Visita Pastorale di mons.Egizio del settembre 1659

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Premessa

La seguente Visita Pastorale del settembre 1659, effettuata da mons. Alessandro Egizio alla Chiesa Collegiata di San Nicola (visita ricercata da me nella biblioteca Diocesana "S. Tommaso D'Aquino" di Andria l'8 ottobre 2012, letta, fotografata e trascritta dall'originale) è molto importante per la dettagliata descrizione dei luoghi, in gran parte eretti nella prima metà del Trecento (perché nel piede del ligneo e maestoso coro c'erano due scudi con la stella, stemma dei Del Balzo, e le cornette, insegne dei D'Orange, principato che a Beltrando proveniva da una sua ava), così come si presentarono al Vescovo visitatore a metà Seicento, e a noi sconosciuti in quanto non più esistenti, demoliti nel 1748 (come scrive il prevosto Giovanni Pastore) per edificare la nuova Chiesa di S. Nicola, terminata nel 1805.

La chiesa nel Seicento sulla facciata aveva un solo ingresso e presso l'angolo destro del presbiterio si ergeva un campaniletto.
Tanto può essere anche rilevato:
- dalla veduta prospettica di Andria realizzata a fine Seicento da Cassiano de Silva per la pubblicazione del Pacichelli "Il Regno di Napoli in Prospettiva diviso in dodeci Provincie ...", edito nel 1703;
- dalla pianta del 1690 ereditata dalla famiglia Morgigni, la cui copia elettronica mi è stata gentilmente fornita dal dott. Giuseppe D'Ambrosio;
- dalla pianta attribuita al Murena, pubblicata dall'Orlandi in “Delle Città d’Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie sacre, e profane” nel 1772.

Veduta prospettica di Andria a fine '600 di Cassiano de Silva: la Chiesa di S. Nicola     
[Particolare di S. Nicola da: 1.Veduta prospettica di Andria a fine '600 di Cassiano de Silva; 2. Pianta del 1690 ereditata da fam. Morgigni; Pianta del 1758c attribuita al Murena]

Di quanto descritto da mons. Egizio sono ancora presenti in chiesa le seguenti preziose opere d'arte (riprese, descritte e commentate in apposite pagine):
- Il meraviglioso "Christus patiens", il crocifisso ligneo, allora affisso sul muro dell'omonima cappella tra gli affreschi della Vergine addolorata, S. Giovanni e la Maddalena, oggi in alto dietro l'altare maggiore;
- la pregevole tela di "S. Nicola con Adeodato e i tre fanciulli", opera molto insigne dell’eminente pittore Andrea Vaccaro, allora come grande pala dietro l'altare maggiore (con altarino portatile indicato da mons. Triveri nel 1694), dal 1750 ad oggi sul dossale del coro;
- l'antico fonte battesimale, allora nell'angolo destro della controfacciata, oggi nella 2ª cappella di sinistra.


La pianta su disegnata è schematica [quindi non esattamente proporzionata con le strutture!] e riporta quasi esclusivamente quanto scritto nella visita pastorale del 1659; non sono quindi disegnati ambienti e strutture non espressi o almeno sottesi.


(stralcio da "Acta Sanctæ Visitationis Episcoporum Andriensium")

“ Visita Pastorale” dei primi di settembre 1659 [1]
alla Collegiata Chiesa di S. Nicola Trimodiense

di Alessandro Egizio (vescovo di Andria dal 1657 al 1689)


[trascrizione del testo originale in latino] [2]

In Dei Nomine Amen.

Die 3 m.[ensi]s Septembris 1659 hora duodecima circiter.

Ill.mus, et Rev.mus D.nus Visitator cũ suis adsumptis continuando S.[anct]ã Visitat.[io]nẽ accessit ad Colleg.[ia] Ecc.[lesi]ã S. Nicolai Trimodien.[si]s, et facta oratione ante S.[anctissi] Eucharistiã, ingressus fuit Cappellam in qua asservat.[ur], quæ est a latere dextero ingressus Ecc.[lesiæ], et invenit eam decenter ornatã, et concinné persolutam.

Altare elevat.[ur] e pavim.[ent]° per gradũ lapideũ, et Bradellã ligneã, Adest Custodia seu Tabernaculum ex ligno deaurato cũ decem statuis Angelorũ, sex candelabris, et sex vasculis ex eodem opere; Adest coopertorium ex serico albo ac aliud violacijs coloris.
Dicta custodia claudit.[ur] bené p.[er] clavem argenteã, et asservant.[ur] duæ Pyxides argenteæ cũ pede ex auricalco deaurato, nec non alia Pyxis, seù Ostensoriũ cũ calice pergrandi pro asservat.[io]ne particularũ pro Communione fideliũ in feria quinta Cenæ D.[omi]ni deservientiũ.

Altare est lapideũ decenter ornatũ cũ suis tobaleis, ac Paleottis cuiuscunq.[ue] coloris. Et quia lapis sacratus est parvus, et habet.[ur] alter maior, ideò Ill.mus D.nus Visitator mandavit infra mensẽ dictũ lapidem maiorẽ adaptari, et conglutinari sub pœna suspens.[io]nis.

Dicta Cappella est fornicata ad instar cupulæ et decenter depicta et pro Icone habet picturã in tela Institut.[io]nis SS.mæ Eucharistiæ demonstrantẽ et claudit.[ur] cancellis ligneis, habetq.[ue] duas lampades noctu dieq[ue] hinc inde a lateribus d.[ict]æ Cappellæ accensas.

