affabré elaborata habere, quę dicunt.[ur]
de mezzo rilievo.
In summitate Altaris statua lapidea Christi qui surrexit ą sepulcro cũ cruce in manu sinistra, hinc inde Angeli.
Subtus in quadam mansiucula dicta
nicchia statua Beatissimę Deiparę cũ puero Iesu

(→ “ Sul muro dietro il tabernacolo sono fissati due angeli in pietra leccese recanti il turibolo e la navicella dell'incenso … e sull'intero tabernacolo un cherubino della stessa pietra leccese. …
Il davanti dell'altare č interamente realizzato in pietra leccese artisticamente scolpita a mezzorilievo.
In alto sull'altare una statua marmorea del Cristo risorto dal sepolcro con la croce nella sinistra ed angeli ai lati
Sotto in una nicchia una statua della Beata Madre di Dio col piccolo Gesł
”.
L'altare era dotato di sufficienti candelabri di legno intarsiati, dorati e argentati, di angeli anch'essi lignei e dorati reggenti lampade sempre accese, nonché di vasi di legno dorati con fiori finti.

Cappella di San Riccardo e Reliquiarii

- Č interessantissima la descrizione dei numerosi reliquiarii visitati, gran parte dei quali purtroppo oggi non pił esistenti.
Dall'accurata descrizione si evince anche che nell'armadio centrale posto dietro l'altare c'erano 28 nicchie dalle quali mons. Cassiano fa prelevare altrettanti pił o meno grandi reliquiari, in gran parte a forma di tabernacolo;
i due armadi che fiancheggiavano il centrale ed erano ai lati dell'altare avevano poi internamente 16 nicchie ciascuno per altrettanti reliquiarii.
 

- La Cappella di San Riccardo, con volta a botte, chiusa da una cancellata di ferro, sorgeva sulla sinistra presso il presbiterio dove oggi la osserviamo.
- Era illuminata da due finestre, una sul lato dell’Evangelo, l’altra su quello dell’Epistola.,
le pareti erano ben imbiancate; non si fa cenno ad alcun decoro aggiuntivo, come testimonia un'altra lapide, realizzato sulle pareti dal predecessore mons. Franceschini nel 1636.
- L'altare era totalmente in pietra e privilegiato da Gregorio XIII.
- Sull'elezione del Priore, proposto dall'Universitą, si cita una Bolla del 28 giugno 1547 di Paolo III, e una indiretta riconferma dell'usanza in una visita pastorale del luglio 1585, che dové essere condotta da mons. Luca Antonio Resta.
- In questa Cappella mons. Cassiano visita le reliquie ivi conservate, seguendo l'indice compilato da mons. L. A. Resta e pubblicato il 1586 a pag 13v e seguenti del suo "Officium Sancti Richardi Primi Episcopi Andriensis ..." (digitalizzato e pubblicato sul web da Google nonché da Archive.org).
Sotto l'altare in una cassa di cipresso dentro una marmorea č riposto il corpo di San Riccardo,
mentre in altri due armadi sono conservate le altre numerosissime reliquie.
- Teca con il Capo di S. Riccardo;
- Teca quattrocentesca con il Cuore ed il Pericranio di S. Riccardo [rubata nel 1799];
- Croce quattrocentesca d'argento con Legno e spugna della passione, pezzi di porpora e lana degli abiti di Gesł Cristo [ci rimane la crocetta centrale montata su una croce d'argento realizzata nel 1842];
- Altra piccola Croce d'argento con il Sacro legno della passione [anch'essa trafugata];
- Teca con una Sacra Spina della corona della passione di Cristo;
- [si descrivono di seguito molte altre reliquie dal vescovo osservate nella sua visita].

Cappella della Nativitą (o del Capitolo)

statue quattrocentesche della nativitą
[Le statue quattrocentesche della Nativitą]
- Emerge da questo documento e da altri del Seicento che la “Cappella della Nativitą di Nostro Signore” sia stata sempre quella ancor oggi detta di “S. Maria del Capitolo” localizzata tra la Cappella di S. Riccardo e quella di S. Giuseppe; sul presbiterio, invece, presso la cappella del SS. Sacramento (oggi della Sacra Spina) c'era un “Altare della Nativitą di Maria Vergine”, come risulta dalle visite pastorali di mons. Cassiano del 1644 e di mons. Pietro Vecchia del 1690; scrive infatti questo vescovo nella sua Visita Pastorale del giugno 1690: “Altare Nativitatis Beatę Marię Virginis … sitũ in Presbiterio ex cornu Ep[isto] Maioris Altaris, prope et iuxta cancellũ Cappellę SS.mi Sacramenti”.
- La Cappella era chiusa da una cancellata di ferro.
- Sulla parete di fondo c’era una nicchia piuttosto grande (esistente ancor oggi ma coperta dal quadro dell’ “Adorazione dei pastori”).
- La volta della cappella era dipinta color del cielo e punteggiata di stelle, e vi pendeva un Angelo con la scritta di un versicolo del Vangelo.
- Nella nicchia era allestito un presepe permanente con tutti i personaggi di legno dipinti e/o dorati: non soltanto Maria, Giuseppe e Gesł bambino, ma anche Angeli con tabelle, bue, asino, pastori e pecore; non c’erano perņ i Magi.
Un numero cosģ alto di personaggi (e in scala leggermente inferiore al vero) fa pensare che il piano d’appoggio si prolungasse dalla nicchia fin sopra o dietro il postergale dell’altare: “in superficie connexa”, recita il documento.
Che tutti quei personaggi fossero quattrocenteschi ce lo suggerisce un distico della lapide affissa nel 1494 sulla tomba del munifico vescovo Angelo Florio: “Ipse etiam multa pręsepia finxit in auro, / nata Redemptoris, quę pia membra fovent”, (→ “Egli foggiņ in oro molte statue della Nativitą del Redentore, che infervorano i fedeli)”. Di essi purtroppo ce ne restano solo due: Maria e Giuseppe (o un mago adattato in funzione di Giuseppe); gli altri sono andati perduti.
Il fatto poi che il Vescovo Cassiano non vede presso il presepe i Magi invita a ipotizzare o che tali statue non esistessero (pił) o che venissero collocate in loco solo nel periodo dell’Epifania; ma, poiché all’altare della cappella si celebravano messe č improbabile che tanti personaggi (date le dimensioni) fossero collocati per terra, e conseguentemente puņ arguirsi che i Re Magi non facessero (ormai) parte del gruppo; e si puņ anche pensare che alcune statue quattrocentesche, gią nel seicento, erano andate perdute o eliminate.
- Sulle pareti laterali, erano affisse due tele: una raffigurante la Beata Vergine Assunta, internamente a destra; l’altra, Maria Vergine Incoronata, internamente a sinistra. Esistono ancora tali tele? Se sģ, dove sono collocate?
    Mons. Cassiano effettuerą un'altra visita pastorale a questa Cappella il 14 marzo del 1656, nella quale, in pratica, riporta all'incirca le stesse descrizioni; in pił, in merito alle tele davanti alla cripta preciserą;
La Cripta con le statue era chiusa da due antine di tela di lino con dipinti su entrambi i lati.
Sulla parte esterna [dell’antina lato evangelo] era dipinta l’Adorazione dei magi, nell’interna la Vergine gloriosa Incoronata dal Padre e dal Figlio.
Sulla parte esterna dell’antina lato epistola c’era poi l’immagine dei Ss. Innocenti, nell’interna l’Assunzione della Beata Vergine.

Cappella di S. Giuseppe

- Stando ai documenti finora consultati sembra che questa cappella della Cattedrale č forse l'unica che nel tempo potrebbe essere rimasta dedicata sempre allo stesso santo: San Giuseppe.
- Si accede in essa salendo tre gradini di pietra, e sull’ingresso ha una cancellata lignea.
- La cappella č con volta a botte, come le altre.
- l’Altare č di pietra scolpita.
Vien comunicato al Vescovo che non aveva la pietra sacra nella mensa in quanto per tradizione si diceva fosse interamente consacrato.
- Nel dossale aveva un dipinto raffigurante San Giuseppe, ma, secondo il vescovo, rappresentato in modo che non ispirava alcuna devozione;
il Visitatore ne chiede il rimaneggiamento.

Documento

(stralcio da "Acta Sanctę Visitationis Episcoporum Andriensium")

“ Visita Pastorale” nel luglio 1644 [1]
alla Chiesa Cattedrale

di Ascanio Cassiano (vescovo di Andria dal 1641 al 1657)


[trascrizione del testo originale in latino] [2]] [traduzione]

[f.10r]

Acta S. Visitationis Domini Ascanii Cassiani
Episcopi Andrię
1644

… [precedono alcune certificazioni di sacerdoti ammalati e l’elenco dei presbiteri della Cattedrale e delle due Collegiate] …

Ill.mus et R.mus D. Ascanius Cassianus Dei et Ap[ostoli] Sedis gr[atia] E.[pisco]pus Andriaen[sis], ac Visitator, omnibus sic vocatis, et …, mandavit, durante tempore Visitationis, ut minimé ab hac Civitate, et territ.[orio] discedere habeant sub pœna ducatorum viginti p.[er] … solvendorum, pijs usibus & arb.[itrio]° s. nisi habita expressa licentia ab ipso, … t observant.[ia]

Andrię in Episcopali Palatio hac die 26. Iunij 1644.

Ita est D. Angelus Angotta S. Visitat.[io]nis Not.[ariu]s.

… [segue la nomina dei con-visitatori, del promotore fiscale e del Notaio segretario della S. Visita;
vengono poi espletate le altre cerimonie iniziali di rito: benedizione dei defunti, ossequio e visita del SS. Sacramento.
] …

… … …

P[ri]mo, Tabernaculum, seł custodia, quę est ex ligno nucis, multis figuris devotč, et concinnč ornata, et in magna sui parte deaurata.

… … …

Atti della Santa Visita del Sig. Ascanio Cassiano
Vescovo di Andria
1644

… [precedono alcune certificazioni di sacerdoti ammalati e l’elenco dei presbiteri della Cattedrale e delle due Collegiate] …

L’Ill.mo e Rev.mo D. Ascanio Cassiano, per grazia di Dio e della Sede Apostolica vescovo di Andria e Visitatore, convocato il clero, ordinņ che nel periodo della Santa Visita, nessuno osi minimamente allontanarsi da questa Cittą e dal territorio, senza aver ottenuto dallo stesso espressa licenza, su pena di venti ducati, che saranno utilizzati a suo arbitrio per usi pii.

Andria, dal Palazzo Episcopale, oggi 26 giugno 1644.

D. Angelo Angotta Notaio della S. Visita.

… [segue la nomina dei con-visitatori, del promotore fiscale e del Notaio segretario della S. Visita;
vengono poi espletate le altre cerimonie iniziali di rito: benedizione dei defunti, ossequio e visita del SS. Sacramento.
] …

… … …

Per primo fu visitato il Tabernacolo o custodia, la quale č di legno di noce, devotamente ed elegantemente ornata con molte figure, ed in gran parte dorata.

… … …


[f: 23r]

[ Fons Baptismalis ]

Die Primo Iulij 1644

Ill.mus D.nus prosequens Visitat.[tio]nẽ, se contulit una cum coassunptis ad Ecclesić Cathed.[ra]lem, et facta, s.[olito] more, orat.[io]ne Sant.[issi]mo, accessit ad Fontem Baptismalem, qui est constitutus in latere sinistro portę anterioris d.[ict]ę Ecc.[lesi]ę.

Adsunt ante ipsum fontem cancelli lignei, qui clavi securę claudunt.[ur].

Supra fontẽ est pyramis ex ligno, conopeo cooperto.

De ordine eiusdem Ill.mi D.ni, fuit apertus fons p.[er] sacristam maiorẽ, cotta, et stola indutum

Clavis, et sera apta, et secura.
Intus fontem, ultra pyramidem sup.[radi]cta bené connexa, et absque scissuris, et rimulis, adest etiam aliud operimentum ligneum, quod optimé operit totum ipsum fontem, ita ut, immunditię nullo modo possint penetrare.

Fons est marmoreus, et valde amplus, et aqua est optimé tenta, et pręter oleum, nihil aliud … conspicit.[ur], sed certit.[ur] pura, nitida, et munda.

… [prosegue con domande sul rito battesimale] …

… … …

[ Il Fonte Battesimale ]

       Il Primo luglio 1644

L’Ill.mo Signore proseguendo la Visita, si recņ insieme ai suoi collaboratori alla Chiesa Cattedrale, e fatta, che al solito, la preghiera al Santissimo, raggiunse il Fonte Battesimale, che si trova eretto sul lato sinistro della porta anteriore di detta Chiesa.

Davanti al fonte c’č una cancellata lignea, che č ben chiusa da un chiavistello.

Sul fonte c’č una copertura piramidale lignea, protetta da un conopeo.

Su ordine dello stesso Ill.mo Signore, il fonte fu aperto dal sacrista maggiore, vestito di cotta e stola.

La chiave e la serratura sono funzionali e sicure.
Sul fonte, oltre alla predetta piramide ben connessa, senza fessure e crepe, c’č anche un’altra copertura lignea, che ottimamente chiude tutto il fonte, cosģ che in alcun modo possa penetrare immondizia.

Il fonte č marmoreo, molto grande; in esso l’acqua č ottimamente contenuta, e oltre l’olio [santo], niente altro vi si vede, anzi appare pura, nitida e pulita.

… [prosegue con domande sul rito battesimale] …

… … …


   
[armadio delle reliquie: la Tavola del Cristo Benedicente e la Tavola della Madonna: foto scattate da A. Ceccato nel 1937 per la Soprintendenza alle Belle Arti di Puglia;
l'anta col dipinto del Cristo evidenzia una cerniera a dx e 2 toppe di serratura a sx; invece l'anta col dipinto della Madonna mostra una cerniera a sx e 3 toppe di serratura a dx.]

[trascrizione del testo originale in latino: 25v-29r]

[ Cappella S.i Riccardi - Reliquiarium ]

Die Secundo Iulij 1644

Ill.mus D.nus Visitator in choactam visitationem una cum coassunptis proseguendo, accessit ad Ecclesia de qua supra, et facta aspersione aquę benedictę, et Sanct.[issi]mo oratione de more cum eisdem coassunptis, se contulit ad Cappellam S.i Richardi primi huius Civitatis Episcopi, et Patroni, ubi Sacrum ipsique Sancti corpus, cęteręq.[ue] huius Eccl.[esi]ę Cathed.[ra]lis reliquię asservant.[ur].

Cappella p.[redi]cta posita est ą latere sinistro Eccl.[esi]ę, et est valdč decens, et ampla, desup.[er] fornicata.

In Altari p.[redi]ctę Cappellę aderant quatuor Candelę accensę sup.[er] Candelabris, et duo alię intorticia(?) hinc, et hinc ą lateribus ipsis Altaris in Candelabris maioribus, assistentibus duobus Sacristis Sacerdotibus cum cottis, et stolis.

Et facta p.[er] sup.ũ Ill. D.nũ adorat.[io]ne perquisivit, ubi, et in quo loco asservaretur Corpus S.i Riccardi.

Fuit responsum. Asservari subtus Altare in parte interiori ipsiq.[ue], cũ p[osse]t cerni, aut videri, quia fuit … obductus, et inibi asservatur in capsa lapidea, intus quam est alia ex ligno cipressi, et fuit ad illum locum repositum multi anni non sunt elapsi tempore bonę mem.[orię] … Felicis Francischini Episcopi antecessoris dominat.nis V.ris Ill.mi.

Etenim per prius(?) asservabat.[ur], et venerabat.[ur] in eadem arca lapidea, in qua erat sup.[radi]cta capsa cipressi posita sup.[er] Altare, et duabus his columnis, quę vident.[ur], et eminebat sup.[er] Altare duodecim circiter palmis.

Et Ill.mus D.nus, bené inspecto, et … considerato loco, et situ, ubi corpus pręfati Sancti asservat.[ur], d.[emandavi]t, esse in loco decenti, apto, et nõ humido.

Int.[errogavi]t. An corpus ibi asservet.[ur]?
Fuit responsum. Excepto Capite, Corde, et Pericraneo, totum corpus ibi asservat.[ur].

Int.[errogavi]t. Quomodo sciant ipsi Dignitates, et Sacerdotes interrogati, ibi corpus asservet.[ur].
Fuit responsum ab omnibus. Quia omnes fuerunt p[ręse]ntes, et assisterunt quando Sacrum Corpus inibi fuit collocatum

Int.[errogavi]t. Ubi asservent.[ur] Caput, Cor, et pericraneum ipsiq.[ue] Sancti?
R.[esponderu]nt. Asservari intus Armarium positum ante Altare ipsiq.[ue] Cappellę in duobus Vasibus seł Tabernaculis distinctis, in quo Armario, omnes Ecc.[lesi]ę reliquię conservent[ur].

Et p.[er] eundẽ Ill. D.nũ Visitatorem, fuit bené inspectum consideratum pręfatum Armarium, et fuit repertum esse totum, clavibus, et seris bené occlusum, locum non humidum, et in parte anteriori bené ornatum, et totum inauratum.

