gli altari di sinistra

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navata: gli altari di sinistra
[elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]

Gli altari di sinistra della NAVATA

La navata presenta quattro fornici per lato. Analizzo le opere più rilevanti presenti sulla parete sinistra.
Riporto contestualmente, tra virgolette ed in corsivo, una descrizione di questi altari come si presentavano nella prima metà dell'Ottocento ai tempi del Borsella, autore del testo in Andria Sacra.

stemma con volpe  lapide della tomba di Iohannes de Bosna del 1529  acquasantiera del 1609  tondo 'Assunta'
[elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 2012]

Nel primo fornice, a partire dall'ingresso, troviamo un moderno confessionale e, sulla parete una tela tonda non datata raffigurante l'Assunta-Immacolata su una nuvola tra angioletti e ai suoi piedi gli Apostoli Giacomo e Filippo; sullo sfondo un accenno di paesaggio. L'apostolo a destra della Vergine ha nella destra un libro e nella mano sinistra una scritta a nastro: "INITIŪ EVAN ..."; penso si tratti di Filippo, al quale si attribuisce un vangelo detto gnostico. L'altro apostolo impugna con la sinistra il bordone del pellegrino, uno degli emblemi che denotano S. Giacomo maggiore.
Nel Seicento i vescovi vedono nell'Annunziata un altare dedicato ai Ss. Filippo e Giacomo; fu eretto probabilmente per compensare la scomparsa della chiesetta omonima un tempo esistente presso la Città e documentata in una Bolla del 13 novembre 1175. Se l'attuale quadro è quello visto da mons. Egizio nel 1659 sull'altare di destra attualmente del Sacro Cuore, allora è un'opera della prima metà del Seicento.

Sulla parasta che divide il primo fornice dal secondo è poi posta una elegante acquasantiera seicentesca in pietra locale, retta da una cariatide e datata, sul piede, 1609.

Nell'Ottocento sulla sinistra entrando c'era la tomba di Iohannes De Bosna, terziario dei Minori Francescani della famiglia Volponi (rilevabile dall'impresa scolpita sulla lapide), che nel 1519 aveva chiesto e ottenuto nella chiesa un loculo a lui riservato; ivi fu poi tumulato alla sua morte avvenuta il 20 novembre 1529; oggi (2012) tale lapide è affissa sulla sinistra della parete di fondo.
Scrive il Borsella:
"Entrando in chiesa, per questa gran porta, tutta di pietra viva ti si presentano ai fianchi due fonti ovate bislunghe per l’acqua benedetta, di marmo del paese e con festoni sottoposti.
A sinistra leggesi nel muro una lapide del tenor seguente.
Exigum hunc sibi tumulum
Frater Iohannes de Bosni
a Tertii minorum Ordinis
Soli tamen optavit
A. D. MDXXX
Obiit die XX Novembris MDXXIV
[NDR]
Soli tamen optavit, volle cioè che quel sepolcro fosse di sè solo, particolare per lui soltanto. Soggiace il Suo ritratto di monaco, tenendo in mano un bastone dei viandanti, armato di pungiglione in punta, per difesa contro i ladri e gli animali nocivi. Ha le mani a croce sul petto. Tiene l’impresa di due volpi, non quella dei Volpicelli, in cui venivano scolpite due volpi coi volpicini, famiglie entrambi nobili di questa città, forse per li buoni vincoli di amicizia, che passavano fra il defunto con le stesse. Vuole la tradizione che costui stato fosse figlio del Re di Bosnia provincia della Turchia Europea."
In merito alla tomba di Ioannes de Bosna così scrive Mons. Palica nella relazione sulla sua Visita Pastorale del 1780:
[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 5.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

Visitavit Cappellam SS.mi Crucifixi sitam in eodem latere dextero cornu Evang.[eli]i,
… … …

In eodem Alt[ar]i adsunt sequentia legata Piorum eorum parentium.
… … …

3. Legatum G.m Heremitæ Fr.s Ioannis Iasoricæ(?) de Bosna, qui asseritur vitam finisse in statu heremitico, quem peregit inhumuet Eccl.[esi]æ SS. Annunc.[iationi]s, cum opinione bona, eiusque cadaverum humatum reperitur in eadem Eccl.[esi]am, et proprie innes Cappellam SS.mi Crucifixi, et apparet eius lapis sepulcralis cum iscriptione sub imaginem eius Eremitæ in lapide ipsa incisa, et sculpta.