A latere sinistro est finestrula cũ … ligneis deserviens pro asservandis necessariis ad administrationẽ SS. Eucharistiæ v.[idelicet] stolam, vasculũ argenteũ cũ aspersorio, … et adest etiam Crux argenteã pro deferendo SS.mo Viatico deserviens.

… non duæ Umbellæ seù Baldacchina ex serico rubri coloris alter vero viridis cũ insignis Ecc.mi Ducis Carafæ.

In d.[ict]a Cappella est erecta Confraternita Laicorũ sub invocat.[io]ne SS.mi, quæ habet omnia necessaria, nempè Crucifixũ, Stendardũ, Lampadarios, habetq.[ue] Sacristiam divisã ab altera dictæ Collegiatæ Ecc.[lesi]æ pro asservat.[io]ne prædictorũ omniũ deserviens.
Quæ omnia Ill.mus D.nus Visitator pleno ore laudavit et celebravit.

 

Deinde visitavit Fontẽ Baptismalem, qui est in angulo dextero ingressus Ecc.[lesi]æ marmoreum, cũ suo operculo ligneo ad instar pyramidis, et tela cærulea desuper inductus, adsunt omnia necessaria, Oleum unt.[io]nis pro maiori securitate, et custodia asservat.[ur] intus Sachristiam dictæ Collegiatæ Ecc.[lesi]æ ad quam etiam Ill.mus D.nus Visitator accessit, et visitavit, et invenit omnia eleganter asservata. et Ill.mus idem D.nus omnia laudavit et solertiam Rev.[eren]di Capituli illiusq.[ue] officialiũ_ concelebravit.

[traduzione]

Nel Nome di Dio amen.

Il giorno 3 del mese di settembre 1659, intorno alle ore 12.

L’Ill.mo e Rev.mo Signor Visitatore coi cuoi coadiutori, continuando la Santa Visita, si recò alla Collegiata Chiesa di S. Nicola Trimodiense, e dopo aver pregato davanti alla SS.ma Eucarestia, entrò nella Cappella nella quale Essa è custodita, cappella che è sul lato destro dell’ingresso della Chiesa, e la trova decorosamente addobbata ed elegantemente sistemata.

L’altare sorge dal pavimento per mezzo di un gradino marmoreo e una predella lignea; c’è la Custodia o Tabernacolo di legno dorato con dieci statue di angeli, sei candelieri e sei vasi della stessa fattura; c’è un conopeo di seta bianca ed un altro di color viola.
Questa Custodia viene ben chiusa con una chiave argentea, e contiene due pissidi argentee col piede di ottone dorato, ma anche un’altra pisside, o ostensorio col calice più grandi per porvi le particole occorrenti alla comunione dei fedeli il Giovedì Santo della Cena del Signore.

L’altare è di pietra decorosamente ornato con le sue tovaglie e paliotti dei vari colori. Tuttavia poiché la pietra sacra è piccola e se ne possiede una più grande, l’Ill.mo Signor Visitatore ordinò che entro un mese si inserisse nella mensa tale pietra più grande e la si cementasse, sotto pena di sospensione delle celebrazioni.

La volta di questa cappella è a cupola, decorosamente dipinta e come icona ha un dipinto su tela rappresentante l’Istituzione della Eucarestia; la cappella si chiude con una cancellata lignea, ha due lampade sui due lati sempre accese notte e giorno.

Sul lato sinistro c’è una piccola nicchia … di legno dove si conservano le suppellettili per l’amministrazione della SS.ma Eucarestia, cioè la stola, la vaschetta argentata con l’aspersorio, … e c’è anche una croce argentata per trasportare il SS.mo Viatico.

Vi sono anche due ombrellini o baldacchini, uno di seta rossa e l’altro verde con le insegne dell’Ecc.mo Duca Carafa.

In questa cappella è eretta una Confraternita di laici intitolata al Santissimo, la quale ha tutto il necessario, cioè il crocifisso, lo stendardo, i portafiaccole, ed ha anche una sagrestia separata dall’altra della Collegiata della Chiesa, per conservare tutte le suddette suppellettili.
L’Ill.mo Signor Visitatore, lodò ed esaltò molto ogni cosa.

 

Dopo visitò il marmoreo Fonte Battesimale, che si trova nell’angolo destro dell’ingresso della Chiesa, con la sua copertura lignea a forma di piramide, rivestita da una tela cerulea; c’è tutto il necessario. L’Olio santo delle unzioni, per maggior sicurezza e custodia, si conserva nella sacrestia di detta Collegiata della Chiesa; l’Ill.mo Signor Visitatore entrò e visitò anche la sacrestia: trovò tutto elegantemente conservato, onde lodò ogni cosa ed esaltò la diligenza del Rev.do Capitolo e dell’addetto.


[Stralcio del manoscritto della Visita Pastorale dove mons. Egizio dichiara che il quadro era stato eseguito da Andrea Vaccaro - ricerca e foto Sabino Di Tommaso 8/10/2012]

Die 4 m.s 7.bris 1659

Ill.mus D.nus Visitator cũ suis adsunctis hora 21 circiter accessit … ad Ecc.[lesi]ã Colleg.[ia] Sancti Nicolai Trimodien.[si]s, et facta orat.[io]ne ad SS. Sacram.[ent]ũ processit ad visitationẽ Altaris Maioris, quod elevat.[ur] a pavim.[ent]° per gradus quatuor lapideos, et Pradellam ligneã, et pro icone habet Picturam Sancti Nicolai Baren.[si]s valdé insignam opus excellentis pictoris Andreæ Vaccharij. Structura est per elegantissima, ex ligno deaurato cũ colore ceruleo intertesto, opera anaglifico cũ insignis in sũmitate Exc.[ellentissi]mi Ducis Caroli Carafæ ex cuius devot.[io]ne et impensis totaliter fuit dictũ altare extructũ, habet Crucem, candelabra, et vascula cũ floribus ex eodem ligno deaurato.

