1850-1860: primi anni del Seminario al Carmine coi Gesuiti

Contenuto

Storia del nostro Seminario

Primi anni del Seminario nell'ex Convento del Carmine,
dal 1850 al 1860 diretto dai Gesuiti [NDR]


di Don Sabino Matera
rettore del Seminario 1968-71; 1991-97

Il documento “Adnotationes” dei Padri Gesuiti cita la duplice istanza del Vescovo di Andria Mons. Giuseppe Cosenza al Preposito Generale della Compagnia di Gesù p. Giovanni Roothan per ottenere i Padri Gesuiti nel Seminario di Andria.

Nell’archivio della curia generalizia esistono le due lettere inedite, scritte dal vescovo Cosenza.

Nella prima lettera datata il 30 ottobre 1849, così egli scrive:

Devo palesarle essere stato un vivo desiderio del mio cuore da molti anni concepito di sottomettere la direzione ed istituzione del mio Seminario ai zelantissimi Padri della Compagnia di Gesù; ed a tale oggetto ne tenni lungo abboccamento con la felice memoria del P. Manera, allora Provinciale e col P. Gavanini, i quali videro ocularmente la situazione del luogo. Ma siccome le mie preghiere non furono allora bene accolte, così mi convenne desistere.
Ora però che le circostanze dei tempi ed il bisogno effettivo in cui trovasi il mio Seminario, mi persuadono la necessità di menare innanzi in mio progetto … perciò ho umiliata la preghiera alla prelodata Maestà Sua, che ripeto a Lei, acciò di comune accordo si potesse concludere per l’affermativa. Per facilitare poi la cosa debbo sottomettere alla di Lei saggezza che la mia domanda ha un’eccezione che la distingue da quelli di altri Vescovi, che mentre costoro chiedono i Padri per la dimora precaria nei loro Seminari, io all’opposto ne chieggo la perpetuità con assegnare i fondi certi al mantenimento dell’opera … nè poi la scarsezza dei Padri, che attualmente trovasi in codesta Capitale (= Napoli, perché i Gesuiti erano stati estromessi da Roma dalla Repubblica Romana, mentre il Papa Pio IX era esule a Gaeta, dal 1848 al 50) potrà essere motivo di ritardo, mentre con la sua autorità potrebbe chiamarli provvisoriamente da qualunque luogo …

Nella seconda lettera, datata il 26 gennaio 1850, Mons. Cosenza dice:

Ho supplicato ripetute volte per una residenza almeno di 3 Padri in questo mio Seminario, i quali ne avessero la direzione come un secolo fa venne praticato sino al tempo della fatale soppressione della Compagnia … [1].
Qualunque difficoltà potesse sorgere, potrà facilmente dileguarsi con l’intervento del S. Padre, che certamente si mostrerà propizio”.

In effetti l’approvazione ci fu: il 12 marzo 1850 il papa Pio IX diede il suo parere favorevole e fu questo ad accelerare la felice conclusione della trattativa.
Il parere fu dato nella forma del Rescritto, conservato nella Curia Generalizia dei Gesuiti:

Copia conforme di un Rescritto Pontificio a Mons. d. Giuseppe Cosenza, Vescovo di Andria, sulla sua domanda della Apostolica Benedizione per il suo Seminario, da far dirigere dai Padri Gesuiti, e per alcuni dei suoi chierici da fare educare in Napoli dai medesimi Padri: dall’udienza di Sua Santità accordata a me, sottoscritto Prefetto della Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Religiosi il 12 marzo 1850. Sua Santità ha dato benevolmente il suo consenso e, raccomandando la richiesta del Vescovo, ha approvato tutto ciò che è stato esposto nella supplica”.

Nell'A.N.S.I. (Archivio Napoletano della Società di Gesù), a pag. 193 della "Historia Residentiae Andriensis Societatis Jesu" si trova scritta la data dell'ingresso dei Gesuiti nel Seminario di Andria:

"Itaque die sexta novembris anni millesimi octingentesimi quinquagesimi socii quatuor in Seminarium ingressi sunt Rector videlicet, Minister, Pater Spiritualis, et Dogmaticae Theologiae Professor; quibus paulo post quintus accessit per quadragesimam in Cathedrali Ecclesia concionaturus".


