C.T. Nobilione, Visita ad limina del 15 Apr 1741

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(stralcio da ...)

“ Visita ad limina” del 15 Aprile 1741 [1]

di Cherubino Tommaso Nobilione (vescovo di Andria dal 9/12/1726 al 20/05/1743)

[Il documento sotto trascritto inizia con una nota in italiano del redattore del registro delle Visite, anteposta alla missiva del Vescovo. Tale nota richiama la delega che mons. Nobilione ha effettuato in favore di D. Gennaro Anelli. La delega notarile com'č norma precede la relazione sullo Stato della Chiesa, redatta dal Vescovo e portata a Roma dall’incaricato.]


Andrien Vss Lim.
Alla Santitą di N. S. Papa
Benedetto XIV.

Per
il Vescovo d’Andria
Die 21 Iulij 1741 data fuit att.° pro 52° triennio

Beatiss.mo Padre
Fra Cherubino Tomaso Vescovo di Andria, prostrato alli piedi della S. V.rć, umilm.e le rappresenta che non potendosi portare personalm.e in Roma alla visita de Sac: Limini delli SS. Apostoli Pietro, e Paulo, per le di lui abituali indisposizioni, e specialm.e di podagra; Lo supplica delle necessarie facoltą di poter sodisfare l’obligo di d.a Sac: Visita per il corrente Triennio cinquanta due, mediante la persona del sacerdote Gennaro d’Anelli, Prete del Clero di d.a Cittą d’Andria, residente in Roma, come Procuratore costituito dalli P.rē ą d.° effetto, che della gratia C &.


[La relazione č preceduta dalla scrittura notarile del 15/04/1641, nella quale il vescovo Cherubino Tommaso Nobilione nomina come suo sostituto nella Visita ad Limina Don Gennaro Anelli.]

[trascrizione del testo originale in latino] [2]

Nos d. Cherubinus Thomas Nobilione Ordinis Prędicatorum, Dei, et Ap.[ostoli] Sedis grć[tia] Episcopus Andrien, non volentes ad infrascripta vacare, et ad almam Urbem, ad Beatorum Ap.[osto]lorum Petri, et Pauli limina visitandum, nos conferre, aliis magnis nostris Ep.[iscop]alis Curę negotiis, adversaque valetudine prępositi: confisi igitur de Fide, prudentia, et legalitate Ad: Ill.[ustr]is, Rev. D. Iannuarii d’Anelli Pręspyteri, huius N.[ost]rę Eccl.[esi]ę Andrien, eundem licet absentem, tćquam pre[sen]tem spõte facimus, constituimusque Nostrum Proc.[urato]rem Gen.[era]lem …

Dćtes & promittentes & et sic facta Cruce more Pręlatos juramus, et p[ręse]ns mandatum prop.[pri]a manu subscribimus, N.[st]riq[ue] Sigilli impressione munimus.

Datum Andrię čx E.[isco]pali N.ro Palatio die 15 mensis Aprilis 1741. Pręsulatus verņ N.[st]ri Anno quintodecimo.

[in calce: firma del Vescovo, dei testimoni e, a seguire, nota, sigillo e firma del notaio]

  

[traduzione]

Noi D. Cherubino Tommaso Nobilione, dell’Ordine dei Predicatori, per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo di Andria, non volendo mancare e recarci all’alma Cittą [Roma] per visitare i sepolcri dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, impediti da importanti incombenze del nostro impegno episcopale nonché dalla cattiva salute, sicuri della fedeltą, prudenza e onestą dell’Ill. Rev. D. Gennaro d’Anelli, sacerdote di questa nostra Chiesa Andriese, pur se assente, come presente volontariamente lo eleggiamo e nominiamo nostro Procuratore Generale …

Stabilendo ed assicurando [quanto scritto], fatta la Croce propria del Vescovo, giuriamo e di nostro pugno sottoscriviamo il presente mandato e lo muniamo col timbro del nostro sigillo.

Data, ad Andria dal nostro Palazzo Vescovile il 15 aprile 1741, quindicesimo del nostro episcopato.