Altare est lapideũ, et in omni parte consacratũ, habetq.[ue] pulvinaria, tobaleas, cæteraq.[ue] necessaria tam pro festo sollemni, quã feriali. Opus veré regali munificentia constructũ, dignumq.[ue] ut ab omnibus admiret.[ur], et Ill.mus D.nus Visitator omnia exacté collaudavit.

Deinde visitavit Chori, qui est a parte posteriori dicti altaris maioris. subsellia sunt ex ligno nuceo pervetusta, sed decenter ornata, et est sub fornice tribus fenestris illuminato.

Adsunt in d.[ict]° Choro quatuor libri cũ Cantu Gregoriano, quorũ duo pro missarũ, alio duo pro Divinorũ Officiorũ celebrat.[io]ne. non habet aliũ librũ Hymnorũ a felic. mem. Urbano VII reformat. ac Martyrologiũ Romanũ.
Omnia decenter accomodata, et ad usum deservientia.

 

Deinde visitavit Cappellã S.[anc] Mariæ de m.[ont]e Carmelo quæ est a latere dextero Ecc.[lesi]æ de iure patronatus familiæ Tesaurerijs.

Altare pariter est lapideũ habetq.[ue] omnia necessaria ad usũ Celebrat.[io]nis estq.[ue] decenter ornatũ cũ Cruce, candelabris sex vasculis cũ floribus, et Carta secretarũ Missæ [3] ex ligno elaborato, et deaurato.
Icon est imago Beatæ Mariæ de m.[ont]e Carmelo cũ Animis in purgatorij pœnis purgantibus, ac imagine S.i Nicolai, ac Sancti Angeli ordinis Carmelitarũ, et super icone est Umbella ex ligno verti(?) colori exornata.

In d.[ict]ª Cappella est Congreg.[ati]° Laicorũ sub invocat.[io]ne B.[eat]æ Mariæ de m.[ont]e Carmelo, ac Animarũ Purgatorij.

Die 5 m.[ensi]s sept.[embri]s 1659 Andriæ.

Ill.mus D.nus Visitator cũ suis adsumptis hora 21 vel circa, accessit ad Ecc.[lesi]ã S. Nicolai Trimodien.[si]s, et prosequens S.[anct]ã Visitat.[io]nẽ visitavit Cappellam SS.mi Crucifixi, quæ est etiam à latere dextero Ecc.[lesi]æ propé cappellã S.[anct]æ Mariæ de m.[on]te Carmelo, et est sub fornice.

Altare est lapideũ cũ lapide sacrata decenter adaptata, pro Icone deservit Imago SS.mi Crucifixi ex ligno nimis devota, et pervetusta, ad cuius pedes adsunt hinc inde Imagines B. M[ariæ]. V[irginis]. S. Io:[hannis] Evangelistæ, et S. Mariæ Magdalenæ muro depictæ.

Altare elevat.ur per Pradellã ligneam, et habet omnia necessaria ad celebrat.[io]nẽ si non eleganter decenter tamen accomodata,
et Ill.mus D.nus Visitator mandavit fornicem ac parietes hinc inde eiusdem cappellæ exornari a beneficiatis ad arbitriũ dicti Ill.mi D.ni et sub pœnis arbitrio eiusedẽ.

 

Successive … visitavit Cappellã S.i Nicolai contiguam supradictæ SS.mi Crucifixi, quã invenit eleganter depictã, et fornicatã, habetq.[ue] omnia necessaria ad celebrat.[io]nẽ dupliciter auctã cũ candelabris Cruce, et vasculis cũ floribus ex ligno inargentato.

Altare pariter est lapideũ, et elevat.ur e pavim.[en]to per Pradella lignea, et pro Icone deservit Imago S.i Nicolai Barensis ex ligno vesticolori(?) exornata insup. fenestram (vulgo Nicchia) deauratã, et decenter exornatã.

Dicta Cappella est de iure patronatus familiæ Cognitorũ, et adest beneficiũ ad … vacans p.[er] obitũ q.ni Io: Mariæ Cognitoris Cantoris, et ob tenuitatẽ redditũ non est huiusq.[ue] qui illud impetret.

 

Visitavit exinde Cappellam Sancti Donati, et Beati Gaetani, quæ est ad eodem latere nimis elegans cũ columnis quatuor hinc inde ex ligno elaborato opere anaglifico, quæ columnæ, cũ reliquo ornam.[ento] dictæ cappellæ celabunt[ur] auro, et colore ceruleo sicuti iam in aliqua parte est incopertũ.

Altare est pariter ligneũ et elevat.[ur] a pavim.[ent]° [per] gradũ lapideũ et pradellã ligneã et habet omnia ad usũ celebrat.[io]nis necessaria, candelabra et crucẽ ex ligno deaurato.

