Lo spazio sacro della nuova chiesa ..., M. Stigliano

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Lo spazio sacro della nuova chiesa
“Madonna della Grazia”

Marco Stigliano
Architetto e progettista del nuovo complesso

Facciata della Chiesa Madonna della Grazia

Quando ricevetti l’incarico da Mons. Giuseppe Ruotolo di affiancare l’Ing. Riccardo Ruotolo nella progettazione di una nuova chiesa, allora avevo 34 anni, fui colto da una grande euforia, mista al tremare delle gambe per i primi dubbi che già mi assalivano. Terminato quel primo incontro preliminare cominciai a pormi delle domande: cosa fare? Che forma usare? Quale tipologia adoperare? Come comportarmi dal punto di vista del linguaggio architettonico?

Iniziai assieme all’ing. Ruotolo, in prima istanza, ad osservare, a visitare e studiare: chiese contemporanee, spazi classici, piccole cappelle e grandi cattedrali, insomma tutto, nel tentativo di trarne qualche insegnamento.

Capii innanzitutto che dovevo non ascoltare il mio orgoglio di progettista, non dovevo inventare nuove forme con cui distinguermi, ma non dovevo neanche rifare architetture del passato che sarebbero apparse retoriche, dovevo stare nel mio tempo ma in continuità con il passato, non bisognava rinnegare la tradizione ma cogliere i suoi insegnamenti, come mi aveva insegnato uno dei miei maestri il Prof. Claudio D’Amato Guerrieri.

Cominciammo con l’ing. Ruotolo, con pazienza, a ragionare su alcuni concetti: centralità dello spazio sacro, simmetria, gerarchia, assialità, concatenazione e materiali.

Vennero configurati in quella prima fase alcuni principi fondanti del progetto architettonico, che funsero da guida per le fasi successive: la semplicità, la riconoscibilità, l’uso di materiali locali, l’inclusività e l’eco-sostenibilità.

Il progetto pertanto si compose intorno alla centralità dell’edificio destinato ad aula liturgica di forma geometrica pura e regolare, un cubo, intorno a cui si sarebbero snodati gli altri corpi di fabbrica dell’intero complesso parrocchiale.

  1. Il genius loci.
  2. La forma del silenzio.
  3. Lo spazio cavo.
  4. Gli spazi sacri.

porticato laterale     scalinate e rampe di accesso

aiuole presso l'ingresso     facciata: finestra d'angolo

Al termine di questa esperienza lunga più di sei anni, che vede la sua conclusione con la stesura di questo libro, vorrei ringraziare diverse persone che mi hanno accompagnato e sostenuto.

Innanzitutto Mons. Giuseppe Ruotolo in qualità di committente e finanziatore dell’opera, che per volontà di suo fratello Mons. Riccardo Ruotolo, ha fatto uno straordinario gesto di generosità verso la comunità parrocchiale e verso tutta la città di Andria, donando un complesso così completo come quello realizzato; lo ritengo anche un uomo coraggioso per aver affidato ad un giovane architetto la co-progettazione di una nuova chiesa, spero di aver ricambiato la sua fiducia con i risultati raggiunti.

Sono certo che non avrei ottenuto questi risultati se non fossi stato affiancato nella progettazione dall’ing. Riccardo Ruotolo, un professionista eccellente con cui ho condiviso ogni singola decisione architettonica e costruttiva, ho collaborato con l’ingegnere ed ho scoperto un uomo onesto e giusto, pur dividendoci anagraficamente ben 37 anni abbiamo scoperto un affiatamento intergenerazionale.

Vorrei ringraziare tutte le splendide maestranze che hanno concretamente realizzato il complesso, sarebbe però un elenco molto lungo e, quindi, mi soffermo alla sola impresa “madre” del sig. Riccardo Scarcelli che, dopo tre anni di can¬tiere è diventato per me “Zio Riccardo”; abbiamo condiviso difficoltà e gioie, abbiamo avuto mille battibecchi (affettuosi) su come procedere nel corso dei lavori, sempre con il fine di ricercare il miglior risultato possibile, gli ultimi giorni di cantiere l’ho visto molto stanco, ma si leggeva nei suoi occhi la soddisfazione per quello che aveva realizzato.

Infine il mio ringraziamento va alla comunità parrocchiale; durante gli incontri svolti per illustrare il progetto ed i suoi avanzamenti, ci hanno confortato con il loro entusiasmo, convincendoci che stavamo percorrendo le giuste scelte per la costruzione della loro casa comune: in fondo una chiesa è il luogo in cui una collettività partecipa ad un rito che la accomuna.