Dall’Archivio Napoletano della Compagnia di Gesù [di via S. Sebastiano, 48], furono richieste informazioni sui 5 Padri Gesuiti che ressero il Seminario di Andria dal 1850 al 1860; l’archivista del momento, P. Filippo Iappelli, fece le necessarie ricerche, tradusse i testi originali dal latino e inviò i seguenti risultati al Rettore del Seminario di Andria. [2]

da “Summaria vitae Eorum qui defuncti Sunt in Prov.a Neapolitana
ab anno 1822 ad annum 1913”


Madonna con S. Ignazio di Loyola, nella Chiesa del Carmine
S. Ignazio di Loyola genuflesso ai piedi della Madonna del Carmelo, nella chiesa di Andria

1) P. GIUSEPPE PICCONI

Nato a Nizza il 9 giugno 1808, era entrato nella Provincia Torinese della Compagnia di Gesù il 19 luglio 1823. Nel 1850 passò alla Provincia Napoletana e "ut primum adventavit, Andriensis Residentiae ac Seminarii Rector renuntiatus est, quo officio per triennium egregie functus", subito fu nominato Rettore della Residenza (dei gesuiti) e del Seminario (della Diocesi) di Andria, ricoprendo quell’incarico per tre anni [dal 6 novembre 1850 al 15 novembre 1853]. Si tramanda che fu una persona molto spirituale.
Ebbe poi altri incarichi, con universale soddisfazione [Prefetto degli Studi, ossia Preside, ad Arpino e a Lecce, professore a Salerno e a Lecce].
Malato di tisi da parecchi anni, per ordine dei superiori cambiava residenza nella speranza di un miglioramento. Morì quasi improvvisamente nel Collegio di Bari l’8 ottobre 1859.


2) P. PELLEGRINO ZINGONE

Nato a Vettica Maggiore, diocesi di Amalfi, provincia di Salerno, il 20 marzo 1809, da piccolo si trasferì a Montesarchio (Benevento): qui iniziò ma prosegui altrove gli studi inferiori, secondo gli spostamenti della famiglia.
Frequentò il collegio dei gesuiti di Benevento per gli studi superiori di filosofia e matematica, al termine dei quali entrò nel Noviziato napoletano il 20 maggio 1828.
[Terminata la formazione teologica] giovane sacerdote ebbe l’incarico di Ministro [=Vice-Rettore] nel Convitto dei Nobili a Napoli, poi nel Noviziato [che si era trasferito] a Sorrento e in diverse Case della Provincia. Fu anche Prefetto delle scuole a Salerno, "andriensis Episcopi seminarium triennio rexit" per un triennio Rettore del Seminario episcopale di Andria [dal 15 novembre 1853 al 2 ottobre 1856] per 4 anni superiore della comunità e rettore del santuario di S. Francesco de Geronimo a Grottaglie (Taranto).
Dispersa la Provincia [per decreto di Garibaldi del 12 settembre 1860] P. Zingone tornò a Montesarchio, dove visse fino alla vecchiaia sempre pacifico e laborioso. Sopportò serenamente l’uccisione del fratello. Per promuovere casti costumi, fece sì che le fanciulle fossero educate in luogo appartato e che nessuno affittasse case a donne perdute.
Per molti anni fu rettore della chiesa della Madonna del Carmine promuovendone la festa, come descrive nelle “Lettere Edificanti” (Serie I, Lettera XXVII, pag. 72). Persisté in questi e simili ministeri sacerdotali finché le forza e la saluta glielo permisero. Vinto infine dalla vecchiaia (era ormai il decano dalla Provincia) piamente tornò al Signore il 10/2/1895, all'età di 86 anni, di cui 67 nella Compagnia.