Dicta Cappella est Rev.di Capituli d.[ict]æ Colleg.[iat]æ Ecc.[lesi]æ, et adsunt in ea quatuor beneficia simplicia sub invocat.[io]ne S.i Donati, licet paucis ab hinc annis in d.[ict]ª Cappella fuerit accumulata … Beati Caetani ad cuius honorem pr__ elemosinis fuit aucta Cappella Præd.[ict]ª, et nimis p.[er] laudavit.

 

Visitavit de inde Cappellã S.i Iacobi Maioris, quæ est in muro prospectivé Ecc.[lesi]æ è conspectu Altaris Maioris, et elevat.[ur] e pavim.[ent]° per gradũ lapideũ, et ligneã pradellã.

Habet omnia necessaria ad usũ celebrat.[io]nis, et in ea est beneficiũ simplex de jure patronatus familiæ Scamarciæ, et Ill.mus D.nus mandavit lapidem sacratũ fabricari in medio altaris, confici candelabra decentia picturã iconis in tela existentẽ muro affigi, ac desuper umbellam sivé baldachinũ ex ligno decenter depictũ adaptari infra tres menses sub pœnis suspensionis et arbitrio.

Die nono m.[ensi]s 7.[m]bris 1659

Ill.mus D.nus Visitator cũ suis adsunctis item accessit ad Colleg.[ia] Ecc.[lesi]ã S. Nicolai Trimodien.[si]s, et prosequens S.[anc] Visitat.[io]nẽ visitavit Cappellam S.i Eligij, quæ est a latere dextero ingressus Ecc.[lesi]æ, e conspectu Altaris maioris in qua est confraternitas laicorũ sub invocat.[io]ne eodem S.i,

habet suppellettilia, omnia necessaria tam ad usũ celebrat.[io]nis missarũ, quã ad decoré altaris prout sunt candelabra crucem vascula cũ floribus cartam secretarũ missæ ex ligno per … elaborato, eodem aurato.

Pro icone deservit imago S.i Eligij muro depicta, et circũ circa auro, ac vario colore tum ceruleo, tum rubro illinita,

Altare est lapideũ cũ lapide sacrata bene adaptata, et ante imaginẽ nocte diuq.[ue] semper lampas est accensa expensis eisudẽ confraternitatis, que habet sacristiã separatã in d.[ict]ª Colleg.[ia]ta Ecc.[lesi]ª, stendardũ, Crucem, et lampadarios ut moris est.

 

Deinde visitavit Cappellam Concep.[tio]nis Beatæ M.[ariæ] V.[irginis] quæ est à latere pariter dextero Ecc.[lesi]æ, et est de jure patronatus familiæ de Curtopassis, habetq.[ue] beneficiũ simplex.

Altare est decenter ornatũ, habet candelabra duo, et Crucem ex auricalco, pro Icone deservit Imago S. Concep[tio]nis ac Ss. quinque a felicis recordat.[io]nis Gregorio XV canonizzatorũ,

et Cappella est concinné decorata ex columnis lapideis, ac statuis hinc inde adstantibus soluta, et Ill.mus D.nus mandavit infra biduum lapidem sacratã qui est amovibilis in medio altaris conglutinari sub pœnis arbitrio.

 

Deinde visitavit Cappellã Pr[esen]tat.[io]nis B. M. V. contiguã Cappellæ SS.mi Sacram.[ent]i et in ea adsunt duo beneficia de jure patronatus familiæ de Manfredis, in cuius locũ successit Rev.do Capitulum dictæ Colleg.[iat]æ Ecc.[lesi]æ.

Altare est lapideũ cũ lapide sacrata in medio altaris conglutinato.

Habet omnia necessaria ad celebrat.[io]nis et Ill.mus D.nus mandavit RR. Beneficiatis ut p.[er] S.[anc]tã festivitatẽ Natalis D.ni N.ri Iesu Christi proximé vent.[ur]i conficiant cornicem Iconis, adaptent alia Candelabra decentiora, Cruce sub pœnis ad arbitrio.

 

Visitavit ultimò Cappellã S.i Caroli, quæ est a latere sinistro Altaris Maioris super præsbiteriũ, et in ea est benef.[ici]ũ simplex de jure patronatus familiæ de Borneto, ex cuius familia debet præ[sen]tari beneficiatus, quat. adsit pergabiter(?) dictæ Colleg.[ia] Ecc.[lesi]æ, sin minus ius præsentandi spectat ad Rev. Capitulũ d.æ Colleg.[ia] Ecc.[lesi]æ.

Altare est decenter ornatũ, habet omnia necessaria ad usũ celebrat.[io]nis; pro Icone deservit Imago eiusdem S.i Caroli, circũ circa miraculis ab eodem S.i perpretatis illustrata, et cũ lapis sacratus n[on] sit altari affixus mandavit infra biduũ fabricari sub pœnis arbitrio.

 

Die 11 m.[ensi]s 7.[m]bris 1659

Ill.mus, et Rev.mus D.nus Visitator cum suis adsunctis hora circiter duodecima accessit item ad Colleg.[ia] Ecc.[lesi]ã Sancti Nicolai Trimodien.[si]s, et visitavit Sacristiã dictæ Ecc.[lesi]æ, quã invenit eleganter ornatã.

Rev. Capitolũ habet calices octo, quorũ quinq.[ue] sunt decentes ad usũ celebrat.[io]nis, reliqui tres cũ indigeant reparat.[io]nẽ Ill.mus D.nus Visitator mandavit infra tres menses illos accomodari et deaurari sub pœnis arbitrio, et interim esse suspensos, et ultra præ[dic]tos calices adsunt alij particulariorũ Præsbiterorũ.