Quibus bené consideratis, mand.[avi]t aperiri p.[er]fatum Armarium, quod statim fuit factum, consignando unusquisque ex quinque Dignitatibus unam clavẽ uni ex Sacristis Sacerdotibus, …, …, … quinque claves, quibus reservatur, et claudit.[ur] p[rędi]ctũ Armarium ą quinque Dignitates p[rędi]ctę Eccl.[esi]ę servantur.

Armarium apertum, fuit repertum intus distincté, et concinné dispositũ, in quibusdam partibus inauratum, et quia est valdé amplum, et capax, unusquisque Pixis, seł reliquiarium habet suum locum distinctum, et separatum factum ex ligno perbellé sculpto, et elaborato.


Int.[errogavi]t. An habent indicem reliquiarum?
Fuit dictum adesse indicem typis editum, et factũ ipsi Ill.mo consignatum, et idem Ill.mus indicis ordinem insequendo, mand.[avi]t, primo ostendi, et exhiberi vas, seł reliquiarium, ubi caput S.i Riccardi positum est, et per Sacristos, ammittos … fuit allatum et positum sup.[er] Altare,

et fuit repertum esse intra vestem ex serico panno, quo sublato, per eundem Ill.mum, et coassunptos bené consideratum, fuit visum esse totum ex argento factum ad formam capitis humani cum parte spatularum, et ut d._, … busto, cum veste similiter ex argento sculpto, et concinné elaborato, et in aliqua sui parte deaurato, quę quibus vestis, ut ex inspetione ipsiq. colligi potest, apparet esse ad instar Pluvialis.

Intra caput busti iam dicti, asservat.[ur] caput Sancti. circa collum busti adest fascia p[rędi]cti Pluvialis, in qua fascia incisę sunt infrap.tę imagines. V.[i]D[elicet]. ą parte dextera in superiori loco, et prope caput cernit.[ur] imago Episcopi cum mitra in capite, et Cruce in manu sinistra, et in pede imaginis apparent litterę incisę, V.[i]D[elicet]. S. Lau. Arp. Sipo., et intuentur, Sanctę Laurentij Archiepiscopis Sipontini.

In latere sinistro, in regione imaginis iam descriptę, apparet alia similis imago E.[pisco]pi sedentis cum mitra in capite, et baculo Pastorali in manu subtus hę literę. S. Pel. Ep. Salp., et dicunt S.[anc]tus Pelagius Episcopus Salpensis,

et redeundo ad latum dexterum subtus pri__ videtur alia incisa Episcopi stantis cum mitra in capite, et baculo Pastorali in manu, et in sua inferiori parte inspicitur hę literę, S. Roger. Ep. Can., ut intendunt, S.[anc]tus Rogerius Ep.[iscop]us Cannensis.

A latere sinistro subtus secundam imaginem videtur alia imago … incisa Ep.[iscop]i sedentis cum mitra in capite, et baculo Pastorali in manu, et in extremitate sunt hę literę, S. Sab. Ep. Canu., et significant, S.[anc]tus Sabinus E.[iscop]us Canusinus, qui quidem quatuor S. Episcopi fuerunt coetanei, amici, et vicini ipsiq.[ue] S.i Riccardi.

In extremitate eiusdem busti in fascia inaurata, sunt incisi duo versus, V.[i]D[elicet].
Accipe Sancte Pater tua te rogat Andria supplex / dilectum populum tutare favore perenni.


Quibus descriptis, mand.[avi]t reponi Tabernaculum ad locum suum, et afferri aliud secundo loco, in quo pericraneũ, et Cor ipsi S.i Riccardi asservantur, et bené inspectum, et consideratum, fuit repertum factum ad modum Tabernaculi, intra quod est vas ex cristallo, ubi cor, et pericraneum asservant.[ur].

Tabernaculum est ex ęre inaurato ad modum Piramidi, in cuius apice, est Crux, cernitur stella in campo rubro insignia Dominorum De Baucis.

Pes tabernaculi totum est arg.[en]to concinné sculpto, et elaborato, et in aliqua sui parte inaurato, et cernitur insignia Dominorum de Carafa, et circum circa pede hę literę. Antonius Carafa D.nus domus Carafę VI. Dux Andrię, et Castrimontis, et omnibus approbatis mand.[avi]t reponi.


3° loco iuxta indicẽ, fuit allata Crux duorum palmorum circiter confecta ex laminis argenteis in anteriori parte inauratis, et sculptis, opera et artificium redolent antiquitatem.

In summitate adest cristallus rotundus. Subtus cristallum columnicula deaurata, sub qua, in principio Crucis in lamina argentea est imago SS.mi D.ni N.[ost]ri Iesu Christi cruci affixi, et lamina est incisa, et ornata cum smalto coloris celestis. In angulo dextero Crucis in simili lamina coloris celestis, et viridis, est incisa imago SS. Deiparę.

In alio latere, seł brachio Crucis ą sinistris in simili lamina cum coloribus antedictis, cernit.[ur] imago S. M.[ari]ę Magdalenę.

In pede Crucis lamina similis, in qua, ut ex insignis, quę sunt duę stellę in duobus scutis hinc, et hinc ą lateribus, apparent, et ut etiam dicunt haberi ex tradit.[io]ne, apparet in qua, et videt.[ur] imago D.ni Fran.[cis]ci de Baucio olim Ducis Andrię, genuflexi.

In medio Crucis subtus aliam Crucem parvulam facta ex lamina argentea inaurata, asservat.[ur] fustulum ligni Sant. Crucis, in qua passus, et mortus fuit D.nus N.[oste]r Iesus Christus. Pars spongię, pars indumenti purpurei, et lanę eiusdem D.ni N.ri Iesu Christi, et in Cruce parvula sup[radi]cta sunt incisa hęc verba: SPÕGIA IsX LIGŃ DŃI INDUMT DŃI PŨPĀ 7 LĀNĀ [per esteso si legge "SPONGIA IESU XRISTI LIGNUM DOMINI INDUMENTA PURPURĘ & LANĘ"], et in pede Crucis pene inspicitur sculptum D.ni nomen Iesu;
et omnibus attenté, et maturé consideratis, idem Ill.mus D.nus Visitator [3].

Int.[errogavi]t. An & p.[redi]cto fusculo ligni Sant. Crucis, purpurę, spongię, et lanę adsit aliquod docum.[en], seł instrum.[en], et scriptura, quibus possint probari.
Fuit responsum. Non adesse, neque instrum.[en], neque docum.[en], neque scriptura aliqua, sed semp.[er], et ab immemorabili tempore, et p.[er] traditiones Patrum, et antiquum p.[rędict]ę santissimę reliquę, fuerunt tenutę, habitę, reputatę, et veneratę pro talibus, et ad p.[re]sens teneri, haberi, reputari, et pro talibus venerari.

Et p.[er] D.num fuit iniunctum, ut Crux p.[rędic]ta ad locum suum reponeretur, et ordine mentionato.


4° loco mand.[avi]t afferri aliam Crucem parvam, qua bené visa, apparet, facta similiter cũ laminis argenteis cum Crucifixo in parte anteriori in medio Crucis in summitate ą dextris, et ą sinistris in extremitate laterum tres figurę incisę, quę non bené possũt ignovi, sed apparent esse Sanctorum, quorum habitus apparet forma saccus.

Circa basim adest C[h]ristallus subrotundus, facta ad modum cuspidis adamantini, et supra C[h]ristallũ parvum sivé lapis aliq. cuius cognitio non habet.[ur].

In alia parte ex adverso Crucifixi asservat[ur] alia particula Crucis D.ni N.ri Salvatoris Iesu Christi, et cernit.[ur] lignum.

Idem Ill.mus D.nus Visitator Int.[errogavi]t. An habeat aliquũ docum.[en], seł alium scriptum, aut alium … de eadem particula ligni Crucis, et
fuit responsũ eodem prorsum modo, quo dictum fuit sup.ra pr___ alia cruce.


5° loco fuit allatum, et ostensum Tabernaculum ubi fuit dictum asservari unam ex spinis coronę, qua D.nus N.[oste]r Iesus Christus in sua acerbissi.ma passione, coronatus fuit, intus Thecam, quę est in p.[rę]fato Tabernaculo, cuius forma, dispositio, et materia, fuit ad unquć descripta in Instrum.[en]to, et Instrum.[en]tis, nobis p[ręsen]tibus, et assistentibus, et alijs in Sacra Theologia, et U.[troque] I.[ure] insignitis, feria quarta, feria quinta, feria 6Ŗ et Sabbato Maioris hebdomadę proximé elapsę huius pr.[ęsen]tis anni 1644.,

cum dicta feria Sexta, quę incidit in festũ SS. Annuntiat.[io]nis Deiparę, Deus fecit mirabilia magna, etenim p.[rędi]cta feria sexta in Spina apparuerunt multę, et diversę guttę, et maculę Sanguinis circa horam Nonć, et non solum ą Nobis, et sumptis, qui Nobiscum semp.[er] a[d]stiterunt, fuerunt evidentissimé visę et conspectę, sed etiam ą toto populo, et tota Civitate, et etiam exteris, per totam diem illam, et circum solis occasum insensibiliter deficiebant,

ita, et tal.[iter], quod in Sab.[ato] Santo p.[ro] mane Spina fuerit evidentissimé visa, et conspecta a Nobis, et sup[radi]ctis, ac aliis in suo Priori Statu,

de quibus omnibus infinitas gra[tia]s egimus Deo, et mandavimus fieri Instrum.[en], et instrum.[en]ta ad futuram tantę rei memoram, quę quidẽ Instrum.[en], et Instrum.[en]ta in pub.[li]ca f.[orma] mandamus hic inseri ad probantes in omnibus illud, et illa;

et licet, p[arite]r d[ica]nt interrogati, non adesse aliud docum.[en], et scripturę p.[ro] pr[ędi]cta Spina, sufficit Nobis, et satis esse debet cuicunque alio, id quod proprijs oculis nostris vidimus et conspeximus, et quod omnes viderunt, et conspexerunt.


Die tertia men[sis] Iulij 1644

Idem Ill.mus D.nus Visitator incoacta Visitatione prosequendo, contulit se una cum coassunptis ad Ecclesiam Cathed.[ra]lem, ibique facta aspers.[io]ne aquę benedictę, et adorat.[io]ne Sant.mi, accessit ad Cappellć S.i Riccardi paratam cum luminibus, et ministris cum cotta, et stola sicuti heri in Visitat.[io]ne.
Et consignatis p.[er] dignitates eiusdem Ecc.[lesi]ę quinque clavibus eisdem ministris, mand.[avi]t reserari armarium, ubi S. reliquię conservant.[ur], quo aperto, fuit iniunctum, ut

6° loco afferri mandavit vas, seu Piramidem in qua iuxta ordinem indicis, asservari d. de Lacte, et Capillis gloriosissimę Virginis Marię, cum per scriptura allata, et sup.[ra] altare posita, fuit considerata esse ad modum Tabernaculi, in quo diximus conservari Cor, et pericraneum S.i Riccardi, licet hoc sit a … magis ornata, pes non rotundus, sed sexangulis, cuiq.[ue] pedio duo anguli laterales, sunt alijs maiores:

Tabernaculum est ęreum in … sui parte deauratum, circa suũ … sunt quędam ornamenta ex argento, intra tabernaculum, s_blato uno ex sex cristallis, quibus circumdatũ, et forma d., fuit reperta ampulla similit[er] ex cristallo, et dictum in ea adesse Lac Beat. Virginis, et conspicitur intra ampullam ad modum gipti albi sicci, et in medio Tabernaculi, in quadam theca argentea, videtur otto, aut decem capilli, qui dicuntur similiter esse Beat. Virginis, et theca est collocata sup[er] … argenteum, quod elevatur supra planum Tabernaculi similiter argentei. quibus omnibus benč consideratur.

Int.[errogavit] D. Dignitates, et alios Sacerdotes d.[ic] Ecc[lesi]ę ibi p[re]sentes. At … habeant aliquod documentum, scripturas, aut aliud.

Fuit responsum scripturas, vel Instrum[en] non habere, sed tantum tradit[io]nes seniorum, et pro talibus sanctę reliquię p[rędic] libitę sunt, et labetę.


7° loco iuxta Indicẽ, de ord[i]ne p.[rędicto] allatum fuit aliud tabernaculum, et sup[er] Altare positum f[uit] et consideratum p[er] eundẽ Ill.ũ D. fuit repertũ esse tabernaculum parvũ, totum ex arg.[en]to cum duobus crucifixis cum cruce in summitate ex utraque parte in ea affixis.

Tabernaculum … factum ad modum Piramidis, in quatuor partibus loco cristalli sunt apposita quędam ossa quę vulgo d.[icitu]r Talco.

Intra tabernaculum, continentur quatuor vascula parva ex argento, unum tamen maius alio, in quibus nihil fuit conspectum.

A summitate intra ipsum, pendet appensa ampulla parvula ex cristallo, et in ea conspicitur quędam materia nigra, et fuit dictum, prout d. in indice, esse Cineres S. Io:[annis] Bapt[ist]ę; quibus descriptis.

Ill.mus D.nus Visitator Int[errogavi]t. An Habeant aliquas scripturas…, seł aliud documentum?

Fuit responsum, ut ad provisum, nihil habere, nisi continuatas tradit[io]nes.


8° loco ordine quo d.° idem Ill.mus D.nus mandavit afferri lapidem, quo S.tus Stephanus prothomartiris fuit lapidatus, et fuit alterum quoddam vas rotundum coloris sub nigri intus sub albi, et bene consideratur, fuit dictũ esse ex cortice … exteriq[ue], facijs argenteis inauratis undique circumdatũ.

Habet pedẽ argenteũ inauratũ, et elaboratum, in cuiq[ue] columnula adsunt quędam literes, cuiq[ue] intellectus percipi non potest.

Intus tabernaculum fuit repertus quidam lapis ferricites sub rotundus ad instar spongię undiq[ue] quasi perforatus, et fuit dictũ esse unum ex lapidibus, quibus lapidatus fuit S.tus Stephanus, et mand.[avi]t reponi. et

Int.[errogavi]t An aliqua esset docum[en]ta seu scriptura de p[rędic]to lapide?

Fuit responsum non adesse, sed tan[tum] Patrum trad.[itio]nes, et continuatę venerat[io]nes.


9° loco iuxta Indice, mand.[avi]t afferri Caput S. Columbę Virginis, et Martiris, et fuit allatum, et positum sup[er] Altare quoddam Tabernaculũ factum ad modum busti mulieris, facies ex arg.[en]to sicuti ex eodem suum collum, et aures, ac Cherubin positus sup[r]Ŗ Caput, reliquũ capitis cum diademate, vestis circa spatulas, et supra bracchium ex aere inaurato, et in veste sunt incise folię, ą latere dextero circa bracchiũ adest incisa effigies puellę genuflexę ante ipsć Draco, supra, Angelus, qui genuflexę portat palmć, circa pectus conspiciuntur hę literę. M Ioan. Vincen.q Campi M. F. 1579.

In extremitate inferiori in fascia ipsius busti, quasi p[er] totum sunt incisa hęc verba, Ora pro Nobis beata Columba, Ut digni efficiatur promissionibus Christi; retro est incisum hoc nomem. Andres della Torres.

In d.[icto] busto intra caput ipsius est repositum caput B.ę Columbę, quod bené inspectũ, mand.[avi]t reponi, et …

Int[errogavi]t D.nus An & pr[ędic]to capite habeant aliqua documenta, scripturam, seł mentionẽ.

Fuit responsum adesse decretum Sacrę Rituũ Congreg.[atio]nis, quę in contradictorio iudicio autenticavit caput hoc esse S. Columbę, et ex eiusdem dec.[re]to celebratur quolibet anno eius officiũ sub rito duplici.


10° loco sequendo ordinem de quo sup.[radic]ti, de mand.[a]to Ill.mi Dni, fuit allatũ vas ubi asservatur os Sancti Viti Martiris positum intus quoddam Tabernaculum factum ex Talco.

Supra vas p[rędic]ũ factum ex talco Piramis ex aere inaurato, et circa talcum, fascię similes ex aere inaurato. In summitate Piramidis, Crux, pes ex eodem metallo inaurato, in cuius lateribus adsunt in duobus scutis duę stellę, insignia, ut d.[icu]nt dominorum de Baucio.

Et per D.nũ fuit os bené inspectũ, et consideratũ, et fuit rep[er]tum esse longitudinis unius palmi, et …, et

Int.[errogavi]t An habeant p[er] p[rędic]to osse aliquid Instrum[en], seł docum[en].

Fuit d.[ic]ũ non habere, sed celebrari tantũ quolibet anno officium de eodẽ Sancto in suo die festo 15 Iunij, sub ritu duplici, et hoc ab immemorabili tempore, et mand.[avi]t reponi.


11° loco ordine quo d.° mand.[avi]t D.nus afferri Reliquiam S. Catharinę Virginis, et Martiris, et fuit allatũ vasculum parvulum, totum ex argento cum Cruce in summitate cooperculi, et p[er] Ill. D.nũ apertum fuit reperta particula ossis velo sericeo involutam, et fuit d.[ic] esse de ossibus S.ę Catharinę Virg.[inis] et Mart.[isris].

Intra tabernaculũ fuit rep[er]tũ quoddć ex ferro stannato, vasculum, et in ipso ampullula de cristallo cum quodć liquore, et quia eius qualitas ab omnibus, interrog.[an]te eodem Ill.mo, fuit ignorata, mandavit D.nus non amplius poni in eodẽ tabernaculo, sed in separato, p[ro]ut fuit factũ, et tabernaculũ reponi ad suum locum.