3) P. PASQUALE GRASSI

Nato a Napoli il 15 febbraio 1812 entrò nella Compagnia di Gesù l’11 luglio 1827. Dotato di grande ingegno e portato sia ad apprendere le lettere e le scienze sia ad esercitare vari ministeri apostolici, fu impedito dalla debole salute di riuscire eminente in qualche cosa. Tuttavia vi si impegnò e con grande lode.
[Fu Socio, ossia aiutante, del Maestro dei novizi, Padre spirituale nel Convitto dei Nobili a Napoli e Rettore del Seminario di Andria dal 2 ottobre 1856 al 18 ottobre 1857]. Alla sua grande dottrina ed erudizione corrispondeva un forte impegno nella virtù, soprattutto nell’umiltà. Segno di ambedue fu il Commentario alle Litanie Lauretane edito a Napoli nel 1859 per i tipi del Cav. Gaetano Nobile, nel quale non sai se lodare più la dottrina o la pietà [Le Litania dalla Santissima Vergine Spiegate e Proposte in forma di considerazioni … pag. 306; traduzione francese 1862].
Nel parlare, aveva un discorso vivo ed efficace, nell’ascoltare le confessioni era forse troppo rigido. Di indole ardente, Si sforzava di moderarsi; e se talvolta eccedeva in qualche modo, subito ne chiedeva scusa. Assiduamente unito con Dio, era dotato di efficace carità verso tutti; nel tratto con gli altri era semplice, modesto, pacato.
Persona dotata di tante virtù, fu ammesso alla professione solenne di 4 voti [povertà, castità, obbedienza, speciale obbedienza e disponibilità al papa per essere inviato a qualsiasi missione] il 2 febbraio 1846.
P. Grassi ebbe da Dio in dono una maggiore partecipazione alla croce, specialmente con le malattie, culminate nella tisi, che lo trasferì da questa valle di lacrime ai gaudii celesti. Morì a Napoli il 30 settembre 1860 presso i Padri Francescani del [convento detto] La Palma [essendo stati dispersi i gesuiti da Garibaldi il 12 precedente].


4) P. GIUSEPPE CERRONE

Nato a Napoli il 26 agosto 1817, entrò in Compagnia il 29 maggio 1830, all’età di 13 anni, 9 mesi e 3 giorni. Dopo gli studi di retorica [materie letterarie del liceo classico] e di filosofia, fu inviato a Lecce, dove per un intero quadriennio insegnò retorica, nella quale eccelleva. A Roma studiò teologia e fece l’anno di terza Probazione.
Tornato in Provincia, per un decennio insegnò retorica e poi etica e diritto naturale a Lecce; "biennium vero in regendo primum Seminario Andriensi" per un biennio fu rettore del Seminario di Andria [dal 18 ottobre 1857 al 23 ottobre 1859] e poi del Collegio Napoletano.
Nel 1862 volle unirsi agli altri gesuiti esuli e fino al 1870 insegnò filosofia nella Provincia di Tolosa, con somma lode, amore e stima di tutti. Quando le circostanze resero possibile ricostituire una qualche forma di vita comunitaria, fu richiamato in Italia e nominato rettore del Collegio di Genzano (Roma).
Sopravvenuta poco dopo una nuova dispersione [20 settembre 1870: Porta Pia!] fu destinato al Collegio Germanico-ungarico [di Roma, evidentemente tollerato dalle nuove autorità italiane per motivi di politica internazionale] come prefetto degli studi e ripetitore di retorica e filosofia.
Frattanto l’Ecc.mo Vescovo di Poitiers progettava di aprire una Università cattolica nella sua diocesi e chiese al Molto Reverendo P. Generale alcuni insigni professori. Il P. Generale concesse due padri, cioè Schrader e Cerrone, il primo per la teologia, l’altro per la filosofia. I due Si recarono a Poitier all’inizio dell’anno scolastico 1872-73, ma avevano appena preso carico del loro ufficio quando P. Cerrone, colpito da un improvviso male al fegato, morì santamente il 9 febbraio 1873.
Eccelleva per la gravità del comportamento e l’imperturbabile tranquillità. Era professo di 4 voti.