[in calce: firma del Vescovo, dei testimoni e, a seguire, nota, sigillo e firma del notaio]


[La relazione sullo Stato della Chiesa di Andria]

E.mi, et R.mi D.ni

Quę prņ Statu huius meę Ecclesię Andrien distinctč retuli EE. VV. die 12 Mensis Novembris 1729, occasione Visitat.[io]nis Sacrorum Liminum, et quę fuerunt paritčr relata in aliis sequentibus Visitationibus ą me factis in Annis 1734, et 1737, circą eiusdem Status, eadem nunc repeto, et EE. VV. in memoria revoco, occasione pr[ęsen]tis Visitationis eorundem Sacrorum Liminum prņ quinquagesimo primo triennio iąm proximč pręterito, cłm ultrą ea, quę in relationibus a me factis continētur, nihilo sit, quod de novo referre habeam nisi,

Quod hoc Monasterium Monalium, uti Domibus particularibus unitis compactum, nullam monasterii formam habens, itą łt Moniales, alię ab aliis divisę, et separatę habitarent, insuperque maior eiusdem pars ruinam casus minaretur, quamvis, usque dč anno 1726 tempore Pręsulatus mei immediati Prędecessoris D. Joannis Pauli Torti nłnc Episcopi Abellinen et Frigentium, fuerit in parva parte reędificatum, nłnc tamčn est eius totale ędificium confectum, et ad formam canonicam talitčr ędactum, łt nullum sit in hac Provincia Monasterium, quod huic circą commodum, structuram, et necessarias divisiones, unitasque mansiones ęquetur. Prņ fabrica prędicta, licet erogata sit summa ducatorum quindecim millium, de iis tamčn, decem millia circ.[ite]r čx fructibus superantibus, reliqua verņ quinque millia fuerunt dč licentia Sacrę Cong.[regatio]nis Epi.[scop]orum, et Regularium, ex Capitalibus cumulatis de dotibus monialium, erogati.

Remaneat costruenda nova Ecclesia, nąm vętus, quę existit, utpotč angusta, et nullius commodi ad Ecclesiasticas functiones peragendas, non correspondet structurę, et commodo Monasterii, quę tamčn renovari nequit, stante clausula apposita in Rescripto recensitę licentię S. Cong.[regatio]nis prędictę, qua cavetur, quod statim pręd.ta summa reintegrari habeat ex fructibus, sivč redditibus quotannis superatibus in introitu, deducto esitu prņ victu, et vestiariis Monalium: Exoptant igitur dictę Moniales, łt redditus pręd.us superantes erogentur quotannis in constructionem dictę novę Eccl[esi]ę erigendę. Suspensa interim, et quousque dicta perficiet? [punto interrogativo poco spiegabile] Ecclesia, reintegrat.[ion]e pręd.[ict]ę summę Capitalis ducatorum quinquies mille.

Quam novam constructionem, quia de … non necessariam iudicavi, easdem Moniales comminatione censurarum adstrinxi ad reintegrandć ipsam capitalem summam, łt post talem reintegrationē, tąm ex fructibus eiusdem summę, quąm aliis superantibus in introitu reddituum Monasterii, ipsa possit commode nova construi Ecclesia: … ad hoc, łt in casu recursus dictarum Monalium, dignentur EE. VV. ita rescribere.

Ultra Confraternitates laicorum sub Episcopi jurisdictione fundatas, ac descriptas in relatione occasione visitationis Sacrorum Liminum in Anno 1729, per me facta, adsunt duę alię Confraternitates, una puerorum sub titulo pueri Jesu, in Cappella S. Marię ad Pręsepē intus meam Cathedralem erecta in Anno 1739, altera verņ in eodem Anno fundata in Cappella S. Joseph intus Collegiatam Ecclesiam S. Nicolai, sub titulo Sacrę Familię, nemquč, Iesu, Marię, Joseph, cum usu saccorum, et insignium Crocei coloris, quarum Confraternitatum Confratres, iuxta regulas eis traditas, nimis in Dei servitio, et Animarum vero proficiunt.

Hęc sunt, quę referre necessaria existimavi, occasione p.[rese]ntis Visitationis, EE. VV, quarum Sacrarum purpurarum fimbrias reverenter exosculor.

Andrię die 15 Mensis Aprilis 1741.