Interrogando. An habeant aliqua docum.[en]ta p[rędic] particulę ossis more visitati?

R.[esponderu]nt nihil aliud pręter seniorum, continuatas tradit.[io]nes, et venerat.[io]nes.


12° loco, continuando ordinem indicis. Mand.[avi]t afferri Reliquias S. Mauri E.[pisco]pi, et Confessoris, et fuit allata et posita sup[er] Altare pixis, tota ex arg.[en]to rotunda cum radijs ad modum solis, hoc ordine, vas cũ radijs ex arg.[en]to, alius verņ ex arg.[en]to cum pede ad modum calicis; in pede in uno ex lateribus, adest incisa quędam avis supra pallam, et fuit dictum esse insignia familię & Quarti.

In Pixide in utraq[ue] parte adsunt duę cristalli, ex quibus a parte cernitur in parte interiori pixidis notabilis pars costę alligatę in argento, in quo sunt incisę hę literę. S. Mauri C[onfessoris].

In latere dextero eiusdem pixidis in quodam vasculo rotundo ex arg.[en]to, videtur particula ossis, et circum circa vasculum hę literę. S. Rogerii Ep. Cann.[ensis].

In alio latere sinistro, vasculum … simile, et eadem modo hę literę. Velum S.ę Martę.

A summitate pendet ampullula parva ex cristallo, in qua fuit dictũ asservari particulam Indum[en]ti D[omi]ni N[ost]ri Iesu Chrisi, et circũ circa os ampullula adest fascia ex arg.[en]to, in qua sunt incisę hę l[ite]rę. Indumenti Dni Nri Iesu Christi.

Et his om[ni]bus consideratis mand.[avi]t reponi, et

Int[errogavi]t D.nus. An & p[rędi]ctis habeant aliquid Instrum[en], seu memorić, aut aliam scripturam?

Fuit responsum. Non habere, sed … loco traditiones antiquas, et continuatas venerationes.


13° loco. Pręfatum indicẽ insequendo, mand.[avi]t ostendi Altare portatile S. Gregorij PP., et Ecc.[lesi]ę Doct.[o]ris, cuius altare, et in specie, forma, talis est. V. B.

Lapis marmoreus seł ex alabastro unius palmi circiter longus, latus circiter medietatẽ palmi, positus et infixus ligno, fascijs ex ęre inaurato ligno circumdato.

In parte anteriori, supra fascias p[rędi]ctas in capite, et in pede Imago Dni Nri Iesu Christi.

A lateribus p[rędi]ctarũ imaginũ, tąm in capite, quąm in pede, sunt incisa signa, seł insignia quatuor Evangelistarũ.

In medio ą lateribus p[er] longum, hinc, et hinc, sunt incisę Imagines A.[postoli] Ecc.[lesi]ę D.[octorum] V.[idelicet], omnesq[ue] figurę p[rędi]ctę, sunt in habitu Greco, circum circa p[er] totć grossitudinẽ fascia ex l_g cum his literis inauratis, et incisis, et p[ri]mo adest Crux, et sequantur verba hęc. Hoc Altare Sacratum est in honore S.[anct]ę Trinitatis, et mand.[avi]t reponi.

Interrogatis prius assistentibus. An aliquod adsit docum[en]tum seł memoria aliqua & p[rędi]cto Altare portatile, et

fuit responsum, Pręter immemorabiles trad[itio]nes, et venerate[io]nes, nihil adesse &.

Hac die quę est Dom.[ini]ca … Ill.mus Dnus Visitator ministravit in eadem Cathed.[ra]li Sacram.[en]tum Confirmat.[io]nis.


Die quarta men[sis] Iulij 1644

Idem Ill.mus et R.mus DD. Episcopus accessit ad Ecclesić Catted.[ra]lẽ cum suis coassunptis, et de more facta aspersione aquę benedictę, et orat.[tio]ne Sanct.[issi]mo, sé contulit ad Cappellam S.i Riccardi,

14. et continuando iam captam Visitationem S.[ascr]arũ Reliquiarũ, mand.[avi]t afferri, sequendo etiam ordinem indicis capsulam quondam ligneć, in qua dicuntur asservari plures Sanctęq[ue] Reliquię, et bené p[er] Ill.mo D.no o[mn]ĩa considerata, fuerunt repertę in eadẽ capsula lignea plures cartulę cum diversis particulis ossium absque nominibus, et fuit dictum esse de ossibus plurimum Martirũ, et bené o[mn]ĩbus perpensis

Int.[errogavi]t: An & p[rędi]ctis habeant aliqua memorić, vel scripturć?

Fuit responsum nihil habere, sed ab immemorabili, pro talibus tentę fuerunt.


15. loco in indice erat inscripta pars indum.[en]ti Dni Nri Iesu Christi, et iam fuit dictum de illa, cum fuit visitatũ tabernaculum seł pixis, in qua d.[icitu]r asservari pars costę S.ti Mauri &.


16. Item fuit dictum de velo S. Marthę, … videre ut sup[r]Ŗ in visitatione p[rędi]ctę pixidis S.ti Mauri, et

Et quia non pt’ amplius procedi cum ordine indicis, q[ui]a multę, et quidem diverse S. Reliquię, ut d.[ictu]m fuit, ex Icone, ubi tempore confecti indicis asservabantur, fuerunt repositę in vasibus et pixidibus separatis.


Ideo proseguendo Visitat.[io]nẽ tabernaculorũ, et pixidũ

17. loco ordine quo requiritur in Armario, mand.[avi]t afferri, statuć ad modũ busti, quę est in eodem Armario, quę, bené visa fuit rep[er]ta esse ex ligno inaurato, bustum esse ad formam mulieris cum diademate in capite, et circa pectus asservatur quedć ossũ, et d.[icu]nt esse S. Columbę Virginis, et Martiris, de quo etiam fuit dictum supra. et

Int[errogavi]t Sacerdotes eiusdem Cathed.[ra]lis inibi assistentes, An habeant aliqua docum.[men]ta, et memoriam,

Fuit responsum, nil aliud habere, pręter antiquas traditiones, et continuatas venerationes.


18. mand.[avi]t afferri ex eodem Armario Caput ligneũ cum mitra inauratũ in maiori sui parte, et circa frontẽ adsunt quedć ossa, et fuit dictum esse de ossibus S.ti Ricardi primi huius Civitatis Episcopi, et patroni, eius caput in eadẽ Cappella, ut dicitur supra asservatur.


19. De ordine fuerunt allatę duę arculę lignę, vulgo dictę, scatulę, et in una earum repertę fuerunt quędć cartulę, in scriptę,

S.ta Vittoria Vergine e Martire. De loco ubi rep[er]ta Crux ą S. Helena. Veste di S. Giovanni Evangelista, et alię, quarum intellectus percipi minimé pt’.

At alia fuit reperta in quadć panno sericeo os ad longitudinẽ unius digiti in circa et fuit dictum esse unum ex digitis S. Eufemię Virginis, et Martiris, quibus bené consideratis, mand.[avi]t reponi.

Interrogando prius. An & p[rędi]ctis habeant aliqua docum[en]ta, seł scripturas.

Fuit responsum, vid. & alij s.


20. loco de ad.[iacen]te fuit allatum Tabernaculum ad modũ Piramidis cum Cruce in summitate, cuius maior pars est ex ęre inaurato cũ ornam.[en]to ex arg.[en]to, cũ multis lapidibus ęre infixis, quorum qualitas fuit ignorata.

In medio Tabernaculi 4.or cristalli, intus os, sivé ex crure, sivé ex bracchio tenitur, fuit dictum esse S.ti Marini Martiris, at est ad longitudinẽ supra unũ palmũ, et bené consideratis omnibus.

Int.[errogavi]t An habeant documenta, seł scripturas?

Fuit dictũ. Docum.[en]ta ser.[va]ti apud heredes g. Antonij Cognitoris olim Archipresbiteri huius Cathed.[ra]lis Ecc.[lesi]ę, et fuit iniunctum sacerdotibus assistentibus pręsertim Priori S.ti Richardi, ut perquirćt p[rędi]ctũ Instrum[en], et Nobis deferant considerandũ.


21. fuerunt allata tria Reliquiaria eiusdem prorsus formę, ex ligno p[er] totum inaurato ad modum Tabernaculi intus lignũ cristallus integra.

In uno d.[ici]tur asservari, et leg.[itu]r etiam in schedula posita intra Tabernaculum: Reliquia di S. Vito Martire, cum osse sup.[r]a Thecis ex ligno inaurato.

Eodem modo in 2.do Reliquiario in simili theca os. subtus theca: Reliquia di S. Modesto.

In tertio Tabernaculo in simili theca aliud os, et aliud eidem ossi alligatũ in quadć filo intexto auro, et subtus schedula. Reliquia di S. Crescentio; et mand.[avi]t reponi.

Et bené omnibus consideratis

Int.[errogavi]t. An & p[rędi]ctis reliquiis habeant aliqua docum.[en]ta, vel scripturas.

R.[esponderu]nt. quoddam docum.[en] reperiri potest Fabritium Imparato, et eidẽ Priori fuit iniunctũ, ut habeat, et ad Nos deferat.


22. fuit allatũ aliud Reliquiarium ornatum ex arg.[en]to cum quatuor Cherubin sup.ra, inferius, et ą lateribus, et Cruce in summitate omnibus ex ęre inaurato, et pede inaurato ad modum calicis.

In summitate Tabernaculi conspiciuntur hę literę male incisę: S. Blasij.

In Reliquiario, seł Tabernaculo, sunt duo cristalli, in medio theca argentea, in qua est collocata pars ossis, et ad Ill. interrog.[an]tẽ fuit dictũ, esse partẽ ossis S.ti Blasij Episcopi, et Martiris, et omnibus visis. m.[andavi]t reponi.

Int.[errogavi]t Dnus, unde, quando, et quo haberunt p[rędi]ctć partẽ ossis, et pro eius verificat[io]ne quid exhibeant.

Fuit responsũ ab immemorabili p[rędi]cta pars ossis fuit in hac Eccl[esi]a, et semp[er] honorata, et reputata p[er] os S.ti Blasij, et nemine unde, et quando fuit habita, et p[rę]ter antiquam traditionẽ nihil habere.


23. fuit allatũ Tabernaculum & ord.[i]ne et est ad modũ solis ex arg.[en]to cum suis radijs cum Cherubin supra, subtus, et ą lateribus.

Pes ad modũ calicis ex ęre inaurato. Duo cristalli ex utroq[ue] latere, et in medio Theca in qua est collocata pars ossis, et d.[icu]nt esse ex ossibus S. Dom.[ini]ci; et bené visis, et consideratis ossibus, m.[andavi]t reponi.

Int.[errogavi]t quid ipsi ostendant, et exhibeant pro verificat.[io]ne eius particulę ossis.

Fuit responsum. Nihil, p[rę]ter, tradit.[io]nẽ patruũ, et antiquam, sacerdotum defunctorum p.[rędi]ctę Ecc.[lesi]ę, et venerate.[io]nẽ pro tali.


Die quinta men[sis] Iulij 1644

Ill.mus et R.mus D. Visitator cũ suis Coassunptis, accessit ad hanc Ecclesić Cathedralẽ, … aspersione aquę benedictę, et adorat.[tio]ne Sanct.[issi]mo, accessit ad Cappellam p[rę]fatam S.i Riccardi, ibiq[ue] facta orat.[io]ne, et repertis ministris, cũ cotta, et stola, nec non luminibus cũ altari parato, modo de quo_, mand.[avi]t aperiri Armario, in quo S. Reliquię asservantur, et de suo ordine

24. loco, fuit allatũ quędam statua lignea ad modum busti inaurata cũ mitra in capite in aliqua sui parte inaurata cũ lapidibus in ipsa infixis diversorum colorum, tamen eorum qualitas ignorata.

Circa pectus statuę foramen in quo fuit dictum asservari pars ossis spinalis medullę S.ti Richardi huius Civitatis Episcopus, et non possit videri, quia foramen erat clavis coopertũ.

Sup.ra foramen p[rędi]ctũ hinc inde adsunt insignia Dominorum de Baucis, et p[er] Ill.mo D. fuit mandatum reponi.


25. loco fuit de ordine seq.e, allata quędam capsa lignea de nuce, qua reserata, fuit repertum, asservari duo ossa, unumquidque longum supra palmũ. Alterum S. Liberati Martiris, S. Chrisanti Mart.[iris] alterum, nec non particulam ossium S. Sebastiani M.[artiris] velo serico involutć,

quę quiddam tres Reliquię, et ossa Nos Ascanius Cassianus V. I. [=videlicet] et S. Theol.[ogię] D.[octor], Dei, et Ap.[ostoli] Sedis gra[tia] E.[pisco]pus Andrien[sis] in adventu N.[ost]ro ad hanc Ecclesiam donavimus, et consignavimus eidem Eccl.[esię],

et fuerunt Nobis dono datę, et consignatę ab Emi.mo, et Ill.mo D. Ioa.[nne] Bapti[sta] Alterio tunc Sant.mi Dni Nri Urbani Ottavi Vices gerente in Urbe ad effectũ habendi et consignandi, sui donandi alienę Eccl.[esi]ę, p[er]_ Nobis voluerit ut ex fide ipsius Em.mi Card.[ina]lis manu sua, suoque sigillo munito, et ex Instrum.[en]to consignat.us Nobis fact_, rogato manu D. Fran.[ci]sci Iacobi Fanelli Presbiterum Cathed.[ra]lis p.[rędi]ctę, et Not.[ari]us Ap.[ostoli]cus sub die … [questi puntini sono presenti nel manoscritto] men[se]. … [questi puntini sono presenti nel manoscritto] et anno 1642. quas Sanctorum reliquias tamq. ą Nobis habitas ut. approbamus in omnibus et mand.[amu]s reponi.


26. loco, in quadam arcula rotunda coloris rubri, vulgo d.[ict]Ŗ, scatola, asservatur intus alia pars ossis S.ti Sebastiani, laminula aurea alligata figurę ovalis, circum circa literę hę: Ossa S.ti Sebastiani Martiris, nčc non pars vestis S.ti Fran.[ci]sci Confessoris in velo serico nigro.

Int.[errogavi]t An & p[rędi]ctis habeant aliquod Instrum.[en]tum, vel scripturam, aut memoriam,

fuit responsum ą R. D. Io:[hanne] Ant.[onio] Cognitore Cantore huius Cathed.[ra]lis, ą R. D. Iosepho Tota Priori, ą R. D. Fran.[ci]sco Paulo Rimedio Primicerio, ą R. D. Franc.[ci]sco Sgarra, et R. D. Io:[hanne] Petro Tupputi, R. presentibus, et Sacerdotibus fuerunt consignatas ą _. _. fr. Felici Franceschino E.[pisco]po ult. loco defuncto,

Int.[erroga]ti fuerunt Ill.mo & quomodo sciant ipsi p[rędi]cti d.ctas sc[rip]tas Reliquias fuerint consignatas sicuti ą _ R. frate Felice Francescino olim E.[pisco]po.

Fuit responsum, quia ipsi, et eorum singuli viderunt proprijs oculis, quando … E.[pisco]pus qui sup.ra illas consignavit

et p[er] mč de n. Ill.mi Dni, fuit iniunctũ, ut pro veritate p[rędi]ctarum iurent, et tactis p.[ectore] in manibus meis & iurav.[veru]nt, et sé sub scripserunt.

[nel manoscritto non c’č alcuna sottoscrizione, ma solo un sufficiente spazio bianco lasciato probabilmente per le firme]


27. loco & ord.ne fuit allatum quoddć Tabernaculum totum ex ęre inaurato cũ pede ad modũ calicis, in summitate Crux, fascia circa duo latere, ex eodẽ ęre inaurato, circumdans vas a Cristallo, in quo fuit dictũ asservari unum ex calceis S.ti Philippi Nerij, dono missum, ut d.[icu]nt, ą R. D. Patr.[itio] Iacobo Volpone nobili huius Civitatis Presbit.[ero] Oratorij Ecc.[lesi]ę S. Marię in Navicella [penso č da intendere “Vallicella] de Urbe, vulgo dicta, la Chiesa nuova, et sacerdote huius Cathed.[ra]lis, ut apparet ex literis eiusdem, quas mand.[avi]t reponi in eodẽ Armario, et Tabernaculum reponi ad locum suum.


28. loco, Tabernaculum magnum ex ęre inaurato cum octo cristallis cum pede magno ad modum calicis antiqui cum octo columnis. In una quaq.[ue] ipsarum sunt duo Tabernacula minora, in quibus fuit dictum asservari diversas S.[anc]torum reliquias. Supra pedem adsunt octo stellis, insignia D.[omi]norum de Baucis. Tabernaculum totum, … aut circa summitate est factum ad modum Tribunę.

In apice adest Crux cũ lapidibus coloris celestis, et apparent sicut ij, qui vulgo dicunt Torchines, undiq., et p[er] totũ adsunt infixi lapidi diversorum colorum, quorum qualitas ignoratur; fascię ex ęre inaurato circumdant totũ tabernaculum.

