gli arredi della navata

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Gli arredi della navata

nei fornici di destra

navata, panoramica lato sinistro
[panoramica del lato destro della navata - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2015]

Il Merra nelle sue Monografie, redatte ai primi del Novecento, dopo aver descritto il lato sinistro della navata, così descrive il destro (Si tenga presente che enumera le cappelle a partire dalla parte del vangelo, guardando dal presbiterio).

"La navata è fiancheggiata da tre arcate per lato, divise fra di loro da pilastri incassati, con capitelli e basi, e formano le Cappelle, che i Frati Carmelitani, in diversi tempi, ai seguenti Santi dedicarono. ...
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4. Cappella di S. Giuseppe. Questa Cappella pare sia stata eretta verso l’anno 1757. Infatti in tale epoca, essendo Priore il P. Maestro Musti, questa Cappella si trova la prima volta nominata, in un Inventario dei beni mobili dei Carmelitani di Andria. S. Giuseppe sta dipinto in atto di morire, assistito pietosamente da Gesù, da Maria e da S. Michele Arcangelo, il quale con la spada sguainata pare lo difenda dal demonio, che gli freme sotto dei piedi; mentre l’Eterno Padre, e lo Spirito Santo, in forma di candida colomba, stanno in atto di accogliere l’anima benedetta in mezzo ad una schiera di angeli. Questo quadro sta dietro il maggiore altare.
5. Cappella di Santa Maria Maddalena dei Pazzi. Il quadro, che stava in questa Cappella, e che tuttora si vede nel primo vano a destra di chi entra in Chiesa, è veramente grandioso. La faccia della Santa, rapita in una dolcissima estasi di cielo, dinanzi ad una grossa croce, sostenuta da due angeli, ha una espressione davvero sorprendente, e rivela l’opera di un buon pennello; mentre il resto pare che sia d’altra mano. Si racconta che il pittore abbia lasciato il quadro incompleto, perchè non lo si volle pagare a dovere. Nella parte superiore del dipinto si vede la Vergine del Carmine, che librata sulle nubi, le porge un candido velo, mentre Gesù Bambino le sta mettendo sul capo una corona di spine.
6. Cappella di Sant’Alberto. Si mira ancora in Chiesa sul presbitero, dalla parte dell’evangelo, una gran tela, in cui è dipinto S. Alberto, aitante della persona, con un giglio nella destra, e con un libro nella sinistra. Narrasi che alla morte di questo Santo Carmelita, sia nato disparere tra i Frati se dovesse cantarsi per lui la messa funebre, o quella dei Santi Confessori; quand’ecco improvvisamente s’intese da un coro di angeli cantare l’Introito dei Confessori non Pontefici! Per questo un angelo porta scritto sopra un nastro il principio di quella messa: «Os justi meditabitur sapientiam»."

[da "La Chiesa e il Convento di S. Maria del Carmine" in Monografie Andriesi, di E. Merra, tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pagg. 488-491]

cappella dedicata al transito di S.Giuseppe cappella dedicata all'Immacolata cappella dedicata al Crocifisso
[Le tre cappelle di destra dedicate a: il Transito di S. Giuseppe, l'Immacolata e il Crocifisso - foto di Sabino Di Tommaso - 2015]

Nel terzo fornice, quello presso il presbiterio del quale inizialmente faceva parte, è affissa la tela del Transito di S. Giuseppe assistito da Gesù e Maria, protetto contro il Demone da S. Michele Arcangelo psicopompo, mentre tra nubi e numerosi angioletti Dio Padre e lo Spirito Santo sono pronti ad accoglierlo; sotto il quadro oggi non c'è un altare ma un armonium. La tela è molto compromessa e pochi anni fa è stata sottoposta solo ad un restauro conservativo.

la Maddalena penitente Le lacrime di S. Pietro: Maria - dipinto del Guercino
[Una Madonna Addolorata (o una Maddalena penitente) nel chiesa del Carmine di Andria   e    Maria ne "Le lacrime di S.Pietro" del Guercino al Louvre]

In mezzo alle lesene del pilastro tra la seconda e la terza cappella è stata collocata una tela raffigurante San Benedetto; potrebbe provenire dal demolito monastero delle benedettine che sorgeva in largo Duomo; una targa sottostante recita: “Dono della C.ssa Maria Alessandra Spagnoletti / al Seminario Vescovile di Andria 10 luglio 2005”.

