sala capitolare, tele

Contenuto

La nascita di Gesù I re magi omaggiano Gesù La fuga in Editto Il riposo durante la fuga in Egitto
Il battesimo di Gesù Le tentazioni di Gesù Gesù incontra la Samaritana Gesù incontra due discepoli ad Emmaus
[Le otto foto della sequenza sono tratte dal calendario della Basilica pubblicato nel 2009 [foto (in parte di) Damiano] e rielaborate elettronicamente.]

Per ingrandire le immagini cliccare su di esse. È anche possibile vedere una sequenza animata "flash" delle otto tele.

Sala capitolare: le otto tele sulla vita di Gesù

"Accedendo al salone-auditorium, a sinistra del cappellone della Crocifissione, ... sono sistemate le otto tele del pittore napoletano Michele Robertelli (sc. XVIII), della scuola di Salvator Rosa, donate il 1843 agli Agostiniani dalla baronessa Romagnosi di Napoli. Le tele raffigurano un ciclo pittorico sulla vita di Gesù: la Natività; l'adorazione dei Magi; la fuga in Egitto; il riposo durante la fuga in Egitto; il battesimo di Gesù; le tentazioni nel deserto; Cristo e la Samaritana; Cristo sulla via di Emmaus. Ricco il paesaggio di sfondo, con personaggi che preannunziano la pittura neoclassica.".

[tratto da “Il Santuario di Santa Maria dei Miracoli” di P. Petrarolo, Sveva Editrice, Andria, 2004, pag. 58]


Quanto scrive il prof. Petrarolo contiene alcuni errori, sia nel nome dell'autore, Francesco Robortelli e non Michele Robertelli, che in quello della donatrice, baronessa di Romagnano e non baronessa Romagnosi; ambedue gli errori sono stati rilevati da Nicola Montepulciano (1); la precisazione è stata anche riportata da Vincenzo Zito nello studio sotto citato:

"Con la venuta degli Agostiniani calzati ... L’arredo della chiesa si arricchì anche di una serie di otto quadri del pittore settecentesco Francesco Robortelli (17), che rappresentano scene della vita di Gesù, donate nel 1843 dalla baronessa di Romagnano (con l’Unità divenuto “Romagnano al Monte [Cilento]”), città in provincia di Salerno (18). Queste tele, che al tempo del Merra adornavano gli spazi vuoti sulle pareti delle navate laterali della chiesa superiore, oggi sono esposte nella ex sala capitolare (19)."
(17) Gildone cit. (p.111) riporta il solo cognome. Loconte R., in Breve guida della Basilica di S. Maria dei Miracoli (Ed. Notarpietro, Andria 1958), riporta erroneamente “Robartelli”, errore ripetuto in Andria la mia città, ivi 1992, p.152. Petrarolo, in Il Santuario di Santa Maria dei Miracoli (Andria 2004, p. 58), riporta erroneamente “Michele Robertelli”, seguito da Melillo in Il 10 Marzo 1576 e le vicende del Santuario di Andria (ivi 2011, p.97). Ringrazio Nicola Montepulciano per la precisazione.
(18) Il titolo corretto è stato rinvenuto da Nicola Montepulciano in un “Registro degli esiti” presso l’archivio della basilica. Il Merra cit., scambiando il titolo nobiliare per cognome, scrive “baronessa Romagnano” (p.322 nota 15). Loconte cit., seguito da Gildone cit. (p.111), da Petrarolo cit. (p.58) e da Melillo cit. (p.97), erroneamente riporta “baronessa Romagnosi di Napoli”. Ringrazio Nicola Montepulciano per queste precisazioni.
(19) Le tele del Robortelli sono state sottoposte a restauro tra il 1971 ed il 1981 (cfr. De Venere C. et alii, a cura, Restauri in Puglia 1971-1981, vol. I, Schena, Fasano 1983, p. 31). Del pittore Francesco Robortelli, che delle otto tele ne firma tre e data 1749 una sola tela, non si conoscono al momento notizie. D’Elia cit., p.318, riporta erroneamente, forse per un refuso, la data 1737.