EE: VV:

Umilis.[si]mus Dev.[otiss]mus Obs.[equentissi]mus Servus
D. Cherubinus Th.[om]as Ep.[iscop]us And.[en]

  

Eminentissimi e Reverendissimi Signori,

Poiché sullo Stato della mia Chiesa di Andria distintamente inviai alle Eccellenze Vostre una relazione il 12 novembre 1729, in ricorrenza dell'obbligo di Visita ai sacri Sogli [delle Chiese Romane dei Ss. Apostoli], e che ugualmente furono inviate nelle successive Visite, da me ottemperate negli anni 1734 e 1737, le stesse qui confermo e richiamo alla memoria delle Eccellenze Vostre, perché oltre a quanto in esse scritto, null'altro ho da comunicare tranne che:

Poiché il Monastero delle Monache [di S. Benedetto, sito in Largo Duomo] in qualche modo composto da diverse case tra loro unite, non aveva alcuna caratteristica di Monastero, cosģ che le Monache vi abitavano divise e separate tra loro, e che inoltre era in parte pericolante, esso fu in parte ricostruito gią dal 1726, durante l'episcopato del mio predecessore D. Giovanni Paolo Torti, attualmente Vescovo di Avellino e Frigento; ora tuttavia č stato interamente edificato, eretto talmente bene nella forma dovuta che non esiste in questa Provincia un altro monastero uguale ad esso per comoditą, struttura, servizi ed organizzazione.
Per la sua costruzione č stata spesa l'ingente somma di quindici mila ducati, dei quali, tuttavia, circa dieci mila rilevati dagli interessi fruttiferi, mentre i restanti cinque mila sono stati rilevati dal capitale costituito dalle doti delle monache, su permesso accordato dalla Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari.

Resta ora da costruire la nuova Chiesa, infatti la vecchia esistente, essendo angusta e del tutto scomoda allo svolgimento delle funzioni religiose, non č adatta alla struttura e alle esigenze del Monastero; tuttavia non č possibile riedificare la Chiesa, in base ad una clausola posta nel Rescritto della predetta autorizzazione della Sacra Congregazione, per la quale č necessario reintegrare subito la predetta somma Capitale mediante gli interessi, o gli esuberi dei ricavi di ogni anno, tolte le spese per vitto e abbigliamento delle Monache. Le suddette Monache invece desiderano che i predetti redditi in esubero alle spese siano ogni anno destinati alla costruzione della nuova erigenda Chiesa. Sospeso momentaneamente il reintegro dei cinque mila ducati del Capitale, fino a quando servirą a costruire detta Chiesa?

Poiché ho considerato non urgente questa nuova costruzione, con la minaccia della censura ho obbligato le Monache a reintegrare quella somma del Capitale, cosģ che, dopo tale reintegrazione, sia dagli interessi derivanti da quella somma, sia dagli altri risparmi sulle entrate del Monastero, si possa comodamente costruire questa nuova Chiesa; ciņ vi comunico, affinché, se vi fosse un ricorso di dette Monache, Le Eccellenze Vostre si degnino rispondere in tal senso.

Oltre le Confraternite di laici, erette sotto la giurisdizione del Vescovo, e descritte nella relazione da me fatta e allegata alla Visita ai Sacri Sogli dell'anno 1729, si sono aggiunte altre due Confraternite: una di ragazzi intitolata a Gesł Bambino, eretta il 1739 nella Cappella di S. Maria al Presepe della mia Cattedrale, l'altra poi eretta nello stesso anno nella cappella di S. Giuseppe della Chiesa Collegiata di S. Nicola, e intitolata alla Sacra Famiglia, ovvero a Gesł, Maria e Giuseppe, con l'obbligo di indossare il saio e le rispettive insegne; i confratelli di queste confraternite, secondo le regole ad esse date, si prestano soprattutto al servizio di Dio e del prossimo.

Tanto č ciņ che ho ritenuto necessario comunicare in questa Visita alle Eccellenze Vostre, delle quali riverentemente bacio il lembo della sacra porpora.

Andria, 15 aprile 1741

Delle Eccellenze Vostre

Umilissimo, devotissimo e ossequiosissimo servo
D. Cherubino Tommaso Vescovo di Andria


NOTE

[1] Le riproduzioni delle Visitae ad Limina (visita dei sepolchi [limina→soglie all'ultraterreno] degli apostoli Pietro e Paolo) sono tratte da "Microfilm DOM - N-5228, ARCHIVIO VATICANO, Cong. Conc. Andria, P. IA".
Le Visitae ad Limina (Apostolorum Petri et Pauli) qui documentate sono quelle nuovamente istituite nel 1585, dopo il Concilio di Trento.
La data qui scritta si riferisce a quella apposta in calce alla RELAZIONE sullo STATO DELLA CHIESA inviata dal vescovo alla Santa Sede.
[2] Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto, non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.

Relazione in vari punti poco leggibile!