chiesetta di San Fortunato (demolita)

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Chiesetta di San Fortunato

Di questa Chiesetta accenna il Can. Michele Agresti nel sotto citato volume, indicando le Chiese antiche scomparse; scrive lo storico:

“Molte altre Chiese antiche, che ora più non esistono, si appartenevano al Capitolo [della Cattedrale]. … S. Fortunato, in un angolo della via Zingari, oggi via Tesorieri (e in nota aggiunge:) Nel costruire le nuove abitazioni, in questo sito, dai Signori Squadrilli e da altri furono rinvenute varie sepolture, antichi dipinti, tracce di altari ed altro. … ”

[tratto da " Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi", di Michele Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, vol.II, pag. 76]

L’indicazione dell’Agresti non è sufficientemente precisa perché ai suoi tempi la chiesetta di San Fortunato era già demolita da un pezzo.
Altre indicazioni possono dedursi dai seguenti tre documenti:
- una approssimata planimetria della città di Andria (dichiarata di fine Seicento dalla famiglia Morgigni che ne era in possesso);
- una relazione della Visita Pastorale compiuta nel 1711 da mons Nicola Adinolfi alla Cappella di San Fortunato;
- una annotazione del 1743 scritta nel Catasto Onciario di Andria (Archivio di Stato di Napoli, Vol. II).


Qui a seguire un particolare dell’approssimata planimetria in possesso della famiglia Morgigni, nella quale è ben indicato il luogo dove era eretta la cappella di S. Fortunato (la carta originale indica come richiamo alla didascalia dei luoghi i numeri, i cui riferimenti, qui invece trascritti sulla carta, sono elencati in una legenda redatta a lato).

particolare della planimetria di fine Seicento
[particolare del quartiere di S.Fortunato nella planimetria di fine Seicento, un tempo posseduta dai Morgigni - (elab. elettr. del colore, SDT)]


Nella Visita Pastorale condotta da Mons. Nicola Adinolfi alla Cappella di San Fortunato nel primo pomeriggio del 30 ottobre 1711 (foto sotto) il visitatore dichiara che “avendo trovato tutto perfettamente in ordine stimò che nulla fosse da decretare, tranne che si ordinasse e fosse attuata la chiusura totale [deve intendersi murata] della porticina che immetteva nel giardino del Magnifico V. I. Don Riccardo d’Anelli.

visita di mons. N. Adinolfi a San Fortunato il 30/10/1711
[stralcio dall'ASVEA della visita di mons. N. Adinolfi a San Fortunato il 30/10/1711]


Altri dati importantissimi, che si correlano perfettamente con quanto si afferma nella visita pastorale dell'Adinolfi e aiutano a meglio definire il luogo dove sorgeva la cappella San Fortunato, li rinveniamo nel Catasto Onciario di Andria del 1743.
Una sintesi di tale annotazione è riportata da Carmela Centrone nel sotto citato testo; l’autrice scrive:

Dal Catasto Onciario di Andria sappiamo che D. Luca Anelli, fratello di Domenico [vescovo della Città di Andria dal 1743 al 1753] ed Aurelia [tutti e tre figli di quel Riccardo richiamato nella Visita Pastorale del 1711] possedeva «una casa Palazziata alla strada di S. Francesco, con giardino e cappella di S. Fortunato». Insieme a questo abitava D. Antonio Anello, suo zio. Luca de Anellis morì in Roma nel 1758, nominando sua erede la Congregazione della Divina Pietà di Roma; tra i vari legati, Luca stabilì che in Andria dovesse essere istituita una scuola pubblica per le ragazze della città perché venissero istruite «nella lettura e scrittura, nel cucito ed in altre virtù e cose necessarie». Luca dispose, inoltre, che a sede di questo istituto venisse destinata la sua casa palazziata … .

[testo tratto da “Palazzi Storici di Andria tra il XVI e il XVIII secolo”, di Carmela Centrone, (a cura del) C.R.S.E.C. di Andria, Grafiche Guglielmi, Andria, 2003, pp. 65-68]


Dal raffronto di tali documenti è quindi possibile ipotizzare che la chiesetta-cappella di S. Fortunato ai primi del Settecento sorgesse nell’odierna via Mura di S. Francesco, forse dove attualmente al suo posto c’è uno slargo rialzato con ingresso a gradoni, allora confinante, comunicante tramite il giardino e quasi inglobato nella proprietà degli Anellis, e che il palazzo ad angolo tra Mura San Francesco e Via S. Francesco appartenesse, insieme al grande complesso-isolato che si estendeva tra le attuali Via S. Francesco, Via De Anellis e Via Tesoriesi, ai vari componenti di detta famiglia De Anellis, successivamente passati in parte in proprietà dei signori Squadrilli.

Infine una abbozzata prospettiva della Chiesetta di San Fortunato è possibile rilevarla dal disegno realizzato prima del 1703 da Francesco Cassiano de Silva (forse negli anni in cui era capitano nella vicina Matera), illustrazione pubblicata nel f. 207 de “Il Regno di Napoli in prospettiva, diviso in 12 Provincie” dell’abate Pacichelli.
Eccone lo stralcio del quartiere in cui sorgeva S. Fortunato (anche in questa carta, l'originale porta come richiamo alla didascalia dei luoghi numeri o lettere, i cui riferimenti, qui trascritti in carta, sono elencati in una sottostante legenda).

particolare del disegno di F. De Silva con la cappella di San Fortunato
[particolare del disegno di F. De Silva con la cappella di San Fortunato - (elab. elettr. del colore, SDT)]

Nell'immagine disegnata da Cassiano De Silva la chiesetta di San Fortunato è realizzata all'interno e non lontana dalle mura a settentrione, emergente tra le altre case (forse perché giacente sul finire alto dell'acclivio di mura San Francesco), con tre finestre sulla parete visibile (frontale o absidale) e un alto campaniletto cuspidato.