Legatum ipsum consistit in bonis, et capit[ali]bus summis, necnõ censibus p[er]petrato, ut sequitur.

Onera huic leg.[at]° annexa ex voluntati ipsius Fr.[atri]s Ioannis Regalis parentis, sunt missæ planæ in honorem Divi Roci Conf.[essor]i, ratione assium viginti quinque pro qualibet missa, et vig.[int]a __duit: supraenunciatæ … celebrantur ratione carlenorum quinq.i pro qualibet missa in Altari S. Sacri Crucifixi, in quo est depicta Imago laudati S. Roci, et mandavit exhiberi documentum, et doceri de satis.[factio]ne missarum in hac p[ræsen]ti S.ª Visit.[ation]e.
… … …

5 luglio 1780.

Visitò la Cappella del Santissimo Crocifisso, eretta sullo stesso lato destro dell’Evangelo,
… … …

Nello stesso altare esistono i seguenti legati dei devoti e dei loro familiari.
… … …

Un 3° legato dell’eremita Fra Giovanni ___ de Bosna, che si dice abbia terminato la sua vita come eremita, e che volle essere seppellito nella Chiesa della SS.ma Annunziata; di buona fama, la sua salma si trova seppellita nella stessa Chiesa, esattamente presso la Cappella del SS. Crocifisso, ove si vede la sua lapide sepolcrale con l’iscrizione sotto la scultura della sua figura di eremita.

Il legato consiste in beni, somme di capitale nonché censi ottenuti, così come segue.

Gli oneri annessi a questo legato, per volontà espressa dallo stesso Fr. Giovanni di stirpe regale (della Bosnia), sono delle messe piane in onore di San Rocco confessore, in ragione di venticinque assi per messa, venti delle quali da celebrare, in ragione di 5 carlini a messa, all’altare del Santo Crocifisso, nel quale è dipinta l’immagine del lodato S. Rocco; (il visitatore) ordinò di mostrare il documento e informare della soddisfazione dell’onere delle messe durante questa presente visita.
… … …

Ecco intanto cosa c'era in questa cappella, oggi murata ed usata come ambiente di servizio, nel Seicento.

Mons. Egizio, nella sua Visita Pastorale del 1659, vede un altare, allora dedicato a S. Rocco, con dei dipinti raffiguranti Sant'Anna madre di Maria Vergine, e San Rocco e San Giuseppe ai lati.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 15 m.[ensi]s sept.[emb]ris 1659.

… … …

Postremò visitavit cappellã S.ti Rocci, quæ est contigua suprad.[ict]a pietatis prope ingressũ Eccl.[esi]ae, quæ cappella est fornicata, et pervetustis figuris depicta, tum in Icone, tum in reliquis parietibus dictæ Cappellæ, et pro Icone deservit Imago S. Annæ Matris S. M.[ariæ] V.[irginis] cũ imaginibus S.ti Rocci, et Iosephi, hinc inde adstantibus. Altare est lapideum et cũ deficiunt redditus dotat.[io]nis dictæ Cappellæ, deficiunt etiam aliqua prout sunt crux decentior et paleottũ, et Ill.[ustrissi]mus D.[omi]nus attenta tenuitate p[rædi]cta mandavit paleottũ p[rædi]ctæ resarciri crucẽ decentiorẽ confici, bradella deaptari ac lapideum sacratũ maiorè apponi, et existen[tem] removeri sub pœnis suspensionis, et alijs arbritrio infra tres mensis. Et ita mandavit &.