Super fascias adsunt lamines ex eodem ęre inaurato ad instar lilia cum lapidibus in fixis, et eis inspectione pręfertur antiquitas, et quo fuit anno tempore illius seculi sapit etiam Maiestatẽ.

et incipiendo ex una parte, seł latere columnarum, fuerunt p[er]p__ bene tabernacula, ex schedula in eis, quarum aliquę deficiebant, sicut etiam deficiebant in aliquibus columnis tabernacula.

[prosegue con la lettura delle varie etichette poste sui tabernacoli delle otto colonne, ma trascritte in un testo quasi illeggibile]

A latere dextero in superiori tabernaculo schedula, cuius tenor erat talis: De S. Damiano Mart. … S. Rogerij E.[pisco]pi … S. Cecilię Virginis, et Mart. … S. Eufemię V. et M. … De Porta aurea … De deserto in quem Dni Nri Iesus Christus ieiunavit. … S.ti Clementis PP.
In ult.[im]a columna nõ adsunt tabernacula, et mand.[avi]t reponi.


Die sexta Iulij 1644

Idem Ill.mus et R.mus Dnus Visitator proseguendo eandẽ Visitat[io]ne cum suis coassunptis, accessit ad Ecclesiam Cathed.[ra]lem. Facta aspersione aquę benedictę, et adorat.[io]ne Sanct.mo, statim se contulit ad sup[radi]ctam Cappellam S.ti Ricardi, omnibusq[ue] inibi paratis repertis, facta prius orat[io]ne …

Mand.[avi]t aperiri Armarium ą latere dextero priori Armarij, foras totum inauratum. Intus cum diversis mansiunculis distinctis ad modum fenestrarum ex ligno inaurato, et laborato. In portis in parte interiori adsunt plurimę S.[anc]torũ Reliquię distinctim positę, et apparent in singulis propriis cristallis cũ sua schedula ut d.[ict]ũ fuit sup.ra.

In mentionatis mansiunculis adsunt sexdecim reliquiaria ex ligno inaurato p[er] totũ ad modum tabernaculi longitudinis s.[upr]Ŗ unum palmũ, quorum aliqui fuerunt rep[er]ti absque Reliquijs, et fuit dictũ: Reliquias fuisse repositas in vasis decentioribus iam descriptis; illa quę fuerunt reperta cum reliquijs, in quibusdam sunt cedulę, et sunt … cũ reliquijs S.ti Zacharię P.[at]ris S.ti Io[hann]is; S.ti Iacobi; et unum S.ti Viti aliud. Absque cedulis cum reliquijs, quinque Tabernaculum et nom.[in]a S.torũ ignorantur.

A latere sinistro maioris armarij, aliud prorsus simile armarium …, et in mansiunculis adsunt etiam tabernacula eiusq[ue] materię, formę, et numeri.

In tribus quorum adsunt Reliquię cũ suis schedulis. S.ti Hippoliti; S.ti Sergij Mart.; S.ti Petri; Absque schedulis cum Reliquijs, duodecim, et unum absque schedulis, et Reliquijs. Claves sunt ap[er]tę, et serę similiter, et retinentur ab ijsdem Dignitatibus.

Int.[errogavi]t An ante … reliquias ardeant continue lampades.

Fuit responsum, semp[er] ardere ante reliquias tres lampades. Unam scilicet in medio intra secundũ gradũ altaris, et proprié e regione corporis S.ti Richardi, et hęc fuit dictum ardere ex devotione. Reliquę due in duobus candelabris, seł brachijs ex auricalco, ą dextris, et ą sinistris muro infixis cum lanternis ex eodem auricalco.

Et q[ui]Ŗ sępe sępius periuntur extintas, fuit iniunctũ, ut suo loco.

Int.[errogavi]t ad quem seł ad quos spectet mundare vasa, et locũ, ubi asservantur reliquię ab immundicijs, et pulvere?

R.[esponderu]nt spectare ad duos sacristas maiores.

Et quia in Visitat[io]ne ipsi conspeximus. Vasa et tabernacula fuisse reperta cum multa pulvere, telis araneorum, et similibus, fuit mandatum, ut infra.

Int.[errogavi]t. An Reliquię p[rędi]ctę, aut earum aliquę in anno exponantur, et si exponuntur quibus diebus, quo loco, quo apparato, et an processione & deferant?

Fuit responsum. In die tertio Paschalis Resur.[rectio]nis exponuntur o[mn]ĩa Tabernacula, quę diximus sup.ra asservari in armario maiori in Altari maiori decenter apparato, et cum pluribus luminibus.

Singulis sextis ferijs Men[sis] Martij solen[niter] devoté processionaliter deferri, et exponi sup[er] Altari maiori bené apparato ut s.[up]ra. Crux maior, in qua fuit dictũ asservari lignum Crucis Dni Nri Iesu Christi, sivé Spina, de qua sup.ra, et aliquę etiam processionaliter cum duabus alijs reliquijs ex eodem armarij ą dextris, et ą sinistris.

In processionibus Rogatiorum, et S.ti Marci, defertur etiam Crux, de qua proximé.

Caput, cor, et pericranium S.ti Richardi defertur processionaliter, et exponitur in duabus eius festivitatibus.

Caput S. Columbę exponitur in Altari maiori in sua die festo; similiter lapis quo Sanctus Stefanus Lapidatus fuit exponitur in die suę festivitatis, una cum Reliquia S.ti Marini die 26. dec.[emb]ris, et in proprijs festivitatibus exponuntur, et processionaliter ferunt Reliquię S.ti Blasij, et S.ti Dom.[ini]ci.

Int.[errogavi]t An patrię[?], et vulgaribus etiam ostendantur Reliquię?

Fuit responsum patrię ostendi.

Per Ill. Dnũ fuit mandatum, ut infra.

Sacrarum Reliquiarum Visitatione absoluta.


 

[traduzione]

[ Cappella S. Riccardo - Reliquiario ]

       Il due luglio 1644

L’Ill.mo Signor Visitatore, proseguendo coi suoi collaboratori la canonica Santa Visita, si recņ alla Chiesa suddetta e, fatto come al solito la benedizione con l’acqua santa e l’orazione al Santissimo, con gli stessi coadiutori raggiunse la Cappella di S. Riccardo, primo Vescovo e Patrono di questa Cittą, nella quale cappella si conservano il Sacro corpo di questo Santo e le altre reliquie di questa Chiesa Cattedrale.

La predetta cappella si trova sul lato sinistro della Chiesa ed č molto bella, ampia e voltata a botte.

Sull’altare della predetta cappella c’erano quattro candele accese su candelieri, e altre due su ambo i lati dello stesso altare in candelieri pił grandi, presenti due sacerdoti sacristi con cotta e stola.

L’Ill.mo Signore, fatta l’adorazione, chiese dove fosse conservato il Corpo di San Riccardo.

Gli fu risposto che era conservato al di sotto dell’Altare e all’interno dello stesso, come potrebbe essere controllato e visto, poiché ivi fu immesso, ed č chiuso in una cassa marmorea, nella quale c’č un’altra di legno cipresso; fu in quel luogo spostato, non molti anni passati, durante l’episcopato di Felice Franceschini, di buona memoria, antecessore del Ill.mo Visitatore.

In veritą precedentemente era conservato e venerato nella medesima arca marmorea, nella quale era inserita la suddetta cassa di cipresso, posta sopra l’altare, e sopra queste due colonne [per lato], che si vedono, sovrastava l’altare di circa dodici palmi.

Allora l’Ill.mo Signore, dopo aver attentamente osservato e riflettuto sul posto e l’ambiente nel quale si conservava il corpo di detto Santo, domandņ se tale posto fosse dignitoso, appropriato e non umido.

Interrogņ: Č conservato quģ il corpo?
Fu risposto che, eccetto il capo, il cuore ed il pericranio, tutto il corpo era ivi conservato.

Chiese come facessero le stesse Dignitą e Sacerdoti interrogati a sapere che ivi fosse conservato il corpo.
Tutti risposero che furono presenti ed assistettero quando il Sacro Corpo fu ivi riposto.

Interrogņ: Dove sono conservati il Capo, il Cuore e il pericranio del Santo?
Risposero che erano conservati in due tabernacoli separati nell’armadio posto davanti all’altare della stessa cappella, nel quale armadio si conservano tutte le reliquie della Chiesa.

Indi dallo stesso Ill.mo Signor Visitatore il suddetto armadio fu ben osservato e controllato, e risultņ essere ben chiuso con chiavi e serrature; il posto non era umido, e le sue ante erano ben decorate e totalmente indorate.

Dopo aver controllato tali cose, comandņ di aprire detto armadio, cosa subito realizzata, consegnando le cinque Dignitą e i Sacerdoti Sacristi le rispettive chiavi da loro tenute che chiudevano il predetto armadio.

L’armadio, aperto, fu trovato internamente organizzato con precisione ed eleganza, in ogni parte dorato, e, poiché č molto ampio e capace, ciascuna pisside o reliquiario ha un suo proprio posto separato, fatto di legno intarsiato ed abbellito.


Interrogņ. Avete un indice delle reliquie?
Fu risposto che c’era un indice stampato che fu consegnato allo stesso Signore; questi scorrendo l’ordine dell’indice, ordinņ di mostrare il primo, ed esibire il reliquiario dove č posto il capo di S. Riccardo; la reliquia fu portata e posta sull’altare dai Sacristi indossanti l’amitto;

La reliquia fu trovata essere coperta da un panno di seta, rimosso il quale, dall’Ill.mo e dai coadiutori fu ben osservata e vista essere tutta d’argento, realizzata a forma di testa umana con parte della spalla, cioč, col busto e la veste ugualmente in argento scolpito, elegantemente operato e dorato in alcune parti, le quali vesti, come da accurata osservazione dello stesso, sembrano essere scolpite a parvenza di piviale.

Nel capo del busto suddetto, č conservata la testa del Santo. Intorno al collo del busto c’č la fascia di detto piviale, nella quale sono incise frapposte delle immagini. Vale a dire: in alto nella parte destra, presso la testa si distingue l’immagine di un Vescovo con la mitra sul capo e la Croce nella mano sinistra; sotto l’immagine si vedono incise delle lettere, cioč, S. Lau. Arp. Sipo., che si interpretano in San Lorenzo Arcivescovo di Siponto.

Sul lato sinistro, nella stessa zona dell’immagine gią descritta, si vede un’altra simile di un Vescovo seduto con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano; sotto si leggono queste lettere: S. Pel. Ep. Salp., che significano San Pelagio Vescovo di Salpi;

tornando ad osservare sul lato destro, sotto la precedente si vede inciso un altro Vescovo in piedi con la mitra sul capo, il bastone pastorale nella mano e sotto si scorgono queste lettere: S. Roger. Ep. Can., che indicano San Ruggiero Vescovo di Canne.

Sotto la seconda immagine del lato sinistro si vede un’altra immagine, ugualmente incisa, di un Vescovo seduto con la mitra in testa, il bastone pastorale nella mano e sull’estremitą queste lettere: S. Sab. Ep. Canu., che significano San Sabino Vescovo di Canosa; insomma si osservano i quattro vescovi che furono coetanei, amici e vicini dello stesso San. Riccardo.

In una fascia dorata della zona inferiore dello stesso busto sono incisi due versi, cioč:
Accogli, Santo Padre, le preghiere della tua Andria supplice / tutela il diletto popolo con costante appoggio.


Ciņ descritto, ordinņ di riporre il tabernacolo al suo posto e portare quello del secondo posto, nel quale si conservano il pericranio ed il cuore dello stesso S. Riccardo; ben osservato e controllato, fu trovato essere realizzato come un tabernacolo, nel quale c’č un vaso di cristallo con dentro il cuore e il pericranio del Santo.

Il tabernacolo č di rame dorato a forma di piramide, sulla cui cima c’č una croce e si distingue una stella su fondo rosso, insegna dei Signori Del Balzo.

Il piede del tabernacolo č tutto d’argento elegantemente cesellato e lavorato, con alcune parti dorate; si distingue l’insegna dei Signori Carafa, e intorno al piede queste lettere: Antonio Carafa Signore del casato Carafa, VI Duca di Andria e Castel del Monte; avendo approvato ogni cosa, ordinņ di riporlo al suo posto.


Dal terzo posto, come da indice, fu prelevata una Croce alta circa due palmi realizzata con lamine argentee dorate e cesellate sul davanti, opera artigianale che manifesta antichitą.

In cima c’č una sfera di cristallo. Sotto il cristallo una colonnina dorata, sotto la quale, dove inizia la Croce su una lamina argentea su fondo a smalto celeste č cesellata in bassorilievo l’immagine del SS.mo Signor Nostro Gesł Cristo affisso in croce. Nell’angolo destro della croce, su una lamina identica a sfondo celeste e verde, č cesellata l’immagine della SS.ma Madre di Dio.

Nell’altro lato o braccio sinistro della Croce, su una identica lamina a sfondo dei suddetti colori, si distingue l’immagine di S.a Maria Maddalena.

Nel piede della croce c’č un’altra lamina simile avente sui due lati cesellate in due scudi, come delle insegne, due stelle, inoltre nel mezzo della lanina sembra, come si dice sia stato tramandato, ed effettivamente si vede l’immagine genuflessa del Signore Francesco del Balzo, un tempo Duca di Andria.

Nel mezzo della croce, dentro un’altra croce pił piccola di lamina d’argento dorata, č conservata una scaglia del legno della S.ma Croce, sulla quale patģ e morģ il Signor Nostro Gesł Cristo. [Vi sono anche] un pezzo di spugna, un pezzo dell’abito di porpora e della veste di lana dello stesso Signor Nostro Gesł Cristo; inoltre sulla croce piccola suddetta sono incise queste parole: Spugna e legno del Signore Gesł Cristo, indumenti del Signore di porpora e lana; sul piede della Croce si scorge appena inciso il nome del Signore Gesł,
attentamente ed opportunamente analizzato da tutti ed ugualmente dall’Ill.mo Signor Visitatore.

Chiese se esistesse qualche documento, contratto o scrittura che comprovasse l’autenticitą della scheggia del legno della Santa Croce, della spugna, della porpora e della lana.
Fu risposto non esistere alcun contratto, documento o scrittura, ma sempre, da tempo immemorabile e tramandato dai Padri e dagli antenati, quelle reliquie furono avute, conservate, considerate e venerate per tali, e per essere tali attualmente si hanno, si posseggono, si considerano e si venerano.

Il Signore quindi ingiunse che la predetta croce fosse riposta al suo posto, secondo l’ordine detto.


Dal quarto posto ordinņ di portare l’altra Croce piccola, la quale, a guardar bene, sembra realizzata come l’altra con lamine d’argento, al centro sul davanti il Crocifisso, sopra ed alle estremitą destra e sinistra incise tre immagini che non si possono ben identificare, ma che sembrano essere di Santi, il cui abito sembra sia un saio.

Sul cerchio di base c’č un cristallo semitondo lavorato a punta di diamante e su di esso un’altra piccola pietra sconosciuta.

Nella parte posteriore del crocifisso č racchiusa una particella della Croce del Signor Nostro Salvatore Gesł Cristo, e se ne distingue il legno.

Come sempre l’Ill.mo Signor Visitatore chiese se si avesse qualche documento, o scrittura o altra testimonianza di quella particella del legno della Croce;
fu risposto [di no] come s’č detto sopra dell’altra croce.


Dal 5° posto fu prelevato ed esposto il tabernacolo dove, fu detto, si conservava una delle spine della corona, con la quale il Signor Nostro Gesł Cristo nella sua tremenda passione fu coronato, nella teca, che č nel suddetto tabernacolo; la forma della quale [spina], la disposizione e la materia, furono descritti da noi presenti, dagli assistenti e da esperti in Sacra Teologia e di Giurisprudenza sia civile che religiosa, nel documento e nelle testimonianze, il mercoledģ, giovedģ, venerdģ e Sabato della Settimana Santa appena trascorsa di quest’anno 1644,

allorché detto Venerdģ Santo coincise con la festivitą della SS.ma Annunciazione della Madre di Dio, Dio fece un grande prodigio, infatti in quel Venerdģ Santo intorno all’ora nona sulla Spina apparvero molte e diverse gocce e macchie di Sangue; e non solo furono viste e osservate evidentissime da Noi e dai coadiutori, che con Noi furono sempre presenti, ma anche da tutto il popolo e tutta la Cittadinanza, ed anche dai forestieri, per tutto quel giorno, poi verso il tramonto il fenomeno insensibilmente andņ diminuendo,

cosģ che la mattina del Sabato santo [la Spina] fu molto palesemente vista ed osservata nel suo precedente stato, da Noi, dai suddetti e da altri;

di questo prodigio rendemmo infinite grazie a Dio, ed ordinammo che si redigessero il Documento e le testimonianze a futura memoria di sģ gran cosa, e che qui si inserissero nella forma ufficiale, approvando ambedue le documentazioni;

comunque dica pure chi č interrogato che non esiste alcun documento e atto comprovante [il prodigio di] detta Spina, a Noi č sufficiente e deve bastare a chiunque altro, ciņ che coi nostri propri occhi abbiamo veduto ed osservato, e che tutti videro ed osservarono.


