gli arredi della navata

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Gli arredi della navata

nei fornici di sinistra

1° fornice di sinistra   navata, panoramica lato sinistro
[la 1a cappella a sinistra entrando ed una panoramica del lato - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2015]

Il lato sinistro della navata è così descritto dal Merra ai primi del Novecento (Si tenga presente che enumera le cappelle a partire dalla parte del vangelo, guardando dal presbiterio).

"La navata è fiancheggiata da tre arcate per lato, divise fra di loro da pilastri incassati, con capitelli e basi, e formano le Cappelle, che i Frati Carmelitani, in diversi tempi, ai seguenti Santi dedicarono.
1. Cappella della Concezione della B. Vergine. Fu essa fatta erigere dalla pietà della Signora Lucia Griffi, Vedova di Flavio de Eccelsis, la quale, con testamento dei 16 decembre 1698, rogato dal Notar Menduto, lasciava suo erede universale Gian Lorenzo Guadagno, suo secondo marito, con l’obbligo che, avvenuta la morte di lui, dovessero i suoi eredi erigere una Cappella, con l’Imagine della SS. Concezione, nella Chiesa del Carmine. Per dote di essa assegnò carra dua di territorio nel luogo detto Sporlincano. I Carmelitani poi, mondo durante, dovevano ogn’anno, dall’usufrutto, celebrarne messe, in detta Cappella, con lo stipendio di carlini tre la messa, per l’anima sua, del suo erede Guadagno, e dei suoi defunti. Ai 10 novembre 1721, essendo avvenuta la morte di Gian Lorenzo, il suo figliuolo D. Felice ne eresse la Cappella.
2. Cappella della B. Vergine del Carmine. Riccardo Carbone, con testamento del dì 8 giugno 1710, rogato dal Notar Menduto, istituì erede universale sua moglie, Angela Ficco, a condizione, che dopo la morte di lei, il Convento dei Carmelitani dovesse succederla nell’eredità. Al medesimo permetteva di vendere tutti i beni mobili ed immobili di essa eredità, e dal prezzo, rizzare una Cappella, in onore della Vergine del Monte Carmelo, dentro detta Chiesa. Avanzandone qualche somma, dovea comprarne annue entrate, o beni stabili, e dal fruttato celebrarne in perpetuo, in detta Cappella, un numero di messe, alla ragione di carlini due la messa, per sé e per sua moglie. I beni stabili, che il Carbone lasciò ai Carmelitani, furono i seguenti: 1.° Vigne 4 ½ a Burduito. 2.° Vigne 4 ½ nel chiuso detto la Grava. 3.° Vignali 4 in circa di terra, con alberi di mandorle, nel luogo detto del Crocifisso, sulla via di Barletta. 4.° Finalmente una casa alla strada degli Zingari.
3. Cappella di Sant’Anna. Ai 4 gennaio 1716, il magnifico Domenico Antonio Tupputi, con Istrumento di Notar Menduto, eresse per sua devozione, in questa Chiesa, un altare sotto il titolo di Sant’Anna, ed offrì ai Carmelitani ducati 200, affinchè dal reddito, mondo durante, celebrassero messe nel detto altare a carlini due, per l’anima sua e di tutti i suoi defunti. Il quadro, che esiste ancora nella Chiesa del Carmine, rappresenta la Santa Matrona in atto di erudire la figliuola nelle divine cose della Bibbia, mentre S. Gioachino le sta alle spalle guardando entrambe, con uno sguardo di celestiale compiacenza."
[Il Merra prosegue descrivendo le cappelle del lato destro (riportate in un'altra pagina)]

[da "La Chiesa e il Convento di S. Maria del Carmine" in Monografie Andriesi, di E. Merra, tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pagg. 486-488]

tela del Carmelo tra S. Riccardo e S. Carlo Borromeo  2^ capella di sinistra dedicata oggi al Sacro Cuore  3^ cappella di sinistra con la statua di S. Giuseppe
[La tela del Carmelo tra S. Riccardo e S. Carlo Borromeo, l'altare del Sacro Cuore, la nicchia con S. Giuseppe - foto di Sabino Di Tommaso - 2015]