15 settembre 1659

… … …

Infine visitò la cappella di San Rocco, che è contigua alla sopraddetta della Pietà, presso l’ingresso della Chiesa; la quale cappella è con tetto a volta e dipinta con immagini molto antiche, sia nell’icona del dossale che nelle altre pareti; come icona c’è l’immagine di Sant’Anna madre di S. Maria Vergine, con vicino ai lati San Rocco e S. Giuseppe. L’altare è di pietra e poiché detta Cappella non ha una dotazione di redditi, manca di alcune cose come una croce più decorosa e un paliotto; così l’Ill.mo Signore vista detta carenza ordinò di aggiustare il paliotto e realizzare una croce più convenevole, sistemare la predella e apporre una pietra sacra più grande rimuovendo quella esistente, sotto pena di sospensione e di altro a suo arbitrio entro tre mesi, Così ordinò &.

Mons. Triveri, nella sua Visita Pastorale del 1694, vi trova la nuova Cappella del Crocifisso eretta dal Capitolo; sull'altare, è innalzato Gesù Crocifisso e sulla parete è affisso un quadro rappresentante sua Madre Maria Vergine, S. Giovanni Evangelista e S. Maria Maddalena.
Vede poi l'altare di San Marco Evangelista e di San Rocco non più qui, ma accanto nell'adiacente ampia arcata; nel quadro il primo santo era dipinto a destra, il secondo a sinistra.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 21 9mbris 1694.

Altare SS.rum Marci Evangelistæ, et Rochi.

Prosequendo visitationē ventũ fuit ad Alt.[ar]e … in honore SS.orũ Marci Evangelistæ et Rochi dicatũ, in cuius tabula adest imago primi a dextris 2.i verò a sinistris, et cũ in omnibus sit sufficienter ornat.[ũ] nil circa ipsius decernendũ fuit.

Alt.[ar]e S.mi Crucifixi.

In fine Eccl.[esi]æ a lat.[er]e Evangelii reperitur Capella de novo a Cap.[itu]lo fabricata et est fornice tecta.
In Altare adest statua Iesu Χρ[ιστ]ι D.[omini] N.[ostri] cruci affixa et hinc indé imagine Beat.[issi] Virg.[in]is eius matris: S. Ioh[annis] Evangelstæ, et S. Mariæ Mag.[dalen]æ in tabula depictas.
Dotem ñ habet, sed Capit.[ul]ũ illius cura habet, estq.[ue] decenter ornatũ, ideò nil decernendum fuit.

21 novembre 1694.

Altare di San Marco Evangelista e San Rocco.

Proseguendo la visita giunse all’Altare dedicato a San Marco Evangelista e San Rocco, nel cui dossale c’è l’immagine del primo a destra e del 2° a sinistra; poiché nell’insieme era sufficientemente ornato, nulla fu da decretare.

Altare del S.mo Crocifisso.

Sul lato evangelo dove termina la Chiesa [presso l’ingresso] c’è la nuova Cappella eretta dal Capitolo con tetto a volta.
Sull’Altare c’è la statua di Nostro Signore Gesù Cristo affisso in Croce ed ai lati le immagini della sua Beatissima Vergine madre, di S. Giovanni Evangelista e di S. Maria Maddalena dipinti in quadro.
L’altare non ha dote, tuttavia ne ha cura il Capitolo onde è decorosamente ornato e non c’è nulla da ordinare.

Dall'ottobre del 1857 e fino a metà Novecento accanto alla parete laterale presso l'ingresso (dove oggi, 2022, c'è un confessionale - vedi panoramica inizio pagina) era eretto il fonte battesimale, il quale attualmente è collocato nell'absidiola sinistra del presbiterio.
È da notare che negli ambienti della Congrega dell'Immacolata Concezione si trova conservata una tela raffigurante il battesimo di Gesù (foto a destra); probabilmente fu realizzata e posta a dossale del fonte battesimale dopo il predetto 1857, quando appunto la Chiesa dell'Annunziata divenne sede parrocchiale, con diritto di amministrare i sacramenti propri di tale funzione.