5) P. CARLO M. BLOIS

Carlo Blois, nato a Napoli il 19 luglio 1818 e alunno del nostro collegio, poco più che dodicenne entrò in Compagnia col permesso del P. Generale il 13 aprile 1831 in forza della sua innocenza e dell’attitudine agli studi. Compiuti tutti gli studi e le prove con notevole lode, emise la professione solenne dei 4 voti ad Arpino il 15 agosto 1851.
Dopo cinque anni di vari ministeri sacerdotali, fu nominato rettore del collegio di Lecce; terminato il triennio, "idem munus in Andriensi Seminario exercere coepit" prese lo stesso incarico di rettore nel Seminario di Andria [dal 23 ottobre 1859 al 25 luglio 1860].
Presto tuttavia, dispersa la Provincia Napoletana, riparò nel territorio dello Stato Pontificio e vi fece da parroco per cinque anni nella diocesi di Nepi [Viterbo]. Fu poi rettore per un triennio del Collegio della Compagnia di Terracina; di lì trasferito alla residenza di Castelgandolfo, la governò [come Superiore] per un anno.
Sopravvenuta poi la seconda calamità, nella quale il Romano Pontefice perse quasi del tutto lo stato terreno, P. Carlo riparò altrove e poco dopo, per ordine dei superiori, Si recò nel Sannio, per accontentare il Vescovo di Cerreto Sannita, che richiedeva qualche esperto membro della Compagnia. Con quel Presule visse familiarmente per dodici anni continui, né solo gli fece da segretario, ma anche insegnò storia ecclesiastica e diritto canonico nel suo Seminario.
Richiamato di lì contro la volontà del Vescovo, il 13 agosto 1883 fu nominato Maestro dei novizi nella Casa di Probazione napoletana [riaperta nel 1876 in appartamento privato, nel 1879 nella Villa Melecrinis].
Da quell’incarico dopo appena sei mesi chiamato ad uno più alto assunse il governo di tutta la Provincia, ma molto mal volentieri e costretto dall’obbedienza.
Infatti, oltre alla debolezza senile, della quale aveva cominciato a soffrire, talvolta sentiva vacillare la mente e poco dopo dette segni di pazzia. Immediatamente tolto dal governo, guarì sì dalla pazzia, ma non recuperò più le altre forze del corpo e dello spirito.
Gli ultimi nove anni di vita li passò nella residenza di Marigliano (Napoli) compiendo soltanto ministeri molto leggeri e quasi sempre taciturno; finché, toccato da un colpo apoplettico, piamente morì il 1 agosto 1593, avendo compito 75 anni di vita e i 63 di Compagnia.


“I Padri Gesuiti lasciano Andria”

Il Seminario di Andria soffrì un brusco scossone nel luglio del 1860 quando i Padri Gesuiti furono costretti ad andar via. Nella relazione del Vescovo Mons. Longobardi al Card. Caterini, Prefetto della Congregazione del Concilio, in data 17 ottobre 1860 così si legge:

Uscito io da Andria nel mattino del 30 giugno per mettere in salvo la mia vita, rimaneva al governo della Diocesi il Vicario Generale Mons. Luigi Corvelli. Nella sera del 23 luglio una marmaglia furibonda, prezzolata capitanata da due canonici e da un mansionario …, vestiti da secolari, si recò armata di pietre a gridare prima all’espulsione dei Padri Gesuiti, preposti dal mio antecessore Card. Cosenza alla Direzione del Seminario Diocesano, urlando, schiamazzando e lanciando pietre, fracassò le vetrate del Seminario e subito dopo al Palazzo Vescovile, alcune pietre alle finestre. Dietro tali violenze ed altre posteriori furono costretti i primi ed il secondo ad uscire dalla Diocesi e a chiudere il Seminario nel dì 27 dello scorso luglio, perché si minacciava di incendiarli una con il Seminario e con il Palazzo Vescovile …”.

Dalla relazione di S.E. Mons. Longobardi sappiamo che l’assalto al Seminario va inserito nel più vasto moto di rivolta antivescovile, che ebbe il suo culmine il 3 ottobre 1860, quando con 27 voti favorevoli e 13 contrari, il Capitolo Cattedrale elesse il suo Vicario nella persona del can. Giuseppe Zinni; si disse su designazione della massoneria locale.

Nell’archivio della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù sono conservate due lettere del Vescovo Mons. Longobardi, scritte da Castellammare di Stabia all’ultimo Rettore gesuita del Seminario di Andria, p. Carlo Blois, fuggiasco a Napoli.

Nella prima lettera si dice:

Veneratissimo Padre Rettore, ieri sera alle 11 p.m. ricevevo dal Vicario il seguente Telegramma: «Castellammare da Barletta 25 ore 8 p.m. Compagnia Gesuita sciolta dietro dimostrazioni. Maestri tra noi convenuti non accettati. Si vogliono maestri opportuni ai tempi o dimettere il Seminario. Disposizioni Telegrafiche prontissime. Luigi Corvelli».
La mia risposta fu come segue:
«Accetterà quei Maestri che crederà in coscienza. Sosterrà sino a che potrà. Vescovo di Andria»”.