Attualmente, nel primo fornice a sinistra entrando, è affissa la tela della Vergine del Carmelo tra angeli che l'incoronano in alto sul convento carmelitano, con ai suoi piedi proni San Riccardo e San Carlo Borromeo, protettori rispettivamente della Città e dei Seminari. Questa pittura ad olio del XIX sec., che misura (A. x L.) cm 350 x 220, prima dell'ultimo restauro presentava una Vergine del Rosario Incoronata tra i medesimi Santi Carlo Borromeo e Riccardo.
Nell'Ottocento questa cappella era dedicata a S. Anna, c'era un altare e come dossale aveva una tela raffigurante appunto S. Anna con lo sposo Gioacchino mentre amorevolmente conduce Maria bambina, la quale, più che alla mamma, volge gli occhi allo Spirito Santo. Probabilmente è la tela oggi affissa in un corridoio del primo piano del Seminario.
La tela del Carmelo tra S. Riccardo e S. Carlo Borromeo, dal 1840 (anno in cui il convento fu destinato a seminario e la chiesa, rinnovata dal vescovo Cosenza, fu reintitolata al Carmelo e ai due Santi suddetti) fino al 1939 era stata affissa come dossale dell'altare maggiore.
Considerando che nella lunetta del chiostro sovrapposta alla scalinata che porta al piano superiore era dipinta la Vergine del Carmelo con S. Simone Stock, che in chiesa c'era una tela raffigurante la carmelitana S. Maria Maddalena de' Pazzi e che sembra non ci siano chiese carmelitane che non abbiano un dipinto con tali Santi presso la Vergine (anche il Tiepolo si è cimentato con questo soggetto), si potrebbe ipotizzare con un certo grado di probabilità che i personaggi sottostanti la ridipintura siano appunto Sana Maria Maddalena dei Pazzi a sinistra, S. Simone stock a destra (forse con un altro santo al centro in basso) e anime purganti alla base.

In mezzo alle lesene del pilastro tra la prima e la seconda cappella oggi è affissa una tela raffigurante in primo piano San Carlo Borromeo (fondatore dei seminari) genuflesso davanti alla croce retta con la destra mentre intercede presso la Madonna contro la peste. Sullo sfondo è dipinto il Cardinale con i suoi chierici dedito alle opere di pietà, tra le quali eccelse il suo prodigarsi verso gli ammalati nella peste del 1576. Questa pittura ad olio del XIX sec., ampia (A. x L.) cm 186 x 133 e portata da Milano da mons. E. Tosi nel 1916c, nella prima metà del Novecento era collocata nella cappella dell'Episcopio.

pavimento maiolicato originario

Nel secondo fornice dal 1879 è eretto un altare in marmi policromi "A DIVOZIONE DI D. SAVERIO CAN.co LA ROSA MDCCCLXXIX". Scrive il Merra nelle citate Monografie "D. Francesco Saverio La Rosa, Canonico della Collegiata Insigne di San Nicola, sciolse un voto, che aveva fatto, mentre era Seminarista, per essere stato liberato da certa morte; ed a sue spese rizzò un altare di marmo alla misericordiosa Madonna del Carmine". Il dossale, tra due lesene sormontate da capitelli corinzii e da un semplice architrave, contiene una nicchia con la statua lignea del Sacro Cuore, realizzata nel 1954 dallo studio di Ortisei "Mussner Giac. Vincenzo, scultore".
In questa cappella fino al 1840 c'era la tela della Madonna del Carmelo che attualmente si ammira nel 1° fornice di sinistra, ma senza le sovrapposizioni di S. Riccardo e S. Carlo Borromeo. In quella data (1840) da dietro l'altare maggiore fu spostato in questa sede il quadro della Madonna del Carmelo dono del Carafa; quadro che nel 1939 è poi tornato al suo primitivo posto, sull'altare maggiore, incastonato nel bellissimo dossale proveniente dalla demolita chiesa benedettina della Trinità.
Il pavimento di questa cappella (come in quella di fronte) presenta le belle mattonelle maiolicate originarie.

In mezzo alle lesene del pilastro tra la seconda e la terza cappella oggi è affissa la tela dell'apparizione della Madonna a Sant'Ignazio di Loyola genuflesso ai piedi della Vergine, nel mentre le mostra la Regola ["AD MAIOREM DEI GLORIAM / REGULA SOCIETATIS IESU"] scritta per i suoi Gesuiti.
Questa pittura ad olio del XVIII sec., ampia (A. x L.) cm 250 x 150, fu portata probabilmente dalla Compagnia di Gesù quando nel 1850 furono chiamati da mons. Cosenza a gestire il Seminario.

Nel terzo fornice ricavato presso il presbiterio non è eretto alcun altare; sulla parete, tra due lesene sormontate da capitelli corinzii e da un semplice architrave (come nelle altre cappelle), è ricavata una nicchia con la statua di San Giuseppe nella classica rappresentazione: il Bambino Gesù retto sul braccio sinistro e il ramo di gigli nella destra. Questo simulacro potrebbe essere quello fatto realizzare dai Gesuiti; scrive infatti il Merra "Nella Chiesa i Padri innalzarono un altare ed una statua a San Giuseppe" [pag. 506].
Nell'Ottocento in questa cappella (allora inglobata nel presbiterio) c'era un semplice altare, probabilmente ligneo, e nel dossale la tela dell'Immacolata con ai piedi Santo Stefano, l'Arcangelo Michele e San Sabino, tela oggi affissa nella seconda cappella di destra entrando.

San Carlo Borromeo    Madonna con S. Ignazio di Loyola
San Carlo Borromeo genuflesso davanti alla Croce e S. Ignazio di Loyola genuflesso ai piedi della Madonna del Carmelo - foto di Sabino Di Tommaso - 2015