Dictũ Rev.ũ Capitulũ habet tres cruces quarũ duæ deserviunt pro processionibus ex argento una altera ex ligno inargentata, altera vero pariter est ex ligno ad … cadavera deserviens;
habet et.[iam] turibulũ argenteũ cũ acerra seù navicula cũ cocleari pariter ex arg.[ento] ac vascula cũ aspersorijs ex eodem arg.[ento] pro aqua bened.[ictio]nis.

Suppellettilia Ecc.æ adsunt missarũ, et divinorũ officiorũ celebrat.[io]nis deserventia sunt sufficentia, et valdé decentia prout in part.[iculari] nota seu invent.[a]rio quod hic inserit.[ur].

Habet arcã et sigillũ communẽ cũ impressione Breviarij et triũ Pallarũ, in qua arca asservant.[ur] libri Procuratorũ pro temp[o]re, ac Privileggiorũ et prærogativarũ dicti Rev.di Capituli, …
habetq.[ue] aliã arcã seperatã, in qua asserviant.[ur] cere alaq.[ue] necessaria pro Ecc.[lesi]a, cuius clave retinet apud se Procurator pro temp.[o]re existens.

Habet etiã suppelectilia pro ornatu parietũ Ecc.[lesi]æ ex serico vulgò taffetà rubri croceiq.[ue] coloris intertexta.

Unusquisq.[ue] verò Præsbiterorũ habet arcã separatã, in qua asservant.[ur] omnia necessaria ad usũ celebrat.[io]nis Missarũ et divinorũ officiorũ.

Supra dictã sacristiã adest habitatio sacristorũ pro tempore, et prope dictã habitat.[io]nẽ est scala lapidea qua ascendit ad campanilẽ, et ibi adsunt Nolæ duæ quarũ altera maior, minor altera, et omnia sunt bene adaptata, quæ Ill.mus D.nus pleno ore laudavit.

 

Deinde visitavit suggestũ, quod est a latere si[ni]stro, et in medio Ecc.[lesi]æ inter Cappellã SS.mi Sacram.[ent]i, et Cappellã V.[irgini]s, et est ex abiete nuceo colore illinita, auroq.[ue] concinnè inter lineata.
Habet parvã crucẽ cũ Crocifixo, ac umbellã ex eodẽ ligno, et opere.

Visitavit deinde Organũ quod est a latere dextero Ecc.[lesi]æ auro ac picturis per … exornatũ opus verè dignũ et concinnè elaboratũ.

Visitavit deinde confessionalia quinq.[ue], quæ omnia invenit bene accomodata et laudavit.

Visitavit postremò parietes Ecc.[lesi]æ, quos invenit dealbatos ac Crucibus insigni[bus] Consecrat.[io]nis insignitos,
nec non visitavit pavim.[ent]ũ in quo adsunt plures sepolturæ tum particuleres, tum cõmunes, et cũ alquæ sint male adaptatæ % in opertorio, Ill.mus D.nus Visitator mandavit sepulcra præd.[ic]ta accomodari ita ut pavimentũ adequet.[ur], et ita mandavit fieri infra mensẽ sub sub pœnis arbitrio.

Et sic Ill.mus D.nus Visitator d.[ict]æ Ecc.[lesi]æ ad laudem, et gloriã omnip.[otent]is Dei, B. M.[mariæ] V.[irginis], S.i Nocolai, ac S.[anctor]ũ omniũ finè elegit.

Et in fidem

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S.[anct]æ Vis.[itatio]nis Canc.[ellarius] S[cripsi] [et] S[ubscripsi].


 

Il giorno 4 settembre 1659

L’Ill.mo Signor Visitatore coi suoi coadiutori intorno alle ore 21 [tre ore prima del tramonto, circa le 16], si recò alla Chiesa Collegiata di S. Nicola Trimodiense, e, dopo aver pregato davanti alla SS.mo Sacramento, si recò a visitare l’Altare maggiore, il quale sorge dal pavimento con quattro gradini marmorei e una predella lignea; come icona [sul dossale] c’è un dipinto rappresentante S. Nicola di Bari, opera molto insigne dell’eminente pittore Andrea Vaccaro, la struttura è raffinatissima, in legno dorato con inserti cerulei, opera scolpita con sopra le insegne dell’Ecc.mo Duca Carlo Carafa, grazie alla devozione del quale e a sue totali spese fu realizzato detto altare, che ha la croce, i candelieri e i vasi coi fiori dello stesso legno dorato.

L’altare è marmoreo e totalmente consacrato, è dotato di appoggi, tovaglie e le altre suppellettili sia per le feste solenni che per i giorni feriali. È un’opera veramente regale, realizzato con munificenza e degno di essere ammirato da tutti; l’Ill.mo Signor Visitatore lodò tutto accuratamente.

Poi visitò il Coro, che si trova dietro detto altare maggiore; gli scranni sono di legno noce molto antichi, ma decorosamente decorati; è illuminato da tre finestre della volta. [4]

Detto coro possiede quattro libri di Canto Gregoriano, dei quali due per la celebrazione delle messe e altri due per i Divini Uffici; non ha gli altri libri degli Inni, riformati da Urbano VIII di felice memoria, e il Martirologio Romano.
Tutto è sistemato e atto all’uso.

 

Indi visitò la Cappella di Santa Maria di monte Carmelo, che si trova sul lato destro della Chiesa ed è di giuspatronato della famiglia Tesorieri.