       Il tre luglio 1644

Ugualmente l’Ill.mo Signor Visitatore, proseguendo l’iniziata visita, si portņ insieme ai suoi coassunti alla Chiesa Cattedrale ed ivi, fatta l’aspersione l’acqua benedetta e l’adorazione del Santissimo, raggiunse la Cappella di San Riccardo addobbata con lumi e ministri in cotta e stola, come nella visita del giorno prima.
Consegnate dalle dignitą della stessa Chiesa le cinque chiavi agli stessi ministri, comandņ di aprire l’armadio, nel quale si conservano le Sante reliquie; apertolo, fu ingiunto che

dal 6° posto si rilevasse il vaso o piramide nella quale come scritto nell’indice, si conservano gocce di latte e capelli della gloriosissima Vergine Maria, come da etichetta allegata, e, posta sull’altare, fu osservata realizzata come il tabernacolo, nel quale dicemmo si conserva il Cuore e il pericranio di S. Riccardo, anche se questo č pił ornato, col piede non rotondo ma esagonale, due angoli del quale sono pił grandi;

Il tabernacolo č di rame in gran parte dorato, intorno al gambo ci sono degli ornamenti d’argento; nel tabernacolo, aperto uno dei sei cristalli, dai quali in tale forma č racchiuso, fu trovata un’ampolla anch’essa di cristallo; e fu detto in essa esserci il latte della Beatissima Vergine, si osservano infatti nell’ampolla come delle gocce bianche secche; inoltre al centro del tabernacolo, in una certa teca argentea si vedono otto o dieci capelli, che dicono ugualmente essere della Beatissima Vergine; tale teca č collocata su un supporto d’argento che si eleva sul piano ugualmente argenteo del tabernacolo. Tutto fu ben osservato.

Fu chiesto alle Dignitą e agli altri sacerdoti di detta Chiesa, ivi presenti, se fossero in possesso di qualche documento o scrittura, o altro.

Fu risposto di non possedere alcuna scrittura né atto, ma che tali sante reliquie erano volute e credute tali soltanto per la tradizione degli antenati.


Dal 7° posto, come da predetto elenco dell’indice, fu preso un altro tabernacolo, posto sull’altare e osservato dallo stesso Ill.mo Signore; fu trovato essere un piccolo tabernacolo, tutto in argento con due crocifissi affissi in cima ad ambo i lati.

Il tabernacolo č realizzato a forma piramidale; sui quattro lati al posto dei cristalli sono messi alcuni ossi trasparenti che il popolo chiama talco.

Nel tabernacolo sono racchiusi quattro piccoli vasi d’argento, uno pił grande degli altri, nei quali non fu trovato nulla.

Internamente ad esso dalla parte alta pende appesa un’ampollina di cristallo, nella quale si vede una certa materia nera, che, fu detto, come descritte nell’indice, essere le ceneri di S. Giovanni Battista.

L’Ill.mo Signor Visitatore chiese se avessero qualche scrittura o altro documento comprovante.

Fu risposto, come previsto, di non aver altro che la ininterrotta tradizione.


Dall' 8° posto, secondo detto ordine, lo stesso Ill.mo Signore comandņ di prendere la pietra con la quale Santo Stefano protomartire fu lapidato; fu questo un altro vaso rotondo di colore quasi nero e dentro quasi bianco; fu osservato attentamente e fu detto che la parte esterna era tutta ricoperta di lamine d’argento dorate.

Ha il piede d’argento dorato e cesellato, nella cui colonnetta sono incise alcune lettere che non si riesce a leggere.

Nel tabernacolo fu trovata una certa pietra bruna come il ferro quasi tonda somigliante ad una spugna d’ogni parte forata; fu detta essere una delle pietre con le quali fu lapidato Santo Stefano; comandņ di riporla e

Chiese se esistesse un documento o scrittura su predetta pietra.

Fu risposto non esserci, ma esisteva solo la tradizione dei Padri e la continua venerazione.


Dal 9° posto, in base all’indice, ordinņ di prendere la testa di Santa Colomba Vergine e martire; fu preso e portato sull’altare un tabernacolo fatto a forma di busto muliebre, il volto di argento come anche il collo e le orecchie; sulla testa sta un Cherubino, il resto della testa col diadema, la veste sulla spalla e sulle braccia sono di bronzo dorato; sulla veste sono cesellate delle foglie, sul lato destro intorno al braccio č incisa l’immagine di una fanciulla genuflessa e davanti a lei un Drago, sopra un Angelo che porge alla genuflessa una palma; intorno al petto si leggono queste lettere: M Ioan. Vincen.q Campi M. F. 1579.

Nella fascia sulla base dello stesso busto, quasi tutt’intorno sono incise queste parole: Ora pro Nobis beata Columba, Ut digni efficiatur promissionibus Christi; sul retro č inciso questo nome: Andres della Torres.

Nella testa di detto busto č conservato il capo della Beata Colomba, che č ben visibile; comandņ di riporre la reliquia e

Il Signore chiese se per la predetta testa avessero qualche documento, scrittura o menzione.

Fu risposto che esiste un decreto della sacra Congregazione dei Riti che in una causa autenticņ questa testa essere di Santa Colomba e in base a tale decreto si celebra ogni anno l’ufficio con rito doppio.


Dal 10° posto, seguendo l’ordine suddetto, su comando dell’Ill.mo Signore, fu preso il vaso dove si conserva un osso di San Vito Martire, posto in un tabernacolo realizzato di talco.

Sopra il predetto vaso di talco c’č una piramide di bronzo dorato, ed intorno al talco lamine ugualmente di bronzo dorato. In cima alla piramide una croce, il piede č dello stesso metallo dorato, sui lati del quale stanno due scudi con due stelle, emblemi, dicono, dei signori del Balzo.

Il Signore osservņ ed esaminņ attentamente l’osso, lo trovņ lungo un palmo, e …, e

Chiese se esistesse per il predetto osso qualche atto o documento.

Fu detto di non esistere, ma si celebrava solo una volta l’anno l’ufficio di tale Santo nel giorno della sua festa, il 15 giugno, con rito doppio, e ciņ da tempo immemorabile; allora comandņ di riporlo.


Dall’11° posto dello stesso ordine il Signore comandņ di prendere la reliquia di S. Caterina Vergine, e Martire; fu portato un piccolo vaso, tutto d’argento con una croce sul coperchio; l’Ill.mo Signore l’aprģ e si rinvenne una particella di osso avvolta in un velo di seta; fu detto essere una delle ossa di Santa Caterina Vergine e Martire.

Nel tabernacolo fu trovato un certo vasetto di ferro stagnato ed in esso una ampollina di cristallo con del liquido; poiché il contenuto era sconosciuto a tutti gli interrogati dallo stesso Ill.mo, il Signore ordinņ di non porlo pił in tale tabernacolo, ma in uno separato; ciņ fu fatto ed il tabernacolo fu riposto al suo posto.

Interrogando se esistessero dei documenti della predetta particella di osso appena visitata,

risposero che non c’era altro che la ininterrotta tradizione e venerazione degli anziani.


Dal 12° posto, continuando secondo l’ordine dell’indice, comandņ di prendere le reliquie di S. Mauro Vescovo e Confessore, e fu portata e posta sull’altare una pisside, tutta d’argento rotonda con raggi come il sole, cosģ composta: un vaso con i raggi d’argento, il resto pure d’argento col piede come un calice; sulla palla in uno dei lati del piede č inciso un certo uccello, che fu detto essere l’emblema della famiglia dei Quarti.

Su entrambi i lati della pisside stanno due cristalli, dai quali si vede all’interno della pisside gran parte di una costola legata con argento, sul quale sono incise queste lettere: S. Mauri C[onfessoris].

Nel lato destro della stessa pisside, in un vasetto rotondo d’argento, si vede una particella d’osso, e tutt’intorno al vasetto queste lettere: S. Rogerii Ep. Cann.[ensis].

Nell’altro lato sinistro, c’č un vaso simile con queste lettere incise allo stesso modo: Velum S.ę Martę.

Dall’alto pende una piccola ampolla di cristallo, nella quale fu detto si conserva una particella della veste del Signor Nostro Gesł Cristo; tutt’intorno all’orlo dell’ampollina c’č una fascia d’argento, sulla quale sono incise queste lettere: Indumenti Dni Nri Iesu Christi.

Dopo aver osservato tutto ordinņ di riporre la pisside al suo posto e

il Signore domandņ se per le predette reliquie si avesse qualche atto, memoria o un’altra scrittura.

Fu risposto di non averne, ma al loro posto antiche tradizioni e continua venerazione.


Dal 13° posto, continuando col predetto indice, ordinņ di mostrare l’Altare portatile di S. Gregorio, Papa e Dottore della Chiesa, il cui altare č cosģ formato e composto:

Una pietra marmorea, cioč di alabastro, lunga circa un palmo e larga metą palmo, posta e fissata su legno, con fasce di ottone dorato, di legno tutt’intorno.

Nella parte anteriore, sulle predette fasce poste in alto ed in basso, č incisa l’immagine del Signor Nostro Gesł Cristo.

Ai lati di dette immagini, sia in alto che in basso, sono incisi i simboli o emblemi dei quattro Evangelisti.

In mezzo sulle fasce lunghe laterali, su ambo i lati, sono incise le immagini dei Dottori della Chiesa Apostolica: tali figure sono in abito greco; tutt’intorno sullo spessore una fascia di legno con queste lettere dorate ed incise: prima c’č una Croce indi seguono queste parole: Hoc Altare Sacratum est in honore S.[anct]ę Trinitatis. Ordinņ quindi di riporlo a posto.

Furono interrogati dapprima gli assistenti se esista un documento o una qualsiasi memoria sul predetto altare portatile;

fu risposto che null’altro esisteva all’infuori di immemorabili tradizioni e venerazioni.

In questo giorno, che č Domenica … l’Ill.mo Signor Visitatore amministrņ il Sacramento della Confermazione nella stessa Chiesa Cattedrale.


Quattro luglio 1644

Lo stesso Ill.mo e R.mo Signor Vescovo andņ coi suoi coassunti alla Chiesa Cattedrale e, fatta come al solito la benedizione con l’acqua e l’orazione davanti al SS. Sacramento, si recņ alla cappella di S. Riccardo.

14. e continuando l’iniziata visita delle Sacre Reliquie, ordinņ di prendere, seguendo l’ordine dell’indice, una certa cassetta lignea, nella quale dicono si conservino molte Sante Reliquie; dopo che L’Ill.mo Signore ebbe osservato tutto attentamente, furono trovate nella stessa cassetta molti involti di carta contenenti diverse particelle di ossa senza nome; fu detto che erano ossa di molti Martiri; esaminato tutto con attenzione

chiese se delle predette reliquie esistesse qualche memoriale o scrittura.

Fu risposto che non esistevano, ma da tempo immemorabile erano considerate reliquie.


Al 15° posto era annotato nell’indice un pezzo della veste del Signor Nostro Gesł Cristo, della quale s’č gią detto quando fu visitato il tabernacolo o pisside nella quale si dice conservarsi un pezzo di costola di S. Mauro.


16. Lo stesso fu detto del velo di S. Marta, come puņ vedersi sopra nella visita della predetta pisside di S. Mauro

e perché non era pił possibile procedere con l’ordine dell’indice, essendo le sacre reliquie molte e diverse, e poiché fu detto, dall’immagine (essere evidente che) vi si conservavano fin dal tempo in cui era stato fatto l’indice, furono poste in vasi e pissidi separate.


Perciņ proseguendo nella visita dei tabernacoli e delle pissidi

Dal 17° posto che si rinviene nell’armadio, ordinņ di portare la statua a forma di busto, che sta in tale armadio, la quale, ben osservata, fu trovata essere di legno dorato; il busto č femminile con un diadema sul capo, e vicino al petto č conservato un osso, che fu detto essere di S. Colomba Vergine e Martire, della quale s’č gią parlato, e

Chiese ai sacerdoti della Cattedrale che assistevano se avessero qualche documento o memoria.

Fu risposto di nient’altro avere all’infuori di antiche tradizioni e continuata venerazione.


Dal 18° posto dello stesso armadio ordinņ di portare la testa lignea con la mitra, in gran parte dorata; presso la fronte ci sono alcune ossa; fu detto parte delle ossa di S. Riccardo primo vescovo della Cittą e patrono, la cui testa, come sopra č detto, si conserva nella stessa Cappella.


Dal 19° posto furono portate due piccole arche, volgarmente dette scatole; in una di esse furono trovati dei biglietti con queste scritte:

Santa Vittoria Vergine e Martire. Reperti del luogo dove S. Elena ritrovņ la Croce. Veste di S. Giovanni Evangelista, ed altre ancora, non leggibili.

Fu trovata un’altra in un panno di seta: un osso lungo circa un dito e fu detto essere una delle dita di S. Eufemia Vergine e Martire, esaminato tutto attentamente, ordinņ di riporre al loro posto

Interrogati i precedenti se delle predette reliquie avessero qualche documento o scrittura,

fu risposto come per le altre reliquie.


Dal 20° posto adiacente fu preso un tabernacolo a forma di piramide con una croce sulla sommitą; in gran parte č di ottone dorato con un ornato di argento e con molte pietre, di qualitą ignota, fissate nel bronzo.

Nella parte centrale del tabernacolo stanno 4 cristalli, che racchiudono un osso di una gamba o di un braccio, che fu detto essere di S. Marino Martire, ed č lungo pił di un palmo; tutto fu attentamente osservato.

Chiese se esistessero documenti o scritture.

Fu risposto che i documenti dovrebbero tenerli gli eredi di Antonio Cognitore, un tempo arciprete di questa Chiesa Cattedrale; fu quindi ingiunto ai sacerdoti assistenti ed in primo luogo al priore di S. Riccardo che ricerchino detto documento e lo consegnino a Noi per esaminarlo.


Dal 21° posto furono portati tre reliquiari proprio della stessa forma di tabernacolo, di legno tutto dorato, integrati dentro legno e cristallo.

In uno č detto che si conserva, e si legge anche sull’etichetta posta nel tabernacolo: Reliquia si S. Vito Martire, con un osso sulla teca di legno dorato.

Allo stesso modo nel 2° reliquiario in una teca simile un osso all’interno: Reliquia di S. Modesto.

Nel terzo reliquiario un altro osso in una teca simile, e questo altro osso legato con un filo tessuto d’oro con sopra l’etichetta: Reliquia di S. Crescenzio. Ordinņ di riporre i reliquiari.

Osservato tutto attentamente,

interrogņ se delle predette reliquie avessero qualche documento o scrittura.

Risposero che un certo documento poteva averlo Fabrizio Imparato; allora allo stesso Priore fu comandato di procurarselo e di portarlo a Noi.


Dal 22° posto fu portato un altro reliquiario ornato d’argento con quattro Cherubini sopra, pił in basso e ai lati, con una croce in cima, tutto di rame dorato, con il piede dorato come quello di un calice.

Sul tabernacolo si scorgono queste lettere incise male: S. Blasij.

Al centro del tabernacolo due cristalli con dentro una teca argentea, nella quale č riposta una parte di osso che, all’Ill.mo interrogante, fu detto essere parte di un osso di S. Biagio Vescovo e Martire; avendo tutto osservato, ordinņ di riporlo a posto.

Il Signore chiese da dove, quando e come avessero avuto tale parte di osso e che cosa esibissero a comprova dell’autenticitą.

Fu risposto che da tempo immemorabile esisteva in questa Chiesa quella parte di osso, sempre venerata e considerata come un osso di S. Biagio; nessuno sapeva donde e quando si ebbe, e di non possedere altro che l’antica tradizione.


Dal 23° posto fu portato il successivo tabernacolo; come un sole č fatto di argento con una raggiera e i Cherubini sopra, al di sotto e ai lati.

Il piede come quello dei calici č di rame indorato. Ha due cristalli su ambo i lati e dentro una teca nella quale č conservata una parte di osso, che dicono essere uno delle ossa di S. Domenico. Dopo aver ben visto ed osservato le ossa, comandņ di riporle a posto.

Chiese cosa avessero da mostrare ed esibire a prova dell’autenticitą di tale particella di osso.

Risposero non esserci altro che l’antica tradizione dei Padri e dei sacerdoti defunti della predetta Chiesa, e la venerazione come tale reliquia.


Il 5 luglio 1644

L’Ill.mo e R.mo Signor Visitatore venne coi suoi coassunti a questa Chiesa Cattedrale e, fatta la benedizione con l’acqua e l’orazione davanti al SS. Sacramento, si recņ alla predetta cappella di S. Riccardo. Qui, fatta una preghiera, trovati i ministri con cotta e stola, ed anche l’altare addobbato con le luci, nel modo gią detto, ordinņ di aprire l’armadio nel quale si conservano le Reliquie e nell’ordine in cui si trovano

dal 24° posto fu presa una certa statua lignea indorata a forma di busto con in testa la mitra in parte indorata e con incastonate delle pietre di vari colori, delle quali tuttavia non se ne conosce la qualitą.

Nel petto della statua c’č un foro nel quale fu detto conservarsi una parte di osso della spina dorsale di S. Riccardo Vescovo di questa Cittą, ma non fu possibile osservarla perché il foro era coperto da un chiavistello.

Intorno alla parte superiore del predetto foro sta l’emblema dei Signori del Balzo. L’Ill.mo Signore comandņ di riporre al suo posto la statua.


Dal seguente 25° posto fu presa una scatola lignea di noce, aperta la quale, fu visto che conservava due ossa, lunghe ambedue oltre un palmo. Una era di S. Liberato Martire, l’altra di S. Crisanti Martire; c’era anche una particella di ossa di S. Sebastiano Martire ravvolta in un velo di seta.