Nel secondo fornice è affissa una tela dell'Immacolata tra angeli esultanti; ai suoi piedi la luna e il serpente calpestato, con San Michele che abbatte Satana; [1] proni ai lati Santo Stefano e San Sabino, protettori con l'Arcangelo delle città di Minervino, Montemilone e Canosa. Questa tela ad olio dell'Immacolata del XVIII-XIX sec., ampia (A. x L.) cm 350 x 233, nell'Ottocento era posta sul lato opposto nella cappella presso il presbiterio, dove attualmente c'è una nicchia con la statua di S. Giuseppe. Stando ai dati documentali forniti dal Merra questa tela dovrebbe essere stata realizzata poco dopo il 1721; l’impianto d’insieme la assomiglia all’Immacolata presente in Cattedrale, attribuita alla scuola di Cesare Fracanzano.
Il pavimento di questa cappella (come in quella di fronte) presenta le belle mattonelle maiolicate (riggiole) originarie; sotto la tela è collocato un antico altare ligneo portatile con predella ed agli angoli due coordinati stipetti per le suppellettili sacre, dono della famiglia Spagnoletti, che lo custodiva nella sua tenuta di S. Domenico.

Nel fornice presso l'ingresso è innalzato un grande Crocifisso ligneo, opera dello studio di Ortisei "Mussner Giac. Vincenzo, scultore".
Immediatamente a sinistra è affisso il quadro di una Madonna Addolorata o, secondo altri, di una Maddalena piangente (o penitente). Ella è dipinta terrea e lacrimante mentre un angioletto la invita a meditare sugli strumenti della passione: la corona di spine, i chiodi, le tenaglie ed il martello; sullo sfondo il Golgota con la croce in un bel blu che sembra realizzato con polvere di lapislazzuli. Di questo dipinto ad olio, ampio (A. x L.) cm 72 x 53 e prima affisso in un corridoio del seminario, non ho trovato eguali tra le opere dei pittori più conosciuti; solo Giovanni Francesco Barbieri (1591-1666) detto il Guercino dipinse diverse Maddalene con gli stessi simboli della passione, ma le sembianze, l'abbigliamento, e il tratto sono notevolemnte diversi.
Il Guercino ha anche dipinto "Le lacrime di S. Pietro", olio della maturità, in cui una triste Madonna affianca Pietro nel dolore, Madonna i cui tratti e abbigliamento appaiono sostanzialmente simili alla Maddalena del Carmine. Si può quindi affermare che la nostra tela, se non della bottega del Guercino, si ispira, per diversi aspetti alle suddette sue opere.

Nei due angoli di questa cappella sono poggiate due delle sei porte presenti fino al 1939 nella demolita chiesa benedettina della SS. Trinità, restaurate dal valente artigiano Valerio Iaccarino.

Su questo lato si aprono due porte che danno nel chiostro: una nel secondo pilastro, un tempo ingresso per forestieri e personale ausiliario, ed una nel presbiterio, riservata nel Settecento ai presbiteri carmelitani.

Transito di S. Giuseppe   San Benedetto    tela dell'Immacolata tra S. Stefano, S. Michele e S. Sabino
[tela del Transito di S. Giuseppe, di San Benedetto e dell'Immacolata - foto di Sabino Di Tommaso - 2015]

NOTE

[1] La raffigurazione dell'Immacolata fa preciso riferimento al versetto 12,1 dell’Apocalisse di S. Giovanni, che, tradotto, recita “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle.”; l'arcangelo Michele ai suoi piedi richiama quanto recitano i versicoli seguenti dello stesso capitolo “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago”.
“ Καί σημειον μέγα ωϕθη εν τω ουρανω, γυνή περιβεβλημένη τόν ήλιον, καί η σελήνη υποκάτω των ποδων αυτης καί επί της κεϕαλης αυτης στέϕανος αστέρων δώδεκα. … Καὶ ἐγένετο πόλεμος ἐν τῷ οὐρανῷ, ὁ Μιχαὴλ καὶ οἱ ᾄγγελοι αὐτοῦ τοῦ πολεμὴσαι μετα τοῦ δράκοντος.”
[testo "Nestle-Aland 1993, XXVII edizione"]