palazzi andriesi del basso medioevo

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Due palazzi andriesi del basso medioevo:

Palazzo dipendente dall’ “Ospedale della Misericordia”
e Palazzo della famiglia Pompilio de Risis

tra Porta Santa e via F. Giugno 7 (già “strada a S. Agostino”)

Fino all’estate del 1836 esisteva in Andria presso Porta Santa un “Palais dèpendant de l’hôpital della Madona della Misericordia”, architettonicamente molto simile ad un altro palazzo che ancor oggi sorge nei pressi della chiesa di Santa Maria in Porta Santa, al n° 7 dell’attuale via Flavio Giugno, palazzo che anticamente è stato proprietà della famiglia di Pompilio de Risis (notaio a servizio (1608) del Duca Antonio Carafa [M. Agresti, "Il Capitolo Cattedrale ...", cap. XI]).

  Disegno del prospetto del palazzo dipendente dall'ospedale della Misericordia    
[Disegno del prospetto del palazzo dipendente dall'ospedale della Misericordia, 1836 - prospetto della palazzina in via Flavio Giugno 7, 2018]

Di tale palazzo dipendente un tempo dall’ospedale della Madonna della Misericordia, ne parla Alphonse Huillard-Bréholles nel testo sotto citato, allegando (nella tavola XXX) i disegni realizzati dall’arch. Victor Baltard quando nella primavera-estate del 1836 soggiornò per qualche tempo in Andria;
scrive (in francese, qui tradotto):

… la storia locale, nel fornire queste utili notizie di base [sula chiesa di Porta Santa], non racconta nulla del piccolo palazzo che dipendeva dall’ospedale della Misericordia; tuttavia, la sua costruzione dovrebbe risalire allo stesso periodo [sec. XIII]: l’eleganza dell’architettura e la finezza dell’opera fanno chiaro riferimento allo stile normanno osservato nel resto dell’edificio.

La tradizione smemorata non ci dice chi raffigura la figura femminile che vediamo sopra la finestra del primo piano.
In nota poi l'autore ci dà notizia della sua demolizione avvenuta poco dopo, aggiunge infatti:
Questo disegno è tanto più interessante in quanto, secondo le informazioni recentemente comunicate da M. Onof. Bonghi, questo piccolo palazzo, diventato una dipendenza di un’altra casa, è stato demolito dall’ultimo proprietario. Sembra che il busto della donna di cui parliamo sia stato trasportato in una casa di campagna del vicinato.

[tratto da“ Recherches sur les monuments et l'histoire des Normands et de la maison de Souabe dans l'Italie méridionale”, publiées par les soins de M. le Duc de Luynes, Texte par Jean-Luis Alphonse Huillard-Bréholles, Dessins par Victor Baltard, Architecte, Paris, MDCCCXLIV, pag. 116, plache XXX]

È molto importante questa testimonianza storico-artistica di sì splendido palazzo, certamente esistito fino al 1836 ed immortalato dalla precisa grafica dell’architetto Victor Baltard (inviato dall’editore nell’Italia meridionale ed in Andria espressamente per documentare monumenti normanni e svevi), in quanto non ho trovato riscontri in nessuno storico o letterato andriese né alcun tipo di illustrazioni grafiche.

finestra del palazzo dell'ospedale della Misericordia   finestra del palazzo dell'ospedale della Misericordia   bifora del chiostro di S. Agostino   Castel del Monte: bifora NE
[finestra del palazzo dell'ospedale della Misericordia - balcone Palazzina Via Vaglio-ArcoMarchese - bifora del chiostro di S. Agostino - bifora di NE di Castel del Monte]

Bellissime erano le due bifore al primo piano, realizzate con ricercata finezza di trafori scultorei e, inoltre, con alcuni particolari differenti che ne esaltavano l’originalità, non ultimo il busto di donna sbalzato sull’arco della finestra di destra. Qui sopra si accosta il disegno del particolare di una di esse alle foto di altre due bifore del territorio: quella presente nel chiostro grande di Sant'Agostino e la bifora di Nord-Est di Castel del Monte, per rinvenire analogie e differenze, alfine di poter approssimarne l'epoca di realizzazione.
Il severo portale d’ingresso ad arco acuto rialzato si armonizzava magnificamente con la semplicità dei bugni al piano terra e donava maggior risalto agli ornamenti del piano nobile.