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1° altare di sinistra: Sposalizio di Maria e Visitazione   1° altare di sinistra: tela della Visitazione  1° altare di sinistra: tela dello sposalizio di Maria
[elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso e Michele Monterisi - 2012]

Nel fornice a seguire è innalzato un maestoso altare ligneo barocco: nel dossale è incastonata la tela dello Sposalizio di Maria con San Vito Martire, e nell'edicola superiore una tela riproducente la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Nella cornice sotto questa tela è dipinta una data: A.D. 1716.
Così lo vede a metà Ottocento il Borsella:
"L’altare tutto a spalliere di legno, accanto pilastri con capitelli e basi, oltre una gran fascia attaccata al muro rabescata di fiori, e frutta che termina con cornicione ritorto.
Due colonne anche rabescate fina al piedistallo, spiralmente intrecciate di pampinosi rami, situate nei fianchi, elevansi fino al quadro. Le dorature sul verde, di cui tutto l’orlato è colorito, riescono più risaltanti. L’architrave largo tre palmi splende per li diversi fregi, e sull’apice dei capitelli poggiano due altri cornicioni come scudi, alle basi delle ridette colonne son rilevati due rosoni. Questo frontespizio a buon conto presenta due ordini di architettura. Sulla mensola dell’altare espongosi due gradini, ove allogansi, le palme e i candelieri e vi sono sculti degli angioletti alati.
... Il quadro offre lo sponsalizio della Vergine, S. Giuseppe le porge la mano presente il vecchio Simeone. Sul capo degli sposi la Divina Colomba. Lo sposo indossa veste verdastra, e ferraiolo giallo, avendo nella sinistra la sua mazza fiorita. La Vergine porta in testa un lino bianco, il di cui lembo cade sugli omeri. S. Elisabetta ha pure il capo coperto di bianco lino, a foggia di cuffia di notte. La sposa è abbigliata con veste rossa, e manto cilestre. Portan nei piedi pianelle con nastri intrecciati sino alla polpa della gamba.
Il vecchio Simeone con lunga barba bianca è decorato di mitra bicorne all’uso dei sommi Sacerdoti. Veste camice bianco, con sopra tunica di verde chiaro, aperta nella parte d’avanti, donde appare che il soppanno sia di scarlatto. In petto l’Efod. I piedi son coperti di sandali scarlattini. A sinistra vi è S. Vito, con tre cani di vario pelo. Ha una veste sino al ginocchio, color legnino e sopraveste verdastra, e stringe una croce. Apparisce un colonnato di tempio ove seguì il santo connubio, ornato di cortine aperte, e ravvolte, onde scoprirsi quella santa cerimonia. Questo quadro è inferiore al primo di merito, di un epoca più recente. In cima si vede la visita di S. Elisabetta a Maria. Accanto S. Giuseppe, e S. Gioacchino, la Vergine veste come sopra, e S. Elisabetta con una veste color di malva. S. Giuseppe con soprabito scarlattino e sottabito legnino. S. Gioacchino con vestimento ceruleo, e mantello cinericcio. Questo dipinto è lavoro di pennello d’altra scuola più cospicua. Sopra questo altare è eretta una statua di S. Lucia."

Mons. Palica, nella sua Visita Pastorale del 1780, descrive questo altare come oggi lo vediamo e con le stesse tele e con la statua di S. Lucia. Fa intendere inoltre che San Vito è dipinto nel quadro perché, essendo diroccata la chiesetta a lui dedicata presso il Convento dei Carmelitani (attuale Seminario), i "benefici" connessi al suo culto sono stati trasferiti da quella chiesa a questo altare dell'Annunziata.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 4.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

Visitavit successive Altare sub invocatione Sponsalitiũ sub invocatione SS.mæ Virg.[ini]s M.[ari]æ cum S.[anct]° Iosepho positum post Cappellam Laudati SS.mi in later destro Altaris maioris, sive a cornu Evang.[eli]i,
… … …

In quo altare est adnexum Beneficium sub invocatione S.[anc]ti Viti m.[arti]ri translatum a propria sua Cappella diruta, quæ stabat extra mœnia, et proprie propé Ven.[erabi]le Conventum Sacrum Carmelitanum huius Civitatis; libere collationis, tempore præsulatum f.[elicis] m.[emoriæ] E.pi Nobilioni cuiusmet Civit.[atis] … Nobilione,
… … …

Visitavit Altare præd.[ict]m ex opere plastice edificatum cum paliotta ex tela depicta cum Lapide Sacra, et mandavit reaptari infra mensem sub pœna interdicti.