 [estratto da “ Il santuario della Madonna d’Andria, tra ’700 e ’800” in “Le tele di Tito Troja nel Santuario della Madonna dei Miracoli d’Andria” di Annalisa Lomuscio, Nicola Montepulciano, Luigi Renna, Vincenzo Zito, estratto dalla "Rivista Diocesana Andriese" Anno LV - n. 3 - Settembre/Dicembre 2012, pagg. 161-162]

L'architetto Vincenzo Zito in un suo flash sul suo "Andria antica e dintorni del 08/02/2023" evidenzia quanto segue, allegando alcune sue foto:

Presso il santuario della Madonna dei Miracoli d’Andria, sala capitolare, ci sono otto tele settecentesche che illustrano aspetti della vita di Gesù. L’Autore delle tele è Francesco Robortelli, un pittore totalmente sconosciuto agli storici dell’arte, che firma per esteso “Francesco Robortelli P(inxit). 1749” soltanto la tela delle tentazioni nel deserto mentre in quella del riposo nella fuga in Egitto si firma solamente “Robortelli. ... del pittore Francesco Robortelli, presumibilmente di area campana, al momento non si hanno altre notizie. La sua tecnica pittorica è stata riconosciuta molto simile al più noto Nicola Viso, pittore attivo nella prima metà del ‘700. Le uniche sue opere conosciute fino a poco tempo addietro erano le otto tele presso il nostro santuario.
Recentemente è stata individuata un’altra opera del Nostro, che va ad arricchire il suo scarso catalogo. Si tratta di un “Paesaggio con rovine” firmato F. Robortelli, rinvenuto nei depositi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Restaurato dagli allievi del corso di restauro è attualmente esposto nella Galleria dell’Accademia. Il dipinto possiede le stesse caratteristiche formali delle tele andriesi a conferma, quindi, della mano dell’Autore. ...

Tela della Tentazione di Gesù, particolare della firma dell'autore. - foto di Vincenzo Zito.
[Tela della "Tentazione di Gesù", particolare della firma dell'autore. - foto di Vincenzo Zito.]

