l'altare, il Cristo

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Cristo benedicente

Abside: l'altare, il Cristo Pantocratore

È questo l'unico affresco rimasto tra quelli che, probabilmente numerosi, decoravano la cripta al fine di spingere il fedele a meditare sui misteri della fede.
È una immagine del Cristo Pantocratore, Onnipotente; la simbologia è chiara: la mano destra che, con eleganza greca, benedice; la sinistra che trattiene aperto il Vangelo.
È celeste chiaro con evanescenze bianche la tunica del Redentore, sulla quale spicca, esaltandone i gesti e conferendo maestà al portamento, un pallio scuro, lumeggiato in azzurro (colore simbolo della natura umana).

Invano l'occhio attende l'apparire d'un volto, che il tempo ha cancellato; ci piace immaginarlo di un'espressione che, nella piena serietà dei tratti, faccia trasparire i segni di un'infinita bontà e mitezza, come quello, miracolosamente conservatosi in Sant'Angelo dei Meli.

Altare della chiesa inferiore con l'affresco. (foto Malgherini del 1938)
[Altare della chiesa inferiore con l'affresco. (foto Malgherini del 1938)]

frammnto affresco di angelo
[Fig. 4. Un Angelo. Scampolo di dipinto murale trovato nella chiesa inferiore.]

Artur Haseloff nel detto capitolo “ La chiesa inferiore del Duomo di Andria” (“Die Unterkirche des Doms zu Andria”) del testo citato, dettaglia i particolari:

Nella sua crudezza architettonica, con l’assoluta mancanza di qualsiasi decorazione plastica, la chiesa inferiore di Andria avrebbe potuto fare un’impressione accettabile solo se le pareti e le volte si fossero trovate ricoperte di intonaci e dipinte. Esistono infatti sufficienti tracce che dimostrano che la chiesa inferiore fu dipinta non una sola, ma più volte; naturalmente si tratta per lo più solo di tracce che precludono qualsiasi ulteriore indagine.
Solo dietro il pilastro più recente in cui è integrato l’altare (Fig. 3) è stato scoperto un grande pezzo del dipinto originale ben conservato, chiaramente visibile mediante luce elettrica; si trova nello spazio tra il pilastro originale e il detto rinforzo più recente e raffigura un Cristo in piedi di cui sono perduti la testa e i piedi.
La figura risalta su uno sfondo blu e sotto una linea di demarcazione bianca su uno sfondo marrone. Cristo è vestito con una tunica bianca con sfumature azzurre, decorata con una striscia rossa sulla spalla destra e un bordo della manica, tra due orli neri bordati di bianco, una striscia gialla con quadretti marroni e punti bianchi. Sopra la tunica indossa il pallio marrone scuro, ravvivato da luci azzurre, ombre nere e punti bianchi. Cristo tiene la mano destra benedicente davanti al petto con il gesto greco: il pollice tocca la punta del mignolo. Nella mano sinistra tiene il libro aperto con l’iscrizione (frammentaria): “Lux ego sum mundi ñ it p”  su fondo blu.

Quando dopo la ristrutturazione della chiesa inferiore l’immagine di Cristo dietro al pilastro rinforzato scomparve e la maggior parte degli altri dipinti furono distrutti, fu eseguito un nuovo dipinto, la cui estensione è difficile da valutare poiché sono sopravvissuti solo resti molto minori.
L’immagine principale si trovava apparentemente di nuovo davanti al pilastro (rinforzato) dell’altare: almeno credo di vedere lì i resti di una Madonna in trono, che, significativamente, aveva preso il posto dell’immagine di Cristo. Sembra che siano stati conservati pezzi del mantello rosso che scorreva sopra la testa e le spalle, così come il trono decorato con viticci che fungeva da seggio di Maria. La base era blu con un bordo rosso.
Naturalmente, qui non si può andare oltre le ipotesi generali e il compito di determinare l’età di questi dipinti sembra del tutto ingrato. In ogni caso dimostrano che la chiesa inferiore continuò ad essere utilizzata per scopi ecclesiastici anche dopo la ristrutturazione, tanto che non si può parlare di distruzione o sepoltura da parte degli Angioini.

Infine, tra le macerie della cripta furono rinvenuti alcuni blocchi dipinti. A giudicare dal materiale – sono tufo – queste pietre non potevano far parte della costruzione della cripta, che non utilizzava il tufo né nei pilastri né sulle volte; dal punto di vista stilistico i dipinti sono certamente pre-angioini.
I pezzi principali sono descritti di seguito:

1) Pezzo di testa di angelo alato. il capello è castano, il nimbo è giallo, le ali sono marroni, la base è rossa, a sinistra c’è un pezzo di base viola con una macchia nera (Fig. 4).

2) Pezzo di manica grigia con polsino giallo, da cui spunta una mano che tiene un oggetto verde e rosso? Accanto alla manica è rosso e nero.

3-4) Due pezzi di cornice; la parte anteriore è striata di grigio e nero, la pagina inferiore è rossa con fogliame scuro, con strisce bianche chiare su entrambi i lati.

5) Un pezzo di terra rossa con due punti neri.

6) Un pezzo di terreno nero, accanto al quale c’è un residuo di vernice verde, a destra una striscia di bordo gialla con un motivo bruno-rossastro.

7) Un grande pezzo nero con rosette rosse, anch’esso dipinto sul lato stretto sinistro.

8) Un pezzo su cui linee rette formano una divisione della cornice, in nero, giallo e bianco.

Il risultato più importante degli scavi ad Andria è la scoperta di una chiesa inferiore almeno più antica della sovrastante cattedrale Hohenstaufen. I risultati mostrano che questa chiesa inferiore non era un complesso di cripte. Non solo la pianta si discosta completamente dalla tipologia delle cripte romaniche pugliesi, per le quali è la regola un complesso a più navate con larghezza sotto il transetto e il coro della chiesa superiore, quanto anche l’illuminazione attraverso finestre nell’abside e su un lato lungo testimonia l’indipendenza dell’edificio.
Oggi, naturalmente, a causa dell’elevazione del terreno, la chiesa inferiore si trova al di sotto del livello stradale; in passato sarebbe stata, se non del tutto, in gran parte sopra il suolo naturale.