Queste tre reliquie, e ossa Noi, Ascanio Cassiano, Dottore di Sacra Teologia e per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica Vescovo di Andria, nel nostro venire in questa Chiesa donammo e ad essa consegnammo;

a Noi erano state date in dono e consegnate dall’Eminentissimo ed Ill.mo D. Giovanni Battista Altieri, allora vicegerente a Roma del SS. Signor Nostro Urbano VIII, perché avendola e consegnandola, attraverso Noi volle fosse un suo dono ad un’altra Chiesa, come appare dalla testimonianza stesa dallo stesso Em.mo Cardinale e munita del suo sigillo, nonché dall’atto consegnato da Noi fatto, redatto da D. Francesco Giacomo Fanelli, sacerdote della predetta Cattedrale, Notaio Apostolico il giorno … [questi puntini sono presenti nel manoscritto] mese … [questi puntini sono presenti nel manoscritto] dell’anno 1642, le quali Sante Reliquie approviamo completamente cosģ come sono state da Noi avute; indi comandņ di riporle a posto.


Dal 26° posto; in una certa cassetta rotonda di color rosso, volgarmente detta scatola, si conserva un altro pezzo di osso di S. Sebastiano, fasciato da una lamina aurea ovale, con tutt’intorno le lettere: Ossa S.ti Sebastiani Martiris; c’č anche un brandello del saio di S. Francesco Confessore racchiuso in un velo nero di seta

Chiese se per le predette reliquie avessero qualche atto, o scrittura o memoria.

I Rev.di D. Giovanni Antonio Conoscitore cantore di questa Cattedrale, D. Giuseppe Tota priore, D. Francesco Paolo Rimedio primicerio, D. Francesco Sgarra, D. Giovanni Pietro Tupputi e i sacerdoti presenti risposero che furono consegnate da Mons. Fra Felice Franceschini vescovo da ultimo defunto.

Dall’Ill.mo fu loro chiesto come sapessero che tali reliquie furono effettivamente consegnate da mons. fra Felice Franceschini, allora vescovo.

Risposero che essi, singolarmente, videro con i loro occhi quando tale Vescovo le consegnņ.

Da me, a nome dell’Ill.mo Signore, fu ordinato che giurassero d’aver testimoniato la veritą; allora toccandosi il petto giurarono davanti a me, e si sottoscrissero.

[nel manoscritto non c’č alcuna sottoscrizione, ma solo un sufficiente spazio bianco lasciato probabilmente per le firme]


Dal 27° seguente posto fu preso un tabernacolo tutto di rame dorato con il piede a calice; č sormontato da una croce, una fascia ugualmente di rame dorato circonda su due lati un vaso di cristallo, nel quale fu detto conservarsi una scarpa di San Filippo Neri, dono inviato, come dicono, dal Rev. D. Giacomo Volpone nobile patrizio andriese, sacerdote dell’Oratorio della Chiesa di S. Maria in Vallicella di Roma, dal popolo chiamata La Chiesa nuova, e sacerdote di questa Cattedrale, come risulta dalle sue lettere, che [l'Ill.mo] ordinņ di conservare insieme al tabernacolo nello stesso armadio e posto.


Dal 28° posto fu prelevato un grande tabernacolo di rame dorato con otto cristalli, un grande piede a forma di antico calice ed otto colonne. In ciascuna colonna stanno due tabernacoli pił piccoli, nei quali fu detto si conservano molte reliquie di Santi. Sul piede stanno otto stelle, emblema dei Signori del Balzo. Il tabernacolo nell’insieme appare come una tribuna.

Nell’apice c’č una croce con pietre celesti, che sembrano come quelle che il popolo chiama Turchesi; ovunque sono incastonate pietre di vari colori, di qualitą sconosciuta; fasce di rame dorato girano tutt’intorno al tabernacolo.

Sulle fasce sono fissate delle lamine dello stesso rame dorato a forma di gigli con pietre incastonate; dalla loro osservazione emerge antichitą, e dą la sensazione della grandezza di quei tempi.

Cominciando da una parte, cioč sul lato delle colonne, furono attentamente osservati i tabernacoli, attraverso le loro etichette, di cui alcune mancanti, come anche in alcune colonne mancavano dei tabernacoli.

[prosegue con la lettura delle varie etichette poste sui tabernacoli delle otto colonne, ma trascritte in un testo quasi illeggibile]

Sul lato destro, nel tabernacolo superiore c’era un’etichetta che diceva: di S. Damiano Mart. … di S. Ruggiero Vescovo … di S. Cecilia Vergine e Martire … di S. Eufemia V. e M. … della Porta aurea [di Gerusalemme] … della sabbia del deserto in cui digiunņ Nostro Signore Gesł Cristo … di S. Clemente PP. …
Nell’ultima colonna non ci sono tabernacoli; indi comandņ di riporre a posto il reliquiario.


6 luglio 1644

Lo stesso Ill.mo e R.mo Signor Visitatore proseguendo coi suoi coassunti la Santa Visita, raggiunse la Chiesa Cattedrale. Aspersa l’acqua benedetta e adorato il SS.mo, si recņ immediatamente alla suddetta Cappella di San Riccardo, ivi trovando tutto pronto; dopo aver pregato …

Ordinņ di aprire l’armadio a destra dell’armadio pił importante [il centrale], esternamente tutto dorato. Dentro si presenta con diverse distinte nicchie come finestre di legno dorato e scolpito. All’interno delle porte stanno molte Reliquie di Santi tra loro separate, e si vedono ognuna col proprio vetrino e la sua etichetta, come sopra detto.

In dette nicchie stanno sedici reliquie di legno dorato tutte a forma di tabernacolo lunghe pił di un palmo; alcuni di essi furono trovati senza reliquie e fu detto che le Reliquie erano state poste in contenitori pił eleganti, gią descritti; alcuni dei tabernacoli che furono trovati con le reliquie hanno l’etichetta; sono scritti con le reliquie quelli di S. Zaccaria padre di S. Giovanni, di S. Giacomo, e un altro di S. Vito. Cinque tabernacoli erano con le reliquie ma senza etichetta, onde si ignorano i nomi dei Santi.

A sinistra dell’armadio maggiore, un altro del tutto simile al precedente, e nelle nicchie stanno anche tabernacoli della stessa materia, forma e numero.

In tre di essi stanno le Reliquie con le loro etichette: S. Ippolito, S. Sergio Martire, S. Pietro; dodici tabernacoli hanno le Reliquie ma senza etichette; uno č vuoto senza reliquia né etichetta. I chiavistelli sono sia aperti che chiusi dalle stesse Dignitą che conservano le chiavi.

Chiese se davanti alle reliquie ardessero continuamente delle lampade.

Fu risposto che ardono sempre tre lampade davanti alle reliquie. Una č posta in mezzo al secondo gradino dell’altare, esattamente nei pressi del corpo di S. Riccardo; questa, si disse, arde per devozione. Le altre due lampade sono poste in due candelabri, o bracci di ottone infissi nel muro sia a destra che a sinistra, aventi le lanterne dello stesso ottone.

Poiché molto spesso rimangono spente, fu ingiunto, come si dirą a suo luogo [nell’allegato “volumen decretorum”]

Chiese a chi toccasse pulire i vasi e i luoghi, dove sono conservate le reliquie, dall’immondizia e dalla polvere.

Risposero che toccava ai due sacristi maggiori.

Poiché nella Visita era stato controllato e trovato che i vasi e i tabernacoli erano coperti da molta polvere, ragnatele e simili, fu ordinato come di seguito scritto.

Chiese se le predette Reliquie, o alcune di esse erano esposte durante l’anno; se sģ, in quali giorni, dove, con quale addobbo; chiese anche se si portassero in processione.

Fu risposto. Il martedģ dopo la Pasqua di Resurrezione si espongono sull’altare maggiore elegantemente addobbato e con molte lampade tutti i tabernacoli che dicemmo essere conservati nell’armadio pił grande.

Ogni venerdģ del mese di marzo si portano solennemente in processione e si espongono sull’altare maggiore elegantemente addobbato come s’č detto sopra, la Croce pił grande, nella quale si conserva un frammento di legno della Croce del Signor Nostro Gesł Cristo, nonché la suddetta Spina ed altre reliquie, anch’esse processionalmente, con altre due prese dagli armadi di destra e sinistra.

Nelle processioni delle Rogazioni [nei 3 giorni precedenti l’Ascensione] e nella festivitą di S. Marco, il 25 aprile, si porta ancora la Croce.

La testa, il cuore ed il pericranio di S. Riccardo si portano in processione nelle sue due festivitą.

La testa di S. Colomba si espone sull’altare maggiore nella sua festa; ugualmente si espone il 26 dicembre, sua festa, il sasso col quale S. Stefano fu lapidato, insieme alla reliquia di S. Marino; inoltre si espongono e si portano in processione le reliquie di S. Biagio e di S. Domenico nelle loro feste.

Chiese se le reliquie fossero esposte elegantemente od anche in modo non raffinato.

Fu risposto che erano esposte elegantemente.

L’Ill.mo ordinņ quanto di seguito scritto.

Cosģ terminņ la Visita alle Sacre Reliquie.

Reliquia della S. Croce "Spongia et Lignum ..."       altare portatile S. Gregorio
[Reliquie: S. Croce "Spongia et Lignum ..." e Altare portatile S. Gregorio, attualmente esposti nel Museo Diocesano "S. Riccardo" di Andria] - foto S.DiTommaso 2019

[3]  Nota:
Luca Antonio Resta a pag. 13 del suo "Officium Sancti Richardi Primi Episcopi Andriensis et Patroni ...", edito in Roma apud Iacobum Ruffinellum nel 1586, cosģ descrive questa reliquia:
"In Sacristia eiusdem Ecclesię ... Crux argentea continens frustum ligni Sanctę Crucis, partẽ spongię, indumenti purpurę, & lanę D. N. Iesu Christi." (Nella sacrestia della stessa Chiesa [Cattedrale si conserva] ... una Croce d'argento contenente un frammento del legno della Santa Croce, una parte della spugna e dell'abito di porpora e lana di Nostro Signore Gesł Cristo.)
Il Resta non parla di una eventuale incisione di parole sulla lamina d'argento che contiene le reliquie.
Ad inizio Novecento il Merra, nelle pagine 70-72 del 1° volume delle sue "Monografie andriesi", dopo aver raccontato come questa stauroteca era descritta nei documenti antichi, la descrive cosģ come appariva ai suoi tempi, che č poi quella attuale:
"Ora questo Reliquiario cosi descritto non esiste pił; perņ il legno della Croce si vede incastrato nell’attuale Croce, con le dette preziose reliquie. Č anche tutta di argento cesellato ed alta pił di due palmi; fu fatta dalla munifica pietą del signor Vincenzo Morselli, e porta lo stemma di Andria al piede, e sopra di esso l’Immagine dell’Addolorata, di cui era singolarmente devoto."

[trascrizione del testo originale in latino: f.39r-40v]

[ Altare maius ac Presbiterium ]

Die septima Iulij 1644

Item Ill.mus et Rev.mus D.nus Visitator cum coassunptis ivit ad Ecclesić Cathed.lis, et facta aspersione aquę bened.[ict]ę, ac orat.ne Sant.mo, se contulit ad Altare maius p.ctę Ecc.ę. quod est positum in capite ipsis sub fornice elaborata ex lapide albo.

Altare est firmum, et securum, totum constructum ex lapides, et sup.a … lapis integer, non est totum consecratum, sed in medio Altaris in lapide est aptatus lapis consecratus. Mappę, quę sunt in num? Sunt penitč immundę, pulvere, et … p.[er] totum fudentes.
22. Adeo mand.ũ [rimanda alla 22Ŗ disposizione nel "Volumen Decretorum", ff.49r-60r].

Loco Iconę adest Crux ex ligno inargentato cum Crucifixo ex eodem ligno inargentato, sex candelabra similiter ex ligno inargentato, et septimum candelabrum [4], quando celebrat Ep.[isco]ũs.

Ante Altare duo candelabra maiora inaurata, sup.[er] quibus ponunt.[ur] … … in diebus solennibus.

Ad Altare ascendit.[ur] tribus gradibus lapideis, et supra convenientem et comodam planitiem bradella ex ligno, excepta tantum uno loco, per totum stabilis, et firma,
23. et mand.[vit] reaptari ut infras[criptum].

Int.t An statutis ab Ecclesia temporibus, et iuxta illis ritus, Pallia immutentur.

R.nt Semp.[er] immutari,
et … ex sacerdotibus d.[ic] Ecclesię d… modo non reperiri usum Pallium coloris nigri, quod aderat, et nescit.[ur] quid de illo sit factum.
24. fuit mandatum ut infras[criptum]. [5]

Int.t An in elevat.ne Sant.mi punset[ur] Campanula, et quę illa sit in missis tamen privatis.

Fuit responsum, pulsari campanulam, quę est ą latere dextera ante portam Sacristię in missis privatis, quę celebrant.[ur] in Altari maiori.

In cornu Epistolę in planitie Presbiterii adest Abacus, sivč Credentia, quę ornat.[ur] quando celebrat Ep.[iscop]ũs, et continuč inservit, q.[ui]a sup. eam reponunt.[ur] urceoli et … sacerdotis, et quando cantant.[ur] missa ą Sacerdotibus Eccl.ę, ponit.[ur] calix pręparatus, et aliaq.[ue].

Int.t de tabella secretorum, et ultimi Evangelij [6].

R.nt Fuit responsum adesse, reponi tamen in sacristia, sed tempore celebrationis deferri una cum Missali ą Ministro celebrantis.

Int.t An quotidie Missa celebrat.[ur], et quņ.

R.nt Constari quotidie.

Int.t An in p.[rę]fato Altari sint aliqua onera, et quę.

R.nt Adesse primo onus cantandi quotidie unam Missam pro defunctis, dummodo dies non sit impedita festa de pręcepto, seł de die dom.li, et fuit dictum tale onus subrogatum in … …, et singularum anniversarium, ad quę Cap.[itu]lum benč … in Synodo Prov.li, celebrato de anno 1584.
In secundo. Onus cantando unam Missam quolibet sexta feria prima hebdomadę mensium Ianuarij, Martij, Maij, Iulij, Septembris, et Novembris singulis annis pro D. Fabio Simeone, pro … [tanti altri].

… … [di seguito vengono descritti altri oneri di messe.]

Int.t An Candelabris, quę solunt deferri ab Accolitis quando cantat.[ur] Evangelium, et elevat.[ur] Sant..

Fuerunt osservata duo candelabra valde indecentia.
25. Adeo mand.um ut infras[criptum].

 

Ante Altare maius adest Presbiterium amplum, et illud quidam Mag.[nifi]cum, ad quod ascendit.[ur] tribus gradibus lapideis, stratum per_ laminibus lapideis benč connexis, et dolatis.
Supra … tectum laqueare.
In cornu Evangelij Sedes Pontificalis cũ suo Trono, ad quod ascendit.[ur] p.[er] tres grados lapideos, et deide p.[er] alium ligneum. Planities pro sgabellis assistentium, et pro p.tandũ E.pi debitum obsequium. … pannum pro coperiuntur planities, et parte etiam pavim.ta.
Adsunt Umbellę seł Baldacchini, et vestes iuxta colores, qui servant.[ur] in Ecc.[lesi]Ŗ.

 


 

[traduzione]

[ Altare maggiore e Presbiterio ]

       Il giorno [giovedģ] 7 luglio 1644

Indi l’Ill.mo e Rev.mo Signor Visitatore con i suoi coadiutori si recņ nella Chiesa Cattedrale e dopo aver asperso l’acqua benedetta e pregato davanti al Santissimo, si portņ all’Altare maggiore della predetta Chiesa, che si trova nella parte alta [presbiterio] sotto un arco scolpito di pietra bianca.

L’altare č stabile e sicuro, realizzato interamente in pietra, col piano superiore a lastra unica; non č tutto consacrato, ma ha al centro del piano incassata una pietra consacrata. Quante tovaglie ha? Sono molto sporche, tutte coperte di polvere e cadenti.
22Ŗ [disposizione] Di conseguenza ordinņ [rimanda alla 22Ŗ disposizione nel "Volumen Decretorum", ff.49r-60r].

Al posto dell’icona c’č una Croce di legno argentato con il Crocifisso dello stesso legno argentato, sei candelieri ugualmente di legno argentato, e il settimo candeliere, [acceso] quando celebra il Vescovo.

Davanti all’altare stanno due candelieri dorati, sui quali si mettono … … nelle festivitą solenni.

Si sale all’altare attraverso tre gradini di pietra, e sopra un conveniente e comodo ripiano c’č una pedana di legno, sporgente solo in parte, del tutto stabile e sicura;
23Ŗ [disposizione] fu ordinato di riadattarla, come di seguito scritto.

Fu chiesto se i paliotti venissero cambiati in base ai riti sacri previsti nei vari tempi dalla Chiesa.

Fu risposto: sempre cambiati,
e … i sacerdoti di detta Chiesa … non trovare l’uso del paliotto di colore nero, che stava, e non si sapeva che cosa se ne fosse fatto.
24Ŗ [disposizione] fu ordinato come di seguito scritto.

