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altare della Madonna del Rosario   Tela della Madonna del Rosario, foto V. Iaccarino
[altare della Madonna del Rosario, foto Sabino Di Tommaso 2016 - il quadro della Madonna, elab. elettronica su foto del restauratore Valerio Iaccarino 2016]

Altare SS.Vergine del Rosario

L'altare della Vergine del Rosario è il secondo a sinistra dei quattro altari laterali presenti nella navata, sul dossale del quale fino al secolo scorso pendevano numerose lampade votive.
Così lo descrive l'Agresti nell'opera sotto citata:

"L'ultimo altare, a man sinistra, è intitolato alla Vergine del Rosario, della quale si ammira la venerata Immagine, col Divin Pargoletto fra le braccie, seduto su ricco baldacchino, sostenuto da quattro Angioli. Nelle cinque bende, che pendono in cima al baldacchino, sono figurati i cinque misteri gloriosi del Rosario [nell'ordine da sinistra: 1-la resurrezione di Gesù, 2-l'ascensione di Gesù, 3- l'incoronazione di Maria, 4-la discesa dello Spirito Santo, 5-l'assunzione di Maria (indecifrabile)]. Da un lato si vede S. Domenico [con ai piedi il cane bianco e nero con una torcia accesa ed il giglio], che riceve dalla Vergine il S. Rosario e S. Agnese di Monte Pulciano, monaca domenicana; dall'altro S. Caterina di Siena, coronata di spine, avendo il cuore in mano; quindi S. Rosa da Lima col giglio, simbolo della purità, cui il Bambino le pone sul capo un serto di fresche rose. Nell'ovato si vede dipinto S. Antonino Arcivescovo di Firenze, con una borsa di monete in mano, volendo indicare la sua grande carità per gl'indigenti.
[in nota] questo altare ed il dipinto sopra descritto furono eseguiti a spese della confraternita del Rosario, che trovasi installata nella chiesa di S. Domenico, come risulta dalla seguente iscrizione, scolpita sopra uno scudo di marmo posto in alto dell’altare. D.O.M. In honorem SS. Dei Genitricis sub titulo Rosarii devota ejusdem sodalitas. Non sappiamo con quanto gusto estetico ed artistico, negli ultimi tempi, si è voluto deturpare questo stupendo altare, frammezzandovi (fra il grande dipinto della Vergine e l’ovato che porta S. Antonio) un barocco baldacchino (sfreggiandovi i marmi) per attaccare a questo baldacchino alcune lampade!"

[da "Chiesa di S. Domenico" in Il Capitolo Cattedrale di Andria .., di M. Agresti, tip. F. Rossignoli, Andria, 1912, Vol.II,  pag. 91]

Come negli altri quadri presenti in Chiesa, tutti i Santi che circondano la Vergine sono raffigurati per esaltare la Famiglia Domenicana: oltre, ovviamente, a San Domenico (1170 - 1221) le tre sante Agnese (1268c - 1317) da Montepulciano in Toscana, Caterina da Siena (1347 - 1380) e Rosa da Lima (1586 - 1617).

Come scrive l'Agresti, nel cartiglio marmoreo posto nella parte superiore del dossale che abbraccia il quadro della Vergine è scritto:

D.O.M.
IN  HONOREM  SS.  DEI  GENITRICIS
SUB  TITULO  ROSARJ
DEUOTA  EJUSDEM  SODALITAS

Madonna del Rosario; particolare del baldacchino, prima e dopo il restauro
[Quadro della Madonna del Rosario; particolare dei 5 misteri gloriosi dipinti nelle bende del Baldacchino]

ovale di S. Antonino Pierozzi, vescovo di Firenze
[S. Antonino Pierozzi - elab. su foto di V. Iaccarino]
vaso con fiori di seta, settecentesco
[vaso con fiori di seta, settecentesco]

Qualche notizia in più ce la fornisce il Merra:
"Il secondo altare è sacro alla Vergine del Santissimo Rosario, che col Bambino nelle braccia sta seduta sotto un baldacchino, le di cui aste sono sostenute da quattro angioletti, e nelle cinque bende, che si veggono pendere, sono figurati i cinque misteri gloriosi del Rosario. A destra le stanno S. Domenico, che inginocchiato riceve da lei il Rosario, e Sant’Agnese da Montepulciano con un agnello in braccio; a sinistra le stanno Santa Caterina da Siena coronata di spine e col cuore in mano, non che Santa Rosa da Lima col giglio; mentre il Bambino le impone sul capo un serto di fresche rose.
Nell’ottobre 1896 la Vergine del Santo Rosario venne donata d’una corona di argento, che porta sul capo, e d’un concerto d’oro, che le adorna il petto. Nell’ovale è dipinto S. Antonio Arcivescovo di Firenze, vestito di piviale, con la mitra sul capo, col pallio sul collo, e con nella destra una borsa, da cui versa denaro, per esprimere la sua profusa carità verso dei poveri, e nella sinistra tiene la croce Arcivescovile.
Questo altare con il quadro fu fatto a spese della Confraternita del SS. Rosario, come appare dalla seguente conclusione: «A di 21 giugno 1773 fu proposto consiglio dal P. Priore Buchicchio se si dovessero fare due altri altari di marmo, cioè quello di S. Domenico, e quello del Rosario, pel prezzo di ducati 1200, e due quadri nuovi per i medesimi altari, per il prezzo di duc. 110; e perché la Congrega del Rosario, a cui spetta fare l’altare del Rosario, è impotente a pagare il costo del medesimo al marmoraro; se si dovesse il Convento obbligarsi a pagarlo in nome di detta Congrega col far obbligare con publico istrumento la detta Congrega di pagare duc. 40 annuatim al Convento intanto che estinguerà il debito tanto dell’altare, quanto del quadro; e fu risposto affermativamente». Infatti sopra uno scudo di marmo, posto in alto dell’altare si legge: «D. O. M. In honorem SS. Dei Genitricis sub titolo Rosarii devota eiusdem sodalitas». Tutti questi altari nel 1752, prima che fossero fatti di marmo, erano ornati di fiori di seta, di carte di gloria e di candelieri di ottone
".