Anche questo altare è marmoreo ed ha tutto il necessario per la celebrazione [delle messe], è convenientemente ornato con la Croce, i candelieri, sei vasi con fiori e le carte delle orazioni segrete della messa in legno curato e decorato.
Come icona [del dossale] c’è un’immagine della Beata Vergine di monte Carmelo con le anime scontanti le pene nel purgatorio; c’è anche l’immagine di S. Nicola [da Tolentino] e dei Santi Angeli dell’ordine dei Carmelitani; al di sopra dell’icona c’è un baldacchino di legno decorato di colore verde.

In questa cappella risiede una Congrega di Laici intitolata alla Beata Maria di monte Carmelo e alle anime del Purgatorio.

Andria, [venerdì] 5 settembre 1659

L’Ill.mo Signor Visitatore coi suoi coadiutori intorno alle ore 21 [tre ore prima del tramonto, circa le 16], si recò alla Chiesa di S. Nicola Trimodiense, e, proseguendo la Santa Visita, visitò la Cappella del SS. Crocifisso, che sorge anch’essa sul lato destro della Chiesa [guardando dal presbiterio verso l’ingresso], presso la cappella di S. Maria del monte Carmelo, ed è con volta a botte.

L’altare è in pietra con la lapide sacra ben inserita; come Icona [sul dossale] ha un Crocifisso di legno straordinariamente devoto e antichissimo, ai cui piedi dai due lati sono dipinte sul muro le immagini della B. Maria Vergine [addolorata], S. Giovanni Evangelista e S. Maria Maddalena.

L’altare sorge su una predella di legno ed è dotato di tutta la suppellettile per la celebrazione [della messa], che pur non essendo elegante è convenientemente funzionale.
e l’Ill.mo Signor Visitatore ordinò che sia la volta che le pareti della cappella fossero abbellite a spese dei beneficiati, come da lui desiderato e su eventuale pena comminata a suo arbitrio.

 

Successivamente visitò la Cappella di S. Nicola, contigua alla suddetta del SS. Crocifisso; la trovò elegantemente dipinta e voltata a botte, avente tutte le suppellettili per la celebrazione, doppiamente dotata con candelieri e croce, vasi con fiori di legno argentato.

L’altare è ugualmente di pietra e si eleva dal pavimento con una predella lignea; come icona c’è una statua di legno di S. Nicola di Bari, ornata di vesti, in una nicchia dorata e convenientemente decorata.

Detta cappella è di giuspatronato della famiglia Conoscitore, e c’è un beneficio attualmente vacante per la morte del cantore Giovanni Maria Conoscitore, e per l’inconsistenza del reddito non c’è chi desideri averlo.

 

Visitò poi la Cappella di S. Donato e del Beato Gaetano, che è eretta sullo stesso lato molto elegantemente con quattro colonne lignee cesellate da ambo i lati, le quali colonne di detta cappella col rimanente ornamento sono celate dal rivestimento di color oro e ceruleo come già si trova coperta in alcune parti.

L’altare è ugualmente di legno e s’eleva dal pavimento con un gradino marmoreo e una predella lignea, ed è dotato di tutto quanto è necessario alla celebrazione, candelieri e croce di legno dorato.

Questa cappella è del Rev.do Capitolo di detta Chiesa Collegiata; in essa insistono quattro benefici semplici intitolati a S. Donato; pure da pochi anni in questa cappella furono posti insieme … del Beato Caetano, ad onore del quale attraverso elemosine fu ingrandita questa cappella; [l’Ill.mo Visitatore] tributò molte lodi.

 

Visitò successivamente la Cappella di S. Giacomo maggiore, che si trova sulla controfacciata della Chiesa di fronte all’altare maggiore; essa si eleva dal pavimento con un gradino marmoreo ed una predella lignea.

Ha tutto quanto è necessario alla celebrazione, ed in essa c’è un beneficio semplice di giuspatronato della famiglia Scamarcio; l’Ill.mo Signore ordinò di inserire al centro dell’altare una pietra consacrata, di dotarla di candelieri decorosi, affiggere al muro l’esistente pittura su tela, e porre al di sopra un baldacchino di legno ben dipinto; realizzare il tutto entro tre mesi, pena la sospensione ed altre conseguenze a suo giudizio.

Il giorno nove settembre 1659

Poi l’Ill.mo Signor Visitatore coi suoi collaboratori si recò alla Chiesa Collegiata di S. Nicola Trimodiense e, proseguendo la Santa Visita, visitò la Cappella di S. Eligio, che si trova sul lato destro dell’ingresso alla Chiesa di fronte all’altare maggiore, nella quale c’è la Confraternita di Laici intitolata allo stesso Santo.

È dotata di suppellettili, di tutto il necessario sia per la celebrazione delle messe che per il decoro dell’altare, come i candelieri, la croce, i vasi coi fiori, la carta delle “segrete” in legno molto elaborato ed anche dorato.

Come icona c’è una immagine di S. Eligio dipinta sul muro, abbellita tutt’intorno di oro e dei colori azzurro e rosso.

L’altare è marmoreo con la lapide sacra ben inserita; inoltre davanti all’icona sta una lampada sempre accesa giorno e notte, a spese della stessa confraternita, la quale ha una sacrestia separata da quella della Collegiata, con lo stendardo, la croce e i portafiaccole, come è d’uso.

 

Indi visitò la Cappella della Concezione della Beata Maria Vergine, che sta ugualmente sul lato destro della Chiesa ed è di giuspatronato della famiglia Curtopassi con un beneficio semplice.