Altare præd.[ictu]m habet duos gradus ex ligno deaurato, et ..., et tela depicta cum Imaginibus Laudati Sponsalitii, et circiter S. Viti, et in culmine eius.[de]m adest alia tela depicta cum Imaginibus B.[eatissim]mæ Virg.[ini]s M.[ari]æ, et S.[anct]æ Elisabectæ visitatæ. Super gradibus eiusdem adest statua S.[anct]æ Luciæ, Virg.[ini]s, et Mart.[ir]s, et nihil iniunxit.

4 luglio 1780.

Successivamente visitò l’Altare intitolato allo Sposalizio della SS.ma Vergine Maria con San Giuseppe, (altare) posto dopo la lodata Cappella del Santissimo sul lato destro dell’Altare maggiore, cioè lato evangelo,
… … …

In tale altare è connesso un beneficio intitolato a San Vito martire, beneficio spostato dalla omonima Cappella crollata, che stava fuori mura, propriamente presso il venerabile sacro Convento carmelitano di questa Città; (beneficio) di libero contributo, al tempo del vescovo di questa Città mons. Nobilione, di felice memoria, come da sua relazione;,
… … …

Visitò il predetto altare realizzato in materiale scolpito con il paliotto di tela dipinta e la lapide sacra; ordinò di restaurarlo entro un mese su pena dell’interdetto.

Il predetto altare ha un postergale di due gradini in legno dorato, … e una tela dipinta con le immagini del lodato Sposalizio, con vicino San Vito; sopra tale quadro c’è un’altra tela dipinta con le immagini della Beatissima Vergine Maria e Santa Elisabetta visitata. Sui gradini del postergale c’è la statua di santa Lucia, vergine e martire. Nulla ingiunse il visitatore.

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cappella del SS. Sacramento    cappella del SS. Sacramento, l'altare
[elaborazione elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]

Nel fornice successivo si apre la cappella dedicata al SS. Sacramento con lanterna nella cupola innalzata su archi a tutto sesto.
La balaustra di accesso alla cappella in breccia con colonnette è precedente all'altare marmoreo, che fu rifatto nuovo in marmi con decori in legno dorato nel 1918, come recita la lapide affissa nei pressi:
QUESTA CAPPELLA
IN ONORE DEL SS. SACRAMENTO
OVE RIPOSA GESÙ
MAESTRO E GUIDA
NELLE VIE DELL'AMORE E DEL SACRIFICIO
A MIGLIOR FORMA RESTITUIVA
IL PARROCO D. NICOLA ADDATI FU VINC.
E L'ALTARE MARMOREO
CH'EGLI VOLLE QUI ERETTO
SOLENNEMENTE CONSACRAVA
MONS. EUGENIO TOSI
VESCOVO DI ANDRIA
IL 27 GENNAIO 1918.
Nella chiesa dell'Annunziata è certificata la presenza di un altare dedicato al SS. Sacramento già nel 1173 da una lapide del 1179, oggi affissa a destra entrando nella cappella.
E ancora il Borsella:
"Adiacente è messa la cappella del SS. con balaustra di breccia a pilastri, con bastoni di ferro, ornati di borchie di ottone. La custodia è di legno che vien cinta di quattro colonnette ritorte, la di cui portellina porta lo stemma del Sacramento in similoro, con lo spirito settiforme in cima. Ha la forma di un obelisco cinto di gradini e basi per poggiarvi fiori, candelieri, statuette. E due statuette sono allogate intorno di S. Pietro e S. Paolo, che distinguonsi, per le chiavi che l’uno ha nelle mani e per la spada che impugna il secondo. Sussieguono delle cariatidi, come Sirene con ritorte code. Termina la piramide con cornice e faccia dentellata sopra un ornato di foglie. La suddetta piramide colorata verde dorata nei freggi, e nelle orlature. Un angioletto inoltre è messo sopra la custodia e due altri a fianco. Come ognun vede, eran questi i lavori di mezzi tempi della Chiesa, nelle quali non erasi ancora introdotto il gusto dei marmi, che al dì d’oggi le nobilitano. Su questo vetusto altare è inalberata una croce con Gesù morto, scultura di pregio. Accanto al muro di questa cappella leggesi questa lapida. ..."
lapide del 1179
Abbiamo approfondito l'analisi di questa lapide - documento del 1179 nelle vicende storiche dell'Annunziata.
Dalla lettura delle Visite Pastorali dei vescovi Egizio e Triveri, sembra che qui, al posto della cappella del SS. Sacramento, almeno fino al 1694 vi fossero ambienti di servizio. "Sita est Sacristia extra Presb.ũ propé Altare S. M.ae Pietatis;", scrive Mons. Triveri.
La sacrestia probabilmente utilizzava questo ambiente adiacente oltre quello attualmente esistente dietro l’altare della Pietà e dedicato prima del 1964 a cereria; vi si poteva accedere da una porticina tra lo stesso altare e l’arco che immette nel presbiterio. Altri dati a favore di tale ipotesi: non si parla di alcun altare o cappella tra l’altare della Pietà e quello dedicato a S. Marco (poi dello Sposalizio di Maria e Giuseppe), così come parallelamente sul lato opposto della navata fino a quella data non esiste ancora la cappella dedicata all’Immacolata e a S. Sabino;     e ancora: i due vescovi Egizio e Triveri, entrando in chiesa pregano il Santissimo presso l’altare maggiore (che poi visitano), mentre nel 1780 il Palica si reca a pregare presso l’altare del Santissimo e poi si reca a visitare l’altare maggiore.

