palazzina Ceci, via Corrado IV, 17

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 casa dei nobili Tupputi, al n 16  stemma sulla chiave della palazzina
[ palazzina cinquecentesca nobiliare al n. 17 di via Corrado IV di Svevia ed angolo via Beatrice D'Angiò, riaddattata da F. Ceci nel 1771 - foto S. Di Tommaso]

palazzina in Via Tupputi , 16
[ palazzina Ceci in Via Corrado IV Svevia, finestre
foto S. Di Tommaso, 03/2017.
]

Palazzina Ceci, via Corrado IV di Svevia, al n.17

Scendendo da Largo La Corte per via Corrado IV di Svevia (già Strada dell'Orologio), dopo pochi passi la strada drasticamente si restringe sgomitando leggermente a sinistra le altre abitazioni, perché invasa da una palazzina parzialmente Quattro-cinquecentesca, dal Settecento appartenuta alla famglia di Francesco Ceci, oriundo di Taranto, e da lui ristrutturata.

palazzina in Via Tupputi , 16
[ palazzina Ceci in Via Corrado IV Svevia, balcone
foto S. Di Tommaso, 04/2018.
]

Per uno sguardo d'insieme stralciamo la sua descrizione dal sotto citato testo di Carmela Centrone:

Oltre ai due prospetti visibili su queste due vie [Via Corrado IV di Svevia e via Beatrice D'Angiò] ad ovest e a sud, il palazzo ne ha un terzo scoperto, sul vicolo cieco intitolato a Corrado IV di Svevia.
Dei tre prospetti, i due rimaneggiati più integri sono quelli ad ovest e a sud. La loro lettura ci fa ritenere che il nucleo originario dell'edificio fosse un elegante corpo di fabbrica con un piano ammezzato ed una elevazione oltre al piano terreno. Le cornici di due finestre su via Corrado IV [foto a destra] ci consentono di datarlo ad un periodo a cavallo tra Quattro e Cinquecento.
Il suo ingresso doveva corrispondere a quello attuale, come si dedurrebbe dall'androne interno dal quale si accedeva ad un cortile rimasto scoperto fino a qualche decennio fa.
Tali strutture sono state trasformate nel 1771 dalla famiglia Ceci in un grande Palazzo molto curato nei particolari, come evidenziano i balconi, i mascheroni, il cornicione dell'angolo con via Beatrice d'Angiò [foto sopra a destra]. ...
Nel cortile venne costruita una lelegantissima scala, che conduceva al primo piano che è stata smontata dall'odierno proprietario.
... Alcune foto, realizzate prima dei lavori di copertura della corte, ci restituiscono l'immagine della scala, oggi smontata. A doppia rampa ortogonale, essa parte dalla parete di fondo della corte. Un elegante caposcala, riccamente decorato, riporta la seguente data: "1774". ...

Ad opera di Francesco [Ceci] venne edificata nel 1771 (la data è scolpita sul concio di chiave di un ingresso secondario) ... .

[tratto da “Palazzi Storici di Andria tra il XVI e il XVIII secolo”, di Carmela Centrone, a cura del C.R.S.E.C. di Andria, Grafiche Guglielmi, 2004, pp. 46-48.]

La famiglia Ceci a fine Settecento entrò in possesso di un'altra casa sulla stessa strada e confinante col coro della Chiesa di San Domenico; ce lo riferisce mons. Emanuele Merra nel testo sotto citato, riferendo quanto annotato a p. 50 nel registro del Convento Domenicano "Teatro dove si rappresentano in vere e reali scene tutte l’annue entrate tan’ordinarie quanto straordinarie del Ven. Conv. di S. Dom. della città di Andria, prima chiamato S. Maria delll’Umiltà, poste in luce dal M. R. M.ro F. Luiggi Mondelli da Trani dell’Ord. dei Predicatori sotto il priorato del M. R. P. Lett. F. Gioseppe M.ª Positani da Napoli Figlio di S. Spirito di Palazzo della Congr. della Sanità nell’anno 1703."

La predetta somma [ducati 502.66] era pervenuta al Convento dalle vendite fatte al signor D. Nicola Ceci, per mano di Notar D. Leonardo Frisardi, il dì 2 giugno 1796, col permesso del Caporuota Bisogni, di una casa al Pennino, confinante col coro della Chiesa di S. Domenico: di un vignale e pochi ordini di terra nella contrada detta San Mauro, e dall’affrancazione di un censo perpetuo di grana 10, fatta dal medesimo Ceci, il quale invece di ducati 802. 66, restando da dare al Convento altri duc. 300, che si obbligò sborsarli nello spazio di tre anni, e di pagare frattanto al Convento duc. 12 annui. La predetta somma, impiegata colla Regia Corte, fu intestata al Convento di S. Domenico di Andria per ordine del medesimo Caporuota, in data del 27 agosto 1796.

[da "La Chiesa e il Convento di S. Domenico" in Monografie Andriesi, di E. Merra, tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pag. 144]