NOTE

[1] Il primo luglio del 2014 Nicola Montepulciano ha pubblicato sulla Web Tv "Videoandria.com" e sul giornale telematico "Andrialive.it" l'articolo "La Baronessa di Romagnano e il Santuario della Madonna dei Miracoli d’Andria", nel quale sintetizza la sua interessante ricerca storica sull'origine dei quadri di Francesco Robortelli, presenti nella sala capitolare del Santuario; egli scrive:
«Nel 1843 il Santuario, allora famosissimo non solo in Italia, ebbe in donazione otto grandi quadri che rappresentano vari periodi della vita di Gesù. Ciclo pittorico eseguito dal vedutista Francesco Robortelli nel 1749, a mio avviso alquanto pregevole, che ora si trova nella Sala Capitolare. I testi di storia locale riferiscono che le otto tele furono donate da una tal baronessa Romagnosi di Napoli, dando ad intendere che si tratti di cognome. Così, infatti, G. Gildone in “La Madonna d’Andria” (Tip. Guglielmi, Andria, 1980) pag. 111, R. Loconte in “Andria la mia città” (Tip. Guglielmi, Andria,1984) p.128 e ì lo stesso riferimento è riportato a pag. 192 dell’edizione del 1992. Anche P. Petrarolo riporta lo stesso cognome nel suo libro “Il Santuario di Santa Maria dei Miracoli” (Andria 2004) p.58, come pure M. Melillo in “Il 10 Marzo 1576 e le vicende del Santuario di Andria”(2011) p. 97. In un testo scritto da Mons. E. Merra dal titolo “Monografie Andriesi” (Bologna 1906) a pag.322, nota 15, si legge che la donazione fu opera della baronessa Romagnano. Un pieghevole illustrativo, edito dal Santuario stesso nel 2008, ( a sua volta ) riferisce che la donatrice fu la baronessa Romagnosi di Pompei. In ogni caso, le identificazioni “Romagnosi” e “Romagnano”, sono riportati come cognomi. Dal “Registro degli Esiti” del 1843 (volume dove sono riportate tutte le messe da celebrare in suffragio di defunti, con relative offerte), presso l’archivio del Santuario, si apprende che dal 19 feb. di quell’anno si celebrano messe “per Romagnano”; proseguendo l’indagine si arriva a pag. 684 dove si legge che dal 22 ago 1843 si celebrano messe giornaliere “per li quadri di Romagnano” e così per tutti i mesi a venire. Negli Esiti dell’ott. 1845 si legge che le messe continuano ad essere celebrate “per la fu Baronessa Romagnano”. Ma nel Registro degli Esiti del 1855 si legge: “ANNO 1855: Pesi perpetui (messe) da soddisfarsi infra annum - Romagnano. Messe 56 secondo l’intenzione della Baronessa di Romagnano”. Qui per la prima volta si legge “ Baronessa di Romagnano” e non “ Baronessa Romagnano”. A questo punto è chiaro che il termine “Romagnano” non sta ad indicare un cognome ma una località della Campania, che dopo l’Unità d’Italia divenne Romagnano al Monte. Ed è altrettanto evidente che la baronessa Romagnosi non è mai esistita. Ma chi era allora la baronessa di Romagnano, quale la sua identità?
   Proseguendo le ricerche, si viene a sapere che la baronessa di Romagnano si chiamava Maria Teresa Conoscitore e che aveva donato considerevoli somme di denaro sia a favore del convento dei PP. Minori Osservanti di S. Francesco di Andria che al Santuario della Madonna dei Miracoli di Andria, e poco dopo anche gli 8 quadri. Maria T. Conoscitore apparteneva ad una nobile famiglia di Andria, presente nella nostra città sin dai tempi del duca Del Balzo ed estintasi nell’800. Dei Conoscitore ne parla sia il D’Urso nella sua “STORIA DELLA CITTA’ DI ANDRIA”, sia il Merra nelle sue “MONOGRAFIE ANDRIESI”. Da varie ricerche nella Biblioteca Comunale di Andria si apprende che Maria T. Conoscitore nacque in Andria nel 1776, ultimogenita di quattro figlie di Federico Conoscitore [e di Catarina Griffi]. Andò sposa a Don Carlo Maria Torella, ricco barone di Romagnano e per questo poté fregiarsi del titolo di baronessa di Romagnano. Dietro consiglio dell’arch. Vincenzo Zito, si conducono altre ricerche presso l’Archivio di Stato di Trani, dove si rinvengono vari documenti relativi ai coniugi Torella. Fra questi in un certificato di morte si legge che” il 29 feb. 1841 muore nella sua propria casa sita Arco di Porta Santa D. Maria Teresa Conoscitore, moglie di Carlo Maria Torella, nata in Andria, di anni 65, di professione Gentildonna e Baronessa… “. Da un altro certificato di morte, trovato nello stesso Archivio, si apprende che “ il 5 di ott 1842 muore nella sua propria casa sita Arco Portasanta D. Carlo Maria Torella, vedovo di D. Maria Teresa Conoscitore, di professione barone di Romagnano… “. Il barone possedeva un castello [che vendette nel 1818, perdette poi la baronia nel 1819 per effetto delle leggi eversive della feudalità emanate nel 1806], terreni, opere d’arte fra le quali i quadri dipinti dal Robortelli e donati al Santuario. Per alterne vicende familiari ed economiche preferì ritirarsi in Andria, città di origine della moglie, che, a sua volta, possedeva una casa, ( palazziata ? ) quella sita in Arco di Porta Santa, ( mai segnalata in nessuna ricerca, N. d. A.), dove vissero sino ai loro ultimi giorni. Non ebbero eredi»

Sia il grassetto che quanto aggiunto in parentesi quadre non è nell'originale di Nicola Montepulciano. - (La ricerca con alcuni documenti è riportata nella sezione "documenti").