Chiesa suburbana di S. Michele

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Chiesa suburbana di San Michele

Giacinto Borsella (1770-1856)
Due chiese sacre al culto di S. Michele sono erette in Andria. S.Angelo chiamato al lago, e la seconda che é una cappella di città  [Sant'Angelo dei Meli].
La prima è assai più capace, messa fuori l'abitato suburbano. Ha una tal quale prospettiva con piccolo campanile. Ha tre navi con otto archi quattro a destra  ed altrettanti a sinistra a sostegno della volta. Tre finestre due rotonde ed una ovale site nella facciata che le danno sufficiente lume oltre quattro nei fianchi del presbitero.
Disegno della chiesetta rilevato dalla pianta della città eseguita da Francesco Cassiano de Silva del 1703.
L'altare maggiore è formato di viva pietra. Dietro allo stesso in faccia al muro scorgesi a fresco l'immagine a San Michele, con lunga lancia alla destra confitta nel seno del comune nemico avendo lo scudo a sinistra col motto Quis ut Deus? Porta in testa un elmo piumato. Tiene inoltre ai suoi piedi quattro spiriti di Averno, con attorcigliate code giacenti nelle fiamme divoratrici con volti di fuoco, occhi di brace, bocche spalancate, denti digrignanti, teste cornute con omeri alati, spietatamente orrendi e smaniosi. Questo affresco offre nell'insieme un altare con colonne laterali, basi e capitelli. In cima è dipinta la Concezione.
Nel muro a fianco dell'altare osservasi S. Lionardo in abito di monaco basiliano con ferri e ceppi alla destra e libro chiuso nella sinistra. Nel mezzo S. Michele con bilance in mano, in una delle cui coppe un'anima a forma di fanciullo è messa. Imperciocché egli è custode e patrocinatore delle nostre anime presso il giudice supremo. Quindi vien chiamato Praefectus Paradisi quem horificant Coelorum Cives, cui tradidit Deus animas justorum. Hic est Michael Arcangelus primus militiae Angelorum, cuius honor praestat beneficia populorum, et oratio perducit ad regna coelorum. Accanto S. Michele mirasi una Vergine con aureola in testa chiamata nimbus dai Latini, e con la palma del martirio in mano. Il nimbo ornava anche le teste degl'Angioli, sul che riflette il Macri nel suo lessico che il diadema era simbolo delle quattro virtù cardinali. Accanto al dipinto in carattere semigotico è scritto il nome di Nicola Tesse sacerdote di questa chiesa cattedrale, forse perchè a di lui spese fu eseguito quel quadro nel pariete.
In una nicchia poi scorgesi una statuetta di S. Michele con la iscrizione dell'Artefice, che la ritrasse: Richardus Brudaglio sculpsit Andria a.d. 1711.  S. Michele da guerriero imbrandisce la spada contro la biscia infernale, la suddetta nicchia poggia sopra un vecchio altare.
Entrando in sagrestia, vedesi altro affresco di Gesù sulla croce col Padre Eterno. Dietro a Gesù una cortina di cancelle quadrati, di colore scarlattino. Vi è la fonte dell'acqua benedetta in vasca di pietra scanalata, con una rosa nel centro. Poggia sopra una colonnetta nella cui base leggesi 1633. Locchè dimostra la diligenza degli antichi in esprimere l'epoche delle varie opere che formavansi.
Questa chiesa chiamata S. Angelo al Lago ha la rendita di circa ducati sessanta consistenti in canone e fitti di casa che s'investono nella celebrazione di messe nei dì festivi, e per le spese nel giorno della festa.
[integralmente tratto dal libro di Giacinto Borsella, "Andria Sacra", edito a cura di Raffaele Sgarra, Tip. Francesco Rosignoli, 1818, pagg. 292-293]