le navate laterali

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Le navate laterali

Tra il 1471 ed il 1477, durante l'episcopato di Mons. Martino di Soto Major, la cattedrale fu ampliata con l'aggiunta delle cappelle laterali e del Cappellone di San Riccardo a sinistra del transetto.

navata sinistra
[navata sinistra - elab. elettr. su foto di S. Di Tommaso - 2011]

NAVATA SINISTRA
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Scrive l'Agresti nel 1911:
"Sull'ingresso della navata a sinistra è sito il Battisterio, in tutta noce massiccia, con pilastrini e capitelli a rilievo, e con cornici, che l'abbellano. Il cuppolino è recinto da ben ritondate cornici, portando nel centro lo stemma del Vescovo Cosenza, che, a sue spese, lo fece costruire. In cima ammirasi una vaga statuetta del Battista. Il Battisterio poggia su tre elevati gradini di marmo, ed è chiuso da un circolare cancello di ferro con lance in punta, fregiato da teste di fiori in ferro fuso e da altri ornamenti in ottone. ...
Le Cappellette della navata sinistra sono dedicate,
la prima a Tutti i Santi,
la seconda alla Vergine del Carmelo,
la terza a S. Michele,
la quarta a S. Giuseppe,
la quinta alla Natività.
A queste cinque cappelle siegue il Cappellone, intitolato a S. Riccardo.
"

[tratto da "Il Duomo di Andria" in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 11].

Oggi non c'è più all'inizio della navata sinistra il battistero ligneo descritto dall'Agresti; un battistero del XV secolo è posto nella quarta cappella destra.


navata destra
[navata destra - elab. elettr. su foto di S. Di Tommaso - 2011]

NAVATA DESTRA
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Prosegue poi l'Agresti nella descrizione sintetica delle cappelle di destra:
"Fra gl'intercolunni delle due navate laterali s'incontrano dieci cappellette, tutte simmetricamente disposte, cinque per ciascuna navata.
Ciascuna di queste cappellette è coperta da volta a spicchi, disposta in crociera, e fornita di ampia finestra, che la rende luminosa.
Le Cappellette, site lungo la navata a destra di chi entra nel Duomo, sono dedicate
la prima a S. Pietro,
la seconda a S. Francesco di Paola,
la terza alla Madonna di Lourdes,
la quarta al SS.mo Sacramento,
la quinta al SS.mo Crocifisso ed a Maria Addolorata.
"

[tratto da "Il Duomo di Andria" in "Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 11].


Alla parete di fondo sono affisse due tele raffiguranti San Pietro e San Paolo.

San Pietro    San Paolo
[sulla controfacciata: San Pietro in navata destra e San Paolo in navata sinistra - foto S. Di Tommaso - 2011]


Tra l’ingresso della navata destra e quello principale è addossata alla parete un’edicola con sopra l'emblema dell’Addolorata e contenente un affresco della pietà, molto deteriorato e ritoccato.
In alto un'iscrizione dipinta su un festone invita a meditare sulla crocifissione:

"ECCE PEDES PALMEǬ, CAPUT, LATUS, ASPICE CORPUS
• CLAVISUS UT, SPINIS, CUSPIDE, FUNE, CADUNT
"

(Ecco, guarda il corpo, i piedi e le mani, il capo, il fianco:
senza vita per i chiodi, le spine, la lancia, la fune).

affresco della pietà    Pietà dell'Oratorio dei Boccalotti a Vicenza    Pietà con Maria Maddalena
[La Pietà della Cattedrale di Andria - la Pietà dell’Oratorio dei Boccalotti presso S. Pietro a Vicenza (part.)- Pietà già in S. Maria Vetere ad Andria, ora nella Pinacoteca Provinciale di Bari (part.)]

La Pietà affrescata sulla controfacciata, nonostante la scarsa leggibilità e i pesanti rimaneggiamenti, presenta diverse affinità con alcune altre affrescate tra la metà del XV e l'inizio del XVI secolo. Qui sopra si riporta quella dipinta sulla parete dell’altare maggiore dell’Oratorio dei Boccalotti presso S. Pietro a Vicenza (foto centrale) ed attribuibile ad un allievo della bottega padovana dello Squarcione e di ispirazione toscana (masaccesca), e quella un tempo presente nella chiesa di S. Maria Vetere (foto a destra), dipinta nella prima metà del XVI secolo, di incerta attribuzione (per Giovanni Urbani  e Clara Gelao potrebbe essere di un seguace di Baldassarre Carrari; Michele D'Elia indicava come autore Costantino da Monopoli) ed attualmente esposta nella Pinacoteca Provinciale di Bari.
La Madonna della pietà della Cattedrale di Andria appare sconsolata ma comunque rassegnata al volere dell’Altissimo e in triste meditazione, quella poi dell’Oratorio dei Boccalotti di Vicenza mostra chiara afflizione nel contemplare il viso inerte del figlio quasi in attesa di un insperabile segno di vitalità, quella già in S. Maria Vetere evidenzia invece l’atteggiamento di una mamma che, carezzandolo, stringe dolcemente a sé il Figlio certa di sentirne l’impossibile afflato di ritorno.
La comune ascrivibilità tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento è dovuta essenzialmente all’ambientazione scenica (poco visibile nella pietà della Cattedrale di Andria), l’abbigliamento rinascimentale, la forma delle mani tozze e aperte a ventaglio.