Notiamo che l’espressione del Vicario Corvelli “Compagnia Gesuita sciolta” va riferita alla residenza dei Gesuiti del Seminario di Andria (25 luglio 1860), perché la Compagnia di Gesù nel Regno di Napoli fu sciolta dal decreto dittatoriale di Garibaldi l’11 settembre 1860.

Riportiamo la seconda lettera di S.E. Mons. Longobardi, scritta da Castellammare di Stabia all’ultimo Rettore gesuita del Seminario di Andria p. Carlo Blois:

Veneratissimo Padre Rettore.
Ora posso dire sull’esempio del Nostro Divino Redentore: consummatum est. La perfidia e l’empietà hanno trionfato, come rileverà dal seguente telegramma speditomi alle ore 8 e m.ti 40 p.m. dal Vicario e pervenutomi alle ore 11 e 1/2 p.m., ed è il seguente:
«La necessità e la violenza morale mi riduce sul punto in Minervino. Si minaccia bruciare Palazzo. Ieri partirono sei Gesuiti. Ieri sera mi ritirai in Seminario per mantenere ordine. All'alba sono partiti i rimanenti per Napoli. A dodici ore sono stato costretto chiudere il Seminario».
Fidiamo in Dio. La prego porgere i miei ossequi al Provinciale e Padri. La benedico nel Signore e mi raffermo.
Castellammare 27 luglio 1860.
Aff.mo Gio. Giuseppe,
Vescovo di Andria
”.

Di grande importanza è l’affermazione del Vicario Corvelli, poi confermata da Mons. Longobardi nella sua relazione al Card. Caterini, circa le “dimostrazioni”, il cui effetto fu l’abbandono del Seminario da parte dei Gesuiti, e circa “i maestri” che si presentarono al Seminario con la motivazione che “si vogliano soggetti opportuni ai tempi”.

I fatti sono chiari: prima si fanno le “dimostrazioni” per intimidire e creare il clima psicologico adatto, e poi si effettua il colpo di mano, presentandosi personalmente a prendere possesso di cariche, incarichi e cattedre, così come era richiesto “dai tempi nuovi”.

È la solfa di tutte le “rivoluzioni”, sempre pronte a tradurre in fruttuosi vantaggi gli sbandierati “ideali”, che fu suonata anche ad Andria ad opera dei “frammassoni e liberali”.

L’opportunità dei tempi” diede occasione ad alcuni elementi del clero locale di allontanare dal Seminario i Padri Gesuiti, considerati degli intrusi nella vita diocesana, e di reagire ad alcune iniziative di Mons. Longobardi, che fu un ottimo Vescovo e di polso ben fermo, accusato dai liberali andriesi di essere “filoborbonico”.

Rientrato in Diocesi da Castellammare, Mons. Longobardi partecipò ad alcune sessioni del Concilio Vaticano I nel 1870 e, sentendosi malfermo in salute, ritornò in Andria, prendendo alloggio nel Seminario.

Il 20 settembre 1870, stando affacciato ad una finestra del Seminario, mons. Longobardi vide alcuni carabinieri che, saliti sul campanile della chiesa del Carmine, dopo averne sfondata la porta di accesso, suonarono le campane a distesa per annunciare la breccia di Porta Pia e la presa di Roma. Il Vescovo fu colto “da un forte svenimento” né più si riprese dal grande dolore, che lo condusse alla tomba il 2 novembre di quello stesso anno 1870.

Mons. Longobardi ebbe il grande merito di aver celebrato nella Cattedrale di Andria nel giugno del 1859 il 2° Sinodo Diocesano dopo tre secoli dal precedente, celebrato nel dicembre 1582 dal Vescovo Antonio Resta.


Giuseppe Maria Marziani, rettore del Seminario dal 1860 al 1874

Abbandonato dai Gesuiti e temporaneamente chiuso, il Seminario di Andria fu riaperto in quello stesso anno 1860 con Superiori e Professori appartenenti al Clero Diocesano.