L’altare è ben ornato, ha due candelieri, la Croce di ottone, per Icona c’è l’Immagine della SS. Concezione e dei cinque Santi canonizzati da Gregorio XV, di felice memoria.

La Cappella è elegantemente decorata di colonne marmoree e statue in piedi da ambo i lati; l’Ill.mo Signore ordinò che entro due giorni la pietra sacra amovibile fosse cementata sotto pena a suo giudizio.

 

Successivamente visitò la Cappella della Presentazione della B. Maria Vergine, contigua alla cappella del SS. Sacramento; in essa insistono due benefici di giuspatronato della famiglia de Manfredi, al posto della quale successe il Rev.do Capitolo di questa Chiesa Collegiata.

L’altare è marmoreo con la lapide sacra cementata al centro.

Ha tutto il necessario per la celebrazione, e l’Ill.mo Signore ordinò ai RR.ndi Beneficiati che per la prossima Santa festività del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo facciano una cornice al quadro, adattino altri candelieri più decorosi e una Croce, su pena a suo arbitrio.

 

Visitò infine la Cappella di S. Carlo, che è sul presbiterio nel lato sinistro dell’Altare maggiore; in essa esiste un beneficio semplice di giuspatronato della famiglia Borneto, dalla famiglia del quale deve essere presentato il beneficiato, … sia … a detta Chiesa Collegiata, altrimenti il diritto di presentazione spetta al Re.do Capitolo della Chiesa Collegiata.

L’altare è ben ornato ed ha tutto il necessario alla celebrazione; come icona c’è una immagine dello stesso S. Carlo, con intorno i miracoli ottenuti per intercessione dello stesso Santo; e, poiché nell’altare non è fissata la pietra sacra, ordinò che entro due giorni vi si inserisse, su pena a suo giudizio.

 

Il giorno 11 settembre 1659

L’Ill.mo e Rev.mo Signor Visitatore coi suoi coadiutori intorno alle ore 12 andò nuovamente alla Chiesa Collegiata di S. Nicola Trimodiense e visitò la Sacrestia di detta Chiesa, che trovò elegantemente ornata.

Il Rev.mo Capitolo possiede otto calici, dei quali cinque sono decorosi per la celebrazione, gli altri tre, poiché necessitano di riparazione, l’Ill.mo Signor Visitatore ordinò di farli riparare e dorare entro tre mesi, su pena a suo giudizio, e nel frattempo non si usassero; oltre tali calici ci sono altri di proprietà dei Sacerdoti.

Detto Capitolo ha tre croci, delle quali due d’argento servono per le processioni e l’altra è di legno argentata, in verità ce n’è un’altra, anch’essa di legno usata per accompagnare i cadaveri;
ha anche un turibolo d’argento con la navicella dell’incenso con il cucchiaio ugualmente d’argento e i vasi con gli aspersori dell’acqua benedetta dello stesso argento.

Vi sono sufficienti e molto decorose suppellettili per la celebrazione delle messe e dei divini uffici; di esse si acclude un particolare inventario.

Ha un forziere e il sigillo ordinario con l’impronta del Breviario con le tre palle [un emblema di S. Nicola], nel quale si conservano i libri del Procuratore pro tempore, dei Privilegi e delle prerogative di detto Capitolo …
Ha un’altra cassa separata, nella quale si conservano le cere e le altre cose necessarie alla Chiesa, la chiave della quale è trattenuta presso di sé dal Procuratore vigente al momento.

Possiede anche le suppellettili per ornare le pareti della Chiesa, fatte di taffetà nei colori rosso e zafferano.

Ciascun sacerdote in verità ha il suo armadio separato, nel quale si conserva quanto è necessario alla celebrazione delle messe e dei divini uffici.

Su detta sacrestia si trova l’abitazione dei sacrestani pro tempore; presso tale abitazione c’è una scala di pietra che sale al campanile, nel quale stanno due campane, una grande ed una piccola; tutto è ben sistemato, onde l’Ill.mo Signore ampiamente lodò.

 

Poi visitò il pulpito, che è posto sul lato sinistro della Chiesa, tra la cappella del SS. Sacramento e quella della Vergine; è di abete dipinto color noce, elegantemente fasciato color oro.
Ha una piccola croce con Crocifisso e un baldacchino dello stesso legno e lavorazione.

Visitò poi l’Organo, che si trova sul lato destro della Chiesa riccamente ornato d’oro e di dipinti, opera meritevole e elegantemente lavorata.

Visitò indi i cinque confessionali, che lodò avendoli trovati ben apparecchiati.

Visitò per ultimo le pareti della Chiesa, che trovò imbiancate e segnate con le croci di consacrazione,
visitò anche il pavimento, nel quale stanno molti sepolcri, sia di singoli che comuni, e, poiché alcuni non erano ben chiusi, l’Ill.mo Signor Visitatore ordinò che le sepolture fossero sistemate a livello del pavimento; tanto comandò fosse realizzato entro un mese, su pena a suo arbitrio.

E così l’Ill.mo Signor Visitatore dichiarò finita la Santa Visita di questa Chiesa, a lode e gloria dell’onnipotente Dio, della Beata Vergine Maria, di S. Nicola e di tutti i Santi.