Nel 1711 nella visita di Mons. Nicola Adinolfi, il Priore della Collegiata dell'Annunziata, D. Baldassarre Accetta, responsabile pro tempore del beneficio annesso all'Altare di S. Maria della Pietà, dichiara:

«Il santo titolare di questo mio benef.[ici]o è S. Maria della Pietà. L’Altare di d.[et]to mio benef.[ici]o è quello appunto vicino la Porta della Sagristia di d.[et]ta Colleg[ia].ta à man sinistra dell’ingresso di d.[et]ta Sagristia
Questa afferrmazione molto chiaramente fa supporre che in sacrestia, almeno nel 1711, si entrasse dalla suddetta porticina aperta fino ai primi del Novecento e che è attualmente visibile, murata, all'esterno della chiesa

Nell'anno 1717 fu concesso dal vicario del vescovo (non ancora nominato) di custodire perennemente in questa cappella del Crocifisso il SS. Sacramento dell'Eucarestia, così come si rinviene nella relazione sullo Stato della Chiesa di Andria inviata a Roma da mons. Cherubino Tommaso Nobilione in occasione della "Visita ad Limina" per il 49° triennio e datata 24 marzo 1731; scrive infatti il vescovo:

"In detta Collegiata dell’Annunziata, nel periodo di sede episcopale vacante [dalla morte di N. Adinolfi del 13/07/1715, all’arrivo di G.P. Torti del 11/05/1718], senza alcun permesso della Sacra Congregazione nell’anno 1717 dall’allora Vicario Capitolare fu dato dal Capitolo [Cattedrale] il permesso di conservare perennemente nella Cappella del SS. Crocifisso il Sacramento dell’Eucarestia per la comunione dei fedeli di detta chiesa."

È nella Visita pastorale del 1780 che Mons. Palica trova poi, in questo terzo fornice realizzata una Cappella del SS. Sacramento, dotata di altare artistico; sul muro pende una tela dove Cristo Risorto invita Tommaso a mettere la mano nella ferita, [tela che il Borsella nell’Ottocento vede nella opposta cappella di S. Sabino] e ai lati ardono due lampade per i suddetti "legati" di F. Romonditio del 1173. L'ingresso infine è chiuso da una cancellata in ferro e commesso di pietre.