Ai lati dei portali d’ingresso, sono posti alcuni monumenti marmorei di vescovi e altri ecclesiastici.

navata destra: parete di fondo navata sinistra: parete di fondo

Il primo monumento della navata destra è quello dell’andriese Monsignor Frascolla, (primo vescovo di Foggia dal 1856 al 1869) che riporta in alto un decoro a forma di conchiglia, al centro il suo busto di profilo con l’iscrizione funebre e in basso il suo stemma.

Il monumento successivo ricorda Monsignor Giovanni Battista Bolognese, Vescovo di Andria dal 1822 al 1830. In alto è collocato un tondo con il suo busto a bassorilievo; sotto l’iscrizione funeraria, scolpita su un cartiglio tra angeli dolenti, con in basso lo stemma vescovile.

Sulla parete di fondo della navata sinistra troviamo il monumento funebre dell’andriese Monsignor Felice Regano (primo Arcivescovo di Catania dal 1839 al 1861) realizzato da Onofrio Buccini (1825-1896).
In una edicola marmorea spicca una grande urna con bassorilievi e inclusioni di marmi policromi, sormontata dal busto del Vescovo. In basso è inserita uan lapide commemorativa.

Si noti l’arco visibile sulla controfacciata a destra della porta centrale, a lato e dietro il monumento di mons. Regano: potrebbe essere un residuo dell’antica porta laterale del prospetto, forse prima che ai tempi del conte Riccardo II normanno (~ 1133–1154) la Cattedrale fosse ristrutturata nelle più spaziose e attuali tre navate. Inoltre la sua altezza dal piano, 1,74 m, evidenzierebbe che il precedente pavimento era ad un livello notevolmente inferiore, le sue dimensioni e il suo decentramento rispetto alla navata laterale indicherebbero inoltre che l’antica Chiesa era di proporzioni più ridotte.

Su tale primordiale struttura Filomena Lorizzo nello studio sotto citato scrive:

“In controfacciata, al termine della navata di sinistra, è rimasto l'arco del portale laterale occluso da una muratura quattrocentesca, fatta di pietre di piccolo taglio, sbozzate, unite con 2 - 3 cm di malta e disposte in corsi orizzontali; il punto più alto dell'arco è a 1,74 m dal pavimento attuale e per essere funzionale doveva appartenere alla fase costruttiva normanna.
Nel deposito della cripta si conserva parte dell'architrave marmoreo di una porta, verosimilmente della principale, su cui si legge: ... PORTA CELI
[in nota aggiunge:] Misure della lastra: lunghezza - 1 m, altezza - 0,31 m, spessore - 0,65 m.

Ritroviamo questa formula nell'iscrizione inserita nel quarto pilastro di sinistra e nell'iscrizione posta sopra il portale laterale sinistro della Cattedrale di Barletta, dove compare il nome di Riccardo, forse il conte di Andria o forse Riccardo Cuor di Leone, che partiva per la Crociata imbarcandosi da Barletta.
I due fori praticati sotto la lastra, che sicuramente dovevano essere anche sotto la parte mancanmte di sinistra, permettevano l'ancoraggio dell'architrave per mezzo di due mensole, una per ogni lato, come vediamo dall'interno del poratle della Cattedrale di Barletta.”

[tratto da “La Cattedrale di Andria”, Filomena Lorizzo, tip. S.Paolo, Andria, 2000, pp. 55-56]

Per ultimo è collocato il monumento funebre in memoria del Canonico Filippo D’Urso (1840-1898). Un altorilievo in bronzo del suo busto è incluso in una scultura di marmo statuario, dove due angioletti mostrano la sua opera maggiore di teologia La ragione umana. L'epigrafe sotto inserita recita gli alti meriti del Canonico: "Monsignor Filippo D'Urso Cantore Dignitario di questa Cattedrale Maestro Dottorato in Divinità e Filosofo Oratore Poeta Sacerdote integerrimo ...".