sala VIII, a Sud-Est, soggiorno-cappella?

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opus sectile in Santa Tecla a MIlano- particolare (G. Dall'Orto) opus sectile in S. Maria Antiqua a Roma (N. Severino) opus sectile nel pavimento dell'VIII sala al I piano di Castel del Monte - frammento
[frammento di opus sectile: a sinistra ripreso in Santa Tecla a Milano (particolare da una foto di Giovanni Dall'Orto)
al centro ripreso in S. Maria Antiqua a Roma (tratto dal lavoro "Il pavimento musivo della Basilica di Santa Maria Antiqua ..." di N. Severino, dal Bollettino telematico dell'Arte, 3/04/2013, n.669)
a destra, infine, l'opus sectile ripreso nella VIII sala del I piano a  Castel del Monte, Andria ]
sala VIIII, a Sud-Est: accesso torre VIII e frammenti di mosaico
La foto mostra la parte di pavimento che conserva resti di "opus sectile" e l'ingresso alla torre VIII, di Est-Sud-Est, nella quale trovansi uno stanzino (simile a quello visto nella torre II, di Nord-Nord-Est) e i servizi igienici con lavatoio (per stoviglie?).

iscrizione presso l'entrata della torre 7
"Iscrizione inedita, probabile monogramma di Manfredi, sul concio (di cm 42 di altezza e cm 62 di lunghezza) del 4 filare in verticale dal basso e primo filare orizzontale a destra dell'entrata alla scala della torre 7 nella sala VIII del piano terreno.
M. (sovraimposta a F capovolta) (Fig. 11).
"

[M.Losito, "Castel del Monte e la cultura arabo-normanna in Federico II", Adda Ed., Bari, 2003, pagg.27, 149]


Sala VIII, a Sud-Est: cucina, soggiorno (o cappella?)
"sectile pavimentum"

"La sala conserva ... la riquadratura geometrica del pavimento, formata da due listelli paralleli, correnti da un plinto all'altro, caratterizzati da un opus tessellatum, anch'esso geometrico, e da una fascia interna, sempre quadrata, ai cui angoli si sviluppano quattro cerchi. Si noti anche parte del mosaico che si stendeva su di esso, di grande e raffinato effetto pittorico per i suoi piccoli esagoni di marmo bianco, cementati con conglomerato a scaglie di ardesia.

[Pietro Petrarolo, "Castel del Monte", Tip. D. Guglielmi, Andria, 1981, pagg.60-61]

Il pavimento di questa sala, era interamente abbellito da un "opus sectile", piuttosto che "tessellatum" come afferma il Petrarolo; è cioè una tàrsia marmorea decorativa i cui conci ("crustae") tagliati in forme geometriche, esagoni e triangolini quadripartiti (con quello centrale a sua volta quadripartito), connessi in modo da realizzare, anche con il contrasto tonale ottenuto con la bicromia bianco-nero, semplici ornati geometrici iterativi con risultati artistici di notevole pregio.
Con un "opus sectile" simile era ornato anche il pavimento della Cripta della Cattedrale.

Qui di seguito, per un breve approfondimento, cito il contributo di alcuni studiosi alla conoscenza dell'opus sectile realizzato in altri siti archologici italiani.

Uno dei primi manufatti in cui troviamo l'opus sectile realizzato con una trama quasi identica a quella poi utilizzata in Castel del Monte è nel pavimento della zona presbiteriale di Santa Tecla, cattedrale di Milano nel periodo tardo - antico, quando la città era capitale. Il prof. Federico Guidobaldi, a pag. 364 del suo approfondito studio su "Sectilia pavimenta tardoantichi e paleocristiani a piccolo modulo dell'Italia settentrionale", pubblicato in "Rivista di Archeologia Cristiana, 85, 2009, pp.355-420", sinteticamente così lo descrive: Oltre la metà del V secolo è in genere collocato l’insieme dei sectilia rinvenuti nella cattedrale di S. Tecla, che è stato collegato appunto con un rifacimento dell’edificio, successivo alla devastazione di Attila (452). I motivi geometrici sono qui assai più numerosi e variati di quanto abbiamo visto finora, anche se quello ad esagoni e triangoli è comunque pur sempre predominante ed è rappresentato anche in varie dimensioni modulari e in una variante con i triangolini quadripartiti, che precorre in certo qual modo la caratteristica frammentazione degli elementi interni che sarà tipica dei pavimenti cosmateschi."
Un particolare di tale pavimento è riportato nella foto di sinistra all'inizio di questa pagina, scattata da Giovanni Dall'Orto e pubblicata da Wikimedia Commons (" Milano - Metropolitana Duomo - Pavimenti di Santa Tecla - Foto Giovanni Dall'Orto - 23-Jan-2008").

Un altro manufatto di opus sectile che presenta una trama analoga a quella presente in Castel del Monte lo rinveniamo nel pavimento della zona presbiteriale della Basilica di Santa Maria Antiqua a Roma. Qui i triangoli incastrati tra i bianchi esagoni, sono realizzati con materiali porfiretici, segno evidente di posa in opera di questo "sectile" durante il periodo di Bisanzio capitale dell'impero (VI secolo).
Nicola Severino, autore della foto di centro all'inizio della pagina, nel suo studio "Il pavimento musivo della Basilica di Santa Maria Antiqua. Un nuovo contributo per la sua datazione e attribuzione" ipotizza che parte delle stesure pavimentali in opus sectile presenti in S. Maria antiqua siano stati rielaborati dai marmorati Cosmati, in interventi di restauro della chiesa, intorno al XII secolo.