Fu chiesto se venisse suonata la campanella all’elevazione del Santissimo, e quale fosse quella utilizzata nelle messe private.

Fu risposto che, nelle messe private celebrate all’altare maggiore, veniva suonata la campanella che si trova sul lato destro davanti alla porta della sacrestia.

Nella spianata del presbiterio sul lato dell’epistola c’č un abaco, o credenza, che viene addobbato quando celebra il Vescovo, e continuamente č utilizzato, perché su di esso si poggiano le ampolline e il manutergio del sacerdote, e quando č cantata una messa dai sacerdoti della Chiesa, si pone il calice preparato e altre suppellettili.

Interrogato in merito alla tabella delle preghiere segrete e dell’ultimo evangelo,

fu risposto che c’erano e si conservavano in sacrestia, ma che nelle celebrazioni erano portate [sull’altare] insieme al messale dal ministro celebrante.

Fu chiesto se vi si celebrasse la messa ogni giorno,

fu risposto che risultava vi si celebrasse quotidianamente.

Fu chiesto se in predetto altare vi fossero degli obblighi, e quali.

Ne furono comunicati diversi. Come primo obbligo c’č quello di cantare ogni giorno una messa per i defunti; nei giorni in cui non č possibile come nelle festivitą e nelle domeniche, fu detto che tale onere era surrogato … secondo come era stato stabilito nel Sinodo Provinciale celebrato nel 1584.
Secondo obbligo č quello di cantare una messa ogni primo venerdģ dei mesi di Gennaio, Marzo, Maggio, Luglio, Settembre e Novembre tutti gli anni per D. Fabio Simeone, per … [tanti altri].

… … [di seguito vengono descritti altri oneri di messe.]

Richiesta notizia sui candelieri che solitamente gli accoliti portano al canto dell’Evangelo e all’elevazione del Santissimo,

furono mostrati due candelieri piuttosto indecorosi.
25Ŗ [disposizione] pertanto fu ordinato come di seguito.

 

Davanti all’Altare maggiore si distende un Presbiterio ampio, e senza dubbio magnifico, nel quale si entra salendo tre gradini di pietra, tutto lastricato con marmi ben giustapposti e livellati.
Il tetto č a lacunari.
Presso la parete del lato Evangelo s’erge la Sede Pontificale col suo Trono, al quale si ascende per tre scalini marmorei ed uno ligneo. Ivi c’č un ripiano per gli sgabelli degli assistenti e per deferire al vescovo il dovuto omaggio. Č steso un tappeto che ricopre sia tale ripiano che parte del pavimento.
[Sulla Sede Pontificale] si estende un baldacchino e i manti del colore rispondente a quello dei paramenti della Chiesa.


[trascrizione del testo originale in latino: f.41r]

[ Cappella SS.mi Sacramenti ]

Die 8Ŗ Iulij 1644

Idem Ill.mus R.mus D.nus Visitator, …, et ordine, quibus sup.Ŗ, prosequens fieri Visitat.nem pred. Ecc.ę, et adsoluta iam visitatione Altaris maioris, pervenit ad visitandum Altare SS.mi, ibique facta adorat.ne, una cum coassunptis, vis.[itavi]t et … consideravit …

Cappella SS.mi posita, et sita est in Capite Ecc.ę in cornu Ep.[isto]lę, et est fornicata.

Adsunt cancelli lignei, qui post celebrat.ne missarum solent claudi per tertium Sacristam, per quem clavis solet asservari, quę quidem clavis fuit reperta, … aptatur invenire non pt, et cancelli ą multis retro diebus non claudiuntur;
26. fuit mandatum ___.

Adsunt in p[redic]ta Ecclesia duę fenestrę una in pariete in cornu Ep.[isto]lę, sup.[r]a Altare in summitate altera.

Parietes partibus inauratis sunt hinc inde ornati.

Ą dextris, et ą sinistris in iis d[ict]is parietibus sunt infixa candelabra lignea cum intaticijs, quae accendunt[ur], quando ministrat;[ur] et defert[ur] San.ũ ad infirmis.

Campanula est infixa in pariete in cornu Ep.[isto]lę, et inservit pro signo quando in missa elevat.[ur] Sant.mus.

In pariete in eadem cornu Ep.[isto]lę, adsunt clavi pro detinendo … celebrantis.

Vasculi sive ampullis ponunt.[ur] in quadam basi verč pedertulo(?) … Altaris in cornu Ep.[isto]lę.

Adsunt candelabra maiora ante Altare ex utroqui latere.

Ad altare ascendit p[er] duos grad[ibu]s lapideos, et adest commoda planities, supra quam est pradella firma, et secura.

Altare est totum lapideum, firmum, et securum, et ad formam.

Adsunt tres mappę stratę sup.[er] Altare, fuerunt repertę mundę, sed fuit dictum non semper esse tales, et fuit etiam dictum ad …;
27. Adeo fuit mand.tum

Adsunt … in p.[rędi]cto Altari candelabra lignea, tum argento, tum etiam auro inaurata, et sunt in sufficienti quantitate. Item Angeli in sufficienti quantitate ex utroque latere et sunt ex ligno pro tenendis candelis. Insup. et vascula lignea inaurata cum floribus fictis.

Supra Altare Sant.mi iam descriptum.

Altare est ex lapide sculpto cum statuis de eodem lapide, per totum concinnč, et affibrč elaboratum.

Pallia, quę sunt in sufficienti quantitate, et quidem decentia; fuit dictum mutari singulis saltea diebus dom.lis.
28. Fuit iniunctum, ut suo …

Supra Altare est umbella.

Tabella secretorum et ultimi Evangelii, deferunt semp. una cum Missali ą Ministro celebrantis.

A lat. Altare fuit dictum continuč ardere tres lampades statuq., et alia elaborata, quę iam dictimus esse in Altari, fuerunt repertę plenę pulvere.
29. Fuit mandatum …

Adsunt diversa onera missarum, quę ad unquam persolvantur, quorum inventarium, et nota fuit data ad effectum, una cũ alijs oneribus Ecc.ę ptte inserendum. Non adsunt Cappellani qui habent aliquot Beneficium, aut liberũ, aut de iure patronatus.

 


 

[traduzione]

[ Cappella del SS.mo Sacramento ]

       Il giorno [venerdģ] 8 luglio 1644

L’Ill.mo e Rev.mo Sig. Visitatore, nell’ordine di cui sopra, proseguendo la Visita della predetta Chiesa [Cattedrale], terminata ormai la visita dell’Altare Maggiore, giunge a visitare l’Altare del SS.mo e, fatta ivi l’adorazione, coi suoi convisitatori [… inizia la visita].

La Cappella del SS.mo [Sacramento] si trova nel lato dell’Epistola sul presbiterio [di fronte a destra guardando dalla navata] ed ha la volta a botte.

Č chiusa da cancelli lignei che, dopo la celebrazione delle messe vengono chiusi dal 3° sacrista, che solitamente possiede le chiavi;
26Ŗ [disposizione] fu ordinato … che fossero sempre chiusi dopo ogni celebrazione.

In detta cappella vi sono due finestre, una sul lato dell’Epistola [a destra entrando], ed una in alto dietro l’altare.

Le pareti parzialmente dorate sono d'ambo i lati decorate.

A destra e a sinistra su dette pareti sono affissi candelabri di legno intarsiato, che vengono accesi quando si amministra o si porta il Santissimo agli infermi.

Una campanella č fissata sulla parete del lato epistola, e serve per avvertire quando durante la messa si eleva il Santissimo.

Sulla parete dello stesso lato Epistola c’č un ripostiglietto per conservare quanto serve al celebrante.

I vasi o ampolle si poggiano su una certa base o mensola … dell’altare, sul lato epistola.

Ai due lati dell’altare stanno due grandi candelabri.

All’altare si sale per due gradini di pietra ad un comodo ripiano, sul quale c’č una pedana stabile e sicura.

L’altare č tutto di pietra, stabile, sicuro e di giuste proporzioni.

Sull’altare c’č una pietra integra, al centro della quale č fissata la pietra sacra, di marmo e proporzionata.

Sull’altare sono stese tre tovaglie, che furono trovate pulite, ma fu detto che non erano sempre tali …
27Ŗ [disposizione] perciņ fu ordinato di provvedere.

Su detto altare vi sono candelieri di legno, ricoperti parte in argento parte in oro, e sono in sufficiente quantitą. Ugualmente vi sono da ambo i lati sufficienti angeli di legno che reggono candele. Inoltre vi sono vasi di legno dorato con fiori finti.

Altre notizie su tale altare.

L’altare č in pietra scolpita con statue della stessa pietra, tutto elegantemente e ricercatamente elaborato.

I paliotti sono in quantitą sufficiente e decorosi; fu comunicato che venivano cambiati saltuariamente solo nelle domeniche;
28Ŗ [disposizione] fu ingiunto di [cambiarli regolarmente?].

Sull’altare c’č un baldacchino.

Le tabelle delle carte delle orazioni segrete e dell’ultimo vangelo vengono portate sempre col messale dal ministro celebrante.

Ai lati dell’altare fu detto che continuamente ardono tre lampade sulle statue e su altri candelieri elaborati, che gią dicemmo essere sull’altare; furono trovate piene di polvere;
29Ŗ [disposizione] fu ordinato [di provvedere?].

Esistono diversi oneri di messe, che talvolta si assolvono, e fu data l’annotazione dell’avvenuta celebrazione da inserire insieme con gli altri oneri della Chiesa. Non vi sono cappellani che godano di un qualche beneficio, né di libera collazione, né di giuspatronato.


[trascrizione del testo originale in latino: f.42r-43r]

Cappella S.i Riccardi

Deinde una cum coassunptis accedit ad Cappellam S.i Riccardi, qua est sita in eadem Ecc.a ą latere Evangelij, prima, si pergitur ab Altari maiori ad eam, parum distans ą sede Pontificali iam descripta.

Adsunt cancelli ferrei firmi, et securi in limine ipsiq., qui per actis divinis ą sacristis quos clavis asservant[ur], semp. clauduntur.

Cappella est fornicata, et benč albata, adsunt duę fenestrę hinc inde in pariete ą latere Evangelij, et Epistulę.

Altare ipsiq. est Privilegiatum; apparet en bulla felicis record.[ationis] Gregorii XIII, quę est registrata in … incisa inficta in pariete ą lat. Evangelij.

Ascendit[ur] ad Altare p[er]. duos grados lapideos, et in planitie adest bradella ex ligno …, et firma.

Altare est totum lapideum firmum, et securum, et sup.Ŗ eum positus lapis integer non consecratus; in medio eius Ara lapidea consecrata, valde exigua, et parva;
30. fuit mandatum, fieri ad formam.

Sup. altare adsunt tres mappę.

Adest Crux cũ Candelabris non solum necessarijs, sed etiam aliis ad ornatũ.

Ante Altare duo candelabra maiora.

Adest abacus pro reponendis ampollis in lat.[ere] Ep.[istolę] Non adest Campanula p. signum elevat.[io]nis SS.mi;
31. fuit mandatum ut …

Reliqua fuerint descripta in Visit.[atio]ne S.[anc]tarũ Reliquiarum.

Adsunt plura onera missarum, quę persolvunt[ur] ad unquẽ p. Capitulum, quarum inventarium fuit … … … cum alijs inserendi.

… an aliquis seu aliqui habent in p.cta Cappella aliquod Beneficium Ecclesiasticum, sivč liberum, sive de iure pat.[ro]natus.

Per D. Iosephum Tota Priorem prefatę Cathed[ra].lis fuerunt exibitę quędam Bullę in membrana sub data Romę quarta Calendas iulij Pontificatus felicis record.[ationis] Pauli PP. III. anno XIII ex palatio apud S. Petrum p. V. G. _. … … … Praesbiterum Cardinalium, in qua Bulla enuncit[ur] inter alia. Priorem d.ta Cappella solere __tari ab Univer.te huius Civitatis, et pred.ę Bullę fuerunt alias recognitę in S.a Visitat.ne die decim_ iulij 1585. f.

Successivč et … … …

Die Nona men[sis]’ Iulij 1644

Continuando … … …


 

[traduzione]

Cappella di San Riccardo

Dopo [il Vescovo] insieme ai convisitatori si reca alla Cappella di San Riccardo, che nella stessa Cattedrale si trova sul lato dell’Evangelo, la prima, se ci si dirige dall’Altare maggiore ad essa, poco distante dalla sede pontificale gią descritta.

Sul suo ingresso c’č una cancellata di ferro, che dopo le funzioni sacre viene chiusa dai sacristi che ne detengono le chiavi.

La Cappella č voltata a botte, č ben imbiancata, ed č illuminata da due finestre, una sul lato dell’Evangelo, l’altra su quello dell’Epistola.

Il suo altare č privilegiato; risulta dalla bolla [4 aprile 1576] di Gregorio XIII, di felice memoria, che č registrata negli [atti] ed incisa in una lapide sulla parete del lato evangelo.

All’altare si sale per due gradini di pietra, e sul ripiano c’č una predella di legno sicura.

L’altare č totalmente di pietra, stabile e sicuro, con sopra la mensa d’un sol pezzo non consacrato, in mezzo al quale c’č la pietra sacra, piuttosto piccola ed insufficiente;
30. [disposizione] fu ordinato che si realizzasse nella giusta dimensione.

Sull’altare sono stese tre tovaglie.

C’č la croce con i candelieri, non solo quelli necessari, ma anche altri decorati.

Davanti all’altare stanno due candelieri pił grandi.

Sul lato dell’epistola c’č una credenza per porre le ampolle. Non c’č la campanella per avvisare dell’elevazione del Santissimo.
31. [disposizione] fu ordinato di porla.

Le altre cose ossrvate sono state descritte visitando le sante reliquie.

Insistono sulla cappella molti obblighi di messe, che vengono ottemperati dal Capitolo, come risulta dall’inventario …

Fu chiesto se alcuno abbia in detta cappella qualche beneficio, sia di libera collazione che di giuspatronato.

Da D. Giuseppe Tota, priore della Cattedrale furono mostrate alcune Bolle membranacee datate da Roma, quarto giorno precedente le calende di luglio dell’anno XIII [28 giugno 1547] del pontificato di Paolo III, di felice memoria, emesse dal palazzo presso San Pietro … nella quale bolla tra le altre cose si afferma che il Priore di detta Cappella venisse optato dall’Universitą di questa Cittą; tale Bolla poi fu richiamata nella Santa Visita del 11(?) luglio 1585 [del vescovo Luca Antonio Resta].

[… la relazione prosegue elencando altri benefici e redditi …]

       [Sabato] nove luglio 1644

Continuando la visita … [ elenca altri benefici, redditi e relativi obblighi.]


[la lapide di sinistra ricorda la bolla di Gregorio XIII del 1576 posta al centro, quella di destra le ristrutturazioni del 1636 - foto S. Di Tommaso, 2017]


[trascrizione del testo originale in latino: 44v-46v]

Cappella B.ę Marię de Capitulo

Immediatč visitavit Cappellć seu Altare Nativitatis D.[omi]ni N.[ost]ri vulgo dicta B. Marię de Capitulo, et cura illiq.[ ue] est penes Confraternitatem, seu Societatem Laicorum.

Ad limine Cappellę adsunt cancelli ferrei, qui claudiunt[ur], et reserant[ur] p.[er] sacristam minorem Cat.[hedra]lis, et peractis sacris semp. claudiunt[ur].

Cappella est fornicata, et fornix depictus colore cęlesti cum stellis, eo et pendet Angelus ex ligno inaurato gestans in manibus Tabellam, in qua est scripta Annuntio vobis & [gaudium magnum,natus est vobis hodie Salvator … (dal Vangelo di Luca, 2;10-11)].

Cappella ipsa est facta ad modũ griptę, alio fornice sup.[er]ąducto adest puer Iesus reclinatus in Presepio.

Ą latere dextero Sanct.ma Virgo Mater. Ą sinistris C.[astissi]mus Ioseph.
Angeli circum circa, quorum cumq. in summitate gri[ptę] p[redic]tę deferunt Tabellam, in qua scriptum est Gloria in excelsis
.

Adsunt Asinusq. et Bos sup.a griptam in superficie connexa.
Adsunt Pastores, et oves, et omnes statuę sunt ex ligno vel depicto vel aurato.

In cornu Ep.[isto]lę in pariete adest Imago in tela B. Marię Virginis assumpta in c.[œ]lis et ad.[est] in cornu Evangelij alia similis B. Marię Virginis Coronatę.

Infixa in pariete in cornu Ep.[isto]lę ardet quasi semp.[er] lampas, pręcipuč tamet[si] de die.

32. Pradella est valde nimis exigua, et incomoda. Fuit mandatũ fieri …

Altare est lapideũ firmũ, et securũ cum lapide integra, et fixa in medio cuiq. est aptata Ant Sacrata lapides, vel parva et exigua.

33. Mand.[avi]t fieri ad formam. et mensuram ob eodem Ill.mus fuit tradita R. Priori Tota, ą quo desumant[ur].

34. Adsunt tres mappę in Altari, prima tamen valde in____; mand.[avi]t ut infit.

Adsunt etiam Tabella secretarum, et ultimi Evangelij, crux, et candelabra.