[trascrizione dell’originale latino] [traduzione]

Die 4.ª m.[ensi]s Iulii anni 1780.

de mane circa horam duodecimam Ill.mus D.nus, ut sup.[r]ª visitavit Cappellam, et Altare SS.mi Sacr.[ament]i, in quo est onus celebrationis missarum planarum n.° triginta quatuor, numpe decem pro leg.[at]m G.m Sabati Guarino, de ratione carlenorum quatuor per qualibet missa,
… … …

Visitavit altare praed.[ict]m ex opere plastice, quod habet duos gradus in medio quorum est collocatum tabernaculum SS.mi Sacr.[ament]i (ex ligneo in parte deaurato) [scrive più sopra].
… … …

Visitavit telam depictam cum quatuor Imaginibus, nempé D.ni N.ri Iesu Christi, D.[iv]i Thomæ Ap.[osto]li, et duarum aliorum Apostolorum indicantes ubicatam fellitatem, et Confessionem Resurrectionis D.[omi]ni Iesu Christi mittendo manum in eius latus.

Visitavit quoddam luminare cum sex cornucopiis ex ligno deaurato in medio Cappellæ appensum.

Visitavit cancellos ex lapide misto nostrali elaboratos cum sex fenis auricalco ornatis. ...

4 luglio 1780.

Intorno alle dodici del mattino l’Ill.mo Signore visitò, come su detto, la Cappella e l’altare del SS. Sacramento, nel quale c’è l’onere di trenta quattro messe piane ed altre dieci da un legato di G. Sabato Guarino, in ragione di quattro carleni a messa,
… … …

Visitò il predetto altare in materiale [ligneo ?] scolpito, con un postergale di due gradini, in mezzo ai quali è collocato il tabernacolo [su descritto] del SS. Sacramento (di legno dorato) [scrive più sopra].
… … …

Visitò la tela dipinta con quattro personaggi, cioè il Signore Nostro Gesù Cristo, S. Tommaso Apostolo e altri due apostoli, indicanti il posto della ferita ed il riconoscimento della resurrezione del Signore Gesù Cristo col mettere la mano nel suo fianco.

Visitò un lampadario con sei bracci-cornucopie in legno dorato, appeso al centro della Cappella.

Visitò la cancellata in pietra mista [breccia] locale lavorata con sei elementi decorativi di ottone.

altare della Madonna della Pietà

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L'ultimo fornice a ridosso del presbiterio ospita il pregevole altare di stile prerinascimentale dedicato alla Madonna della Pietà, nel quale è incastonato il dipinto della stessa, rimosso dal fornice esterno in cui era affrescato (si trovava all'uscita sulla strada dell'antica sacrestia) e ivi incollato.

Lo descrive così il Borsella:
"In attacco a questa cappella vi è un altare ad onore della gran diva del cielo dipinta a fresco nel muro. Il ritratto è custodito da cristallo. ...
Alle spalliere di questo altare sono allogati due genii alati l’uno con la croce, e l’altro col cuore fiammante di carità nelle mani. In fondo del primo gradino della mensa due teste di fiori avendo nella base due scimmie sì nell’uno, che nell’altro lato; nel mezzo foglie conserte.
Nella fascia del secondo gradino Gesù esce da Gerusalemme accompagnato dalla turba e dai militi a piedi e a cavallo portando bandiere spiegate. In prosieguo egli porta la croce e termina colla vista del calvario, sul quale, sono rizzati due croci, e la terza si prepara da due Giudei addetti al lavoro. Alla base tanti scherzi rilevati a cancelli ed altre capricciose figure come ghirigori.
La fascia del primo pilastro comincia con due dragoni alati, con lunghe ritorte code, sopra gli stessi Canefore con frutta, quindi puttino con due colombe. Ne segue un altro fra due cavalli sfrenati, sussieguono a destra e sinistra due altri draghi con code rabescate ad arco cinte di foglie.
Nella fascia del secondo pilastro due Pegasi, e al disopra due draghi alati e nel mezzo un cane col capo in giù portando in bocca una torta a sfera ed ai fianchi due maschere tragiche con nastri pendenti. Più in su, due genii tra i quali uno scherzo di frondi ne vengono altri due divisi da due teste di fiori, e da colombe che si baciano. Sotto il capitello due scimmie ed in cima un serafino alato.
Ma, si gran cose ad uguagliar col canto. Chi mi dà voce, chi mi dà stile che basti ? (Tosti Canzone 29 ).
Se la base del primo pilastro incomincia come si è detto con due Dragoni alati, quella del secondo comincia con due colonnette striate fornite di piedistalli e capitelli avendo nel mezzo un satiro con lunghe aguzze orecchie. Quindi succedono due genii che uniti lottan fra loro, appresto due puttini con altro che cavalca un drago, sotto un capitello due colombe che formano manichi di altre teste di fiori.
In cima un serafino con ali spiegate nella faccia dei due pilastri adiacenti, avendo l’altare due ordini di pilastri che raddoppiansi, mostrasi una maschera tragica ed a fianco due draghi alati.
Appresso superiormente due genii nel mezzo una sfera e disco con puttino cavalcato su destriero. Due altri genii seduti ed altre teste di fiori con serpi attorti. Più sopra altro Genio che tiene la mano distesa sopra un leone in modo da renderlo sicuro con altro a fianco. In fine altro genio sottoposto a due scimmie. In cima al quadro della Vergine la testa di un grand’Angelo con ali spiegate e a destra un cavallo alato con coda rabescata, ed a sinistra vaga sirena."
Alla storia di questo altare e dell’affresco di S. Maria della Pietà su di esso incastonato sono dedicate altre due pagine.