Rettore fu il primicerio della Cattedrale can. Giuseppe Maria Marziani e vice-Rettore il can. Nicola Troya. Ambedue erano soci dell’Accademia di Bologna.

Riportiamo qui la foto del Rettore Marziani, scattata su una tela che lo riproduce e che fu cortesemente donata dalla sua famiglia al Seminario nel 1968.

Suoi cenni biografici:
nato in Andria il 1828, entrato in Seminario nel 1838, laureato a Napoli in Diritto Canonico, Lettere e Filosofia nel 1854-55. Primicerio e Penitenziere della Cattedrale nel 1858.
Rettore del Seminario dal 1860 al 1874, eletto Vescovo nel 1878, morto il 28 luglio 1878.


Appendice


Elenco dei Rettori del Seminario di Andria dal 1839 al 2016

Elenco dei Rettori del Seminario di Andria dal 1839 al 2016
RETTORE periodo note
(D. Giuseppe Cuomo) Can. Giuseppe Troya, primicerio   29/04/1839 - 1848  
P. Tozzi, ex domenicano di Cerignola 1849 - 06/11/1850 -
P. Giuseppe Picconi, Societatis Jesu. (Gesuita)          06/11/1850 - 15/11/1853 -
P. Pellegrino Zincone, S. J. 15/11/1853 - 02/10/1856 -
P. Pasquale Grassi, S. J. 02/10/1856 - 18/10/1857 -
P. Giuseppe Cerrone, S. J. 18/10/1857 - 23/10/1859 -
P. Carlo M. Blois, S. J. 23/10/1859 - 25/07/1860 -
Can. Giuseppe Marziani, primicerio della Cattedrale    1860 - 1874 (nel 1874 vescovo)
Can. Filippo D’Urso 1874 – 1880 -
D. Felice Pomo 1880 - 1885 -
D. Nicola Cristiani 1885 - 1890 -
Mons. Giuseppe Leo 1890 - 1900 -
D. Luigi Veglia 1900 – 1915 -
Seminario ridotto ad Ospedale Croce Rossa 1915-1919 -
Mons. Riccardo Memeo 1919 - 1920 -
D. Filippo Spagnoletti 1920 - 1921 -
D. Beniamino Forte 1921 - 1923 -
Mons. Giovanni Lacidogna 1923 - 1925 -
Mons. Riccardo Rella 1926 - 1947 -
Mons. Francesco Fuzio 1947 - 1950 -
D. Giuseppe Giuliani 1950 - 1951 -
D. Pasquale Pisani 1951 - 1968 -
Don Sabino Matera 1968 - 1971 -
Don Agostino Superbo 1971 - 1985 (dal 1991 vescovo)
Don Felice Bacco 1985 - 1991 -
Don Sabino Matera 1991 - 1997 -
Don Luigi Renna 1997 - 2009 (dal 2015 vescovo)
Don Pasquale Gallucci 24/05/2009 - 2016 -
Don Francesco Leo 2016 - 2018 -
Don Sabino Mennuni 2018 - in carica -
-

[documenti ricercati da Don Sabino Matera, negli anni del suo rettorato, e pubblicati a puntate, con brevi commenti, in alcuni numeri della rivista "Seminario in ...", col titolo "Storia del nostro Seminario" negli anni "90 del Novecento]

NOTE

[NDR] Questa relazione, insieme ad altri documenti riportati nelle pagine di questo archivio sul Seminario, provengono da una accurata e proficua ricerca svolta da Don Sabino Matera (a cui si deve un doveroso grazie) dall'anno in cui il Seminario fu spostato nel convento carmelitano, il 1838-39, fino alla fine del suo rettorato nel medesimo, il 1997.
 

[1] Dall’espressione di Mons. Cosenza sappiamo che i Padri Gesuiti in precedenza avevano già svolto un ruolo importante nella conduzione del Seminario di Andria, istituito in Diocesi il 1705.

[2] In nota P. Filippo Iappelli, archivista, scrisse:
Questi brevi cenni necrologici sono la parafrasi [con aggiunta di qualche chiarimento fra parentesi quadre] dei “Summaria vitae Eorum qui defuncti Sunt in Prov.a Neapolitana ab anno 1822 ad annum 1913”, vol. 21 dell’ANSI (Archivium Neapolitanum Societatis Iesu).