35. Habet pallia colorum Ecc.[lesi]ę, sed non immutatur nisi rarņ. Fuit mandatũ, mutari, sicut in Altari maiori.

Ad elevat.[io]ne D.ni, non adest Campanula, fuit mand.tũ ut inft.

Et quia Ill.mus, alijs tąm Visiotat.[io]nis, quąm aliorum … suę Pastoralis curę, onere, est occupatus, nčc per tempus licet, omnes Ecclesię libros, in quibus missarum satisfac.[tio]nes annotantur, persolvere, deputavit R. Priorem Tota, seu _ R. Fran.[cisc]ũ Zagaria, et R. Riccardum D’Adesso … … … … semp.[er] teneantur referre ipsi Ill.mo, at obligat.[io]nes, et onera missarum, fuerint persolvata, et satisfacta.


 

[traduzione]

Cappella della Beata Maria del Capitolo

Subito dopo visitņ la Cappella e l’Altare della Nativitą di Nostro Signore, volgarmente detta della Beata Maria del Capitolo, la cui cura č affidata ad una Confraternita, o Societą di laici.

Sull’ingresso della Cappella c’č una cancellata di ferro, che č chiusa ed aperta dal sacrista minore della Cattedrale e, ultimate le sacre funzioni, viene sempre chiusa.

La Cappella si presenta a fornice e la volta č dipinta del colore del cielo con le stelle; lą pende un Angelo di legno dorato recante tra le mani una targa nella quale c’č il versicolo “Ecco vi annuncio [una grande gioia … oggi č nato per voi il Salvatore …]”.

La Cappella č costruita come una cripta, in una interna nicchia alta nel muro c’č Gesł bambino adagiato in una greppia.

A destra c’č la Santissima Vergine Madre, a sinistra il castissimo Giuseppe.
Tutt’intorno sulla grotta Angeli reggono un cartello con la scritta “Gloria nel pił alto dei cieli
.

Stanno l’Asino ed il Bue nell’adiacente piano della grotta.
Stanno i Pastori con le pecore, e tutte le statue sono di legno, o dipinto o dorato.

Sulla parete che affianca il lato dell’Epistola c’č una tela raffigurante la Beata Vergine Assunta in cielo, e sulla parete presso il lato dell’Evangelo ce n’č un’altra simile della B. Maria Vergine Incoronata.

Fermata sulla parete del lato dell’Epistola č quasi sempre accesa una lampada, quantunque principalmente di giorno.

32Ŗ [decisione] La predella č molto piccola e scomoda; si comandņ di realizzarla efficiente.

L’altare č di pietra fisso, sicuro col piano sano, ed al centro č adattata una antica(?) pietra sacra, ma piccola ed insufficiente.

33. L’Ill.mo comandņ che fosse realizzata nella corretta forma e misura e, perciņ, l’ordine fu trasmesso al R. Priore [Giuseppe] Tota, che ne ha l’incarico.

34. Sull’Altare vi sono 3 tovaglie, tuttavia essendo la prima molto consunta(?), comandņ di provvedere.

Stanno anche la tabella del canone [“secrete”] e quella dell’ultimo Evangelo [“In principio”] [3], la croce e i candelieri.

35. Ha i paliotti dei colori della Chiesa, ma vengono cambiati raramente. Si ordinņ di cambiarli, identicamente all’Altare maggiore.

Non c’č la campanella da suonare all’Elevazione del Signore; si ordinņ di provvedervi.

Infine l’Ill.mo, essendo occupato sia dall’impegno della Visita che delle altre sue numerose cure pastorali, e non potendo nel frattempo anche controllare tutti i libri nei quali si annota l’adempimento della celebrazione delle messe, incaricņ il R. Priore Tota, come anche il R. Francesco Zagaria ed il R. Riccardo d’Adesso … … che sempre saranno tenuti a riferire allo stesso Ill.mo [Vescovo] se siano stati adempiuti e soddisfatti gli obblighi e gli oneri delle messe.


foto del presepe allestito nella nicchia nel 1937   Visita di mons. Cassiano alla Cappella della Nativitą nel 1644 - stralcio dall'originale   l'attuale cappella della Nativitą
[1-foto (di A.Ceccato) del presepe allestito nella nicchia nel 1937; 2-stralcio dal manoscritto della visita; - l'attuale (2011) cappella della Nativitą]


[trascrizione del testo originale in latino: f.47r-47v]

Cappella S.i Iosephi

His peractis contulit ad Cappellam S.i Iosephi contigua Cappellę S.ę M.ę de Capitulo, et in eodem ordine, et ex Iure patronatus familię Cacelis [?].

Ascendit[ur] ad eam p.[er] tres grados lapideos, et habet cancellos ligneos in limine.

Cappella p.[rędi]cta est fornicata, et … Altaris est ex lapide albo elaborato. In medio … in tela est Icona S. Ioseph, quę aut parum, aut nihil … devotionem.

Mand.[avi]t accommodari, et cancellari bursam [?], quę pendet ą latere, capillos qui pendent ą capite parum decenter, et super caput fieri diadema, aut radios, cancellari partem baculi, quem defert in mano dextera, et reduci a formam figurę santę, ita ut santitatem, pietatem, ac devotionem …, et alia circum circa cancellari, et fieri cornices, et telam pro operiendis …, et benč etiam firmari;
36. … infras[criptum]

Altare est lapideum, et supra lapis integer, sed __ in anteriori parte fuit rep[er]tum vacuum. Et sup[er] altare fenestram benč occlusam.
37. M.[andavi]t ut infras[criptum].

Crux ex ligno simpliciss.mo.
38. Mand.[avi]t ut infras[criptum].

In medio lapidis super predicti altari adest … … valde parvus, et … apparet … [manca una parte angolare del foglio] sit ara lapidea sacrata, vel non
Fuit dictum ab aliquibus haberi p[er] tradit.[io]nem, totum lapidem altaris fuisse consacratum, sed quia non apparet aliquot signum ac contingat dubitari
39. Mand.[avi]t fieri, et apponi ara lapidea, ed ad formam, ut infr[ascriptum].

Adsunt candelabra, mappę, carta glorię. Deficit campanula.
40. Mand.[avi]t apponi in cornu ep.[isto]lę in pariete.

Int.t An adsit aliquis beneficiatus.
R.nt Adesse.

… … [sono quindi elencati alcuni benefici posseduti da D. Giovanni Berardino Cirece, coi relativi oneri].


 

[traduzione]

Cappella di San Giuseppe

Ciņ fatto si recņ alla Cappella di S. Giuseppe, contigua alla Cappella di S. Maria del Capitolo, nello stesso ordine, e di giuspatronato della famiglia Canceli [?].

Si accede in essa salendo tre gradini di pietra, e sull’ingresso ha una cancellata lignea.

La cappella č con volta a botte, e l’Altare č di pietra scolpita. Al centro su tela č dipinta un’immagine di S. Giuseppe, che desta poca o nessuna devozione.

Ordinņ che fosse aggiustata, e si cancellasse la sacca che pende lateralmente, i capelli che pendono dal capo in modo poco decoroso, e sulla testa si realizzasse un diadema, o una raggiera, si cancellasse una parte del bastone, che porta nella mano destra, e si trasformasse in una figura santa, cosģ che ispirasse santitą, pietą e devozione; che si cancellasse inoltre tutt’intorno le altre cose, si faccesse una cornice, una copertura in tela, e infine la si fissasse bene.
36Ŗ [disposizione] [fu deciso] come di seguito scritto.

L’altare č di pietra e la pietra del piano č a lastra unica, ma __ nella zona anteriore fu trovato vuoto, cioč senza paliotto; e sull’altare una finestra ben chiusa.
37Ŗ [disposizione] Ordinņ come sotto scritto.

La croce č di legno semplicissimo.
38Ŗ [disposizione] Ordinņ come sotto scritto.

In mezzo del piano del predetto altare c’č … … molto piccolo, e sembra … sia una pietra sacra, ma non
Fu comunicato da alcuni di sapere per tradizione che l’intera pietra dell’altare fosse consacrata, ma poiché non c’č alcuna indicazione e bisogna dubitarne
39Ŗ [disposizione] Comandņ di realizzare e apporre la pietra sacra, nella dovuta dimensione, come di seguito scritto.

Vi sono i candelieri, le tovaglie, le carte “Glorie”. Manca la campanella.
40Ŗ [disposizione] Comandņ di fissare [una campanella] sulla parete del lato epistola.

Fu chiesto se vi siano alcuni benefici.
Fu risposto essercene.

… … [sono quindi elencati alcuni benefici posseduti da D. Giovanni Berardino Cirece, coi relativi oneri].


[trascrizione del testo originale in latino: f.49r-60r]

Volumen Decretorum factorum
in Visitatione q.mo Illmi Dni Ascanii
Cassiani de Anno 1644


Cappella S.ti Lucę Apostoli

In Cappella S.ti Lucę nihil fuit rep[er]tum, vel ad usum S.mi Sacrificij Missę, vel ad ornatum ipsiq[ue] Cappellę.

Ideo p[er] Beneficiatum, seu alios ad quos spectat ius patronatus eiusdem Cappellę, comparetur infra annum necessaria, et sint ad formć, et Altare decenter ornet[ur], sub pœnis &.

Et quia prop[ter] defectum p[rędic]tum, Altare fuit suspensũ, mandavit celebrari duas missas in q[ua]libet Hebdomada in f[eri]Ŗ 6Ŗ, et dom.[ini]ca, nec non duas alias missas p[er] decem menses 1. in f[eri]Ŗ 4Ŗ, … p.mo Sab[bato] … in Cappella S. M.[ari]ę de Capitulo.


Cappella S.ti Sebastiani

Sub pœnis arb[itrio] Nos[tro] & infra tres menses, p[er] quem, seu per quos spectat, reficiat[ur] clavis cancellorum p[rędic]tę Cappellę.

Occludat[ur] pars anterior vacua Altaris cũ calce p[er] … bené liniat[ur].

Ara lapidea fiat iuxta foras ą nobis tres di[gi]tis.

… comparent[ur] candelabra, et afferat[ur] remedium, ni aqua pluviarũ … super altare et Icona, et fiat campanula per elevat[io]ne SS.mi in missa; adaptet[ur] in pariete in Cornu Ep[isto]lę, et cordula longe pateat, ut possit ą ministri celebranti genuflexo ante altare, pulsari.


Cappella Sanctorum Omnium

Infra tres menses sub pœnis arb[itrio] Nos[tro] infrascripta fiant, et comparent[ur].

Fiat clavis ad finem ut cancellis peractis in Cappella sacris, claudi possint.

In sepultura reficiat[ur] lamina lapidea, sivé operiat[ur].

Fiat ara lapidea sacrata ad versum p[er] Nos tria di[gi]tis.

Comparent[ur] alię tres mappę, ut in loc__ immundant_ in … Altaris servari possint.

Duo alia saltim pallia fiant colorũ Ca[thedra]lis, et alia Crux decentior comparet[ur].

Apponatur Campanella cum sua cordula in pariete in cornu Ep[isto]lę pro dandi signo elevat[io]nis SS.nis.

Claudat[ur] foramen in pariete in Cornu Evangelij, et Cappella per totum ab araneis, pulvere, … immundicijs diligenter mundet[ur], et hac ultima fiant statim.


Cappella S.ti Antonini

In cancellis p[rędic]tę Cappellę fiat clavis, et sera, ut absolutis sacris possit occludi.

Comparet[ur] aliud pallium coloris Ca[thedra]lis, et lapis marmoreus, qui est sup[er] Altare bene complanetur, ut commodč Santũ Sacrificiũ peragi possit.

Apponatur cordula in campanula, que est appensa in pariete in cornu Ep[isto] lę, ita ut ą ministro celebranti genuflexo, commodé pulsari possit, desarciatur pavimentum circa parietes in cornu Ep[isto] lę.

Lapis sacratus fiat ad formć, et versum ą … tria di[gi]tũ, et hoc … tres menses sub pœnis arbitrij N[ostr]i.


Cappella Nativitatis Beatę M. Virginis

Lamina sepulturę, ad quos spectat, eius pars occupatur ą Bradella muro firma cũ calce obducto debeat[ur], et in alia parte os illiq. aperiatur infra mensem sub pœnis &, et o[mn]ia ad usum sacrificij Missę comparentur infra sex menses.

Missę iuxta obligantur statim celebrantur in Altari Sant.mi Crucifixi


 

[traduzione]

Volume dei Decreti emessi
nella Visita dell'Ill.mo Signore Ascanio
Cassiano nell'anno 1644


Cappella di S. Luca Apostolo

Nella Cappella di S. Luca non fu trovato nulla, sia per il sacrificio della messa, che per ornamento della Cappella.

Pertanto il beneficiato o altri che detengano il giuspatronato della Cappella, acquistino entro un anno quanto č necessario, che sia a norma e orni decorosamente l’altare, su pena &.

Intanto, poiché per tali carenze l’altare fu sospeso, ordinņ di celebrare due messe ogni settimana il venerdģ e la domenica, ed anche altre due messe per dieci mesi il mercoledģ … ed il 1° sabato … nella Cappella di S. Maria del Capitolo.


Cappella di S. Sebastiano

Su pena a nostro arbitrio entro tre mesi colui a cui spetta ripari la serratura alla cancellata della Cappella.

Si chiuda il vuoto della parte anteriore [cioč zona paliotto] dell’altare con calce e si allinei bene.

La pietra sacra si tragga in avanti di tre dita.

Si acquistino i candelieri e si trovi un rimedio perché l’acqua piovana non danneggi l’altare e l’icona; si procuri la campanella per l’elevazione del Santissimo nella messa, la si fissi sulla parete dal lato epistola con una cordicella lunga tanto che il celebrante inginocchiato davanti all’altare possa suonarla.


Cappella di Tutti i Santi

Entro tre mesi su pena a nostro arbitrio si faccia e si acquisti quanto di seguito scritto.

Si faccia la serratura affinché la cancellata, terminate le celebrazioni nella cappella, possa chiudersi.

Nella sepoltura si restauri la pietra di copertura, o si chiuda.

Si sposti la pietra sacra verso il celebrente di tre dita.

Si acquistino tre tovaglie, da serbare per il cambio dell’altare.

Si facciano due altri paliotti nei colori della Cattedrale e si comperi un’altra croce pił decorosa.

Alla parete sul lato dell’epistola si fissi una campanella con la sua cordicella per segnalare l’elevazione del Santissimo.

Si copra nella parete sul lato dell’evangelo il foro [del sacrario] e si ripulisca diligentemente tutta la cappella dalle immondizie, ragnatele e polvere, e queste ultime cose si facciano subito.


Cappella di S. Antonino

Si ponga la serratura con chiave alla cancellata di detta cappella, cosģ che terminate le sacre funzioni possa chiudersi.

Si acquisti un altro paliotto del colore della Cattedrale e si livelli bene il piano dell’altare in modo da poter svolgere comodamente il santo sacrificio.

Si ponga una cordicella alla campanella appesa alla parete sul lato dell’epistola, cosģ che il celebrante genuflesso possa comodamente suonarla; si ripari il pavimento presso le pareti sul lato dell’epistola.

Si dimensioni a regola la pietra sacra e si tragga in avanti di tre dita, e ciņ si realizzi entro tre mesi, su pene a nostro arbitrio.


Cappella della Nativitą della B. Maria Vergine

Da chi di dovere sia ben fissata al muro con la calce la pietra della sepoltura sotto la predella [dell’altare] e si realizzi l’apertura della tomba in un altro posto; tanto si faccia entro un mese, su solita pena; si acquisti tutto il necessario per il sacrificio della messa entro sei mesi.

Le messe dovute intanto si celebrino all’altare del Crocifisso


NOTE

[1] Questa Visita Pastorale č stata letta e trascritta, dall'originale "Acta Sanctę Visitationis Episcoporum Andriensium" (ASVEA), presso la Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria.
[2] Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto, non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
[4] Verso la fine del XIII nella liturgia romana fu reintrodotta l’usanza di mettere sette candele sull’altare per la Messa del vescovo. Nel cerimoniale “Liber ceremoniarum Curię Romanę” scritto dal letterato cardinale Jacopo Caetani Stefaneschi (1270-1343) si legge molto chiaramente che per la Messa Pontificale i ceri posti sull’altare devono essere sette.
[5] Troviamo nella relazione "infrascriptum" perché in questa visita pastorale del 1644 quasi tutte le decisioni sono registrate in un apposito successivo capitolo dal titolo "Volumen Decretorum factorum in Visitatione g._ Ill.mi D.ni Ascani Cassiani de Anno 1644"
[6] L'insieme delle "carte-gloria" č un trittico di carte incorniciate che, dal Seicento a norma del Concilio di Trento, e fino al Concilio Ecumenico Vaticano II, erano poste sull’altare contenenti alcune formule rituali recitate a voce bassa (perciņ dette anche “secrete”) dal celebrante in vari momenti della messa:
- quella sul lato dell’epistola, chiamata “Lavabo”, riportava le formule recitate appunto alla detersione delle mani ed alla benedizione dell’acqua;
- quella sul lato dell’Evangelo, chiamata “In principio” riportava l’inizio del Vangelo di Giovanni da recitare a fine messa;
- quella centrale, detta “Gloria”, perché riportava il canto del “Gloria in excelsis Deo” e le formule del Canone dell’offertorio e della consacrazione, il Credo e altre della comunione.

Pagina in graduale trascrizione e completamento!