Si noti che ad ambo i lati delle finestre, sia del piano nobile che del 2° piano, erano inserite delle mensole-beccatelli forati all’estremità, così come si vedono al 2° piano del palazzo ancora esistente presso Porta Santa (qui sopra raffigurato) ed in molti altri antichi edifici del centro storico.
Altre caratteristiche analoghe, che permettono un confronto tra i due palazzi e che spiccano prepotentemente, sono l’identico stile dei bugni del prospetto e l’arco a sesto acuto del portale.

Le troppe somiglianze esistenti tra il disegno del palazzo dipendente un tempo dall’ospedale della Madonna della Misericordia e quello al n° 7 di via Flavio Giugno appartenuto per un certo tempo a Pompilio De Risis, indurrebbero anche a non scartare l’ipotesi che si possa trattare dello stesso palazzo, parzialmente demolito e ricostruito conservando lo schema prospettico di base.

Bassorilievo sopra il portale del palazzo in via F. Giugno 7

Il detto palazzo esistente al n° 7 dell’attuale via Flavio Giugno ha sul portale un pregevole bassorilievo raffigurante il trigramma IHS (IHS) inciso in caratteri gotici sormontato da una croce e in un sole raggiante, sotto il quale è incastrato un cartiglio con la scritta “POMPILII / DE RISIS”. Questo cartiglio probabilmente fu aggiunto quando il palazzo divenne proprietà dei De Risis; infatti è più piccolo dello spazio vuoto previsto come contenitore e, inoltre, sotto il trigramma sporge un grosso gancio di ferro atto a reggere un’arma nobiliare, oggi non esistente.

Il primo De Risis, di cui ho trovato traccia in Andria nonché unico col nome Pompilio, è un notaio operante al servizio del duca Antonio (II) Carafa nei primi anni del Seicento (1604): un certo Pompilio De Risis, “uomo di tale scelleratezza e depravazione di costumi, che solea sottoscriversi Pompilio del Diavolo!”, riferisce lo storico Michele Agresti. [1]. Non si esplicita nel testo (né altrove) quale fosse la sua dimora in Città, ma, dato il ceto nobile del personaggio e l’intimità da lui goduta con la casa ducale, è probabile che questa palazzina sia stata da lui acquistata ed adattata.

Altri De Risis, ma con nome differente si rinvengono successivamente nelle cariche ecclesiastiche: alla data del 1631 il priore della Cattedrale e vicario episcopale D. Giu° De Risis, assente il vescovo, autorizza la predicazione nella chiesa di S. Nicola nei periodi di Avvento e Quaresima; alla data del 1750 il primicerio della collegiata della chiesa di san Nicola, D. Francesco Saverio de Risis, controlla la lavorazione in Napoli del bellissimo altare maggiore per tale chiesa ad opera dello scultore Antonio Corradini [2].

Palazzina Rimedi in Via Tutino: finestra

Il bassorilievo del trigramma del nome di Gesù (il dittongo iniziale e, o la successiva, o l'ultima lettera del nome ΙΗΣΟΥΣ in greco, riportato qui, come già detto, in caratteri gotici) fa ipotizzare che anche questo palazzo in origine facesse parte dell’Ospedale della Madonna della Misericordia, considerando, inoltre, che sorgeva di fronte ad esso.

Si tenga inoltre presente che un altro antico palazzo eretto nel centro storico ad angolo tra Via Tommaso De Liso e Via Tutino, con un portale rinascimentale simile a quello di Porta Santa, reca scolpito sull’architrave della finestra (foto a sinistra) lo stesso trigramma nel sole raggiante, elementi che hanno sempre indotto gli storici a considerarlo un edificio sacro dello stesso periodo, utilizzato a fine Cinquecento come conservatorio per povere fanciulle.


Non sono poche, quindi, le vestigia risalenti al periodo del basso medioevo che danno lustro alla storia e all’architettura della Città di Andria e che meriterebbero una conoscenza, uno studio e attività di ricerca maggiori, onde rinvenire altre correlazioni con le vicende storiche ed i popoli conquistatori – immigrati (…, greci, longobardi, arabi, normanni, teutonici, francesi, spagnoli, …) che di volta in volta vi si sono insediati arricchendo e impreziosendo la nostra cultura.

NOTE

[1] Vedi: “Il Capitolo Cattedrale di Andria e i suoi tempi” di M. Agresti, tipi Rosignoli, Andria, 1912, Vol. I, cap. XI, pag. 226.

[2] Vedi: manoscritto “Origine, erezione e stato ... di S. Nicola.” del Prevosto Pastore, fogli 40r, 59r-59v.