In fede

________ [firma illeggibile] _________
cancelliere della Santa Visita s[crissi] e firmai.

bellissimo crocifisso    Fonte battesimale    tela di S. Nicola sulla parete absidale
[crocifisso cinquecentesco, fonte battesimale e quadro S. Nicola, visti da Egizio rispettivamente in una cappella, presso l'ingresso e dietro all'altare maggiore - elab. elettr. su foto di Sabino Di Tommaso - 2014-2018]

NOTE

[1] Questa Visita Pastorale è stata letta e trascritta, dall'originale "Acta Sanctæ Visitationis Episcoporum Andriensium" (ASVEA), presso la Biblioteca Diocesana "S. Tommaso d'Aquino" di Andria.
 
[2] Le parentesi quadre indicano lettere non presenti per abbreviazione.
I puntini di sospensione (…) o ___ indicano lettere, parole o gruppi di parole di difficile lettura sul manoscritto, non solo molto antico ma anche non perfettamente riprodotto.
Il grassetto ed il corsivo non sono presenti nel testo originale.
 
[3] L'insieme delle "carte-gloria" è un trittico di carte incorniciate che, dal Seicento a norma del Concilio di Trento, e fino al Concilio Ecumenico Vaticano II, erano poste sull’altare contenenti alcune formule rituali recitate a voce bassa (perciò dette anche “secrete”) dal celebrante in vari momenti della messa:
- quella sul lato dell’epistola, chiamata “Lavabo”, riportava le formule recitate appunto alla detersione delle mani ed alla benedizione dell’acqua;
- quella sul lato dell’Evangelo, chiamata “In principio” riportava l’inizio del Vangelo di Giovanni da recitare a fine messa;
- quella centrale, detta “Gloria”, perché riportava il canto del “Gloria in excelsis Deo” e le formule del Canone dell’offertorio e della consacrazione, il Credo e altre della comunione.
 
[4] Per completezza d'informazione, ma anche per apprezzare uno dei gioielli dalla Chiesa di San Nicola posseduti e non più esistenti, si riporta la descrizione del coro fatto realizzare da Beltrando del Balzo, forse prima di risposarsi nel 1321, certamente prima della sua morte avvenuta nel 1347, coro personalmente visto e calcato per diversi anni dal prevosto di questa Chiesa collegiata di San Nicola, Don Giovanni Pastore; tale descrizione è qui trascritta dal suo manoscritto sotto citato.

Stemma Del Balzo-D'Orange
[Stemma Del Balzo-D'Orange]

“Bertrando per tanto rimasto vedovo d'una sì gran Consorte [Beatrice d'Angiò, nel 1316], s'applicò a molte opere di Pietà: e compratasi la Contea d'Andria dal suo Genero Umberto, e dalla sua Figlia Maria, ora Delfina di Francia per lo prezzo di trenta mila fiorini d'oro, che in un certo dato tempo sborsò, ne fu assoluto padrone. Ora egli comincia a fondar qualche monumento di se, e della sua pietà in questa città d'Andria.
Conciosia che stando il riformato Clero di S. Nicola badato alla costruzione dell'ampiezza della sua Chiesa, egli volle anche aver parte in essa, e fe' edificare la fabrica del coro al lato, che corrispondeva all'oriente, in ampiezza, ed altezza proporzionata a quella della Chiesa, e del numero degli ecclesiastici, che in essa erano aggregati, in cui si costruirono quindeci sedili di legno lauro, e di dura noce nell'ordine superiore per li Sacerdoti, e nell'inferiore altri nove per quei di minor grado.
Innanzi al predetto coro fe' eriggere una machina dipinta in varie effiggie di Santi Vescovi, Nicola, Riccardo, Sabino, e Roggiero, nel mezzo de' quali eravi ritratta l'effiggie della Vergine SS.a col suo Figliol Bambino in grēbo, che rappresentava S. Maria di Trimoggi. Sotto di queste descritte Immaggini si vedevano delineati, e dipinti in picciola altezza li dodeci Apostoli, ripartiti in dodeci nicchiette ornate di cornici indorate: ed il dippiu, che tal machina componeva sin'alla sommità, ove stava ritratto il Padre Eterno, vedevasi abbellito di varj lavorj piramidali con puttini in pittura, e doratura: ed in fine a piè di essa negli due angoli estremi a destra ed a sinistra eranvi due piccioli scudi, nel piano de' quali rappresentavansi li stemmi gentilizj della Famiglia de' Balzi soltanto (segno che Bertrando non ancora passato era a secondi voti [cioè non si era ancora risposato con Margherita d'Aulnay, nel 1321]) consistentino nella Stella di sedici raggi, e nelle cornette sospese dalli cordoni, che sono le insegne del Principato d'Oranges in Francia, di cui egli ne portava il titolo.
E nell'alto della fabrica del coro nella parte esteriore eravi affissa una lapide, nel cui piano si rappresentava in rilievo la stella gentilizia.
Memorie da me, e da' miei coetanj vedute, osservate, e trattate ben spesso, e sovente, ma tutte perite nella ristaurazione, e demolizione della Chiesa, dell'altare maggiore e del predetto coro nell'anno 1748. e non curate, dissipate, e consunte dall'ignoranza de' fabri.”
[tratto da " Origine, erezione e stato della Colleggiata Parrocchial Chiesa di S. Nicola della Città di Andria … ." - del Prevosto Giovanni Pastore, manoscritto di fine 1700.]

 

Carta-gloria detta "lavabo", della Chiesa di S. Nicola di Andria   Carta-gloria detta "Gloria", della Chiesa di S. Nicola di Andria
[Carte-gloria un tempo esposte sull'altare della Chiesa di S. Nicola di Andria]