Considerando l'epoca di costruzione del Castello, prima metà del XIII secolo, e l'indubitabile compresenza di maestranze islamiche nella sua realizzazione, si comprendono i punti di contatto rilevabili tra l'arte romanica, prettamente occidentale, e gli ornamenti estetici islamici su di essa operati. Per capire meglio la struttura e il significato dell'opus sectile qui realizzato riporto, infine, alcuni brani tratti dalla tesi del prof. Ruggero Longo "L’opus sectile medievale in Sicilia e nel meridione normanno":
"Nelle decorazioni medievali in opus sectile penetrano modi ornamentali tipici dell’arte islamica. L’ornamento geometrico islamico è astratto per antonomasia. Perciò temi privi di valenze iconografiche e di connotati religiosi vengono accolti senza ostacoli nel mondo cristiano, specie da artigiani specializzati in un’arte geometrica qual è l’opus sectile. Ciò significa che possiamo confrontarci solo con delle forme prive di contenuto, con dei motivi ornamentali astratti che non forniscono alcun supporto convenzionale. (...) Gli uomini medievali erano proiettati verso una trascendenza immanente del mondo circostante che conferiva loro un’apertura verso l’elemento astratto. L’arte figurativa e rappresentativa, carica di significati e valori contenutistici, non negava l’importanza dell’arte ornamentale, mentre l’aspetto materico dell’opera d’arte era tenuto in grande considerazione. L’ornamento medievale doveva possedere le proprietà di procurare piacere ed indurre alla contemplazione. L’opus sectile rispondeva ad entrambe le proprietà.
Una digressione sull’estetica dell’ornamento islamico permette di individuare tangenze e punti di contatto con le estetiche medievali occidentali. Tangenze che verosimilmente hanno permesso l’introduzione di modi islamici nell’arte romanica. Procurare piacere era e continua ad essere una delle proprietà fondamentali dell’arte islamica, tesa da sempre ad evitare con cura contenuti religiosi o rappresentazioni mimetiche che rischierebbero di competere con la creazione divina. L’Islam si era specializzato nel creare qualcosa che procurasse piacere senza significare alcunché. Questo requisito diede agli artigiani musulmani l’opportunità di rispondere alle esigenze di culture diverse. (...)
L’opus sectile, composto da tessere di forma geometrica regolare, si caratterizza (...) per la rigidità degli schemi entro i quali sono giustapposte le tessere. Inoltre vi è la tendenza ad annullare gli interstizi secondo un ductus serrato da cui deriva la raffinatezza dell’esecuzione. (...)
La geometria diviene uno strumento eccezionale per formulare immagini armoniose, proporzionate, secondo un rapporto equilibrato tra le parti ed una euritmia che realizzano un’estetica delle proporzioni, essa stessa estetica del piacere. Ma soprattutto la geometria diviene iconoforica, non è solo regola razionale, è anche un generatore di forme, astratte per eccellenza, non avendo nessuna corrispondenza con la realtà naturale."

[da "L’opus sectile medievale in Sicilia e nel meridione normanno" tesi di dottorato di Ruggero Longo, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Dipartimento di Studi per la Conoscenza e la Valorizzazione dei Beni Storici e Artistici.]

Possiamo brevemente concludere che l'opus sectile realizzato nelle sale di Castel del Monte fonde mirabilmente istanze culturali dell'antica Roma imperale, dell'arte musiva medievale e dell'estetica ornamentale islamica.

Quasi certamente tutte le sale del Castello erano pavimentate con l'ornamento dell'opus sectile, al quale si abbinava, al piano superiore e nella parte alta delle pareti, una fascia di opus reticulatum, altro gradevole ornamento realizzato con conci di pietra di forma piramidale a base quadrata, col vertice infisso nel corpo della muratura, la base rivolta verso l'esterno e con i lati inclinati a 45°.

sala VIIII, a Sud-Est: pavimento (particolare di una foto di G.Tattolo)
[L'immagine è una rielaborazione elettronica di un particolare della foto di G. Tattolo,
tratta dal testo "Castel del Monte, la leggenda - il mistero", ed. Schena, Fasano di Brindisi, 1997, pag. 119]

"Da quest'aula si accede alle torri 7ª e 8ª; nella prima (a destra) è ricavata la scala a chiocciola che arriva fino al piano superiore; nell'altra è uno stanzino ottagonale analogo  a quelli delle torri 1ª, 2ª, 4ª e 6ª, con annesso gabinetto, di cui la porta, la vaschetta, la feritoia mostrano, nell'ottimo stato di conservazione, con maggiore evidenza i pregi di una struttura accuratissima e perfetta anche nei minimi particolari."

[da "Guida di Castel del Monte" di Bruno Molajoli, Ed. Gentile, Fabriano, 1934, pag.34]