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Panoramica della navata dal Presbiterio verso l'ingresso
[Panoramica della navata dal Presbiterio verso l'ingresso - elab. elettr. su foto di. Sabino Di Tommaso - 03/05/2022]


NOTE
[NDR] Il testo trascritto dal Borsella è molto impreciso; dovrebbe invece essere il seguente:
EXIGUŨ HUNC SIBI TUMU
LUM FŘ IOHAĒS DE BOSNA
TERTII MINORŨ ORDINIS SO
LI T.
AMĒ OPTAVIT 9DITUS EST
ANNO DÑI 1519
OBIIT DIE 20 NO 1529
così trascrivibile senza abbreviazioni né parole spezzate:
EXIGUUM HUNC SIBI TUMULUM
FRATER IOHANNES DE BOSNA
TERTII MINORUM ORDINIS SOLI
TAMEN OPTAVIT CONDITUS EST
ANNO DOMINI 1519
OBIIT DIE 20 NOVEMBRIS 1529
Vincenzo Schiavone a pag. 50-51 del libro "La chiesa dell'Annunziata di Andria" (citato), ci suggerisce la seguente acuta osservazione.
"Dall'iscrizione apprendiamo ... che il frate, IOHANNES, della famiglia andriese dei Volponi è de Bosna, del Vicariato cioè della Provincia Minorita di Bosnia. Sappiamo che un appartenente alla Casata dei Del Balzo, Giacomo Del Balzo, Principe di Taranto e Duca di Andria, chiamò dalla Bosnia in Puglia i Minori Francescani ... . L'iscrizione della tomba di IOHANNES è per noi interessante perché conferma la continuità del rapporto dei Del Balzo con gli ordini religiosi mendicanti. ... Il nostro Iohannes de Bosna, di nobile famiglia, apparteneva all'ordine dei Minori Francescani che nell'anno della morte erano da tempo insediati ad Andria, a S. Maria Vetere. Anche in quella Chiesa i Del Balzo hanno lasciato i segni della loro protezione; su una bellissima lapide sepolcrale quattrocentesca è scolpita la stella a sedici punte, emblema del Casato. Vi è sepolta la madre [Antonia Brunforte] di Francesco II Del Balzo."
Riccardo Colavecchia a pag 71 del Tomo II. “Delle Città d’Italia e sue isole adjacenti compendiose notizie sacre, e profane”, a cura di Cesare Orlandi, e pubbicato nel 1772 scrive:
"Nella Chiesa Collegiata della Santissima Annunziata si osserva il Sepolcro di un Principe, che quivi fece vita penitente da Pellegrino sconosciuto, ed arricchì quella Chiesa di molti beni, comprati coi denari, e gioje, che seco si era portate; sopra il cui Sepolcro vi è la seguente Iscrizione:
EXIGUUM HUNC SIBI TUMULUM
PATER JOANNES DE BOSNA
TERTII MINORUM ORDINIS SOLITAR
OPTAVIT
CONDITUS EST ANNO DOMINI 1519.
OBIIT DIE 20. NOVEMBRIS 1519."