[da "La Chiesa e il Convento di S. Domenico" in Monografie Andriesi, di E. Merra, tip. Pontificia Mareggiani, Bologna, 1906, Vol. II, pagg. 24-25]

Nell’ovato (foto a sinistra) c’è Sant’Antonino Perozzi (1389-1459), domenicano arcivescovo di Firenze dal 1446.
Questa tela illustra l’aspetto altamente caritativo del Santo, che nel 1442 aveva fondato i “Provveditori de’ Poveri vergognosi”, detti “Buonomini di San Martino”, allo scopo di aiutare le famiglie nobili cadute in disgrazia, i forestieri, le gestanti senza sostentamento familiare, i malati e, in generale, tutti i poveri incapaci di elemosinare e di rendere pubblica la propria miseria.

altare realizzato dai marmorari Marino e Domenico Palmieri nel 1774
[particolare dell'altare realizzato dai marmorari Marino e Domenico Palmieri nel 1774 - foto Sabino Di Tommaso, 02/04/2021]

Gli altari della Madonna del Rosario e di S. Domenico costarono più di quanto scrive il Merra; la spesa ammontò a 750 ducati ciascuno per un totale di 1500 ducati, versati in parte a fine lavoro, nel maggio del 1774, al marmoraro Domenico Palmieri di Napoli, come risulta dall'atto notarile redatto da Gaetano Frisardi il 16 luglio 1773, stipulato cioè circa un mese dopo la decisione presa a livello di confraternita, citata dal Merra.

Leggiamo infatti nel su menzionato atto notarile (La ricerca e trascrizione di tale atto notarile è opera dell'arch. Gabriella Di Gennaro, a documentazione della sua tesi di laurea su "Gli altari marmorei settecenteschi ad Andria" del 1995, pubblicato a stampa nel suo studio "Altari policromi marmorei del Settecento ad Andria ed altri arredi sacri", Schena Editore, 2020, pp. 228-230.):
"Die decimo sexto mensis iulij sexte ind.nis millesimo septingesimo septuagesimo tertio, in civitate Andrie, habita lic.a ob festum S.te Marie de’ Monte Carmelo.
Ad istanza fattaci per l’infrascritta parti, personalmente ci siamo conferiti nel Ven.le convento di S. Domenico dell’ordine de’ Predicatori di questa città d’Andria, ove abbiam rattrovato gl’infrascritti RR. Priore, e PP. del medesimo. ...
E con essi in detto luogo abbiam rattrovato il Sig.r Dominico Palmiero maestro scoltore di marmi, ed ingegniere marmoraro della città di Napoli, al presente in questa suddetta città d’Andria, aggente similmente ed interveniente alle cose infrascritte, tanto per se, suoi eredi, e successori, quanto in nome, e parte, e come procuratore specialmente costituito del Sig.r Marino Palmiero suo Padre, ...
Il suddetto Sig.r Domenico ingegnere, e scoltore ... sponte promette, e si obliga avanti di noi, e de’ sopraddetti RR. Priore, e PP. presenti formare nella chiesa dello stesso Ven.le convento situato in questo abbitato d’Andria nella strada detta la Piazzetta, giusta li suoi confini, due altari, e cappelle di marmo nella maniera, e forma stà espresso nel disegno firmato dalle parti suddette, ... quali due altari, e cappelle devono essere, cioè uno di S. Domenico, e l’altro della Vergine SS.ma del Rosario di rimpetto l’un l’altro, ove sono situati presentemente, senza punto appartarsi dal detto disegno ... .
"

ciborio dell'altare della Vergine del rosario      angelo reggimensa nel paliotto dell'altare
[particolare del ciborio dell'altare della Vergine del Rosario e angelo reggimensa nel paliotto - foto Sabino Di Tommaso, 16/03/2014]

Lapide del sepolcro della Congregazione del Rosario

Sotto la predella di questo altare è affissa la pietra tombale enunciante che nel sottostante sepolcreto sono inumati i fratelli della Congregazione del Rosario. Vi si legge infatti la seguente iscrizione:

SEPULCRŨ
CONGREG.[REGATIONIS]   SACRAT.[ISSIMI]
ROSARII ~
1624

A destra dello stesso altare, nella rientranza di fronte all'entrata laterale, originariamente (cioè prima dei restauri del Settecento o successivi) si apriva forse una porta che dal chiostro permetteva l'accesso in chiesa agli ospiti della foresteria e ai frati conversi.
 Ora è una ampia nicchia nella quale sono esposte le statue dalla Madonna del Rosario tra San Domenico e Santa Caterina da Siena.

gruppo statuario della Madonna del Rosario nella nicchia  1980: esposizione statue della Madonna del Rosario tra S. Domenico e S. Caterina
[foto di sinistra: il gruppo statuario della Madonna del Rosario nella sua nicchia, 2014 - foto di destra: il gruppo esposto nel 1980; immagine fornita dal parroco del tempo, Don Giuseppe Lapenna]

Sull'altro lato della navata, opposto a questo altare, è eretto quello di San Domenico, in tutto simile, in quanto ambedue così realizzati per esplicito contratto dallo stesso marmoraro, Domenico Palmieri.